4.2 Comunicazione Scientifica e accademica
4.2.2 Problematiche del linguaggio scientifico nella comunicazione tramite i Media
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4.2.2 Problematiche del linguaggio scientifico nella comunicazione tramite i Media
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Figura 43 Struttura opposta dei paper scientifici rispetto alla comunicazione di una notizia tramite i metodi di comunicazione tradizionali e digitali. Tratto da “Communicating Science through the Media.” Op. cit.
Questo ci fa capire come ci sia fin dallo scheletro del modo di comunicare una divergenza sostanziale. Che però non è sicuramente irrisolvibile: come vedremo lo stesso argomento può e deve essere declinato in funzione del mezzo tramite il quale viene diffuso.
C’è inoltre un problema di linguaggio non completamente condiviso. È interessante vedere nello studio di Somerville e Hassol164 (2011) come vengano definiti alcuni termini che hanno un significato diverso per la comunità scientifica e per il pubblico.
164 Somerville, Richard C. J., e Susan Joy Hassol. “Communicating the Science of Climate Change.” Physics Today, vol. 64, no. 10, 2011, pp. 48–53., doi: 10.1063/pt.3.1296.
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Figura 44 Somerville, Hassol. Physics Today, 2011165
Da queste evidenze abbiamo la chiara percezione che al fine di comunicare efficacemente i media o gli scienziati che si relazionano direttamente con il pubblico debbano svolgere una vera e propria opera di traduzione per adattare il messaggio scientifico oltre che per le nozioni tecniche, anche per parole di significato comune che sono intese e percepite in modo diverso dal linguaggio scientifico e del linguaggio popolare.
Inoltre, come si è già visto nel capitolo 1, il principio di notiziabilità gioca un ruolo importante e non sempre è congeniale alla comunicazione di risultati scientifici, che possono essere sì rilevanti ma non fedeli a tali principi. Il Dr. John Graham, ex direttore dell’Harvard Center for Risk Analysis, ha lamentato, per esempio, che “ciò che costituisce notizie non è necessariamente ciò che costituisce un problema […] significativo è che i giornalisti spesso
165 Immagine non tradotta dato che quello fatto dai ricercatori è un esercizio linguistico, e la traduzione ne cambierebbe l’entità. Si può però vedere come per tutte le parole ci sia una chiara corrispondenza anche con il corrispettivo significato italiano.
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sottolineano il bizzarro, il misterioso, piuttosto che rischi più realistici” (citati in Murray, Schwartz, & Lichter, 2001, pag. 116)166
E che come sottolineano Allan, Adam e Carter (2000) i media mainstream abbiano la tendenza a coprire maggiormente i rischi derivanti da crisi straordinarie (es. tornado, fuoriuscite di petrolio,) e riportano in maniera minore minacce più lente nel tempo e meno visibili (come la perdita di biodiversità, cambiamento climatico, ...). In linea con quanto affermato riguardo ai principi di notiziabilità.
Dal momento che i media hanno un ruolo preminente nel raggiungere il pubblico, e che sia il pubblico che i decision maker apprendono le novità scientifiche e tecnologiche attraverso i media e non attraverso le pubblicazioni scientifiche, è essenziale per gli scienziati avere una conoscenza completa di come funzionino i vari mezzi di comunicazione (la grammatica del mezzo, l’audience a cui si rivolgono, …) affinché la scienza venga comunicata, e venga comunicata in modo corretto. 167
4.2.3 Il ruolo dei mezzi digitali e dei Social network
In questo panorama in cui le condizioni attuali per comunicare la scienza sono particolarmente favorevoli rispetto al passato, ci concentriamo ora sul ruolo dei social network nella divulgazione scientifica.
Con la crescente importanza dei social media e della digitalizzazione, l'opinione pubblica diventa sempre più frammentata: il giornalismo tradizionale e i giornalisti hanno perso il loro ruolo di unici intermediari tra scienza e pubblico168. Con i social media, gli scienziati possono bypassare i media tradizionali e i singoli utenti possono partecipare al dibattito pubblico169.
166 Murray, David, et al. It Ain't Necessarily so: How Media Make and Unmake the Scientific Picture of Reality. Rowman & Littlefield Publishers, 2001.
167 Pfisterer, Andrea; Paschke, Melanie; Pasotti, Jacopo “Communicating Science through the Media.”
Engaging in the Science-Policy Dialogue, 19 giugno 2019, doi: https://doi.org/10.3929/ethz-b-000314920.
168 Secko, David M. “The Unfinished Science Story: Reflections on Journalist-Audience Interactions in the Online Environment.” Journal of Media Practice, vol. 10, no. 2&3, 2009, pp. 259–266., doi:10.1386/jmpr.10.2-3.259_3.
169 Brossard, D. (2012). A (brave) new world? Challenges and opportunities for communication about biotechnology in new information environments. In: Weitze M. D., Pühler A., Heckl W. M., Müller-Röber B., Renn O., Weingart P., Wess G. (eds.) (2012). BiotechnologieKommunikation: Kontroversen, Analysen, Aktivitäten. Heidelberg: Springer Verlag: 427–446. Citato da Pfisterer et al. 2019 Op. cit.
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Figura 45 Percorso delle informazioni scientifiche. Adattato da Kuehne e Olden (2015) da Pfisterer et al. 2019 Op.
cit.
