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La prima fase dell’iniziativa comunitaria URBAN (“URBAN I”) si colloca nel periodo 1994-1999. I fondi europei stanziati complessivamente hanno superato i 900 milioni di euro e hanno interessato 118 città dell’UE. Grazie al considerevole sostegno fornito dal Parlamento europeo è stata

144 «Nel periodo 1989-1993, circa 32 progetti pilota urbani, ideati per fornire approcci innovativi a problemi urbani, sono stati finanziati in forza dell'articolo 10 del FESR. I progetti si incentrano su quattro aree principali: sviluppo economico di aree con problemi sociali, misure atte a migliorare l’ambiente per scopi economici; rivitalizzazione dei centri storici; sfruttamento del vantaggio tecnologico delle città» Commissione europea, Cordis: risultati della ricerca dell’UE Azioni innovative per lo sviluppo regionale - progetti pilota urbani - 1995-1999, https://cordis.europa.eu/programme/id/REG-ERDF-UPP-C/it, consultato il 4 settembre 2021.

varata una seconda fase denominata “URBAN II”, nell’ambito della quale l’orientamento dell’

iniziativa comunitaria ha avuto come contenuto la rivitalizzazione economica e sociale delle città e delle zone adiacenti in crisi, per promuovere uno sviluppo urbano sostenibile145.

Sulla scia dei primi progetti e sull’impatto positivo che questi avevano avuto, nel 1994 la Commissione ha voluto conferire a questo stesso tipo di interventi una maggiore organicità e dimensione introducendo una nuova iniziativa comunitaria destinata specificamente ad avviare interventi di rivitalizzazione economica e sociale nei quartieri svantaggiati delle città europee, il programma URBAN. L’obiettivo della programmazione di URBAN I era volta a migliorare le condizioni di vita degli abitanti dei contesti più poveri e socialmente degradati. I progetti pilota erano destinati a intraprendere azioni e misure innovative per affrontare i problemi legati al disagio urbano, istituzionalizzando a tal fine attività innovative di pianificazione e riqualificazione urbana. Nel 1994 in un Unione con ancora 15 Stati membri, i progetti pilota urbani già allora riscontravano un’ampia popolarità e partecipazione che ha significato concretamente il coinvolgimento di 14 Paesi membri finanziando un totale di 118 programmi. Il finanziamento totale assegnato dall’Unione Europea (EU) è stato di 900 milioni di Euro, l'83% del quale proveniente dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) ed il 17% dal Fondo Sociale Europeo (FSE)146. Il programma si rivolgeva ad un target specifico, potevano partecipare infatti le città con una popolazione superiore ai 100.000 abitanti, inoltre un sito per essere ammissibile doveva soddisfare almeno tre fra criteri seguenti: presentare un elevato tasso di disoccupazione di lunga durata; una notevole povertà ed emarginazione ed una quota elevata di immigrati; minoranze etniche o profughi; elevata criminalità; basso livello di istruzione e di competenze; scarsa attività economica; esigenze di riconversione a seguito di problemi socioeconomici; andamento demografico sfavorevole e alto degrado ambientale147. La grande risorsa dei progetti pilota URBAN fu quello di integrare le politiche comunitarie con le politiche di riqualificazione già esistenti e portate avanti dalle istituzioni territoriali.

Grazie all’impatto positivo che questo ha avuto sia a livello locale che comunitario, l’Unione Europea rilancia nel 2000 il secondo Programma di Iniziativa Comunitaria URBAN II attraverso il

145 Unione Europea Politica regionale, Brochure 2003, Il partenariato con le città, L’iniziativa comunitaria URBAN, https://ec.europa.eu/regional_policy/sources/docgener/presenta/cities/cities_it.pdf, consultato il 6 settembre 2021.

146 Ex Post Evaluation, URBAN Community Initiative (1994-1999), Riassunto esecutivo, https://ec.europa.eu/regional_policy/sources/docgener/evaluation/urban/urban_expost_9499_sum_it.pdf, consultato il 5 settembre 2021.

147 Unione Europea Politica regionale, Brochure 2003, Il partenariato con le città, L’iniziativa comunitaria URBAN, p. 11, https://ec.europa.eu/regional_policy/sources/docgener/presenta/cities/cities_it.pdf, consultato il 6 settembre 2021.

quale si apre una nuova fase di programmazione a scopo di consolidare ed espandere quella precedente. Il secondo programma URBAN ha riguardato 70 aree, comprendenti 22,2 milioni di abitanti. Nella sua versione del 2000-2006 il programma ha apportato novità e miglioramenti, rispetto al primo modello URBAN, in modo da rendere continuativo quanto era stato fatto. Uno dei principali successi attribuibili fu il concetto dell’approccio integrato attraverso il quale si affrontavano le problematiche come lo sviluppo economico locale, l’emarginazione sociale e la riqualificazione ambientale e materiale. E’ proprio dall’impatto positivo delineato da questo approccio innovativo su cui si consolida URBAN II148. Un’altra caratteristica di spicco è stata determinata dal coinvolgimento attivo delle autorità locali, i programmi venivano gestiti a livello locale e si integravano con le politiche presenti sul territorio. Il coinvolgimento dei territori si amplia tra la prima e la seconda fase di programmazione URBAN, ottimizzandone l’efficacia e consolidandosi149. L’importante coinvolgimento delle autorità locali ha garantito l’efficacia dei programmi pilota, secondo il criterio dell’aiutando le aree urbane ad auto aiutarsi150.

Inoltre attraverso URBAN II viene estesa la rete per lo scambio di esperienze tra le varie realtà europee che partecipano al programma, aspetto questo, già abbozzato come sotto progetto nell’ambito della prima programmazione, successivamente incrementato con la creazione del programma finanziato fra il 2002 e il 2006 sotto l’egida dell’Iniziativa comunitaria URBAN II.

URBACT mira a individuare in modo sistematico le buone pratiche e a favorire lo scambio di esperienze all’interno di un gruppo di circa 200 città dell’Unione europea. Il successo che ha riscosso lo scambio di buone pratiche e quindi il diffondersi di modelli che integrassero le politiche locali e comunitarie, offrendo un valore aggiunto per la risoluzione dei problemi legati ai contesti urbani, ha fatto sì che la programmazione URBACT continuasse nel tempo, fino ad essere ripresentata nella proposta del quadro finanziario pluriennale per il 2021-2027.

148 «Analogamente, la risoluzione del Parlamento europeo su Urban II ha evidenziato che l’approccio integrato, caratteristica fondamentale dei programmi Urban, sembra essere l’unico mezzo per affrontare i problemi delle aree urbane.» Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla «Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni, La programmazione dei fondi strutturali 2000-2006: una prima valutazione dell’iniziativa Urban, 2003/C 133/12). Introduzione punto 1.3.

149 «Un terzo dei 70 programmi selezionati è gestito da amministrazioni comunali.(…) Ciò costituisce un’importante innovazione rispetto ad URBAN I, in cui, ad esempio, per la Francia e l’Italia erano le autorità nazionali a gestire (direttamente o attraverso i loro rappresentanti locali) tutti programmi.», Unione Europea Politica regionale, Brochure 2003, Il partenariato con le città, L’iniziativa comunitaria URBAN, p. 11, https://ec.europa.eu/regional_policy/sources/docgener/presenta/cities/cities_it.pdf, consultato il 6 settembre 2021.

150 Ibidem.