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II. CONTESTI URBANI E SPAZI PUBBLIC

II.1.2 Quadro storico e politico-istituzionale

Le fonti antiche non riferiscono le circostanze della genesi di Antigonea, né le ragioni per le quali alla città è stato dato tale nome. Il toponimo deriverebbe, secondo l’ipotesi più accreditata105, da Antigone, figlia di Berenice e figliastra del re d’Egitto Tolomeo Sotere, sposa di Pirro tra il 297 e il 295 a.C. (PLU., Pyrrh. 4). Antigonea sarebbe dunque una città fondata ex novo dal re epirota, o rifondata sul sito di un insediamento precedente, nel quadro di una politica espansionistica e di controllo del territorio tipica dei grandi sovrani greci di età ellenistica106. Alcune caratteristiche dell’impianto e dell’architettura urbana, oltre ai dati cronologici, confermerebbero l’intervento del sovrano nella pianificazione della città nella prima metà del III sec. a.C.107; l’orientamento secondo i punti cardinali e l’ampiezza degli isolati, con un fronte di ca. 50 m, trova confronti interessanti con le numerose città fondate dai successori di Alessandro secondo il modello urbano di Pella108. La presenza nel territorio dei

101 BUDINA 1968; 1969; 1972; 1975; 1976a; 1976b; 1977-1978; 1984; 1985; 1986a; 1987a; 1987b; 1989; 1990a; 1990b;

1993; PRENDI, BUDINA 1970. Per un quadro generale sulle ricerche archeologiche condotte negli anni Sessanta- Novanta, MYRTO 1998: 13–14.

102 BUDINA 1975: 462; 1976a; 1977-1978; 1986a: 260-261; ANDREA 1992: 87.

103 ZACHOS et al. 2006a; 2006b; ÇONDI 2007b; 2012; 2014a: 241–245; 2014b; 2017a; GIORGI, BOGDANI 2007: 46–47;

QIRIAQI 2007: 73; ZACHOS, PLIAKOU 2008: 775; ZACHOS 2012: 348. A partire dal 2007 gli scavi ad Antigonea sono stati condotti dall’Istituto Archeologico di Tirana sotto la direzione del Prof. D. Çondi.

104 PERNA 2014: 204; PERNA, ÇONDI 2017: 356; SCHETTINO et al. 2017. 105 ZACHOS et al. 2006b: 381-382 con storia degli studi.

106 RINALDI, GORICA c.d.s.

107 Al contrario c’è chi ritiene che la mancanza di dati certi non consente di mettere in relazione la genesi della

città con un atto di fondazione del re molosso e che non si possa escludere la possibilità di una creazione della città da parte dei Caoni che, in virtù del loro ingresso nella symmachia guidata da Pirro, nominano il centro in onore del re (BOGDANI 2007: 28, 30; GIORGI, BOGDANI 2012: 390).

108 Pella, capitale macedone, mostra una scansione rigorosa dello spazio urbano in isolati di 47 x 111-150 m,

orientati secondo i punti cardinali, ed incentrata sull’asse del complesso palaziale e dell’agora, attuata da Cassandro verso la fine del IV sec. a.C. (SIGANIDOU 1990; AKAMATIS 2011). Tessalonica, fondata da Cassandro nel 316/15 a.C. in onore della moglie defunta, è dotata di un impianto urbano regolare con isolati di 58,50 x 102 m databile probabilmente alla fase originaria della città (VITTI 1992; 1996). Anche Sicione nel nord del Peloponneso, e Demetriade in Tessaglia, fondate da Demetrio Poliorcete rispettivamente nel 303 a.C. e nel 294 a.C., sono caratterizzate da un impianto urbano regolare orientato secondo i punti cardinali, con isolati quadrati di 60 x 60 m,

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Caoni di un insediamento che porta il nome della moglie defunta del re Pirro testimonia certamente l’influenza politica del regno degli Eacidi nei confronti dell’ethnos dei Caoni, nei primi anni del III sec. a.C., se non addirittura un controllo territoriale109.

