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Processi di Itô e formula di Itô generale

Capitolo 6. Calcolo stocastico e applicazioni

6.2 Processi di Itô e formula di Itô generale

6.2.1. Processi di Itô. Sappiamo che per definire l’integrale stocastico R0tXsdBs per ognit ≥ 0 è necessario che il processo X = {Xs}s≥0sia in M2loc. Per definire l’integrale ordinarioR0tXsds per ogni t ≥ 0 è sufficiente richiedere che X sia nello spazio M1

loc, lo spazio dei processi progressivamente misurabili con traiettorie localmente integrabili.

Definizione 6.3. Indichiamo con Mloc1 [0, T ] lo spazio dei processi X = {Xt}t∈[a,b] progressivamente misurabili tali cheR0T |Xt| dt < ∞ q.c..

Indichiamo con M1loclo spazio dei processi progressivamente misurabiliX = {Xt}t∈[0,∞) tali che per ogniT > 0 si ha X = {Xt}t∈[0,T ] ∈ M1

loc[0, T ].

La formula di Itô mostra che, per ogniΦ : R → R di classe C2, il processo {Φ(Bt)}t≥0 si scrive come somma di due processi: l’integrale stocastico Rt

0Φ0(Bs) dBs e l’integrale ordinario 12Rt

0Φ00(Bs) ds. Questo motiva la prossima importante definizione.

Definizione 6.4. Un processo stocastico reale continuo X = {Xt}t≥0 è detto processo di Itô se esistono ϕ = {ϕt}t≥0 ∈ M2

loc eψ = {ψt}t≥0∈ M1

loc tali che

Xt − X0 = Z t 0 ϕsdBs + Z t 0 ψsds . (6.7)

Indicheremo questo fatto con la notazione differenziale dXt= ϕtdBt+ ψtdt.

Un’ampia classe di processi di Itô è dunque data dai processi della forma {Φ(Bt)}t≥0, qualunque siaΦ : R → R di classe C2.

Si noti che nella Definizione 6.4 richiediamo cheX sia un processo continuo. Questa non è una restrizione: infatti seX deve soddisfare la relazione (6.7), esso ammette una versione continua, per le proprietà dell’integrale stocastico e dell’integrale ordinario.

Un processo di Itô è dunque per definizione un processo che si può scrivere come somma di un integrale stocastico It :=Rt

0ϕsdBs e di un integrale ordinario Rt :=Rt

0ψsds. È importante sottolineare che questi due processi hanno proprietà radicalmente differenti. Infatti, ricordando che se g : [0, T ] → R è integrabile la funzione t 7→ Rt

0 g(s) ds è a variazione finita, cf. § 2.4, segue che q.c. le traiettorie del processoRt hanno variazione finita su ogni intervallo[0, T ]. D’altro canto, sappiamo che il processo Itè una martingala locale e, analogamente alle martingale di quadrato integrabile, si può mostrare che q.c. le sue traiettorie hanno variazione infinita su ogni intervallo (escludendo il caso banale in cui siano costanti). Sfruttando queste proprietà, non è difficile mostrare che la decomposizione di un processo di Itô nella forma (6.7) è unica, cioè i processi ϕ e ψ (o meglio le loro classi di equivalenza in M2loc e M1loc) sono univocamente determinati daX.

Notiamo infine che seψ ≡ 0 si ha dXt= ϕtdBt, dunque X è una martingala locale.

Questa osservazione sarà molto utile nel seguito.

6.2.2. Formula di Itô generale. Se X è un processo di Itô, dXs = ϕsdBs + ψsds, possiamo definire l’integrale rispetto a X ponendo semplicemente

Z t 0 YsdXs := Z t 0 YsϕsdBs + Z t 0 Ysψsds , (6.8)

per ogni processoY = {Ys}s≥0 progressivamente misurabile per cui gli integrali abbiano senso, cioè tale che {Ysϕs}s≥0 ∈ M2

loc e {Ysψs}s≥0 ∈ M1

loc. Per esempio, basta che Y abbia q.c. traiettorie localmente limitate, in particolare che sia q.c. continuo.

Dato il processo di Itô X con decomposizione dXs = ϕsdBs + ψsds, definiamo variazione quadratica hXit di X la variazione quadratica dell’integrale stocastico che compare nella sua decomposizione, ossia

hXit := Z t

0

ϕ2

sds . (6.9)

Si può infatti dimostrare che hXitè il limite in probabilità della sommaPk−1

i=0(Xti+1−Xti)2

lungo una partizione π = {0 = t0 < t1 < . . . < tk = t} di [0, t], quando il passo della partizione tende verso zero. Si noti che hXit è un processo di Itô il cui differenziale stocastico è dato da

dhXit = ϕ2 tdt .

