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La celebre frase, generalmente attribuita a Massimo d‟Azeglio: “Fatta l‟Italia bisogna fare gli italiani”, può altrettanto essere applicata al contesto cinese. La Cina, infatti, aveva la necessità, come l‟Italia, di ricercare una propria, nuova identità nazionale e di ridefinire la propria identità culturale in funzione di un taglio netto con il passato. Tale nuova identità costruiva la sua base ideologica nelle nuove idee importate dall‟occidente e nel crescente nazionalismo che si andava via via sviluppando. A tal proposito, per comprendere a fondo il contesto in cui alcuni intellettuali trattarono il tema del Risorgimento italiano, è utile aprire una parentesi circa lo sviluppo del moderno nazionalismo cinese.

Innanzitutto il nazionalismo viene definito come la tendenza ideologica a esaltare il concetto di nazione esasperando il comune sentimento di attaccamento al proprio paese. Nel caso cinese esso si manifestò come un ideologia di liberazione nazionale dall‟oppressione di un popolo straniero11

, nello specifico, dei mancesi.

Immediatamente dopo la fondazione della dinastia Qing i pregiudizi della classe dei letterati nei confronti di una dinastia non cinese ebbero largo seguito e numerosi furono i casi di letterati che si rifiutarono di servire la nuova dinastia e si ritirarono a vita privata. Sebbene i mancesi seppero abilmente fondersi con la cultura tradizionale, ottenendo l‟appoggio dei burocrati confuciani, il pregiudizio nei loro confronti non scomparve mai totalmente. Dopo le prime opposizioni il dominio mancese venne tutto sommato accettato in funzione dell‟ortodossia confuciana del “mandato del Cielo” e per due secoli seguì un andamento di odio-amore, che si radicalizzò fino a scoppiare in violente rivolte anti-mancesi verso la fine del XIX secolo12. Le cause che portarono alla nascita e allo scoppio di questo “anti-mancesismo”, accompagnate da una crescente diffusione dell‟ideologia nazionalista, furono molteplici. Una specificazione a mio avviso obbligatoria che contribuisce a non cadere in conclusioni errate è che antropologi e scienziati sociali sono concordi nell‟affermare che né la razza né alcuna altra differenza di eredità biologica siano identificabili come le vere cause delle persecuzioni razziali, che risultano essere piuttosto sociali ed economiche. Da un punto di vista temporale, invece, è possibile individuare nel 1895, anno della sconfitta nella guerra sino- giapponese, lo spartiacque del nazionalismo cinese. Prima di tale data l‟atteggiamento della classe dei letterati e dei burocrati era stato sostanzialmente di cooperazione con il governo al fine di

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Dizionario enciclopedico, La Piccola Treccani, Istituto della enciclopedia italiana, Roma, 1995, vol.VI, p.727

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trovare soluzioni moderate alla modernizzazione del paese e, sebbene ci fu chi parlò a favore di una completa occidentalizzazione del paese, non vi fu nessuna misura drastica ne un accettazione totale delle nuove idee occidentali a causa del forte nazionalismo culturale della classe dominante.13 Dopo lo shock causato dalla sconfitta con il Giappone iniziarono ad emergere sempre più numerosi gli elementi di nazionalismo cinese. Questi elementi di nazionalismo moderno furono il risultato della penetrazione militare commerciale e culturale dell‟occidente e si rifletterono principalmente nella lotta contro la dinastia Qing, infatti i sentimenti anti-mancesi costituirono l‟aspetto

fondamentale del nazionalismo cinese. In primo luogo, se in precedenza i letterati limitarono il loro rifiuto verso la nuova dinastia con forme di resistenza sostanzialmente passive, nella propaganda di fine Qing i mancesi vennero, facendo leva sui pregiudizi popolari, frequentemente condannati come “alieni” o razza inferiore. Alla base di questo cambiamento vi furono due fattori principali. Il primo fu l‟entrata in Cina del Darwinismo sociale, che afferma come “sangue” “eredità” e “razza ” vadano a determinare quale nazione sia destinata a diventare la più forte e, conseguentemente a

“sopravvivere”, il secondo fu rappresentato dal fatto che la frustrazione derivata dalla crisi economica e politica portò, a discapito delle vere ragioni, ad individuare nei mancesi il perfetto capro espiatorio.14

In secondo luogo, è possibile affermare che le società segrete furono il maggior canale di “anti- mancesismo” e di idee nazionaliste per tutta la durata della dinastia Qing. Esse incarnavano il malcontento e il desiderio di rivincita contadino (dato che la composizione dei membri era principalmente di origine contadina), con slogan come 反清复明 Fanqing Fuming (rovesciare i Qing e restaurare i Ming) e 灭满兴汉 Mieman Xinghan (sterminare i mancesi e rilanciare gli Han). Tali slogan non erano tanto sinonimo di nostalgia per il ritorno dei Ming, quanto piuttosto

un‟allusione al ritorno della felicità e della giustizia, dei valori confuciani, della prosperità del paese, della pace e della tranquillità. Furono, in sostanza, esempi di slogan etnocentrici che miravano a dimostrare non solo che i mancesi erano barbari invasori ma anche distruttori dei costumi cinesi.15 In terzo luogo vi è la crescente penetrazione occidentale che determinò un ulteriore impoverimento dei contadini cinesi e tagliò le riserve di argento imperiali. Casi come la rivolta dei Boxer, attacchi alle industrie straniere e alle missioni cristiane furono manifestazioni di una nascente coscienza nazionalista che si alimentava con la crescente presenza straniera e la propaganda delle società

13JING Xu, Failure, nationalism and literature, the making of modern chinese identity 1895-1937, Stanford, Stanfoerd

university press, 2005, p.98

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Kauko, LAITINEN, Chinese nationalism…, op.cit., p.13-14

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segrete con slogan tipo 灭洋 Mieyang (sterminare gli stranieri). Dunque se la crescente

penetrazione imperialista determinò un impoverimento dei cinesi, che andarono ad ingrossare le file delle società segrete, che finirono a loro volta per attaccare la dinastia Qing, è possibile affermare che l‟imperialismo occidentale fu, il “nutrimento” del moderno nazionalismo cinese.16

In quarto luogo vi fu il contributo dato dagli studenti cinesi all‟estero. Dopo il 1895 un numero sempre maggiore di studenti cinesi, attraverso borse di studio governative, decise di andare a formarsi all‟estero e la maggior parte di essi optò per il Giappone. Essi furono il “ponte” con cui le nuove idee occidentali arrivarono in Cina, idee democratico-liberali come quelle nate durante la rivoluzione francese che contribuirono a creare il nazionalismo cinese dotandolo di una nuova base ideologica.

In sintesi, la nascita del moderno nazionalismo cinese fu un fenomeno che prese forma

dall‟intreccio di varie cause e che sfociò primariamente nella lotta contro la dinastia mancese dei Qing. La base ideologica di questo movimento era composta dall‟eredità dei letterati Ming che, in stato latente, esplose con la sconfitta del 1895 nella guerra contro il Giappone, dall‟azione delle società segrete e dalle nuove idee importate in dagli studenti cinesi all‟estero. Queste ruppero l‟equilibrio ormai precario dell‟ordine tradizionale che venne rimpiazzato da idee occidentali come darwinismo sociale, nazionalismo, socialismo, anarchia e democrazia.

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