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3. L’AGRICOLTURA BIOLOGICA IN CIFRE 1 Il contesto internazionale

3.3 La produzione biologica in Italia

Dai precedenti paragrafi possiamo constatare come il nostro Paese occupi una posizione di tutto rispetto a livello europeo e a livello mondiale all’interno del mondo biologico. Tralasciando i dati sul mercato (per cui si rimanda al prossimo Capitolo), vediamo quali sono i fattori che hanno contribuito a creare una situazione di eccellenza nel nostro Paese nel campo del biologico. In primis la conformazione geografica dell’Italia ha favorito la formazione di aziende familiari piuttosto che di grandi coltivatori monoculturali, perciò avviare la conversione al metodo biologico è stato fin dall’inizio più semplice. Proprio in conseguenza di questa conformazione geografica, punto di forza dell’agricoltura italiana non sono mai stati i grandi quantitativi che le aziende sono state in grado di produrre, ma la qualità, l’eccellenza e la tipicità delle produzioni. Si pensi, ad esempio, che l’11,2% delle aziende agricole italiane è impegnata nella realizzazione di prodotti con certificazione DOP, IGP, DOC e DOCG, che puntano alla valorizzazione di caratteristiche e competenze tradizionali legate al territorio nazionale. È all’interno di questo contesto che l’agricoltura biologica si sviluppa come antidoto all’agricoltura convenzionale che, anche in Italia, ha assunto caratteristiche industriali e intensive. L’agricoltura biologica risponde alla necessità di un recupero della tradizione legata alla produzione di qualità, che mira a valorizzare e tutelare le potenzialità delle colture e dei territori.

A partire dal 1991 – anno in cui l’agricoltura biologica viene disciplinata per la prima volta a livello europeo – si assiste in Italia alla proliferazione di aziende agro-alimentari e superfici agricole dedicate al biologico, processo che negli ultimi anni si è leggermente arrestato e stabilizzato su valori che mettono in evidenza l’avanzata di altri paesi. Le rilevazioni dei primi anni sono alquanto approssimative – le statistiche ufficiali prodotte da SINAB30 sono disponibili solo a partire dal 2000; prima di tale data le elaborazioni provengono da fonti diverse31 –, ma evidenziano comunque una straordinaria progressione da un anno a un altro.

30 SINAB (Sistema d’Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica) realizzato dal MIPAAF in collaborazione con le Regioni e gestito da IAMB (Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari) e ISMEA, offre informazioni e servizi agli operatori del settore biologico

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Come evidenzia un Report di Federbio (Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica)32 dal 1991 al 2001 si registra un incremento progressivo delle aziende operanti nel settore e della superficie destinata alla coltivazione di prodotti biologici (Figura 3.8; per i valori puntuali si veda l’Allegato 4). Nei tre anni successivi si registra una diminuzione su entrambi i fronti cui segue, a partire dal 2005, un’inversione di tendenza con una crescita delle aziende biologiche e delle superfici, che riescono ad oltrepassare l’importante soglia del milione di ettari (nel 2006 le superfici sono pari a 1,15 milioni di ettari). Tale crescita è dovuta alla riapertura dei bandi dei Piani di Sviluppo Rurale33, che molte Regioni hanno indirizzato quasi esclusivamente al biologico, e che hanno consentito al nostro Paese di consolidare la leadership in Europa per numero di aziende e superfici biologiche.

Figura 3.8: Andamento di operatori e superfici in Italia 1995-2013

Nel 2007 si segnala un leggero calo del numero degli operatori pari a 50.276 unità (- 1,55%), a cui però ha corrisposto un aumento dello 0,18% della superficie (1.150.253 ettari). Nel 2008 gli operatori risultano 49.654 (-1,2% rispetto al 2007) con un calo consistente della superficie, pari al 12,8%, dovuto alla situazione negativa creata dai nuovi Piani di Sviluppo Rurale.