Possiamo quindi definire l’integrale rispetto a hXi ponendo Z t 0 YsdhXis := Z t 0 Ysϕ2sds , (6.10)

Vale anche il viceversa: un processo di Itô X con dXt = ϕtdBt + ψtdt è una martingala locale rispetto alla filtrazione {Ft}t≥0 fissata sullo spazio soltanto se ψt ≡ 0. L’enfasi sulla filtrazione è di fondamentale importanza! Si può infatti verificare che il processo Yt:= Bt−Rt

0 Bs

s ds, che ha differenziale stocastico dYt= dBt−Bt

t dt (in particolare ψt6≡ 0) è un moto browniano. Come ogni moto browniano, il processo Y è una martingala rispetto alla sua filtrazione naturale {Gt= σ({Ys}s≤t)}t≥0. Il punto è che il moto browniano originale B non è un {Gt}t≥0-moto browniano, quindi {Gt}t≥0 non può essere presa come filtrazione sullo spazio (Ω, F , P).

per ogni processo Y per cui ciò abbia senso. Si noti che se X è un moto browniano, si ha hXit= t e di conseguenza dhXit= dt.

Diremo che una funzioneΦ = Φ(t, x) : R+× R → R è di classe C1,2 se è derivabile con continuità una volta in t e due volte in x, ossia se le derivate parziali ∂Φ∂t(t, x), ∂Φ∂x(t, x) e

∂2Φ

∂x2(t, x) esistono e sono funzioni continue di (t, x) ∈ R+× R. È prassi indicare la derivata temporale con un punto e le derivate spaziali con gli apici, ossia

˙Φ(t, x) := ∂Φ ∂t(t, x) , Φ 0(t, x) := ∂Φ ∂x(t, x) , Φ 00(t, x) := 2Φ ∂x2(t, x) . Enunciamo ora (senza dimostrazione) una generalizzazione della formula di Itô.

Teorema 6.5 (Formula di Itô generalizzata). Se X = {Xt}t≥0 è un processo di Itô, condXt= ϕtdBt+ ψtdt, e Φ = Φ(t, x) : R+× R → R è di classe C1,2, si ha q.c. per ogni t ≥ 0 Φ(t, Xt) − Φ(0, X0) = Z t 0 ˙Φ(s, Xs) ds + Z t 0 Φ0(s, Xs) dXs + 1 2 Z t 0 Φ00(s, Xs) dhXis. (6.11) In notazione differenziale: dΦ(t, Xt) = ˙Φ(t, Xt) dt + Φ0(t, Xt) dXt + 1 2Φ 00(t, Xt) dhXit (6.12)

Ricordando le relazioni (6.8) e (6.10), possiamo riscrivere il membro destro in (6.11) nel modo seguente:

Z t 0 Φ0(s, Xs) ϕsdBs+ Z t 0  ˙Φ(s, Xs) + Φ0(s, Xs) ψs + 1 2Φ 00 (s, Xs) ϕ2s  ds . Questo mostra che, per ogni processo di Itô X = {Xt}t≥0 e per ogni funzione Φ = Φ(t, x) : R+× R → R di classe C1,2, il processo {Φ(t, Xt)}t≥0 è un processo di Itô, il cui differenziale stocastico è dato da

dΦ(t, Xt) = Φ0(t, Xt) ϕtdBt +  ˙Φ(t, Xt) + Φ0(t, Xt) ψt + 1 2Φ 00 (t, Xt) ϕ2t  dt . 6.2.3. Moto browniano geometrico. Vogliamo ora determinare il processo di Itô X = {Xt}t≥0 che risolve la seguente equazione differenziale stocastica:

(

dXt = b Xtdt + σ XtdBt

X0 = x , (6.13)

doveb ∈ R, σ > 0 e x > 0. Procediamo euristicamente per “indovinare” la soluzione: se assumiamo che Xt6= 0 per ogni t, possiamo dividere per Xt, ottenendo

dXt

Il membro di sinistra fa pensare al differenziale di log Xt. In effetti, se assumiamo che Xt > 0 per ogni t, dalla formula di Itô si ha d(log Xt) = X1

t dXt12 1

X2

t dhXit. Dall’equazione (6.13) è chiaro chedhXit= σ2X2

t dt, per cui da (6.14) si ottiene d(log Xt) =  b − 1 2σ 2  dt + σ dBt,

e integrando da0 a t si ha log Xt− log X0= (b − 1

2σ2) t + σ Bt, ovvero Xt = x exp  b − 1 2σ 2  t + σBt  . (6.15)

Questo processo è noto come moto browniano geometrico.