L’ipotesi della genesi di Antigonea nel III sec. a.C. trova una forte conferma nei dati archeologici. Gli scavi e i saggi stratigrafici condotti nella città non hanno restituito reperti anteriori al III sec. a.C., se non poche monete di IV ed alcuni reperti ceramici dell’età del ferro110. I resti monumentali della città evidenziano prevalentemente un’unica fase costruttiva e sembrano frutto di un unico grande progetto di pianificazione urbana. La scelta della collina di Jerma per la costruzione della città è facilmente spiegabile, dal momento che presenta un ampio pianoro di crinale con un lieve dislivello verso sud-ovest adatto all’insediamento, protetto alle sue estremità orientali e occidentali da versanti a strapiombo. Inoltre, è evidente il ruolo strategico fondamentale che doveva ricoprire questo altopiano nel controllo della valle del fiume Drinos, poiché rivolto a sud verso la vasta pianura alluvionale che si forma nel punto in cui la valle si allarga e il Drinos riceve le acque del suo affluente Suhes. Non è da escludere, anche se non si possiedono sufficienti dati storici ed archeologici a favore di tale ipotesi, che la natura favorevole del sito possa aver contribuito, anche nei secoli precedenti l’edificazione della città ellenistica, alla formazione di un insediamento (kome), forse arroccato sulla cima di San Michele111; la presenza di un isolato largo ca. 36 m nel settore settentrionale di Antigonea potrebbe testimoniare una fase di pianificazione urbana precedente alla città di III sec. a.C.112, o essere dovuta al semplice adattamento dell’insula alla conformazione del terreno (infra, II.1.3).

Il centro di Antigonea rappresenta una novità all’interno della valle del Drinos per quanto riguarda la realtà urbana, politica e amministrativa; qui giunge a compimento un sistema insediativo che vede la subordinazione ad Antigonea di centri più antichi, e il sorgere, accanto alla città principale, di centri minori più o meno urbanizzati e fortezze aventi una funzione unicamente militare e di sorveglianza113. Dunque, un sistema di gestione del territorio promosso da Pirro per un controllo più efficace della vallata, in precedenza meno organizzata e priva di un centro urbano egemone114, e soprattutto del più importante asse di

la prima, e di 50-51 x 100-101 m, la seconda (MARZOLFF 1994; LOLOS 2006; 2015). Infine, le fondazioni seleucidi di inizio III sec. a.C., mostrano un sistema regolare dell’impianto basato su un rapporto di 1:2 tra larghezza e lunghezza delle insulae, come nei casi di Laodicea e Antiochia che presentano isolati di ca. 58 x 112 m, di Apamea (55 x 110 m), di Aleppo (48 x 124 m) e di Damasco con isolati di 45 x 100 m (VITTI 1992: 68 con bibliografia relativa).

109 CABANES 2007; 2010a: 122-123; 2016: 24-26; GIORGI, BOGDANI 2012: 363-374. Cfr. MEYER 2013: 126-130. 110 GIORGI, BOGDANI 2012: 294.

111 L’ipotesi di un precedente insediamento viene spiegato con la presenza sulla cima di San Michele di mura

realizzate con un’opera poligonale rozzamente sbozzata, del tutto dissimile da quella utilizzata per la restante parte della cinta (CABANES et al. 2008: 120; PERNA 2014: 204 e nota 25; PERNA, ÇONDI 2017: 357).

112 L’ipotesi potrebbe trovare conferma, oltre che nella leggera divergenza di orientamento delle strutture

rispetto a quelle del settore centrale e meridionale dell’insediamento, anche nella larghezza dell’isolato simile a quella delle insulae delle città ortogonali sorte tra l’età arcaica e tardo-classica in Epiro e in Illiria meridionale (RINALDI 2015). La colonia corcirese di Apollonia, ad esempio, è caratterizzata dalla sistemazione in età ellenistica della parte bassa della città in isolati larghi 60 m, che non cancella la primitiva organizzazione arcaica e classica del centro urbano, tra l’agora e l’acropoli settentrionale, divisa in tre differenti quartieri, ognuno con il suo orientamento ed una larghezza delle insulae di ca. 30 m (DAUTAJ et al. 2007; LAMBOLEY 2012; LAMBOLEY, DRINI 2014).

113 GIORGI 2004; BOGDANI, GIORGI 2011; GIORGI, BOGDANI 2012: 378–384; MELFI, PICCININI 2012a; 2012b.

114 Il controllo della valle del fiume Drinos doveva essere in precedenza meno organizzato considerata la facilità

con la quale gli Illiri guidati dal re Bardylis attraversarono la valle durante la spedizione contro i Molossi del 385 a.C. (D.S. XV 13, 1-3). Interessante notare come nel 230 a.C. i cinquemila Illiri guidati da Scerdilaidas raggiunsero

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comunicazione tra l’Illiria e il regno dei Molossi. La mancanza, già in precedenza, di fortezze lungo la catena montuosa che separa il territorio di Antigonea da quello di Phoinike testimonia come la valle del Drinos appartenesse al koinon dei Caoni, al quale deve aver aderito la nuova città che ottiene ora la gestione del sistema

difensivo insieme al koinon dei Caoni115; interessante in tal senso è il rinvenimento ad Antigonea e a Phoinike di due frammenti di tegole con lo stesso bollo con monogramma

