I fisici, per istabilil'e quale sia la costituzione sostan-ziale di un astro, usano un mirabile procedimento. Fanno passare attraverso un prisma la luce che irraggia dal-l'astro; il fascia dei raggi luminosi, attraversando il pri-sma, si scompone, producendo una traccia allungata e variamente colorata, che va a cadere su d'uno schermo bianco e si chiama spettro. L'analisi delle tinte compo-nenti 10 spettro permette allo scienziato di cogliere nel segno; a tanta immensita di lontananza non c'e fino ad oggi altro mezzo per venil'ne a capo. In Don Bosco, anima piena di Dio, 10 spirito di preghiera non aveva manifestazioni tali, che dessero la percezione immediata della sua natura e intensita; per conoscerne il carattere e misurarne il grado e dunque necessario sottoporre a diligente esame gli atti della sua vita ordinaria. Pochi uomini furono eosi straordinari sotto cosi ol'dinarie ap-parenze. N elle C08~ grandi come nelle piccole, sempre la medesima naturalezza, che di primo acchito non °rive_
lava in lui nulla
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d'un. buon prete. Nei primordi, solo chi per consuetudine di vita poteva aver agiod'osser-varne l'abituale presenza a se stesso in qualsiasi momento o incontro 0 accidente 0 intrapresa, e aveva insieme occhio acuto per discernere l'efficacia del suo operare ovvero chi possedeva il difficile intuito che distingue prontamente uomo da uomo, come fu del nostro Santo _ Padre Pio XI, concepiva di Don Bosco tutta quanta l'ammirazione ch'ei si meritava. Qual meravigIia percio, se alcuni non 10 compresero tosto e se altri perfino 10 fraintesero 0 10 intesero a rovescio~ Pochi invero questi ultimi, e sempre pill rari con l'andar del tempo, e ulte-riormente pill nessuno; rna vi furono in realta dei cotaIi.
E per restringerci al nostro assunto, diremo che negIi anni della sua massima attivita non tutti s'avvidero che uumo d'orazione fosse Don Bosco; anzi, oseremmo ag-giungere che non sempre neppur colora che scrissero delle cose sue, penetrarono a fondo il suo intimo spirito di preghiera, solleciti di narrarne i fatti grandiosi. Per altro, il materiale biografico a noi trasmesso si presta egregia-mente aIle indagini di chi si accinga a scrutarne la vita interiore. E il tentativo, nel quale modestamente insiste-remo con queste pagine.
Spontanea espansione soprannaturale dell'anima di Don Bosco appena fatto sacerdote fu l'oratorio festivo.
Non creo di sana pianta la cosa, non conio di primo getto il vocabolo. C'erano i catechismi domenicaIi ai giovani delle singole parrocchie; esistevano oratori di san Filippo N eri e di san Carlo Borromeo. Don Bosco, quando per Ie condizioni dei tempi tanti giovani non conoscevano pill parrocchie, organizzo oratori interparrocchiaIi, dove raccogIiere Ie pecore randagie; Don Bosco ai catechismi coordino tutta una serie di pratiche, Ie quaIi riempissero l'intero giorilO del Signore. Dal suo grande amo! di Dio
veniva a Don Boseo un sentimento vivissimo delI'eva,n -gelieo sinite parvulos \ tanto pili ehe allora vedeva pre-pararsi alia gioventli insidie da molte parti e in molti modi; « la mia delizia, die'egli deserivendo i primordi del suo saeerdozio, era fare il catechismo ai fanciulli, trattenermi con 101'0, parlare con 101'0 ». Sembrerebbe pernno che i fanciulli medesimi sentissero istintivamente il fascino di quell a dilezione salvatrice; poiche, stabilito che si fu a Torino, « subito, serive, mi trovai una schiera di giovanetti ehe mi seguivano per i viali e per Ie piazze ».
Sicehe l'adunarne in gran numero gli costo fatica assai minore che non l'avere dove raccoglierli.
