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PROGETTI ARCHITETTONIC

Nel documento Luigi Basiletti (pagine 56-59)

CAPITOLO II: PRODUZIONE ARTISTICA, SUDDIVISA PER TEM

PROGETTI ARCHITETTONIC

Uno dei primi progetti di cui Basiletti si occupò fu il restauro, all'inizio dell'Ottocento, dell'attuale Casa Mazzola. L'abitazione, che per un certo periodo fu di sua proprietà, apparteneva un tempo alla famiglia Sala, e fu ceduta in seguito ai Mazzola.

Il Mercato dei grani rientra nel grande piano di riqualificazione urbana (iniziato già in epoca napoleonica); esso fu progettato dall'architetto Angelo Vita con la consulenza di Luigi Basiletti e fu realizzato tra il 1820 e il 1823.

Nei primi anni dell'occupazione asburgica (1815) in Brescia dilagava la disoccupazione, e nel tentativo di alleviarla, il Comune era ricorso alla realizzazione di diverse, talora importanti, opere pubbliche.

Ma fu anche la volontà di estromettere il commercio dei prodotti agricoli e del bestiame dal centro cittadino (cioè da Piazza Duomo, sede dell'antico granarolo), che portò all'edificazione di questo complesso e alla trasformazione della vicina piazza del Mercato Nuovo (attuale Piazza Tebaldo Brusato) in giardini pubblici.

Il grande edificio è considerato, per rigore compositivo e dimensioni, una delle opere più significative del neoclassicismo bresciano. Lungo 112 metri e largo 15, è dotato di venti arcate e di un corpo centrale che termina in un timpano.

Originariamente sul frontone era tracciata un'epigrafe dedicata all'Arciduca Raineri (vicerè del Lombardo-Veneto) e a Maria Elisabetta di Savoia, sposati da poco ("RAINERIO aug. fr. et MARIAE SAUBAUDAE V. S. Fung. Coniugii caussa d.d.)51

Nel Mercato stile e funzionalità trovano un perfetto equilibrio; il suo duplice compito consisteva nel garantire le attività commerciali da un lato (raccolta delle biade per uso pubblico), e nell'ordinare l'assetto di Contrada Torrelunga dall'altro.

In Scritti d'arte del primo Ottocento (a cura di Mazzocca F., 1998), Defendente Sacchi riporta (p. 703): "si pensò saviamente di erigere il mercato di cereali in luogo isolato, largo, agiato, e fu disegno dell'architetto Angelo Vita colla direzione del pittore Luigi Basiletti. Consiste in un portico posto in rettilinea con l'ampia strada che gli scorre dinanzi, formato da venticinque archi, dei quali i due estremi sono chiusi, valendo di nicchia a due copiose fontane, ed il mediano si proietta all'infuori ed è sormontato da un frontispizio come principale ingresso. Una cornice semplice e robusta corona questo edifizio abbellito esteriormente da un bel comparto di bozze, tutte di viva pietra delle cave suburbane di Botticino. Sotto questo si spartiscono i fondachi de' mercatori, e superiormente a' fondachi, dei capaci granai. Alle due estremità del porticato è situata, da una parte l'abitazione del custode, dall'altra l'uffizio dell'ispettore civico al commercio de' cereali. Non vogliamo però tacere uno sconcio in cui si cadde nell'ideare questo mercato, e fu di volgere il portico a settentrione, e i granai quindi che sono dietro, a mezzodì; giacchè mentre non è salubre il primo pe' cittadini, specialmente nelle stagioni fredde, non sono salubri pe' grani i secondi, di soverchio esposti al sole. Lo stile di tutta l'opera tiene però del grandioso, e quello che più vale, ha il carattere che se le conviene, sicchè accenna buon gusto e saviezza di composizione, e sente solamente nel prospetto un po' di monotonia, che era facile togliere se si fosse rialzato alquanto il corpo di mezzo sopra la linea generale. Giovi però che questo mercato valga d'esempio ad altre città". (Immagine a pag. seguente).

Nel progetto per la costruzione del Museo Patrio, datato 1826, Basiletti ipotizza una ricostruzione del Capitolium.

Il progetto a penna e matita (cm 52 x 37, 2) per l'adattamento della Crocera di San Luca a Museo fu eseguito nel 1855 circa (come si può dedurre dalla presenza della nuova Contrada di San Luca).

La Crocera era stata acquistata dal Comune, una volta trasferito l'Ospedale nel soppresso monastero di San Domenico. Vari architetti bresciani avevano avanzato proposte per il suo utilizzo; tra questi Basiletti, che pensò di trasformare la corsia in una galleria espositiva con due file di colonne ai lati. Il disegno si trova, insieme ad altri dello stesso autore, presso una collezione privata di Gussago. (Immagine pag. seguente).

Sono da ricordare inoltre i seguenti interventi:

Progetto di una "copertura mobile" per l'ingresso del Teatro Grande (1834). Relazione per i lavori di ampliamento della chiesa di Molinetto di Mazzano (1855).

