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Di seguito si espongono i metodi di scavo, di raccolta dei materiali, dei dati e i sistemi di elaborazione degli stessi.

Le metodologie adottate nei tre siti oggetto di indagine sono uniformate dalla medesima equipe di scavo da diversi anni.

Le differenti aree di scavo sono state suddivise in quadrati di 1 m x 1 m, ai quali sono stati assegnati dei numeri di riferimento (Grotta di Fumane) o dei numeri associati a lettere maiuscole in ordine alfabetico e con direttive cardinali (Grotta del Col della Stria e Grotta del Rio Secco).

Ogni quadrato è stato a sua volta suddiviso in quadratini di 33 cm x 33 cm (Fig. 3.1_1 tutti i siti), indicati con una lettera alfabetica minuscola (a, b, c, d, e, f, g, h, i) orientati come segue:

I reperti rilevati durante la fase di scavo sono:

Selci: tutti gli elementi che presentano una delle dimensioni ≥ 3 cm, indifferentemente dall’asse di scheggiatura;

Ossa e denti: tutte le schegge ossee con lunghezza ≥ 5 cm o determinabili dal punto di vista anatomico e tutti i denti. Sono esclusi da questo insieme la microfauna e l’avifauna (quando non palesemente riconoscibile).

Carboni: se di grandi dimensioni, relativamente compatti e ben conservati. Ciottoli, ritoccatori, percussori e qualsiasi reperto di varia natura e particolare interesse ai fini dello studio.

Ad ogni quadrato viene fatto corrispondere un piano ortogonale con origine nell’angolo superiore sinistro (guardando verso l’interno della grotta), ponendo l’asse delle x trasversale all’asse mediano centrale della grotta e l’asse delle y perpendicolare allo stesso.

a b c

d e f

g h i

86 Figura 3.1_2: piano ortogonale corrispondente ai quadrati di scavo

Le coordinate vanno da 0 a 100. Di ogni reperto viene così registrata la posizione precisa all’interno del quadrato, assegnandogli una x ed una y (3.1_2).

È stata, poi, rilevata la quota (z) a cui si trova l’elemento; la quota era in passato (prima del 2007 per Grotta di Fumane e di prassi a Grotta del Col della Stria) stata rilevata tramite l’utilizzo di una livella ottica, e nel caso in cui l’elemento risulti verticalizzato è stata presa alla metà della sua lunghezza o, comunque, al suo centro. Dal 2007 in poi i reperti sono registrati anche con l’ausilio di

una stazione totale digitalizzata ed

immediatamente informatizzati (di prassi a Grotta del Rio Secco). Sono comunque annotate manualmente nel registro dei rilevati anche l’orientazione e l’inclinazione, tramite l’utilizzo di una bussola.

I reperti rilevati vengono registrati attribuendo loro un numero progressivo, e successivamente lavati e siglati riportando in sequenza: numero inquadrato di rilievo (es. NR 100), la sigla del sito e anno di campagna di scavo (es. RF 2008, per Grotta di Fumane, CDS 2008 per Grotta del Col della Stria, RS 2010 per Grotta del Rio Secco), quadrato e quadratino (es. 100a), l’unità stratigrafica di appartenenza (es. US A3 o A4, cerchiato) ed il numero riquadrato di rilevamento. Sono poi imbustati singolarmente trascrivendo gli stessi dati di riferimento del reperto rilevato.

Tecniche di campionamento in corso di scavo e preparazione del materiale

I Fase: Prelievo in fase di scavo. Tutti i reperti in materia dura animale quando riconosciuti, come anche quelli litici, sono stati prelevati tramite l’uso di utensili specifici. Cazzuole, specilli e pinzette (vaglio) sono gli strumenti metallici che possono essere entrati di rado in contatto, con i reperti osteologici, ed in alcuni casi aver lasciato tracce. Nei rari casi in cui tali tracce siano presenti sulle superfici ossee, le loro caratteristiche le rendono facilmente riconoscibili.

II Fase: Prelievo e prima pulizia. Il materiale asportato dall’area di scavo è filtrato con setacci a maglia fine in plastica di 2mm; prima a secco e poi tramite immersione in grandi vasche d’acqua. In questo modo, la frazione fine del sedimento (sabbie, limo e argilla) viene

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eliminata. L’ultima fase del lavaggio prevede il passaggio sotto il getto d’acqua a doccia per eliminare le rimanenze.

Quando è possibile un’immediata identificazione visiva, sia prima che dopo la fase I, al materiale osseo è risparmiata la pulizia tramite acqua che avverrà in un secondo momento con metodi e modi più appropiati.

III Fase: Vaglio. Il materiale pulito così ottenuto viene sottoposto al vaglio, durante questa fase tutto il materiale è regolarmente raccolto e distinto per categorie: ossa, ossa combuste, selci, resti di microfauna (ossa e denti), malacofauna, carboni, ocra, conchiglie marine, e qualsiasi altra cosa risultata anomala rispetto allo scheletro che ingloba il materiale, ad es. clasti alloctoni, arrossati o altro.

