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CAPITOLO II ACQUISIZIONE TIPICA E ATIPICA DI UNA STRUTTURA SINTATTICA

2.5 Pronomi clitici e dislessia evolutiva

I pronomi clitici oggetto rappresentano un possibile ostacolo anche per i bambini con dislessia evolutiva (DE).

Studi recenti sono stati creati appositamente per testare le competenze morfosintattiche, semantiche e pragmatiche per bambini affetti da dislessia evolutiva. Prendendo in considerazione lo studio di Arosio et al. (2016), si trova un gruppo sperimentale formato da 24 bambini di età compresa tra i 7 e i 12 anni. I soggetti sono stati sottoposti a due test che prevedevano la produzione elicitata di pronomi clitici oggetto diretto e la comprensione di quantificatori, finalizzata alla verifica delle competenze semantico-pragmatiche.

Confrontati con le risposte date dal gruppo di controllo, i bambini affetti da dislessia evolutiva hanno prodotto un numero significativamente inferiore di clitici, mentre considerando le risposte date nel test sui quantificatori, non sono state riscontrate particolari difficoltà. Da qui si deduce che i pronomi clitici sono quindi compromessi a causa della loro complessità sintattica all’interno della struttura frasale.

Nella letteratura, sono numerosi gli studi che hanno affrontato il tema della competenza sull’uso dei pronomi clitici da parte dei bambini con DSA (Arosio et al. 2016, Zachou et al. 2013, Cerutti 2018), e i principali obiettivi sono stati quelli decretare se le difficoltà riscontrate fossero da attribuire ad aspetti della fonologia, morfologia o della sintassi.

Le conclusioni che si possono trarre sono molto diverse tra loro e anche talvolta contrastanti in base al test somministrato e al campione di partecipanti, a causa di un’elevata variabilità individuale che è tipica del disturbo dell’apprendimento.

Un test che mette a confronto la performance di bambini con DE con coetanei a sviluppo tipico, è quello di comprensione e produzione di clitici condotto da Zachou et al. (2013).

Analizzando le risposte date al test di produzione elicitata, il gruppo sperimentale ha commesso degli errori di genere, delle omissioni e delle sostituzioni (ad esempio il pronome maschile plurale “li” al posto di “gli” dove non era richiesto un dativo); mentre, considerando il test di comprensione, le risposte errate date dal gruppo di bambini DE sono superiori rispetto a quelle date dal gruppo di controllo, soprattutto nel momento in cui si incontrava un pronome maschile.

Basandosi sui risultati dati dall’analisi statistica, si è notato che le cause principali degli errori commessi dai soggetti affetti da dislessia evolutiva siano riconducibili alle proprietà fonologiche e a quelle morfosintattiche dei pronomi clitici, ma molti autori vedono la necessità di effettuare ulteriori approfondimenti in quanto le caratteristiche individuali dei soggetti testati possono aver influenzato i risultati trovati.

Nonostante questa richiesta da parte di molteplici autori, le conclusioni che sono state tratte risultano essere in linea con quelle trovate da Cantiani (2011): nonostante vi siano dei tratti comuni, un deficit riscontrato nella competenza linguistica dei soggetti con DSA risulta essere diverso rispetto a ciò che si può riscontrare in soggetti con DSL.

Del Puppo e Pivi (2015) infatti, trovano che i pronomi clitici vengono utilizzati come delle strategie da utilizzare nel caso il partecipante con DSA trovi difficoltà con delle strutture frasali più complesse. Per decretare ciò, le autrici hanno somministrato un test di produzione elicitata di frasi passive con agente nullo a bambini tra 6 e 11 anni affetti o meno da dislessia evolutiva.

Ne è emerso che la performance dei soggetti DE è molto simile a quella dei soggetti del gruppo di controllo: talvolta i bambini utilizzano una frase attiva che contiene un pronome clitico per non utilizzare la frase target passiva, come mostra l’esempio seguente.

(22)STIMOLO: Guarda qui! Indovina! Cosa succede ai cani? RISPOSTA TARGET: (I cani) vengono accarezzati.

RISPOSTA ALTERNATIVA: Il padrone li sta accarezzando.

In (22) si nota dunque che i pronomi clitici vengono prodotti spontaneamente nella forma corretta. Un ulteriore lavoro da menzionare è quello di Guasti (2013), dove il test di elicitazione effettuato in precedenza da Arosio et al. (2010) ,viene somministrato a bambini diagnosticati affetti da dislessia evolutiva. Dai test somministrati si creano due gruppi ben distinti: da una parte, soggetti che dimostrano una competenza discreta nell’utilizzo dei pronomi clitici, dall’altra coloro che producono un numero limitato, quasi nullo, di pronomi target.

È evidente dunque che vi sono soggetti con dislessia evolutiva che riportano un grave deficit delle abilità orali, in aggiunta a quelle solitamente sono associate al disturbo, ovvero quelle di lettura. Cerutti (2018), effettua uno studio su bambini DSA introducendo una nuova tipologia di test mai utilizzata prima per la verifica delle competenze inerenti i pronomi clitici. I soggetti infatti sono stati testati non solo nella produzione elicitata, ma anche nella ripetizione di frasi a ristrutturazione. Dai risultati dei test è emerso che i bambini DSA hanno una buona competenza nell’uso dei pronomi clitici. Dal test di produzione elicitata risulta che il tratto di caso ha un effetto significativo nelle produzioni dei bambini: il maggior numero di risposte target è dato in presenza di un pronome clitico dativo, confermando così l’ipotesi di Caprin e Guasti (2009). (Per maggiori informazioni rifarsi al paragrafo 2.4.2) Anche nello studio di Cerutti (2018), come in quello di Cipriani et al. (1993), si riscontra che la strategia preferita è la sostituzione tramite sintagma nominale, utilizzata nel momento in cui il pronome non viene pronunciato.

Il test di ripetizione aveva come obiettivi non solo comprendere se la differenza di caso o di persona avessero effetti significativi nella performance del bambino, ma anche determinare se vi fosse una posizione preferita per la pronuncia del pronome clitico. Dai risultati emerge che, sebbene vi sia un’alta ripetizione corretta di frasi, l’errore che maggiormente viene commesso è quello di posizionamento del pronome clitico. Infatti, si può notare la tendenza da parte sia dei bambini DSA che del gruppo di controllo a riprodurre accuratamente la frase con due o tre verbi nel momento in cui il pronome si trova in posizione proclitica come dimostrato nell’esempio (23)

(23)Ti vengo a chiedere una mano con i compiti.

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