Pfisterer, Pasotti e Pashke sostengono (2019) 170 che i social media presentino vari vantaggi:
“la comunicazione attraverso i social media rende la scienza più accessibile e trasparente e aiuta a raggiungere varie tipologie di pubblico, consente di migliorare il networking tra i pari e con i vari stakeholders”. In Figura 45 vengono descritti schematicamente quelli che sono i collegamenti tra i vari stakeholders, e si può notare come i social media rendano possibili relazioni che prima del loro avvento non erano possibili.
Inoltre, sono riscontrabili numerosi lati positivi anche per gli scienziati stessi che utilizzano i social media. Pfister171 sostiene che la scrittura regolare su Twitter favorisce gli scienziati che ne fanno utilizzo:
• Amplificando altri sforzi di sensibilizzazione pubblica.
• Permettendo di accedere rapidamente a nuove scoperte e permettendo di avere numerosi stimoli per nuove idee.
• Attraendo finanziamenti.
• Permettendo di avere un archivio delle proprie idee.
170 Pfisterer, Andrea; Paschke, Melanie; Pasotti, Jacopo “Communicating Science through the Media.”
Engaging in the Science-Policy Dialogue, 19 giugno 2019, doi: https://doi.org/10.3929/ethz-b-000314920.
171ibidem
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• Consentendo di ottenere un rapido feedback sulle idee attraverso i coetanei e il pubblico.
I social network inoltre permettono di proporre punti di vista e utilizzare linguaggi che non sarebbero contemplabili nei media tradizionali. Ad esempio, in ambito di cambiamento climatico attraverso i social network è possibile fornire varie letture diverse ad esempio da quella catastrofica che ha dominato i media tradizionali. Painter et Al. (2016) 172 sostengono che in questo modo si possono veicolare i messaggi in modo più appetibile e accessibile per il pubblico, eventualmente anche in modo più informale e talvolta colloquiale, aumentando potenzialmente l’empatia con il pubblico. Questo sarebbe difficilmente perseguibile attraverso i media tradizionali e ancora meno tramite la letteratura scientifica classica.
Se i social network danno maggiori possibilità nella modalità di presentare il messaggio e come visto consentono agli scienziati di avere un contatto diretto con il pubblico, è essenziale che il messaggio sia – seppur semplificato – corretto e verificato. Il pericolo infatti è che un linguaggio più diretto e meno argomentato173 (per questioni di tempi e spazi) veicoli informazioni eccessivamente approssimative o errate e che induca quindi un’interpretazione erronea da parte del pubblico.
Infatti, come descrive Roberto Coloma (2010)174:
Il rischio principale di utilizzare i social media per la diffusione di notizie è l'accuratezza. Per quanto riguarda la distribuzione di notizie, si perde il controllo sulla diffusione delle proprie informazioni in ogni livello di trasmissione, dato che le persone condensano il messaggio, lo distorcono, lo interpretano e commentano non la fonte originale, ma dati che hanno subito variazioni.
Per evitare quindi la interpretazione errata e la misinformazione Jackson et Al. (2016)175 Suggeriscono che sia necessario:
- Mettere a disposizione le fonti originali scientifiche, ad esempio attraverso link e riviste open source.
172 Painter, J., Erviti, M. C., Fletcher, R., Howarth, C., Kristiansen, S., León, B., Ouakrat, A., Russell, A., Schäfer, M. S. Something old, something new: digital media and the coverage of climate change. Reuters Institute for the Study of Journalism, Oxford: Oxford University, 2016 pp. 73–83.
173 Rispetto alla letteratura scientifica
174 Roberto Coloma, Bureau Chief, Agence France Presse (AFP) Singapore in: Alejandro, 2010: 25.
175 Citato in Pfisterer, et al. 2019 Op. cit.
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- Che gli scienziati correggano pubblicamente in modo responsabile qualora si verifichino interpretazioni erronee del proprio messaggio.
- Utilizzare il supporto dei pari, oltre che nella verifica dei dati (pratica usuale consolidata in ambito scientifico) anche nella redazione editoriale dei contenuti.
Inoltre, il ruolo degli scienziati, ricercatori e accademici che comunicano direttamente con il pubblico sarà quindi quello di tradurre i risultati e le evidenze scientifiche per il pubblico – ruolo che una volta era esclusivamente dei media.
Nello stesso studio “Communicating Science through the Media” (2019) 176già citato, vengono riportati i criteri essenziali da seguire per la traduzione dei risultati scientifici al pubblico: (1) le informazioni devono essere accurate: si deve seguire in modo rigoroso il metodo scientifico, con consistenza nei dati, nell’analisi e nell’interpretazione; (2) affidabilità dell’autore: gli scienziati devono autenticarsi come esperti e seguire gli standard di responsabilità sia per la pubblicazione che per la ripubblicazione nei nuovi media; e (3) rilevanza: gli autori dovrebbero spiegare per quali problemi ed esigenze dei lettori i risultati sono utili.
176 Pfisterer, Andrea; Paschke, Melanie; Pasotti, Jacopo “Communicating Science through the Media.”
Engaging in the Science-Policy Dialogue, 19 giugno 2019, doi: https://doi.org/10.3929/ethz-b-000314920.
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