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2 RISCHIO CADUTA DALL’ALTO - SICUREZZA IN CANTIERE

2.2 Titolo IV: principi cardine della sicurezza in cantiere

2.2.5 Principi di individuazione e valutazione dei rischi

L’individuazione e l’analisi dei rischi prevedibili viene effettuata dal coordinatore in riferimento alla totalità di lavorazioni previste nel progetto esecutivo; la valutazione dei rischi in fase di redazione del PSC si concentra sulla natura interferenziale dei rischi stessi. In particolare, quando molteplici lavorazioni vengono eseguite nello stesso arco temporale e medesimo luogo di lavoro si instaura una correlazione tra i rischi relativi alle singole attività; tale correlazione conduce a una situazione interferenziale critica, per la quale il coordinatore deve necessariamente prevedere misure specifiche di riduzione del rischio complessivo. In questo paragrafo, si vogliono riportare i principi generali della procedura di valutazione del rischio al fine di rappresentare le metodologie per la gestione del rischio di caduta dall’alto, sviluppata nei capitoli 3 e 4 dell’elaborato di tesi. La valutazione dei rischi si sviluppa attraverso l’individuazione delle sorgenti di rischio e delle situazioni possibili di interferenza contestualmente alla analisi in merito ai rischi specifici delle singole lavorazioni. L’identificazione del rischio, con la relativa valutazione, si compone di vari fattori comprendenti il tempo di esposizione alla sorgente di rischio, le modalità operative dei lavoratori e l’entità delle misure preventive; tuttavia, il processo di analisi svolta dal coordinatore riscontra molte difficoltà conoscitive poiché, la natura dinamica del singolo cantiere, in fase di progettazione non è possibile identificare con esattezza la totalità delle componenti operative. Il coordinatore effettua, quindi, alcune ipotesi riguardo le tecnologie utilizzate dalle imprese, le modalità operative e i macchinari presenti durante le varie fasi di cantiere. Si evidenzia nuovamente come l’interoperatività dei ruoli del CSP e CSE risulti fondamentale sia in merito all’osservanza delle prescrizioni da parte delle imprese esecutrici sia alle integrazioni di tali misure in fase esecutiva.

Le difficoltà conoscitive riscontrate, tuttavia, non impediscono al coordinatore di eseguire una stima corretta del rischio e di prescrivere idonee misure di tutela; durante la fase di progettazione l’attività del coordinatore si concentra nella oggettiva riduzione di fattori relativi all’innesco di situazioni critiche dal punto di vista organizzativo e interferenziale. La modalità di approccio del progettista della sicurezza deve riscontare un carattere di unicità relativa al singolo cantiere, molto spesso una non corretta valutazione del rischio porta a sottostimare sorgenti di pericolo e le cause di questa sottostima risiedono nel fornire indicazione e prescrizioni di carattere generale, senza un adeguato grado di dettaglio del cantiere e delle opere da realizzare [11]. Al fine di una migliore comprensione riferita alle metodologie di valutazione dei rischi effettuate dal coordinatore, è necessario fornire alcuni principi teorici, tra cui la definizione di rischio.

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Il rischio si definisce come la convoluzione di due fattori: probabilità e magnitudo. La probabilità (P) si associa statisticamente all’accadimento di un evento dannoso in termini di sicurezza degli operatori; mentre la magnitudo (M) misura la potenziale gravità del danno riferita al rischio stesso.

Il rischio viene determinato analiticamente secondo la formula:

𝑅 = 𝑃 ∗ 𝑀

Il progettista, conoscendo il valore dato da questo prodotto, concentra il suo studio nella riduzione di uno dei due fattori o di entrambi al fine di ottenere un valore di rischio adeguato; tuttavia, a livello analitico si comprende che il valore di R non potrà mai raggiungere il valore nullo. Quindi, attraverso le opportune misure valutate dal coordinatore coerenti a quanto previsto dall’art.15 del d.lgs. 81/08 è possibile esclusivamente ridurre l’entità del valore di rischio, ma una progettazione efficace della sicurezza deve essenzialmente prevedere la gestione del rischio residuo.

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La valutazione analitica del rischio viene estesa a una rappresentazione grafica riportata in figura 2.8

Figura 2-8-Spettro del rischio- Fonte: [11]

Lo spettro in figura 2.5 contiene nell’asse delle ascisse il valore di magnitudo M e in asse delle ordinate la probabilità P con cui si possono verificare eventi infortunistici. Si individuano nel grafico due zone di interesse: la zona caratterizzata dal punto “A” si riferisce ad un valore di rischio costituito da un elevata probabilità di accadimento P e da una bassa entità del danno M;

viceversa la zona “B” viene individuata da una elevata magnitudo e da un modesto valore di probabilità. Il limite di accettabilità è rappresentato graficamente da una retta e viene inteso come una sorta di dominio di resistenza dei valori di rischio accettabile. [11]

Si nota come il rischio di caduta dall’alto sia di particolare interesse poiché esso è caratterizzato da una elevata probabilità di accadimento nel cantiere, come descritto nell’incipit del presente capitolo, e al tempo stesso la magnitudo del danno a cui viene esposto il lavoratore in quota è massimizzata: la caduta dall’alto provoca con tutta probabilità una grave invalidità permanente al lavoratore o addirittura la morte dello stesso.

Il presente elaborato di tesi vuole valutare la specificità del rischio di caduta analizzando le metodologie di riduzione del rischio attraverso l’applicazione di un caso studio reale, al fine di ridurre i valori del rischio di esposizione nettamente al di sotto del limite di accettabilità.

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I metodi di riduzione di rischio si fondano su due principi fondamentali: prevenzione e protezione.

La prevenzione consiste nella “riduzione della probabilità che si verifichi l’evento che può produrre danno”14; mentre la protezione si concentra sulla limitazione del danno causato dal verificarsi di un evento. In termini operativi, la prevenzione riduce il valore complessivo del rischio R attraverso una diminuzione effettiva del valore di probabilità P; mentre, la protezione produce un effetto riduttivo equivalente operando una riduzione sul valore della magnitudo M.

Nonostante a livello analitico le misure di prevenzione e protezione portino ad un risultato equivalente, la cultura della sicurezza sul lavoro prevede un maggiore focus da parte del progettista sulle misure di prevenzione rispetto a quelle di protezione; in questo senso, l’obiettivo principale del coordinatore risulta evitare l’accadimento di eventi infortunistici. Soventemente a livello operativo, la sicurezza in cantiere viene ridotta al semplice utilizzo di dispositivi di protezione individuale (DPI) e dispositivi di protezione collettiva (DPC) escludendo lo studio di metodi preventivi che comportino una riduzione della probabilità di accadimento di un infortunio;

è inevitabile comprendere come, anche in questo aspetto, la formazione degli operatori e dei soggetti coinvolti in cantiere sia fondamentale per promuovere un approccio efficace e corretto alla definizione delle misure prescrittive durante l’intero svolgimento delle opere.

14 La progettazione della sicurezza nel cantiere, INAIL 2015

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La riduzione del rischio viene determinata a livello grafico e analitico attraverso uno spostamento di una curva iso-rischio da una curva caratterizzata da un valore inferiore di rischio stesso; il procedimento viene mostrato nel grafico di figura 2.9, in cui la riduzione dell’entità del valore R viene rappresentata da una “somma vettoriale” delle misure di protezione e prevenzione.

Figura 2-9-Curve Isorischio-Fonte: [11]

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3 ANALISI TECNICA E TEORICA DEL RISCHIO DI