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Pulicosi

Nel documento UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA (pagine 66-71)

4.3 MALATTIE DA ARTROPODI

4.3.2 Pulicosi

EZIOLOGIA PHYLUM: Arthropoda CLASSE: Insecta ORDINE: Siphonaptera GENERE: Ctenocephalides

Figura 24. Ctenocephalides canis Figura 25. Ctenocephalides canis, particolare (www.lookfordiagnosis.com). (www.telegraph.co.uk).

Le pulci (figure 24 e 25) sono insetti la cui importanza non è solo dovuta agli effetti diretti da essi provocati agli ospiti, ma anche per l’azione vettoriale nei confronti di vari agenti di malattia.

Esse sono di color bruno scuro, senza ali con il corpo compresso lateralmente che permette loro di muoversi agevolmente tra il pelo degli ospiti. Gli occhi, quando presenti, sono semplici macchie fotosensibili e le antenne, corte, sono reclinate. Il terzo paio di arti è molto più sviluppato degli altri e consente di spiccare il salto per raggiungere l’ospite. La testa può presentare sul bordo posteriore (pronatale) o ventrale (genale) file di spine scure chiamate ctenidia che rappresentano le caratteristiche morfologiche più importanti per l’identificazione.

CICLO BIOLOGICO

Le uova, ovoidali e lisce, vengono deposte sul suolo o sull’ospite da dove cadono a terra. La schiusa avviene in 2-7 giorni a seconda della temperatura ambientale. Le larve, vermiformi e ricoperte di peli, si cibano di detriti organici e delle feci degli adulti che contengono emoglobina necessaria per le successive fasi di sviluppo e che conferisce loro un colore brunastro. La larva muta due volte e lo stadio finale è lungo circa 5 mm. I tempi delle mute e la permanenza allo stadio di pupa dipendono da fattori di temperatura e umidità.

sopravvivere fino a 6 mesi lontano dall’ospite tra un pasto e l’altro. In genere la durata media della vita di una pulce si aggira sui 2 anni.

La maggior parte delle pulci si alimenta per pochi minuti e poi si sposta verso un’altra parte del corpo per riprendere il pasto o per scendere a terra alla ricerca di un nuovo ospite. Pochi generi, come ad esempio Ctenocephalides, conducono allo stadio adulto vita parassitaria permanente.

PATOGENESI E SINTOMATOLOGIA

C.canis è presente soprattutto nel cane, C.felis invece è molto più diffuso: si rinviene comunemente sul gatto e sul cane e in assenza degli ospiti naturali o in caso di infestazione ambientale elevata aggredisce anche l’uomo. Sono ospiti intermedi di Dipylidium caninum: la larva con il suo apparato buccale rompe l’uovo del cestode, ingerisce l’embrione e la larva esacanta si sviluppa a cisticercoide contemporaneamente allo sviluppo della pulce. La pulce adulta alberga il cisticercoide nella muscolatura e l’ospite si infesta quando ingerisce accidentalmente l’insetto o le sue parti durante l’attività di pulizia o mordendosi e leccandosi.

L’infestazione da pulci si manifesta con una varietà di quadri clinici determinati da numerosi fattori che comprendono il singolo animale e il numero di pulci. Esistono tuttavia 2 tipi principali di quadro clinico, che dipendono dal fatto che l’ospite sia sensibilizzato o no agli allergeni presenti nella saliva delle pulci.

Nell’animale sensibilizzato il carico di pulci è di solito più basso, in quanto l’animale può essere in grado di allontanare le pulci dal mantello in modo molto efficiente.

In ogni caso, la lesione primaria è una papula conseguente ad una singola puntura di pulce. Può tuttavia essere difficile rinvenire le papule poiché il trauma autoindotto associato rende più evidenti le lesioni secondarie. Sintomi comuni sono: prurito, peli spezzati, croste, aree alopeciche tipicamente sulla parte caudale del dorso (figura 26).

Figura 26. Dermatite allergica da pulci (www.astrovet.blogspot.com).

Nell’uomo

Pulex irritans è una specie che si è adattata ad alimentarsi sull’uomo; in alcune aree è facilmente rinvenibile anche su cane e gatto. In mancanza dell’ospite preferenziale (cane

e/o gatto), C. felis e C. canis attaccano facilmente anche l’uomo. Le punture si manifestano come minute macule circondate da una reazione eritemato-pomfoide (figura 27). In alcuni casi, specialmente nei bambini, si instaura una componente essudativa che origina lesioni eritemato-vescicolari.

DIAGNOSI

Oltre alla ricerca dei parassiti adulti nel pelo dell’animale, può essere effettuata la pettinatura del mantello per raccogliere i detriti: si posa un campione di detriti su carta bagnata: attorno ai granuli neri si vedrà un anello rosso, dovuto alla liberazione di sangue non digerito presente nelle feci delle pulci. Quando si sospetta un’ipersensibilità, ma non sono evidenti pulci, possono essere condotti test ematici o cutanei per confermare l’ipersensibilità.

LOTTA

Il trattamento specifico si basa sull’uso di insetticidi dotati di rapida azione abbattente associati a composti con attività residuale in modo da proteggere gli animali da successive reinfestazioni.

Le associazioni più efficaci sono generalmente ottenute tramite piretro o piretrine sintetiche e piretroidi sinergizzati dal piperonil butossido ed eventualmente formulati in microcapsule. La loro efficacia è elevata e sono in grado di proteggere gli animali da episodi di reinfestazione per circa 3 settimane. Efficaci sono anche i carbamati e gli organofosfati, ma la loro tossicità è più elevata. Il fipronil e l’imidacloprid sono molecole formulate in spray o in spot-on ed associano una buona attività abbattente con l’attività residuale in grado di proteggere gli animali per 1-2 mesi.

Per quanto riguarda il controllo ambientale, di grande aiuto sono i regolatori di crescita degli insetti quali il metoprene e il lufenuron. È necessario inoltre il massimo rispetto delle più banali norme igieniche di pulizia e l’uso frequente dell’aspirapolvere può rimuovere parte della popolazione a vita libera.Larga parte del rischio di infezione deriva infatti dal reservoir di forme a vita libera presente nell’ambiente di vita del cane e del gatto tenuto conto che non più del 3-5 % dell’intera popolazione di pulci è presente sull’ospite.

In caso di allergia da pulci l’uso corretto dei moderni presidi dotati di buona attività abbattente e residuale è generalmente sufficiente per il ristabilimento dello stato di salute degli animali. Nei casi gravi un trattamento topico iniziale con corticosteroidi può accelerare il processo di guarigione. Nei soggetti allergici il trattamento va mantenuto durante tutto l’anno in modo da tenere costantemente i parassiti al di sotto della soglia a rischio di manifestazioni clinicamente evidenti.

Nel documento UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA (pagine 66-71)

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