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Federbio - Ufficio Stampa, 2013

33 Il Piano di Sviluppo Rurale (PSR) è un documento di programmazione redatto dalle Regioni all’interno del quadro normativo europeo (Reg. (CE) n. 1698/2005 ), il quale disciplina il sostegno allo sviluppo rurale da parte del FEARS (Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale)

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Nel 2009 si rileva una riduzione complessiva del numero degli operatori del 2,31%. La superficie in conversione o interamente convertita ad agricoltura biologica risulta pari a 1.106.684 ettari, con un aumento rispetto all’anno precedente circa del 10,4%. Anche l’anno successivo si registra una diminuzione del numero degli operatori (-1,7%), mentre la superficie agricola biologica registra un lieve aumento (+0,6%). Nel 2011 si riscontra un aumento complessivo del numero degli operatori rispetto all’anno precedente dell’1,3% e un decremento dell’1,5% della superficie coltivata con il metodo biologico.

A partire dal 2012 si registra una nuova crescita: gli operatori biologici sono 49.709 (+2,8% rispetto al 2011) e la superficie coltivata con metodo biologico torna a superare l’1,1 milioni di ettari (+6,4% rispetto all’anno precedente).

Ad oggi (dati aggiornati al 31 dicembre 2013) nell’Elenco Nazionale degli Operatori Biologici sono iscritti 52.383 operatori, il 5,4% in più rispetto al 2012, di cui: 41.513 produttori esclusivi; 6154 preparatori esclusivi (comprese le aziende che effettuano attività di vendita al dettaglio); 4456 che effettuano sia attività di produzione che di preparazione; 260 operatori che effettuano attività di importazione. La distribuzione degli operatori sul territorio nazionale vede, come per gli anni passati, la Sicilia seguita dalla Calabria tra le regioni con maggiore presenza di aziende agricole biologiche; per quanto riguarda invece il numero di aziende di trasformazione impegnate nel settore la leadership spetta alla Toscana seguita da Emilia Romagna e Puglia (Tabella 3.1).

La superficie coltivata secondo il metodo biologico, risulta pari a 1.317.177 ettari, con un aumento complessivo, rispetto all’anno precedente, del 12,8%. La Sicilia si riconferma come prima Regione per superficie coltivata a biologico con 280.448 ettari, registrando un incremento del 45% rispetto al 2012. Seguono Sardegna (191.791 ettari), Puglia (171.122 ettari), Calabria (138.312 ettari), Toscana (102.443 ettari) e Lazio (101.680 ettari)34.

I principali orientamenti produttivi sono i pascoli, il foraggio e i cereali. Segue, in ordine di estensione, la superficie investita ad olivicoltura. Per le produzioni animali i dati evidenziano, rispetto al 2012, un aumento consistente per tutte le tipologie di specie allevate ed in particolare per gli equini (+38,7% del numero di capi, che tuttavia

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registrano in termini assoluti valori naturalmente contenuti) e per la categoria “altri animali” (+31,4% del numero di capi), nella quale rientrano ad esempio i conigli.

Tabella 3.1: Numero degli operatori per tipologia e per Regione

REGIONE Produttori* Preparatori* Produttori e preparatori Importatori* TOTALE 2013

Sicilia 8.954 564 358 12 9.888 Calabria 6.574 218 372 4 7.168 Puglia 5.289 513 444 8 6.254 Emilia Romagna 2.537 794 336 51 3.718 Toscana 2.399 499 787 16 3.701 Lazio 2.636 345 231 8 3.220 Sardegna 2.073 65 90 0 2.228 Marche 1.734 204 220 4 2.162 Piemonte 1.324 383 255 36 1.998 Campania 1.433 325 159 6 1.923 Veneto 946 573 247 38 1.804 Lombardia 809 656 217 43 1.725 Pp. Aa. Tn e Bz 1.088 338 210 8 1.644 Abruzzo 1.096 205 145 2 1.448 Umbria 911 130 156 6 1.203 Basilicata 1.011 77 78 0 1.166

Friuli Venezia Giulia 232 114 66 5 417

Liguria 214 103 56 12 385

Molise 178 39 20 1 238

Valle D'Aosta 75 9 9 0 93

TOTALE 2013 41.513 6.154 4.456 260 52.383

* Produttori = produttori esclusivi; * Preparatori = preparatori esclusivi; * La voce "Importatori" comprende anche gli importatori che svolgono attività di produzione e preparazione

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4. IL MERCATO BIOLOGICO ITALIANO