II suo zelo mirava a un fine solo: unirli tutti a Dio mediante l'obbedienza ai divini comandamenti e aIle leggi della Ohiesa. Onde procurava anzitutto di ottenere che osservassero il precetto di ascoltare la messa nei giorni festivi; che imparassero poi e dicessero Ie orazioni del mattino e delia sera; che per ultimo fossero preparati a confessarsi e comunicarsi bene. Frattanto avviava bel bello l'istruzione religiosa per mezzo di catechismi e predicazioni che si confacessero alIa capacita 101'0. Oon-temporaneamente inventava tutta una varieta di tra-stulli, che agissero da calamite per aumentare il numero e assicurare la frequenza; sebbene la calamita pili attra-ente fosse egli stesso con la sua inesauribile bonta. Oosi il giorno festivo poteva dirsi in tutto il senso delia parola dies sanctifi,catus 2. E ottimamente si attagliava a questi convegni festivi il nome di oratori, prescelto fra diversi altri da Don Bosco, perche appieno rispondente al suo
1) lIUTT., XIX, 14.
2) II ESD., VIII, 9.
ideale. II tennille, divenuto popolarissimo in Italia, asp etta ancora dai dizionari della lingua l'accezione nuova 'accanto alla vecchia di piccolo edifizio destinato alla preghiera . .Altro che piccolo edifizio! L'oratorio di Don Bosco
e
domus spiritualis 1, tirata su de viventibus saxis 2, che sono centinaia di fanciulli, di giovinetti, di adolescenti, affollantisi dovunque vi sia chi se li chia,mi attorno nei giorni del Signore ad adorar Dio e ad impa-rare come adorarlo per tutta la vita.E come la pieta di Don Bosco si effondeva nel fare il suo oratorio! Comincio 1'8 dicembre del 1841 con un giovane solo. Ebbene, avanti d'impartirgli la prima le-zioncina di catechismo, si pose in ginocchio e disse un'Ave Maria alla Madonna, perche 10 aiutasse a salvare quel-l'anima. Commovente e feconda preghiera! L'8 dicem-bre dell'85, tenendo conferenza ai Cooperatori e
para-• gonando il gia fatto con 10 stato delle cose di quaranta-quattro anni addietro, dichiarera essere tutto opera eli Maria Ausiliatrice in grazia proprio di quest'Ave Maria ({ detta con fervore e con retta intenzione ». E realmente i primi effetti non si ebbero da aspettare a lungo. La domenica dopo quell'uno torno, e non pin solo, rna con un gruppetto di compagni, poveri ragazzi di strada come lui, da Don Bosco accolti e intrattenuti con la sua ama-bilita piena d'incanto. Da una settimqua all'altra il nu-mero dei catechizzandi cresceva, e col nunu-mero la doci-lita e l'allegria non venivano meno. Nella solennita del Natale pareccbi gia fecero la santa comunionejpoi,in due feste di Maria Santissima, la Purificazione e
l'Annun-1) I PETR., II, 5.
2) In Oomm. dedic. eccl.,· a vespro.
ziata, bei cori di voci giovanili, da lui abilmente adde-strate, eseguirono canti in lode dell'augusta Madre di Dio, e bei drappelli dei pili istruiti si accostarono ai santi sacramenti. Don Bosco toccava proprio il cielo col dito.
Queste prime rumorose adunanze si tenevano in luogo di silenzio, se non claustrale, almeno solo rotto a tempo debito e con moderazione: nel Convitto Ecclesiastico di Torino, ove si dava l'ultima mana alIa formazione eccle-siastica di novelli'sacerdoti piemontesi, mediante 10 stu-dio approfondito della teologia morale e pastorale e l'esercizio del sacra ministero, sotto la scorta di esper-tissime guide, fra cui primeggio il beato Giuseppe Cafasso.
