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Le procedure di assunzione

Il quadro statistico che ci offre il sistema delle comu-nicazioni obbligatorie, che registra in tempo quasi reale i movimenti occupazionali occorsi sul territorio, ribadisce l’innescarsi di dinamiche positive: le proce-dure di assunzione attivate dai datori di lavoro pie-montesi segnano un signifi cativo aumento, passan-do dalle 520.700 unità del 2014 a 585.270 (+12,4%), al netto degli avviamenti giornalieri.

Si va consolidando così la tendenza alla crescita, più contenuta (+5,6%), registrata l’anno precedente: la domanda di lavoro ha iniziato a risalire nel 2014, dopo una fl essione accentuata nel biennio 2012-2013, che ha portato il livello degli avviamenti al la-voro al di sotto delle 500.000 unità, ancora peggio del picco negativo registrato nella prima fase di crisi. La nota più caratterizzante nel 2015 sono le rilevan-ti modifi che nella composizione delle assunzioni per tipologia contrattuale: aumentano sia i contratti a

Fig. 3 Piemonte – Monte ore CIG, 2008-2015 (x 1.000)

200.000 180.000 160.000 140.000 120.000 100.000 80.000 60.000 40.000 20.000 0

tempo indeterminato (+60.000 unità circa), sospin-ti dagli incensospin-tivi introdotsospin-ti con la Legge di Stabilità 2015, sia, per contro, le missioni di somministrazio-ne di lavoro (+19.000 movimenti), una delle forme di impiego più fl essibili. L’espansione dei contratti più stabili spiazza però l’apprendistato (-21,4%), di-ventato evidentemente ancor meno attrattivo per le imprese, mentre la revisione delle norme relative apportata dal Jobs Act produce una progressiva diminuzione dei rapporti di tipo parasubordinato, in specie dei contratti a progetto. Le altre tipologie contrattuali (tempi determinati standard, lavoro in-termittente e domestico) mantengono invece una relativa stabilità.

Sullo sfondo di questo processo di tendenziale ricom-posizione delle forme contrattuali, si staglia però una crescita eccezionale del lavoro accessorio, quello pagato con i voucher: è la modalità d’assunzione

più fl essibile in assoluto e non viene neppure registra-ta tra le Comunicazioni Obbligatorie. La sua dinami-ca si può seguire con i dati diffusi dall’INPS nel report annuale dell’Osservatorio sul Precariato. Tale fonte ci dice che nel 2015 in Piemonte si sono venduti qua-si 9,5 milioni di voucher, contro i 5,8 milioni del 2014 e i 3,7 milioni del 2013: un aumento costante che riguar-da soprattutto i servizi e che non si può non conside-rare in un’analisi sulle esperienze di lavoro in corso. Nel 2015 si assiste, quindi, a due processi per certi versi contrapposti: da un lato un esteso fenomeno di stabilizzazione di forza lavoro, sia attraverso nuo-ve assunzioni a tempo indeterminato, sia attranuo-verso molte trasformazioni di rapporti a termine, anch’esse in forte crescita; dall’altro lato si registra un’espansio-ne di forme contrattuali altamente fl essibili, per non dire apertamente precarie. È una confi gurazione che richiama un’altra possibile modalità di mercato

Fig. 4 Piemonte – Dinamica assunzioni 2008-2015

Fonte: elaborazione ORML Regione Piemonte su dati SILP 660.000 640.000 620.000 600.000 580.000 560.000 540.000 520.000 500.000 480.000 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015