ΧΑ(όνων), noto soprattutto dalla

monetazione116 (Fig. 7). Il bollo attesterebbe la proprietà e la destinazione pubblica della tegola ed eventualmente una forma di controllo pubblico sulla produzione laterizia, che testimonierebbe l’intervento degli organismi decisionali ed esecutivi comuni dei Caoni sul confezionamento dei laterizi, almeno in determinate occasioni117. Il

ritrovamento nell’archivio dell’Edificio A di Gitana in Tesprozia di due cretule in argilla con sigillo impresso raffigurante un fulmine all’interno di una corona di quercia ed iscrizione ANTI / ΓΟΝΕΩΝ e ANTIΓΟ / ΝΕΩΝ118, lo stesso etnico attestato nelle quattordici tessere bronzee trovate all’interno della Casa 5, evidenzia d’altro canto i rapporti politici ed economici che la città di Antigonea intratteneva in totale autonomia con realtà esterne al territorio caono.

Phoinike senza passare di fronte ad Antigonea, ma attraverso un percorso alternativo e difficile lungo la valle del torrente Kardhiqi fino al valico di Skërfica e da lì attraversando la valle della Kalasa (GIORGI, BOGDANI 2012: 53).

115 Secondo Dh. Budina e D. Çondi l’abitato di Antigonea si sarebbe sviluppato in epoca storica imponendosi

come capoluogo di un distretto caratterizzato anche sul piano etnico «koinon des Antigonéoi», dotato di amministrazione e magistrature autonome nell’ambito del koinon epirota, secondo quanto riferito in PLIN., nat. IV 1, 2 a proposito del popolo degli Antigonenses, separato da quello dei Caoni (BUDINA 1985: 163-165; 1987b: 163-166; 1993: 113; ÇONDI 2014a: 248; 2017a: 394; 2017b). Al contrario P. Cabanes ritiene che non sia corretto parlare di Antigonea come centro di una comunità degli Antigonesi poiché non esistono testimonianze storiche o archeologiche a conferma di una loro autonomia politica: v. l’intervento di P. Cabanes in BUDINA 1993: 121-122.

116 Il monogramma in rilievo nel bollo di Antigonea è stato letto differentemente da Dh. Budina come una

singola lettera A (BUDINA 1972: 341, 375 tav. XXVII); tuttavia, l’immagine del frammento e il confronto con l’esemplare di Phoinike (infra, II.2.2) confuterebbero tale ricostruzione e la lettera A con la barra spezzata ricorderebbe, in particolare, il monogramma presente sulla monetazione dei Caoni datata 170-168 a.C. per la quale si rimanda a GJONGECAJ 2011a: 141. Dal momento che a destra del monogramma è visibile la fine del cartiglio, difficilmente le lettere potranno riferirsi al nesso ÂY presente nei bolli sulle tegole rinvenute nei territori di Apollonia, riportanti il nome ΓΛÂΥΚΟΣ/ΓΛÂΥΚΙΑΣ (CEKA 1982: 109, tav. III 30b), certamente il proprietario o il gestore di un’importante figlina attiva fra III e II sec. a.C., come dimostrano anche le numerose attestazioni del nome su pithoi rinvenuti nella zona di Irmaj, Korçë e Gradishtë (CABANES 2016: nn. 433, 445, 450). Bolli con cartiglio che si sviluppa in altezza e con monogramma riferibile all’etnico cittadino/tribale, identico a quello presente sulla monetazione, sono noti nel mondo greco ed anche nella vicina Corfù (KINDT 1997: 30, 108 catt. 314-315) e ad Orraon (TZOUVARA-SOULI 1993: 69, fig. 7); in generale, MANACORDA 2000: 134.

117 Sul significato e ruolo del marchio di pubblicità sui laterizi, MANACORDA 2000: 133; VECCHIO 2009-2012: 76–

77.

118 PREKA-ALEXANDRI, STOYAS 2011: 680; PREKA-ALEXANDRI 2013: 225.

Fig. 7. La tegola da Antigonea (a sinistra) (BUDINA 1972: 375 tav. XXVII) e quella di Phoinike (a destra).