-Ii zelante apostolo della gioventli non poteva trovar di meglio per allenarsi alIa sua missione. I tre anni ivi tra-scorsi contribuirono potentemente a foggiarne 10 spirito in maniera definitiva. La grazia, che la Provvidenza gli fece mettendolo vicino a quel santo plasmatore di anime sacerdotali, non resto infruttifera. Alla scuola del Beato egli succhio avidamente quella pieta, ,che per sopranna-turale intuito egli aveva gia pregustata a dispetto del-l'a,ndazzo dei tempi, pieta fatta di « confidenza illimitata nella bonta e amorevolezza di Dio verso noi I); dalle sue conferenze teologiche e dalla sua direzione spirituale ap-prese la maniera di ascoltare Ie confessioni « con pieta, scienza e prudenza I); nelle sue lezioni di eloquenza sacra si senti ribadire, che in pulpito non si va a dar prova di bra,vura, rna che « paradiso vuol essere, osservanza dei divini comandamenti, preghiera, divozione ana Madonna, frequenza dei santi sacramenti, fuga dell'ozio, dei cat-tivi compagni, deUe occasioni pericolose, carita col pro s-simo, pazienza neUe affiizioni, e non terminare alcuna
predica senza un cenno sulle massime eterne» 1. Oon-divise al SUO fianco l'assistenza religiosa dei carcerati e partecipo con lui a corsi d'esercizi spirituali, infervoran-dosi alIa vista della sua pieta ardente fra Ie opere di zelo. Anche nelle quotidiane conversazioni ne beveva i saggi ammaestramenti sulla « maniera di vivere in so-cieta, di trattare col mondo senza farsi schiavo del mondo, e diventar veri sacerdoti forniti delle necessarie virtu, ministri capaci di dare a Oesare quello che
e
di Oesare,a Dio quello che
e
di Dio ».Ma a Dio non si sottrae solo per dare indebitamente a Oesare. L'essere sempre in mota per far del bene pub a lungo andare purtroppo illudere, lasciando supporre che il prodigarsi a vantaggio del prossimo dispensi dal-l'obbligo di trattare assiduamente e interiormente con Dio. E di questa tempo un co dicillo , chiamiamolo cosi, aggiunto da Don Bosco al suo no to programma di vita sacerdotale e dettatogli molto probabilmente da quell a maestra di assennatezza che
e,
per chi la sa intendere, l'esperienza. Lo riferiamo tale quale si legge in un suo libretto; eccolo: « B1'eviario e confessione. Procurero di recitare divotamente il Breviario e recitarlo preferibil-mente in chiesa, affincM serva come di visita al Santis-simo Sacramento. Mi accostera al sacramento della pe-nitenza ogni otto giorni e procurerb di praticare i propo-nimenti che ciascuna volta faro in confessione. Quando sara richiesto, di ascoltare Ie confessioni dei fedeli, se vie
premur<1, interrompera il santo ufficio e faro ancbe piu breve la preparazione ed il ringraziamento della1) Can. GIAOOMO COLOMBERO. Don Gi~tseppe Ga/asso. Fr. Canonic a, Torino, 1895.
messa, a fine di prestarmi ad esercitare questa sacro ministero ).
Lo spirito di orazione, quando sia passato in consue-tudine, da alIa persona un'impronta di serena compo-stezza e un vigile senso della giusta misUl'a, che saltano facilmente agli occhi di osservatori non troppo super-ficiali. Era il caso di Don Bosco . .AI Convitto si recavano periodicamente dal beato Cafasso per la lora direzione spirituale uomini degli affari, della politica, della nobilta tOl'inese, uomini del gran mondo insomma. Orbene da parte di quell a gente navigata Don Bosco richiamo so-pra di se l'attenzione a tal segno, che 10 riguardavano fin d'allora come « un uomo tutto del Signore) e l'avevano
« in grande venerazione ), secondoche 10 storico di lui pote raccogliere direttamente dalle labbra d'alcuni di quei signori 1.
1) G. B. LEMOYNE. lYlemorie biogrnfiche di D. Giov. Bosco. Vol. II,
p. 191.