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Proposta di legge per il divieto delle doppie aste al massimo ribasso

Il 27 giugno 2019, la Camera ha approvato la proposta di legge 1549-A, a prima firma dell’On.

Susanna Cenni, il cui scopo è quello di vietare le aste elettroniche a doppio ribasso nell’acquisto di prodotti agricoli e alimentari, limitare la vendita sottocosto dei prodotti, incentivare le filiere etiche e trasparenti che investono sulla qualità del lavoro e sull’adesione alla rete del lavoro agricolo di qualità.

Inoltre, il testo prevede multe fra i 2 e i 50 mila euro per i trasgressori, alle quali si aggiunge – nei casi più gravi – il blocco dell’attività commerciale per 20 giorni.

Il disegno di legge è nato in seguito all’emersione del ricorso alle aste al doppio ribasso da parte di Eurospin. Al momento, purtroppo, il testo approvato alla Camera attende ancora l’approvazione del Senato. Nel caso in cui la legge passasse al Senato, vendere sotto il costo di produzione sarà possibile

solo in casi ben codificati, programmati e concordati con i fornitori, oppure per evitare gli sprechi in caso di merce che rischia il deperimento.

Come spiegato dal quotidiano La Repubblica,

“il meccanismo delle aste elettroniche inverse, o al doppio ribasso, viene utilizzato da alcune importanti catene distributive per rifornirsi di diversi prodotti: il pomodoro, l’olio, il caffè, i legumi e le conserve di verdura e il latte. In questo modo, le centrali d’acquisto della GDO chiedono tramite e-mail ai fornitori di avanzare un’offerta per la vendita di uno stock di prodotto.

Raccolte le proposte, lanciano una seconda asta, nuovamente al ribasso, partendo dal prezzo

inferiore raggiunto durante la prima. In pochi minuti, su un portale web piuttosto riservato, il fornitore è chiamato a competere selvaggiamente con altri che non conosce, per aggiudicarsi la commessa. Chi si aggiudica la fornitura, spesso si è spinto talmente al limite che, per garantirsi un esiguo margine, deve rivalersi sui produttori da cui acquista la merce.

A loro volta, questi ultimi si possono trovare in difficoltà nel garantire i diritti fondamentali ai lavoratori agricoli. In tal modo, il meccanismo delle aste al doppio ribasso contribuisce a rendere più difficile l’eradicazione dello sfruttamento e del caporalato”33.

Nella presente analisi, sebbene non vi sia lo scopo di provare la monocausalità tra le aste al massimo ribasso e lo sfruttamento con relativi ricatti e violenze alle donne, tuttavia, si riconosce che tali aste concorrano nel determinare condizioni di sistema e di mercato che inducono molte imprese a violare i diritti del lavoro e a volta anche quelli umani.

La proposta di legge nasce dalla campagna #ASTEnetevi lanciata dall’Associazione Terra! a seguito di tre inchieste sulla Grande distribuzione organizzata (GDO) realizzate dell’associazione. La mobilitazione condotta da Terra! insieme alla Flai CGIL e all’associazione daSud ha successivamente spinto il Ministero dell’Agricoltura a proporre un protocollo che impegna gli aderenti a non utilizzare la pratica delle aste on line al doppio ribasso sui prodotti alimentari. Di recente, Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto che recepisce la direttiva europea sulle pratiche sleali nella filiera34, tra cui le aste al doppio ribasso. Entro tre mesi il decreto dovrà essere sottoposto al parere delle Commissioni parlamentari per poi essere

approvato in via definitiva, entro la fine dell’anno, dal Consiglio dei Ministri35.

33. La Repubblica, Filiere alimentari: al bando le aste al doppio ribasso praticate dai supermercati, la Camera approva la legge, 27 giugno 2019, https://www.repubblica.it/solidarieta/equo-e-solidale/2019/06/27/news/al_bando_le_aste_al_doppio_ribasso_la_camera_approva_la_

legge_contro_i_sistemi_d_acquisto_dei_supermercati_per_i_prodotti_a-229770642/.

34. DIRETTIVA (UE) 2019/633 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 17 aprile 2019 in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare.

35. Associazione Terra!, Aste al doppio ribasso: passo decisivo verso il divieto, 31 luglio 2021. https://www.associazioneterra.it/2021/07/31/aste-al-doppio-ribasso-passo-decisivo-verso-il-divieto/.

L’analisi che si propone obbliga a elaborare e applicare capillari e radicali riforme delle stesse filiere produttive e commerciali, nonché delle varie forme di reclutamento illecito e impiego di manodopera femminile. Si tratta di riforme indispensabili per superare qualunque forma di ricatto, discriminazione e sfruttamento variamente declinato delle lavoratrici immigrate, attraverso un’attività di controllo integrale sulle filiere, per garantirne l’assoluta trasparenza, certificazione e il rigoroso rispetto dei contratti di lavoro e dei diritti umani. È un’attività di riforma strutturale che non solo ricondurrebbe centinaia di migliaia di persone, nel caso specifico donne immigrate impiegate nel settore agricolo, nella legalità, ma consentirebbe la modifica del relativo mercato da forme di grave sfruttamento e speculazione che ne compromettono il regolare funzionamento, anche a danno di tutte le numerose imprese agricole che invece rispondono a criteri di legalità e trasparenza.

In definitiva, lo sfruttamento del lavoro migrante in agricoltura non è improvvisato o il frutto di soli poteri e interessi criminali ma la conseguenza dell’organizzazione del mercato del lavoro italiano, sia formale sia informale, delle prassi e consuetudini vigenti, dell’interazione e degli interessi conseguenti di varie organizzazioni criminali (nazionali ed estere), del sistema di impresa che si sviluppa all’interno dei vari settori produttivi, come quello della grande distribuzione e della produzione e trasformazione agro-industriale, delle norme che regolamentano i flussi migratori e i processi di emersione e inclusione sociale propri del welfare nelle sue varie dinamiche.

Sotto questo aspetto, resta aperto il tema dello sfruttamento lavorativo e dell’intermediazione illecita di manodopera (o “caporalato”) di migliaia di braccianti di origine straniera nelle campagne italiane, delle loro condizioni di vita e delle costrizioni vincolanti che impediscono loro di avviare un percorso di inclusione ed emancipazione, con particolare riferimento alle donne immigrate.

I I .

La migrazione