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Poco o nulla è noto in merito alle istituzioni cittadine; la cretula con sigillo o tessera in argilla rinvenuta nella Casa 5 con iscritto ΣΤΡΑΤΑΓΟΥ potrebbe documentare l’istituto della strategia a livello poleico o, più in generale, ai vertici del koinon dei Caoni o dello stato federale epirota (infra, Casa 5), mentre una dedica su una stele (SEG 37, 508) certifica la presenza del ginnasiarca119, magistrato civico o carica privata120, ed una seconda su due frammenti di calcare rinvenuti a Rodotopi fa riferimento ad un

agonoteta originario di Antigonea121. I quattordici gettoni di presenza o tessere di voto in bronzo, con iscritto il nome della città, attestano certamente l’esistenza di assemblee politiche e corti giudiziarie a livello cittadino (infra, Casa 5), così come l’indicazione dei cittadini di Antigonea al genitivo plurale (ANTI / ΓΟΝΕΩΝ e ANTIΓΟ / ΝΕΩΝ) sulle cretule rinvenute a Gitana allude indirettamente al corpo civico (Fig. 8). Infine, l’identificazione di una probabile officina monetaria porterebbe ad ipotizzare che ad Antigonea si coniassero monete in bronzo del koinon degli Epiroti (infra, Officina monetaria). Dunque, Antigonea mostra un quadro istituzionale alquanto complesso, ma non dissimile da

quello delle poleis greche, con organi deliberativi, esecutivi ed amministrativi a livello cittadino, tanto da essere definita polis in Tolomeo e Stefano di Bisanzio122.

Antigonea subisce una violenta distruzione durante gli anni della Terza guerra macedonica, probabilmente da parte delle truppe macedoni e dei loro alleati epiroti, nonostante non si possa escludere del tutto che la devastazione della città sia connessa con i saccheggi perpetrati dalle legioni romane dopo Pidna o, ad esempio, con la politica tirannica di Carope il Giovane123. Dopo tali eventi la città, pur presentando tracce di una sporadica

119 L’iscrizione riferisce di un certo Λυκόφρων, figlio di Θεόδοτος, che fu direttore del gymnasium o supervisore

dell’educazione atletica dei giovani e che dedicò la stele a Ermes e Eracle, protettori dei gymnasia. La stele (AMI inv. n. 408) è stata rinvenuta da D. Evangelidis in un villaggio nei pressi di Antigonea ed è stata pubblicata per la prima volta senza illustrazione (EVANGELIDIS 1913a: 461). L’iscrizione è stata ripubblicata da P. Cabanes, con bibliografia e commento al testo, e datata su base paleografica al II sec. a.C. (CABANES 2016: n. 64 con bibliografia di riferimento). Il nome Λυκόφρων è attestato in Epiro in diverse iscrizioni, in particolare in un atto di affrancamento di Phoinike (232-168 a.C.), dove compare come padre di un personaggio che ricopre la carica di grammateus del koinon degli Epiroti (CABANES 2016: n. 9 con bibliografia precedente), e nelle liste dei magistrati/sacerdoti e negli atti di affrancamento del koinon dei Prasaiboi di Butrinto post 163 a.C. (LGNP IIIA, Λυκόφρων, 9-18).

120 Sulla figura ed il ruolo del ginnasiarca, CURTY 2015. A Klos (Illiria meridionale) il ginnasiarca ricopre, almeno

in certo periodo, anche una funzione eponimica: v. CABANES 2016: n. 369.

121 La dedica ad Artemide Hagemona è fatta da un certo Phormiskos Antigoneos ed è datata al II sec. a.C. (AMI

nn. inv. 397-398) (CABANES 2016: n. 72 con bibliografia di riferimento; SOUEREF 2016: 100 n. 1).

122 «Πόλεις δέ εἰσι τῆς Ἠεπείρου μεσόγειοι / Χαόνων / Ἀντιγόνεια»: PTOL. III 14, 7; ST.BYZ., s.v. Ἀντιγόνεια,

πόλις Χαονίας ἐν Ἠπείρῳ. Ὁ πολίτης Ἀντιγονεύς.

123 Gli scavi condotti sul pianoro hanno messo in luce un esteso livello di distruzione, con strati di crollo delle

coperture che coprono spessi livelli fortemente combusti, che, per cronologia dei materiali, potrebbe essere ricollegato agli avvenimenti della Terza guerra macedonica. Dal momento che Antigonea risulta uno dei centri

Fig. 8. Cretula con sigillo/tessera identificativa (in

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frequentazione in età romana, viene gradualmente abbandonata124; al suo posto acquista importanza il centro sorto ca. 15 km a sud-est identificato con la città di Hadrianopolis125. In età bizantina e medievale, infine, alcune strutture religiose si impostano sulle rovine della città ellenistica a testimonianza della presenza di un piccolo centro abitato126.

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