Dopo essersi asciugato naturalmente, il materiale viene vagliato, individuato e insacchettato con la rispettiva dicitura di riferimento: anno di campagna di scavo, riferimento spaziale, unità stratigrafica come già illustrato per i reperti rilevati (i quali sono singolarmente imbustati).

3.1.1-GROTTA DI FUMANE

L’insieme faunistico preso in esame proveniente dalle unità stratigrafiche A3, A4 (Uluzziano), A5, A5+A6, A6 (Levallois), A8 e A9 (Discoide) delle campagne di scavo 1990, 1993, 1995, 1996, 2001, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009, 2010 e 2011. L’analisi di insieme dei cinque livelli di occupazione antropica tardo musteriani e di transizione incorpora l’areale degli stessi livelli già studiato dal punto di vista paleontologico da Cassoli P. e Tagliacozzo A. (1991) riguardante le campagne di scavo dal 1988 al 1991.

Negli ultimi cinque anni di studi, lavori di tesi triennale e specialistica hanno sondato a differenti livelli di indagine (archeozoologia, industria su osso tecnologia litica, antrocologia, ornamenti) le unità stratigrafiche in oggetto (Gurioli F. 2002; Romandini M. 2008; De March M. 2009/2010; Di Taranto E. 2009/2010; Frescura 2004/2005; Centi L. 2008/2009; Jequier C. 2009/2010; Danti A. 2008/2009; Stefani M. 2006/2007).

In passato per alcune campagne di scavo i reperti di macromammiferi e uccelli, venivano consegnati e conservati presso il laboratorio di archeozoologia del Museo Preistorico ed Etnografico “L. Pigorini” di Roma, e per altre presso l’Università di Torino, Istituto di Anatomia, Farmacologia e Medicina Legale.

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È stato possibile grazie alla disponibilità dei responsabili delle due strutture, riaccorpare tutto il materiale riferibile alle unità stratigrafiche oggetto di studio, fatta eccezione per i reperti facenti parte della collezione di confronto del laboratorio di archeozoologia del Museo Preistorico ed Etnografico “L. Pigorini” di Roma, già studiati in precedenza sotto l’aspetto paleontologico, e quelli esposti permanentemente in musei e mostre (Museo di Sant’Anna d’Alfaedo).

L’areale indagato interessa con le oppurtune variazioni per livello, circa 50 metri quadrati della Grotta ricchi di selci scheggiate, resti ossei animali, strutture e carboni.

Lo studio in oggetto si è interessato di tutta l’archeofauna a macromammiferi venuta alla luce durante le operazioni di scavo delle USS A3 e A4 e correlate, e di più della metà dell’areale per le USS A5, A5+A6 e A6, A8, A9 e correlate interfacce.

I materiali analizzati nel totale sono 291850, per un peso totale di 108,445 kg (Tabella 3.1_A). Si tratta di 259103 resti non rilevati e senza codice, 10561 reperti rilevati e 22186 reperti con codice assegnato (3.1_A). Nell’unità A3 sono stati analizzati 17938 resti totali, e nell’unità A4, 22997; nell’unità A5 e A5 + A6, NR 59658; A6, NR 108503; A8 e A9, NR 82754.

Materiali NR NR %

reperti rilevati (>3) 10561 3,6

reperti codificati 22186 7,6

reperti senza codice 259103 88,8

totale 291850 100 A3 A4 A5 e A5+A6 A6 A8+A9 17938 22997 59658 108503 82754

Tabella 3.1_A: tabella riassuntiva della totalità dei materiali analizzati per i livelli tardo musteriani e di transizione di Grotta di Fumane.

L’insieme dei resti ossei si presenta piuttosto frammentato, molti dei reperti hanno richiesto una pulizia accurata, prima di poter essere analizzati. Le superfici dei reperti sono comunque nella gran parte dei casi risultate sin dalle prime analisi in ottime condizioni.

I materiali provenienti da altri enti e strutture, di scavi precedenti alla campagna 2001, erano contenuti in sacchetti di carta, con riferimenti identificativi scritti a matita. Alcuni di questi a causa del deterioramento risultavano forati, ma si esclude una dispersione del materiale in essi contenuto di significativa importanza. Altri presentavano un riferimento annuale, ma non

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spaziale, il quale è stato dedotto dai diari di scavo degli anni precedenti. Tutti i sacchetti cartacei sono stati sostituiti con minigrip in plastica, di dimensioni variabili, accompagnati dalle proprie diciture di riferimento.

I reperti che presentavano fratture e distacchi della superficie imputabili a disidratazione, esfoliazione estesa di recente fattura o metodi di scavo, sono stati consolidati con colla reversibile UHU. Alcuni dei resti in precedenza depositati altre strutture recano siglatura a china su smalto posto a diretto contatto con le superfici ossee.

