• Non ci sono risultati.

Processi distributivi e redistributivi: rotte e vettor

Forme siti fenic

6.3 Processi distributivi e redistributivi: rotte e vettor

La questione delle rotte e dei vettori che univano le due sponde tirreniche è, e rimane, una delle più controverse e anche quella per la quale è difficile – allo stato delle conoscenze attuali – arrivare ad una pacifica soluzione. Testimonianza rara e preziosa per comprendere i traffici arcaici è il ritrovamento dei relitti arcaici, in misura ancora troppo esigua per essere determinante. I pochi relitti noti, da quello dell‟Isola del Giglio a quelli della costa francese (Antibes, Pech Maho, Bon Porté I e II), più che essere dirimenti pongono questioni nuove e dimostrano tutta la complessità dell‟argomento.

Per quanto riguarda i vettori delle mercanzie etrusche rinvenute in Sardegna, l‟ipotesi più accreditata è quella proposta da C. Tronchetti138, sposata da molti studiosi139, che prevede che i prodotti etruschi, come quelli greci, siano il frutto di un commercio di ritorno dalle coste tirreniche di mercanti fenici. Si ritiene qui che tale impostazione possa, almeno in parte, essere riveduta. La visione di un traffico monopolizzato da agenti fenici in età Orientalizzante e Arcaica, in un momento cioè nel quale i commerci non si sono ancora compiutamente strutturati nella forma della έμπορία, contrasta in parte con le correnti di pensiero sui commerci arcaici come si vanno delineando140. Si tratterebbe di traffici commerciali piuttosto sfumati, non troppo rigidi e strutturati, flussi che non conoscono regimi di trust o correnti monopolistiche del tutto autonome. Una realtà piuttosto fluida e articolata che lascia ancora un certo margine all‟intrapresa di singoli o gruppi di έμποροι, che sono in gran parte ancora άριστοι, anche in considerazione del fatto che – senza ancora la possibilità di avere alle spalle la πόλις con il suo θησαυρός pubblico, l‟allestimento di un naviglio commerciale è assai oneroso e necessita il coinvolgimento di realtà composite141, come più soggetti e carichi misti, nel senso sia di mercanzie che – in ipotesi – di persone (mercanti o finanziatori, forse anche di etnie diverse). Questa realtà sfumata si coglie ancor meglio giustapponendola alla “terza fase” di cui si è detto al capitolo 2.2.3, ovvero quando – a partire dall‟ultimo quarto del VI secolo – i commerci saranno realmente monopolizzati e rigidamente controllati dalla πόλις Cartagine. A questo punto del ragionamento, se si accetta

138 TRONCHETTI 1988, p. 62; ID.2000b, p. 350; ID.2000c, pp. 169-170; ID.2002, p. 1094. Come accennato al

capitolo 2, l‟ipotesi era stata già prospettata dal Taramelli e da G. Lilliu.

139 Ad esempio in BARTOLONI 2002, p. 253; BOTTO 2007, p. 104.

140 v. GRAS 1985, ipotesi poi riprese in ID.2000, pp. 132-133 e di recente in ID.2009, p. 81; su posizioni simili

anche d‟Oriano 1985, p. 268 e ID.2004, pp. 100-101; MOREL 1986, pp. 34-35; ZUCCA 1986, p. 60.

141 Sulla costituzione di consorzi e di altre forme di contribuzione alle dispendiose imprese mercantili, in

Stefano Santocchini Gerg – Incontri tirrenici. Le relazioni fra Fenici, Sardi ed Etruschi in Sardegna (630-480 a.C.) Tesi di dottorato in Storia, Letterature e Culture del Mediterraneo.

186

Etruschi in primo luogo, come suggeriscono alcuni indizi, che inseriti in un quadro così delineato acquistano sempre più forza142.