Questa derivazione euristica suggerisce che, se esiste un processo positivo soluzione dell’equazione (6.13), esso è necessariamente un moto browniano geometrico. La dimo-strazione rigorosa di questo fatto sarà una conseguenza dei teoremi di esistenza e unicità per equazioni differenziali stocastiche, che vedremo nel prossimo capitolo.

Mostriamo ora che effettivamente il processoX definito da (6.15) risolve l’equazione (6.13). ChiaramenteX0 = x, inoltre scrivendo Xt= x eYt, dovedYt= (b−1

2σ2) dt+1 2σ dBt, possiamo applicare la formula di Itô (6.12), ottenendo

dXt = d(x eYt) = x eYtdYt + 1 2x e YtdhY it = Xt  b − 1 2σ 2  dt + 1 2σ dBt  + 1 2Xtσ 2dt = b Xtdt + σ XtdBt,

cioè l’equazione (6.13) è verificata. Mostreremo nel prossimo capitolo che non esistono altre soluzioni dell’equazione (6.13).

6.2.4. Supermartingala esponenziale. Dato un processo ϕ = {ϕt}t∈[0,T ] ∈ M2

loc[0, T ], definiamo il processo Z = {Zt}t∈[0,T ] ponendo

Zt := exp  Z t 0 ϕsdBs − 1 2 Z t 0 ϕ2sds  . (6.16)

Si noti che possiamo scrivere

Zt = exp(Xt) , dove dXt := ϕtdBt − 1 2ϕ

2 tdt . Applicando la formula di Itô (6.12) si ricava

dZt = eXtdXt + 1 2e XtdhXit = eXt  ϕtdBt − 1 2ϕ 2 tdt  + 1 2e Xtϕ2tdt ,

A priori l’applicazione della formula di Itô non è giustificata, perché il logaritmo non è definito su tutto R. Tuttavia, se Xt> 0 per ogni t, è possibile mostrare che la formula di Itô è effettivamente valida, usando opportuni tempi d’arresto (nello spirito della dimostrazione del Lemma 6.12). In ogni caso, questa derivazione serve soltanto a “indovinare” la soluzione (6.15) dell’equazione differenziale stocastica (6.13), che verifichiamo poi essere effettivamente soluzione.

quindi i termini a variazione finita si cancellano e si ottiene

dZt = ZtϕtdBt. (6.17)

Questa relazione mostra che Z è una martingala locale. Dato che Zt > 0, segue dal Lemma 5.32 che Z è una supermartingala. Il processo Z è detto supermartingala esponenziale.

Essendo Z una supermartingala, si ha E(Zt) ≤ E(Z0) = 1, per ogni t ≥ 0. È di fondamentale importanza dare condizioni che garantiscano cheZ = {Zt}t∈[0,T ] sia una vera martingala, come vedremo a proposito del Teorema di Girsanov.

Una condizione necessaria e sufficiente, benché implicita, è che E(ZT) = 1 (che implica E(Zt) = 1 per ogni t ∈ [0, T ]: infatti 1 = E(Z0) ≥ E(Zt) ≥ E(ZT) per la proprietà di supermartingala). Questo segue dal fatto generale che una supermartingala costante in media è una martingala. Infatti per la proprietà di supermartingala vale che Zs− E(Zt|Fs) ≥ 0 e se Z è costante in media si ha E[Zs− E(Zt|Fs)] = E(Zs) − E(Zt) = 0, per cui la variabileZs− E(Zt|Fs) deve essere q.c. nulla: Zs= E(Zt|Fs) q.c. e dunque Z è una martingala. Due condizioni più concrete sono descritte nella seguente proposizione, che non dimostreremo.

Proposizione 6.6. Sia Z la supermartingala esponenziale definita in (6.16). • Se E[exp(12RT

0 ϕ2

sds)] < ∞, allora E(ZT) = 1 (criterio di Novikov ). • Se esiste a > 0 tale che E[exp(aϕ2

s)] < ∞, ∀s ∈ [0, T ], allora E(ZT) = 1.

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