Progetto per la scalinata della chiesa di Gussago, finita nel 1857 con lievi modifiche apportate dall'architetto Luigi Donegani (si veda l'immagine sotto).

DECORAZIONI

Sistemazione di Palazzo Tosio (1811-1813):

La ricostruzione di Palazzo Tosio (sede nel 1851 della prima Pinacoteca civica bresciana) avvenne per gradi, in un arco di tempo che va dal 1810 al 1846.

Paolo Tosio stesso seguì i lavori di ristrutturazione, dedicandosi specialmente alle decorazioni, all'arredamento delle stanze e all'acquisto di opere per la sua nutrita collezione d'arte moderna e antica.

L'ambiente era concepito non solo come abitazione, ma anche come galleria e luogo di rappresentanza dove poter ospitare amici, principi ed eruditi; tutto, al suo interno, doveva essere disposto in modo armonico, con decorazioni sobrie e raffinate, per non oscurare le opere d'arte.

Basiletti ricevette l'incarico di ristrutturare alcune sale al piano nobile, nell'ala nord e in quella orientale nel 1810 circa, ma nel 1824 fu sostituito dall'architetto Domenico Vantini, forse perchè troppo assorbito dal faticoso impegno di dirigere gli scavi archeologici. Secondo Marina Braga e Roberta Simonetto, lo stile di Vantini nel cosiddetto "appartamento nuovo" (cioè l'ala ovest) è riconoscibile per la raffinatezza della disposizione e per l'intersecarsi di fughe prospettiche, in contrasto con la delicatezza e semplicità che invece caratterizzano il tratto di Basiletti.

1) Pericle e Aspasia, La madre dei Gracchi, Faone e Saffo (olio su tela, cm 70 x 90) I soggetti rappresentati nelle tre sovrapporte di Palazzo Tosio, sede dell'Ateneo, raffigurano tre donne famose dell'antichità. Dalle fonti documentarie risulterebbero eseguite durante la fase giovanile di Basiletti e furono probabilente tra le prime opere realizzate a Brescia dopo il soggiorno romano. La loro rigida impostazione neoclassica richiama le figure dipinte da Camuccini a inizio secolo (si veda il Dizionario Illustrato Bresciano vol VII, p. 82).

2) Quattro tondi allegorici a fondo dorato che adornano il soffitto della prima stanza a mattina, a Est del cortile.

3) Medaglioni con teste di profilo, lungo le fasce che circondano il soffitto della "sala ionica".

4) Progetto decorativo di soffitto. (p. 46), penna e acquarello, mm 308 x 437 Firmato a matita in basso a sinistra: "Basiletti / 49".

Questo disegno è importante poichè è l'unico noto relativo alla decorazione del palazzo; il soffitto realizzato ne ha mantenuto l'impianto generale, differenziandosi solo per i motivi a girali. Nel progetto erano inclusi i disegni (a penna, inchiostro acquarellato e tracce di matita) per 4 figure allegoriche, raffiguranti L'Architettura, La Scultura, L'Archeologia e La Pittura. I quattro cartoni mostrano ancora i fori e le tracce di spolvero.

Decorazione delle sale di Palazzo Folonari (da Verso porta S. Nazaro, p.80-81).

In via Cairoli ha sede l'edificio rinascimentale oggi noto col nome di Palazzo Folonari, ex Calini, già Martinengo della Motella (importante famiglia bergamasca).

Al suo interno si conservano affreschi di Giusepe Teosa, che riproducono motivi in stile pompeiano e racconti mitologici.

Un'intera sala, affrescata da Luigi Basiletti, è dedicata alle imprese di Teseo, culminanti nell'apoteosi dell'eroe accolto tra le divinità olimpiche (Teseo accolto in cielo fra gli dei

dell'Olimpo).

Probabilmente questi decori furono commissionati dalla famiglia Ducco, che intorno al 1830 era subentrata ai Calini nella proprietà del palazzo.

DISEGNI

52Quella espressa nel disegno rimase una delle attività più importanti nella produzione di

Basiletti. Caratterizzata da un tratto immediato e da un forte senso di sintesi compositiva, seppe coniugare abilmente l'impressione del momento con lo studio accurato dell'inquadratura.

L'originaria, e ben più numerosa, consistenza degli studi si deduce peraltro dalla parte del fondo rimasta agli eredi presso diverse collezioni private, anche in nuclei omogenei. (Da

La natura come paesaggio, p. 12).

Elenco dei disegni contenuti nei Ricordi di viaggio (da Mondini M., "Luigi Basiletti a Roma e a Napoli...", Brescia 1999): dei 274 disegni che compongono il fondo grafico custodito presso i Civici Musei bresciani, all'incirca cento non sono ancora stati pubblicati.

Nel documento Luigi Basiletti (pagine 56-59)