Anche se la maggior parte degli studiosi ipotizzano che i prodotti greci e greco-orientali giungano in Sardegna per mediazione dal mercato etrusco143, una parte di essi potrebbe essere giunta anche per via diretta. La non irrilevante quantità di importazioni dalla Grecia rinvenute nello scavo del foro romano di Nora144 (pari quasi al 25%) potrebbe far ipotizzare una qualche apertura del mercato sardo agli emporoi greci, come alcuni studiosi hanno già evidenziato145, anche se – allo stato attuale delle conoscenze – la tesi della mediazione tramite il mercato etrusco risulta più plausibile, soprattutto per la Sardegna centro-meridionale. In parte diverso parrebbe il caso della parte settentrionale, ed in particolare di Olbia arcaica e della sua ipotizzata grecità146. A ragione della fluidità e dell‟eterogeneità dei traffici arcaici, di cui detto sopra, una presenza di elementi greci (Ioni, Eubei, Pitecusani o altri) – pur non avendo lasciato particolari evidenze archeologiche come quella degli Etruschi – non è, come detto, da escludersi, soprattutto se non concepita come corrente autonoma organizzata e strutturata, ma come presenza di singoli mercanti, di singoli navigli o di partecipazione a imprese miste. Tutto ciò anche in considerazione del fatto che la scarsità di prodotti greci in generale, e la sostanziale assenza di ceramica attica arcaica, può spiegarsi con una certa marginalità della Sardegna rispetto alle principali correnti commerciali elleniche147, ma anche (e forse soprattutto) a causa di una questione legata al “gusto”148 del mercato fenicio, cui evidentemente quel tipo di prodotti del “non piace”149. Altrimenti, oltre alla possibilità di un acquisto diretto da ipotetici mercanti greci nell‟Isola, i Fenici avrebbero trovato negli Etruschi un redistributore privilegiato di ceramica greca, in Etruria assai abbondante, tanto da influenzare con la propria domanda le stesse produzioni attiche (sia per iconografie che per forme vascolari; a titolo esemplificativo si veda il caso del kantharos e delle anforette prodotte nella bottega di Nicostene).

142 Sulla frequentazione anche abituale di personaggi etruschi nelle colonie fenicie, v. BONAMICI 2002, p. 264. 143 Cfr. TRONCHETTI 2000c, p. 170.

144 RENDELI 2009.

145 BARTOLONI 1985, p. 114; D‟ORIANO 2004, pp. 101-103; BERNARDINI 2005, p. 11, nota 32

146 v. D‟ORIANO 2000; ID. 2005, ed i nuovi rinvenimenti arcaici presentati dallo stesso studioso e da G. Pisanu

nella sede del VII Congresso di Studi Fenici e Punici di Hammamet nel novembre 2009, in c.d.s.

147 TRONCHETTI 2002, p. 1097. 148 MOREL 1986, p. 36. 149 TRONCHETTI 2002, p. 1097.

Stefano Santocchini Gerg – Incontri tirrenici. Le relazioni fra Fenici, Sardi ed Etruschi in Sardegna (630-480 a.C.) Tesi di dottorato in Storia, Letterature e Culture del Mediterraneo.

187

In merito alla questione dei processi redistributivi interni all‟Isola, la presentazione delle importazioni etrusche nei siti di Sulky, Monte Sirai e dell‟omonimo Nuraghe mette in evidenza alcune differenze, soprattutto qualitative, che possono essere ipoteticamente messe in relazione alla tipologia insediativa e al popolamento del territorio occupato dai Fenici (almeno per ciò che riguarda il Sulcis)150. In questo caso l‟organizzazione gerarchizzata del territorio prevedrebbe un centro urbano primario – Sulky – porto di sbarco dei prodotti provenienti dall‟Etruria; un centro intermedio – Monte Sirai – controllato da Sulky, nel quale le importazioni (di qualità leggermente inferiore) vengono redistribuite e, infine, alcuni “centri” minori a vocazione agricola e/o militare come Pani Loriga di Santadi ed il Nuraghe Sirai. La distinzione fra “centro fortificato” e “fortezza” di recente ipotizzata151, sembra potersi cogliere anche da alcuni indizi: una volta che la “prima scelta” sia stata operata dalle élites di Sulky, gli abitanti di Monte Sirai, in possesso di un certo grado di “preparazione culturale” operano una scelta che li indirizza verso le coppe etrusco-corinzie (anche figurate), mentre la popolazione mista sardo-fenicia del nuraghe Sirai si orienta verso il vaso potorio più noto e caratterizzato, più “alla moda”, il kantharos. Si viene così a dimostrare l‟ipotesi, più volte avanzata152, di un processo redistributivo fra centri primari e secondari di Sardegna.

150 Cfr. PERRA 2009, p. 364. 151 PERRA 2009, p. 364.

Stefano Santocchini Gerg – Incontri tirrenici. Le relazioni fra Fenici, Sardi ed Etruschi in Sardegna (630-480 a.C.) Tesi di dottorato in Storia, Letterature e Culture del Mediterraneo.

188

Stefano Santocchini Gerg – Incontri tirrenici. Le relazioni fra Fenici, Sardi ed Etruschi in Sardegna (630-480 a.C.) Tesi di dottorato in Storia, Letterature e Culture del Mediterraneo.

189