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Quaternioni e rotazioni: SU (2) → SO(3)

   cos θ − sin θ 0 0 sin θ cos θ 0 0 0 0 cos ϕ − sin ϕ 0 0 sin ϕ cos ϕ     Allora posto: C =     0 −θ 0 0 θ 0 0 0 0 0 0 −ϕ 0 0 ϕ 0     si ha: T = eC e quindi: γ(t) = B−1etCB = etB−1CB ∈ SO(4) e verifica γ(0) = I e γ(1) = A.

Teorema 6.6 SO(n) `e connesso per sottogruppi a un parametro. In particolare exp : so(n) → SO(n) `e suriettivo in grande.

Prova. In virt`u del teorema 6.4 la dimostrazione `e perfettamente analoga a quella dei casi n = 3 e n = 4.

Possiamo ora riprendere l’osservazione 6.4 e dimostrare il seguente teorema:

Teorema 6.7 SO(n) `e la componente connessa con l’identit`a di O(n). In particolare π0(O(n)) = O(n)/SO(n) = Z2

Prova. E’ chiaro per il precedente teorema che SO(n) ⊆ O(n)0. Per il viceversa, se g ∈ O(n)0, esiste una curva γ(t) in O(n) tale che γ(0) = I e γ(1) = g; det γ(t) `e una funzione continua di t che pu`o assumere solo i valori ±1, e quindi non pu`o cambiare segno senza passare per lo 0, e allora det γ(t) = 1 per tutti i t (valendo 1 in t = 0). In particolare det γ(1) = det g = 1 e allora g ∈ SO(n).

6.3 Quaternioni e rotazioni: SU (2) → SO(3)

Abbiamo gi`a dimostrato (vedi osservazione 5.6) che sebbene SU (2) e SO(3) abbiano la stessa algebra, e quindi la stessa dimensione, essi non sono gruppi isomorfi perch`e hanno centri diversi; possiamo ora dire di pi`u su questa questione. Descriveremo infatti un importante omomorfismo tra SU (2) e SO(3) (detto omomorfismo di ricoprimento).

Osservazione 6.9 Nel corso della dimostrazione illustreremo la relazione esistente tra i qua-ternioni e le rotazioni spaziali. Il metodo illustrato per trattare le rotazioni spaziali ha una no-tevolissima applicazione pratica: `e infatti l’algoritmo pi`u efficiente numericamente per eseguire calcoli con le matrici di rotazioni ed `e quello usato nei programmi di grafica 3D al computer, specialmente nei videogiochi.

Teorema 6.8

SO(3) = SU (2) Z2

Dove abbiamo identificato Z2 con {±I} ⊂ SU (2).

Prova. Ricordiamo che (vedi esempio 3.2) SU (2) = S3 = Sp(1) (il gruppo moltiplicativo dei quaternioni di norma 1). L’isomorfismo `e dato esplicitamente da:

a −b ¯ b ¯a



dove a¯a + b¯b = 1 ⇐⇒ x + iy + jz + tk (dove a = x + iy e b = z + it) Consideriamo ora lo spazio H1 dei quaternioni cosiddetti puri:

H1 = {q ∈ H | q = −q} = {bi + cj + dk, b, c, d ∈ R}

Lo spazio H dei quaternioni (isomorfo a R4) si spezza quindi in H = H0 ⊕ H1 , dove H0 `e costituito dai quaternioni reali, mentre H1 `e isomorfo come spazio vettoriale reale a R3. Nel seguito considereremo l’isomorfismo che manda i, j, k nella corrispondente base di R3 ortonor-male rispetto al prodotto scalare standard. Converremo anche di indicare il quaternione puro q e il corrispondente vettore con la stessa lettera. In completa analogia con i numeri complessi chiameremo parte reale di un qualsiasi quaternione h ∈ H l’espressione Re {h} = 12 h + ¯h .

Se q1, q2 sono due quaternioni puri il prodotto scalare in R3 dei corrispondenti vettori `e dato da:

(q1, q2) = Re {q1q2}

Dove al secondo membro il prodotto `e il prodotto di quaternioni. Infatti, ricordando che nei quaternioni si ha hk = k h,si trova che:

Re {q1q2} = b1b2+ c1c2+ d1d2

Ricordando che la norma quadrata di un quaternione h `e khk2 = h¯h abbiamo per i quaternioni puri:

(q, q) = qq = kqk2

Quindi la lunghezza euclidea in R3 di un vettore corrisponde alla norma quaternionica del quaternione puro che lo rappresenta. Ricordiamo anche che se A ∈ Sp(1), essendo kAk = 1, si ha AqAq = qq

Definiamo ora una mappa Ψ : SU (2) → GL(3, R) Ψ(A)(q) = AqA−1

Dove a sinistra pensiamo A come matrice di SU (2) , Ψ(A) come una matrice 3×3 , q un vettore di R3 e il prodotto `e il prodotto righe per colonne; a destra pensiamo invece A come elemento di Sp(1), q come un quaternione puro (usando gli isomorfismi citati sopra), e i prodotti sono i prodotti tra quaternioni. Notiamo anche che AqA−1 `e effettivamente un quaternione puro e quindi `e interpretabile come un vettore di R3 :

6 CONSIDERAZIONI TOPOLOGICHE 42

Dove abbiamo usato le relazioni: A = A−1, q = −q. La mappa Ψ `e un omomorfismo:

Ψ(AB)(q) = ABq (AB)−1 = A BqB−1 A−1

= [Ψ(A) ◦ Ψ(B)] (q) e inoltre preserva la lunghezza in R3, infatti si ha:

AqA−1AqA−1 = AqA−1A−1qA = AqqA = AqAq = qq E’ quindi:

(Ψ(A)q, Ψ(A)q) = (q, q) Abbiamo quindi scoperto che, in realt`a:

Ψ(A) ∈ O(3).