3.1.2-GROTTA DEL COL DELLA STRIA

L’insieme faunistico preso in esame proveniente dall’US 4 t. I base e US5 (Musteriano Levallois) delle campagne di scavo 2004, 2005, 2007, 2008. Nel 2009 una tesi triennale in archeozoologia ha interessato la porzione medio – superiore della sequenza stratigrafica della grotta (Battocchio D., 2009). Analisi tafonomiche e archeozoologiche della frequentazione musteriana risultano ad oggi inedite. Il materiale tutto viene annualmente preso in consegna dal Dipartimento di Biologia ed evoluzione dell’Università degli studi di Ferrara e qui studiato e catalogato.

L’areale indagato interessa circa 8 metri quadrati della Grotta.

Lo studio in oggetto si è interessato di tutta l’archeofauna a macromammiferi venuta alla luce durante le operazioni di scavo, delle US 4t. I base e US 5.

A4 t. I base+correlate: 4 t. I base; 4 t. I base S I; 4 t. I base S II; 4 base; 4; 5; 5α; 5α + 5; 5β; 5y; 5y + 5.

Materiali NR NR %

reperti rilevati 72 10,55

reperti con codice 77 11,30

reperti senza codice 533 78,15

Totale US 682

4 t. I base 5

585 97

90

I materiali analizzati nel totale sono 682, per un peso totale di 1.083 kg (Tabella 3.1_B). Si tratta di 533 resti non rilevati e senza codice, 72 rilevati e 77 reperti a cui si è assegnato un codice.

L’insieme dei resti ossei si presenta frammentario, molti dei reperti hanno richiesto una pulizia accurata e difficoltosa, prima di poter essere analizzati. Le superfici dei reperti sono nella maggior parte dei casi risultate sin dalle prime analisi in buone condizioni.

I materiali provenienti direttamente da scavo erano già provvisti del rispettivo minigrip in plastica, di dimensioni variabili a seconda della taglia o numero delle ossa, accompagnato dalle proprie diciture di riferimento spaziale e stratigrafico.

I reperti che presentavano fratture e distacchi della superficie imputabili a disidratazione, esfoliazione estesa di recente fattura o metodi di scavo, sono stati consolidati.

3.1.3-GROTTA DEL RIO SECCO

L’insieme faunistico preso in esame proveniente dalle USS 5 tetto; US 7; US 5, US 8 e US 10, delle campagne di scavo 2002, 2010, 2011. Queste unità stratigrafiche sono interessate da almeno due frequentazioni neandertaliane (Musteriano Levallois e Discoide), la più recente ha coinvolto le USS 5 tetto, 7 e 5 a contatto con la più antica che interessa US8 e US10. Analisi tafonomiche e archeozoologiche di tali livelli sono ad oggi inedite. Il materiale tutto viene annualmente preso in consegna dal Dipartimento di Biologia ed evoluzione dell’Università degli studi di Ferrara e qui studiato e catalogato.

L’areale scavato ha esposto una palosuperficie di occupazione antropica ricca di reperti di circa 4-6 metri quadrati per le USS 5, 5 tetto e 7, mentre allo stato attuale delle ricerche meno consistente è l’indagine (2 metri quadrati) e il materiale per le USS 8 e 10. Lo studio in oggetto ha interessato tutta l’archeofauna a macromammiferi venuta alla luce durante le operazioni di scavo delle seguenti unità:

US 5 tetto, US 7, US 5+correlate: 5 tetto, 5 tetto I, 5 tetto II, 7, 7 tana, 5, 5 base US 8, US 10+correlate: 8, 8 base, 8 tana, 10

Il totale dei resti analizzati è 4030, per un peso totale di 2,206 kg (Tabella 3.1_C).

Si tratta di 3624 resti non rilevati e senza codice, 100 reperti rilevati e 316 non rilevati a cui si è assegnato un codice.

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Materiali NR NR %

reperti rilevati 100 2,5

reperti con codice 316 7,8

reperti senza codice 3624 89,7

Totale US 4030

5 tetto, 5 e 7

8 e 10 3144 886

Tabella 3.1_C: tabella riassuntiva della totalità dei materiali analizzati per i livelli musteriani di Grotta del Rio Secco.

L’insieme dei resti ossei si presenta frammentario, la gran parte ha richiesto una pulizia accurata, prima di poter essere analizzati. Le superfici dei reperti sono nella maggior parte dei casi risultate sin dalle prime analisi in buone condizioni. Si nota macroscopicamente la differenza di conservazione tra resti di animali fossatori, dall’aspetto più fresco e reperti depositatisi in fase con i livelli.

I materiali archeologici provenienti direttamente da scavo della Grotta sono dotati del rispettivo minigrip in plastica, di dimensioni variabili accompagnato dalle proprie diciture di riferimento.

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