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4. Rapporto tra sicurezza, clima e benessere organizzativo

4.7 Qualità della vita

Da diversi anni un nuovo termine è entrato nel dibattito, non solo scientifico: si tratta della Qualità della Vita.

II miglioramento della Qualità della Vita (QOF-Quality-of-Life) rappresenta il nuovo orizzonte in cui si muovono gran parte degli interventi di tipo sociale, psicologico e medico. Ciò nonostante non esiste ancora una definizione unica e condivisa a dimostrazione della complessità e della multidimensionalità di tale costrutto.

Sono, comunque, numerosi gli studiosi che hanno cercato di fare chiarezza. Una sistematizzazione molto importante del concetto di Qualità della Vita è stata proposta da Lawton già nel 1991, con la distinzione di quattro dimensioni fondamentali:

a) competenza comportamentale: insieme di abilità possedute dal soggetto, che lo

mettono in grado di interagire adeguatamente nei principali contesti di vita (familiare, lavorativa, del tempo libero ecc.).In questa dimensione si può anche includere lo stato di salute;

! <;A!

b) ambiente oggettivo: l’insieme di elementi oggettivi;

c) qualità di vita percepita: rappresenta la dimensione soggettiva di valutazione e

soddisfazione nei confronti della propria vita;

d) benessere psicologico: come risultante dalle tre dimensioni precedenti. In termini

generali, si possono individuare, due linee fondamentali.

! <;B! Da un lato vi sono gli aspetti oggettivi: • condizioni di salute;

• condizioni abitative;

• condizioni economico-lavorative;

• abilità possedute che permettono di ricoprire determinati ruoli sociali; • relazioni sociali;

• occasioni ricreative offerte dalla comunità.

Dall’altro lato, vi sono gli aspetti soggettivi, per esempio relativi al grado di benessere percepito, standard valoriali con cui si confronta la propria salute e il grado di soddisfazione per la propria vita affettiva, sociale, lavorativa ecc.

Tenendo conto di questi aspetti viene chiarito ancora di più come persone con disabilità identiche possono manifestare livelli di benessere molto diversi; allo stesso modo, un recupero della funzionalità a livello organico spesso non comporta necessariamente un miglioramento del benessere psicologico della persona. Secondo questa impostazione per ogni individuo la Qualità della Vita può essere vista come il peculiare intreccio tra le dimensioni oggettive e soggettive.

Un altro studioso ha cercato di mettere ordine tra i vari significati. Infatti, Veenhoven (2001), ha individuato tre diversi significati ai quali ricondurre il dibattito sul termine e qui di seguito vengono indicati.

1. Qualità dell’ambiente. Spesso il termine si riferisce alla qualità dell’ambiente

in cui si vive.

Gli ecologisti usano questa espressione per denunciare gli effetti del degrado ambientale: per esempio, la costruzione di nuove strade e di aeroporti si ritiene possa nuocere alla QOL; certamente il dibattito sul riscaldamento globale influenza il clima: elemento cruciale per la QOL. Allo stesso modo, i sociologi parlano di QOL quando vogliono fare riferimento a caratteristiche sociali positive. Per esempio, gli indici sociologici relativi alla QOL comprendono items relativi alla ricchezza economica e all’eguaglianza sociale.

In questa accezione del termine, le condizioni di vita oggettive, che rappresentano solo la premessa per una vita soddisfacente, sembrerebbero prendere il posto della

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soddisfazione per la vita. In questo ambito, quindi, sarebbe più opportuno parlare di vivibilità.

2. Qualità delle prestazioni. Il termine QOL è anche usato per indicare la capacità

degli individui di affrontare positivamente la vita; questa accezione del termine è molto comune nelle professioni di tipo terapeutico. I medici intendono la QOL come la capacità (recuperata) di lavorare e di poter esprimere un’adeguata vita di relazione e affettiva.

Nelle loro schede di valutazione la QOL viene spesso misurata attraverso le capacità fisica del paziente, talvolta chiamate performance-status. Tipicamente i medici tendono a focalizzarsi sull’ assenza di difetti fisici limitanti (salute negativa), mentre gli psicologi prendono in considerazione anche la possibilità di rendere operative le facoltà latenti (salute positiva).

In questa accezione del termine, la capacità interiore di affrontare i problemi della vita e una vita soddisfacente vengono posti sullo stesso piano. Un termine più vicino ai significati ora esposti potrebbe essere capacità di vivere, oppure arte di vivere.

3. Qualità dei risultati. I due modelli concettuali sopra citati rappresentano delle

pre-condizioni per una vita soddisfacente, piuttosto che una vita soddisfacente di per sé. Di conseguenza, vi è un terzo significato possibile del termine QOL, che prende in considerazione il risultato piuttosto che il processo; i risultati, quindi, vengono visti o come “prodotti della vita”, o come “la capacità di godere” della vita.

Quando la QOL viene concepita in termini di prodotti, si vuole indicare quello che un individuo lascia dietro di sé. In una prospettiva biologica, almeno per quanto riguarda la procreazione, la vita che non continua ha fallito la sua missione evolutiva. In una prospettiva socio-culturale, la qualità di una vita equivale al suo contributo all’eredità umana. In questo contesto è in effetti più appropriato parlare di “utilità della vita”, piuttosto che di Qualità della Vita.

Quando la QOL è concepita nei termini di “piacere”, il focus è sull’esperienza personale della vita: una vita soddisfacente diventa quindi la vita che piace. Mentre tutti i significati del termine QOL succitati denotano dei meriti che possono essere accertati da un ipotetico giudice esterno imparziale, quest’ultima accezione si riferisce a una QOL che può essere valutata solo dal soggetto stesso: in tal senso si parla pertanto di qualità soggettiva della vita.

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A conclusione di questa panoramica può essere utile registrare come sintesi che l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la Qualità della Vita come “la percezione individuale della propria posizione nella vita, nel contesto culturale e di valori in cui si vive ed è in relazione con le proprie mete, aspettative, modelli e pensieri”.

La Qualità della Vita è perciò funzione del:

benessere soggettivo, cioè la Qualità della Vita percepita, definita nei termini

dell’esperienza interna del soggetto;

benessere psicologico inteso come “funzionamento psicologico positivo”;

benessere sociale inteso come influenza del contesto e dei fattori sociali sulla salute e

sul benessere.

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