del lavoro duale, che riguarda probabilmente im-prese e settori diversi, ma che potrebbe anche in-teressare i medesimi datori di lavoro, con riferimento a fi gure professionali e ad ambiti operativi a diversa rilevanza strategica. Quel che pare una valutazio-ne condivisa (anche dall’INPS valutazio-nelle sue analisi sui dati del Piemonte) è che un istituto come il lavoro accessorio, pensato e introdotto per portare in luce segmenti di lavoro in ombra, anche perché molto frammentati, o attività effettivamente aggiuntive ri-spetto a quelle ordinarie, rischi ora di diventare uno strumento con cui si destrutturano attività lavorative del tutto ordinarie in aree di mercato del lavoro in precedenza rette da relazioni di lavoro alle dipen-denze. Non è un caso che il settore agricolo, per il quale il voucher era stato inizialmente introdotto e riservato, rappresenti ormai una quota marginale dei voucher utilizzati, mentre una parte ampia e

cre-scente dei medesimi venga utilizzata dai settori dei servizi (in particolare commercio, turismo, ristorazio-ne, lavoro domestico e attività sportive e culturali), in alternativa o complemento a relazioni d’impiego più strutturate, se non addirittura a parziale masche-ratura di prestazioni irregolari.

Un cenno, infi ne, merita la dinamica degli avviamen-ti disavviamen-tinta per part avviamen-time e full avviamen-time. Una delle conno-tazioni dei cambiamenti che caratterizzano il perio-do della crisi è infatti anche la crescita del ricorso al lavoro a tempo parziale, con un aumento del peso di tali rapporti di lavoro fra le assunzioni attivate che riguarda entrambi i generi: maschi e femmine. Nel complesso, fra 2011 e 2015 la quota complessiva de-gli avviamenti part time sul totale passa da circa uno su 4 a quasi uno su 3, con un trend di crescita che si è accentuato negli ultimi anni. Per le donne, ormai, le assunzioni a tempo parziale superano il 42%, ma

Fig. 5 Piemonte – Andamento procedure di assunzione per tipo di contratto (2008-2015, x 1.000)

Fonte: elaborazione ORML Regione Piemonte su dati SILP (al netto degli avviamenti giornalieri)

2011 2012 2013 2014 2015 250 200 150 100 50 0

Apprendistato Somministrazione Lavoro Contratti Tempi Tempi intermittente a progetto determinati ST indeterminati ST

anche fra gli uomini sono salite al di sopra del 20%, riducendo nettamente il differenziale di genere. È una tendenza che merita considerazione e chiede migliori interpretazioni, che potrebbero essere favo-rite da un’analisi articolata per settori, territori ed età degli interessati, oltre che per aree e profi li professio-nali. In particolare, merita segnalazione che anche all’aumento delle assunzioni a tempo indeterminato registrato nel 2015 quelle a part time hanno contri-buito per quasi il 40%, con una crescita percentuale del tutto allineata a quella delle assunzioni a tempo pieno. In ogni caso, pare evidente che da una mo-dalità di organizzazione di rapporti di lavoro margi-nali, per entità e collocazione, il part time sia diven-tato anche in Piemonte una forma molto più diffusa

e applicata a posizioni lavorative e fi gure professio-nali molto più variegate di un tempo.

Dai dati Istat sulle forze di lavoro possiamo ricava-re alcune informazioni aggiuntive sulla distribuzione settoriale del part time e sulle sue evoluzioni più re-centi. Ne risulta che, se il peso del PT è pari al 18% nella media dell’occupazione, nel terziario pesa per il 23,5%, a fronte del 7,3% dell’industria. In termini di-namici, mentre gli occupati a part time si riducono ancora di 4.000 unità nell’industria, aumentano di ben 7.000 nel comparto alberghi e ristoranti e di al-tre 9.000 unità nel complesso dei comparti Istruzione, sanità, servizi sociali e altri servizi collettivi e personali (a fronte di perdite consistenti di posizioni a tempo pieno).

Fonte: elaborazione IRES Piemonte su dati SILP

Fig. 6 Incidenza del lavoro part time sul totale avviamenti al lavoro

45,0 40,0 35,0 30,0 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0 2011 2012 2013 2014 2015 36,6 37,5 37,9 41,3 42,3 26,1 27,5 28,2 31,2 31,7 15.5 17,1 18,3 20,2 20,7 Maschi Femmine Totale