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CAPITOLO TERZO

1. Il processo traduttivo

In questa sezione si procederà con l’analisi dei testi oggetto di traduzione partendo dai quali si è poi elaborato la tesi e ampliato le conoscenze in merito all’argomento.

Prima di avvicinarsi al testo, si sono consultati alcuni manuali riguardanti le tecniche traduttive e la traduzione specializzata, nonché alcune tesi di studentesse del corso di Interpretariato e Traduzione Editoriale, Settoriale (ITES) della sede di Treviso dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.

Partendo dal significato letterale del termine “tradurre”, il dizionario Zanichelli riporta la seguente definizione:

tradurre [vc.dotta, lat. traducere ‘trasportare’, comp. di trans ‘al di là’ e ducere ‘condurre’] (Tra i vari significati proposti ho scelto di fissare l’attenzione su tre di questi:)

Voltare, trasportare da una lingua all’altra.

Dare l’equivalente di un testo, una locuzione, una parola. Trasportare nella propria lingua59.

Da queste definizioni si deduce che tradurre, nel senso figurato del termine, significa trasportare parole e pensieri da una lingua a un'altra, da una cultura a un'altra. Come sostiene Umberto Eco: “Dire la stessa cosa in un’altra lingua”. Nel suo libro Dire quasi

la stessa cosa. Esperienze di traduzione egli pone un quesito fondamentale per chiunque

si debba approcciare a un testo scritto in un'altra lingua: “Che cosa vuol dire tradurre?”. Tradurre è un’esperienza problematica poiché è difficile trasportare il senso esatto di quello che si vuol dire passando da una lingua a un'altra, occorre negoziare il significato e accontentarsi di dire quasi la stessa cosa, ma con altre parole e forme60. Secondo il mio punto di vista, “negoziare” è il termine che rende meglio l’atto in sé e infatti il metodo che ho utilizzato in questo lavoro di tesi è stata proprio una forma di negoziazione con il lessico cinese. Più volte ho usato altri termini ed espressioni rispetto al testo originale per cercare di rendere al meglio la forma in italiano. È stato un processo laborioso e non immediato. Nell’approcciarsi ai testi, si sono seguite le fasi del processo traduttivo proposte da Pierangela Diadori61. Prima fase: leggere e analizzare il

59 ZINGARELLI Nicola, Lo Zingarelli 2000. Vocabolario della lingua italiana, Zanichelli, 2000, p.

1909.

60 ECO Umberto, Dire quasi la stessa cosa. Esperienze di traduzione, Milano, Bompiani, 2010, p. 32. 61

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testo, che nella scienza della traduzione viene definito prototesto62, per comprenderne il livello linguistico, identificarne il registro, la tipologia e il genere testuale. Seconda fase, definita trasferimento: consiste nell’elaborazione mentale che il traduttore intraprende ai fini di trasporre il prototesto nel metatesto63, ovvero la versione tradotta del testo originale. Terza fase, definita ristrutturazione: consta nella formulazione definitiva del metatesto, momento in cui si dà forma concreta al pensiero astratto.

Molte sono le difficoltà che ostacolano il lavoro traduttivo e che un buon traduttore deve essere in grado di risolvere. Il fondamento di queste difficoltà deriva dal fatto che non esistono due lingue naturali completamente sovrapponibili tra loro e che, in molti casi, categorie grammaticali o concetti propri della lingua del prototesto non trovano riscontro nella lingua del metatesto.

Tuttavia, per produrre una buona traduzione, si devono individuare e analizzare una serie di fattori sia interni che esterni al testo: un traduttore, degno di tale nome, non deve possedere soltanto delle mere conoscenze e abilità linguistiche, ma sono indispensabili conoscenze storiche e culturali dei testi originali poiché la traduzione non avviene soltanto tra due lingue, ma tra due culture. Al riguardo, Cicerone che nel De

optimo genere oratorum [Il modo ottimale di organizzare un discorso] così scrive:

“Non ho tradotto da interprete, ma da oratore, mantenendo le stesse frasi e la loro forma, come le figure e le parole adattate al nostro uso. In queste non ho ritenuto necessario tradurre parola per parola, ma ho conservato il modo e la forza di tutte le parole. Non ho creduto necessario contare le singole parole al lettore, ma piuttosto ponderargliele64”.

Con queste parole Cicerone sottolinea l’importanza della pronunciabilità del metatesto, ovvero, si chiede se questo sarà comprensibile al lettore e all’ascoltatore. Egli si preoccupa di adattare le parole e i concetti utilizzando gli standard propri della cultura ricevente.

Nella traduzione, un ulteriore elemento di fondamentale importanza è il concetto di residuo ossia il risultato di una negoziazione tra perdite e compensazioni. Le perdite, sono insite nella natura stessa della traduzione. Non è possibile tradurre senza avere

Università, 2012, pp. 10-19.

62 Terminologia della scuola semiotica di Tartu, OSIMO Bruno, Manuale del traduttore. Giuda pratica

con glossario, Milano, Hoepli, 2004 (I ed. 1988) p. 29.

63 OSIMO Bruno, La scienza della traduzione. Aspetti metodologici. La comunicazione traduttiva,

Milano, Hoepli, 2006, pp. 45-47.

64 OSIMO Bruno, Storia della traduzione. Riflessioni sul linguaggio traduttivo dall’antichità ai

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delle perdite che vengono compensate tramite espedienti quali l’uso di sinonimi, di artifizi e di aggiunte di informazioni, rimanendo però sempre fedeli al testo. È un modo per agevolare e rendere meglio comprensibile al lettore ricevente il testo stesso.

È impossibile che ci sia una traduzione definitiva. Una traduzione è sempre condizionata dal momento storico, dal gusto, dalla sensibilità, dall'intelligenza del traduttore, e ovviamente dal grado di sviluppo della lingua in cui si conduce la traduzione. Traduzioni della stessa opera effettuate da diversi traduttori possono risultare differenti proprio perché la traduzione rispecchia la visione personale del traduttore, che si realizza attraverso le scelte vagliate dallo stesso durante il processo traduttivo.