Con un lunghissimo ma elementare calcolo (basta infatti esprimere A come un quaternione unitario, eseguire nell’ordine i prodotti AiA−1, AjA−1, AkA−1 e poi scrivere la matrice 3 × 3 che ha come colonne le componenti i, j, k di questi prodotti) si potrebbe scrivere esplicitamente l’omomorfismo (vedi pi`u sotto dove lo facciamo con l’aiuto di un programma di computer algebra). Ad esempio: Ψ i 0 0 −i  =   1 0 0 0 −1 0 0 0 −1   Infatti, nel caso in oggetto, A = i e quindi

AiA−1 = i, AjA−1 = −j, AkA−1 = −k. Osserviamo ora che:

Ψ i 0 0 −i



∈ SO(3)

Questo fatto `e generale, e un ragionamento topologico ci consente di evitare i calcoli espliciti: essendo Ψ continua e non costante ed essendo SU (2) connesso, l’immagine di Ψ deve essere connessa e quindi:

Ψ (SU (2)) ⊆ SO(3)

Il nucleo di Ψ `e formato da {±I} ⊂ SU (2), infatti A ∈ ker Ψ quando Ψ(A) `e l’identit`a, ovvero quando AqA−1 = q per ogni q ∈ H1. Cio`e quando Aq = qA. Essendo q puro, `e immediato verificare che questo implica A = ±1 ∈ Sp(1), ovvero A = ±I ∈ SU (2).

Occupiamoci ora della suriettivit`a di Ψ. Sia u un quaternione puro di norma 1 cio`e u¯u = −uu = 1 e consideriamo il quaternione unitario A :

A = cos θ + u sin θ

`e facile verificare che u `e lasciato fisso dalla rotazione determinata da A : AuA−1 = (cos θ + u sin θ)u(cos θ − u sin θ) = u

Concludiamo che Ψ `e suriettiva su SO(3) perch`e gi`a sappiamo che ogni rotazione `e una rota-zione di un certo angolo attorno ad un certo un asse (osserviamo che, fortunatamente, non `e qui necessario trovarli!). Possiamo allora applicare il teorema di isomorfismo, ottenendo:

SO(3) = SU (2) Z2

Dove abbiamo identificato Z2 con {±I} ⊂ SU (2).

Osservazione 6.10 Anche la suriettivit`a potrebbe essere molto elegantemente dimostrata da argomenti topologici (ma un poco pi`u avanzati della sola connessione).

Osservazione 6.11 Con un programma di computer algebra `e facile scrivere esplicitamente l’omomorfismo: Ψx + iy −z − it z + it x − iy  =   x2 + y2− z2− t2 2tx + 2yz 2ty − 2xz −2tx + 2yz x2− y2+ z2− t2 2tz + 2xy 2ty + 2xz 2tz − 2xy x2− y2− z2+ t2   Dove x2+ y2+ z2+ t2 = 1. Il determinante vale: t6+ x6 + y6+ z6 + 3t2x4+ 3t4x2+ 3t2y4 + 3t4y2 + 3t2z4 + 3t4z2 + 3x2y4 + 3x4y2 + 3x2z4 + 3x4z2+ 3y2z4+ 3y4z2+ 6t2x2y2 + 6t2x2z2 + 6t2y2z2+ 6x2y2z2 = (t2+ x2+ y2+ z2)3 = 1. Si conferma quindi che Ψ : SU (2) → SO(3). Osservazione 6.12 Osserviamo che applicando la formula al caso A = cosα2 − i sinα

2 = cos −α2 + i sin −α 2 otteniamo: Ψe−iα/2 0 0 eiα/2  =   1 0 0 0 cos α − sin α 0 sin α cos α  

Ovvero una rotazione antioraria di angolo α attorno all’asse x. La formula si pu`o applica-re allora per trovaapplica-re la matrice di rotazione corrispondente ad un angolo θ e ad un asse u rappresentato da u = uxi + uyj + uzk ponendo: x = cosθ 2, y = −uxsin θ 2, z = −uysin θ 2, t = −uzsin θ 2

Si ottiene allora la famosa formula di rotazione di Eulero-Rodrigues. Osservando la matrice esplicita della prima osservazione si capisce subito perch`e il metodo dei quaternioni `e cosi efficiente: l’angolo e l’asse di rotazione si vedono immediatamente e non sono nascosti nei parametri di una complicata matrice ortogonale!

Osservazione 6.13 L’introduzione dell’isomorfismo tra quaternioni puri e vettori di R3 `e alla base della teoria delle algebre di Clifford, uno strumento molto importante in fisica teorica e in geometria. Ad esempio si pu`o dare una interpretazione unificata del prodotto scalare e del prodotto vettoriale ∧ in R3 osservando che:

q1q2 = (q1, q2) − q1∧ q2

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