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I procedimenti di risoluzione delle controversie in materia di nomi a dominio

Nel documento UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI VERONA (pagine 98-101)

3.5. Profili amministrativistici

3.5.1. I procedimenti di risoluzione delle controversie in materia di nomi a dominio

Le controversie tra nomi a dominio ed altri diritti possono essere risolte non soltanto dall’Autorità giudiziaria competente, ma anche per mezzo dei sistemi extragiudiziali di risoluzione delle controversie193. Tra questi ha speciale rilievo il procedimento amministrativo dell’ICANN194 per la risoluzione di controversie tra marchi e nomi a dominio, disciplinato in un regolamento intitolato Uniform Domain Name Dispute

Resolution Policy, più brevemente noto come Uniform Dispute Resolution Policy

(UDRP), approvato nell’agosto 1999195. Per avviare questo procedimento devono essere soddisfatte tre condizioni: il soggetto ricorrente deve infatti sostenere che:

- il nome a dominio contestato è identico o confondibile con un marchio sul quale

vanta un diritto;

- il titolare del nome a dominio non ha su questo diritti né interessi legittimi; - il nome a dominio è stato registrato ed è usato in mala fede.

Il procedimento si inserisce in tutti i contratti di registrazione di nomi a dominio con TLD generico e con ccTLD di quelle autorità nazionali che hanno deciso di assumere l’UDRP. Non si ha uniformità di vedute in ordine alla natura giuridica di tale procedimento: secondo alcuni è modellato sui procedimenti dinanzi alle agenzie statali, secondo altri è una struttura ibrida con elementi giudiziari, amministrativi e arbitrali. Un elemento di

193 Vedi l’esauriente esame di A. GARCIA VIDAL, Registrazione e gestione dei nomi di dominio, in AIDA, 2007, p. 385.

194 L’ICANN è la società che si occupa dell’assegnazione dei nomi a dominio a livello internazionale.

195 Il regolamento è accompagnato dalle regole di procedura per la risoluzione delle controversie, contenute nel documento intitolato Rules for Uniform Domain Name Dispute Resolution Policy.

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particolarità è dato dal fatto che il registrante, nel momento in cui registra un nome a dominio, autorizza anche la sua soggezione all’UDRP laddove in futuro un terzo dovesse contestare la registrazione stessa; la clausola con cui si accetta di sottoporsi al procedimento si inserisce direttamente nel contratto stipulato con l’entità registrante196. In ogni caso, è sempre aperto il ricorso ai tribunali: in base al punto 4 lettera k) della

UDRP, ciascuna delle parti può agire dinanzi all’Autorità giudiziaria ordinaria anche

dopo la decisione UDRP. Inoltre entro il termine di dieci giorni lavorativi dalla comunicazione del provvedimento il convenuto può far pervenire al Registrar197 la documentazione ufficiale dalla quale risulti l’inizio di una ordinaria procedura giudiziaria, ed in questo caso non verrà data esecuzione alla decisione UDRP né si provvederà diversamente fino a quando non perverrà la prova che le parti hanno risolto la controversia, che il giudizio è stato cancellato o che il giudice ha rigettato la domanda.

Attraverso il procedimento si giunge ad una decisione non concordata dalle parti, ma che viene loro imposta; gli esperti non possono condannare a rimborsi di spese o a risarcimento del danno, facoltà proprie dei tribunali, ma possono ordinare la revoca o la riassegnazione del nome a dominio. Esso costituisce quindi una alternativa rapida ed economica ai procedimenti giudiziari nelle ipotesi di conflitto fra marchi e nomi a dominio, ragione questa che spiega il successo del procedimento stesso198.

Per quanto riguarda i nomi a dominio con ccTDL .it, la RA italiana mette a disposizione degli utenti, che vogliono contestare l’assegnazione di un dominio, uno strumento specifico, ossia la procedura di opposizione199. L’apertura di una opposizione “congela”

196 Vedi A. GARCIA VIDAL, Registrazione e gestione dei nomi di dominio, cit., p. 398.

197 I conflitti vengono concretamente risolti dai prestatori di servizi di risoluzione delle controversie accreditati presso l’ICANN, non dall’ICANN stesso. L’elenco dei provider accreditati è disponibile sul sito

www.icann.org.

198 Ancora A. GARCIA VIDAL, Registrazione e gestione dei nomi di dominio, cit., p. 393.

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l’assegnazione del dominio fino alla soluzione della controversia e consente a chi l’ha promossa di esercitare un diritto di prelazione sull’eventuale nuova assegnazione. Essa inoltre non permette di ottenere automaticamente il dominio già registrato da un altro soggetto, ma consente l’accesso a due procedure per la risoluzione della controversia: l’arbitrato irrituale e la procedura di riassegnazione. L’arbitrato consiste nell’affidare ad un collegio di arbitri la risoluzione dell’opposizione, previa sottoscrizione della clausola arbitrale, mentre la procedura di riassegnazione è molto simile al procedimento previsto dall’URPD, anche se non del tutto coincidente200. Oggi questa procedura è regolata dal Regolamento per la risoluzione delle dispute nel ccTLD “it”201; l’art. 3.6 prevede che possa chiedere la riassegnazione il terzo che affermi che:

a) il nome a dominio sottoposto a opposizione sia identico o tale da indurre confusione rispetto ad un marchio, o altro segno distintivo aziendale, su cui egli vanta diritti, o al proprio nome e cognome;

b) l’attuale assegnatario non abbia alcun diritto o titolo in relazione al nome a dominio oggetto di opposizione;

c) il nome a dominio sia stato registrato e venga usato in mala fede.

Anche in questo caso, così come per la procedura UDRP, la risoluzione concreta è demandata ad organi autonomi ed esterni all’autorità di registro, da essa accreditati, chiamati Prestatori del Servizio di Risoluzione extragiudiziale delle Dispute (PSRD). Per dare avvio al procedimento, il soggetto ricorrente è tenuto ad inoltrare un reclamo al PSRD prescelto; si prevede poi la possibilità di replica del resistente e la nomina da parte

200 In Italia infatti la contestazione del dominio può essere fondata, oltre che sul marchio, anche su qualsiasi altro segno distintivo aziendale o sul nome o cognome del ricorrente. Cfr. A. GARCIA VIDAL,

Registrazione e gestione dei nomi di dominio, cit., p. 406.

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del PSRD del Collegio che deciderà la vertenza. Quest’ultimo può chiedere ulteriori delucidazioni alle parti prima di emanare la propria decisione, che deve comunicare entro pochi giorni al ricorrente, al resistente ed al Registro.

Nel caso quindi un imprenditore lamenti l’uso illecito del proprio marchio per mezzo della registrazione di un nome a dominio, egli può ricorrere a tali strumenti, sicuramente più rapidi e meno costosi di un processo ordinario dinanzi al giudice, per giungere alla riassegnazione del nome a dominio in questione. Essi non hanno effetto preclusivo per il richiedente: l’art. 3.2 del Regolamento suddetto dichiara infatti che “la procedura non ha natura giurisdizionale, e come tale non preclude alle parti il riscorso, anche successivo, alla magistratura o all’arbitrato”.

3.5.2. La pubblicità ingannevole e la pratica commerciale scorretta: la tutela fornita

Nel documento UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI VERONA (pagine 98-101)