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Quinta settimana di Quaresima

Nel documento Orientati verso l altro QUARESIMA 2022 (pagine 22-40)

Obiettivo: In questa ultima settimana di Quaresima aiutiamo i ragazzi a rifl ettere sul tema del giudizio negativo che spesso tendiamo a dare agli altri.

Parola chiave di questa settimana . . . NON GIUDICARE Attività:

Si preparano delle scatole di scarpe sulle quali vengono scritte queste parole, una per ogni scatola: BRUFOLOSO/A, SFIGATO/A, SECCHIO-NE/A, ASOCIALE, PRECISINO/A, SCHIAPPA. Le scatole sono dispo-ste a piramide, una sopra l’altra, appoggiate su un piano, come per i giochi del tiro ai barattoli. Per prima cosa, si consegnano ai ragazzi dei post-it che ciascuno, dopo averci pensato qualche istante, attacca alla scatola che più gli pare che gli altri gli abbinino. Fatto questo, il catechi-sta toglie tutti i post-it e i ragazzi a turno, uno alla volta, lanciano una pallina da tennis facendo a gara a chi riesce a far cadere più scatole.

Finita la gara si aiutano i ragazzi a rifl ettere sul gesto signifi cativo che hanno compiuto nel gioco: abbattere i muri dei pregiudizi. Poi si ri-prendono tutte le parole delle scatole e si cerca di individuare, per ogni parola, un modo simpatico per sdrammatizzare, oppure si prova a ve-dere quella stessa parola con occhi diversi, mettendo in luce il positivo di ciò che spesso, invece, è visto come negativo. L’incontro si conclude con la lettura del brano dell’adultera (Gv 8, 1-11).

Visione del video: Non giudicare mai a prima vista le persone!

https://www.youtube.com/watch?v=jKgtVX2Np3Y

Ogni qualvolta si fa il bene, non è necessario raccontarlo; il bene si fa sentire da sé. Così avviene per i nostri gesti di bontà. Può succedere però di incontrare persone poco avvezze ed incapaci di riconoscerlo al primo incontro. Per non incorrere in spiacevoli equivoci, è indispensa-bile imparare a non giudicare mai le persone a prima vista!

Preghiera conclusiva:

Signore Gesù, aiutaci a tenere gli occhi bene aperti, a guardare con gli occhi del cuore le persone che incontriamo ogni giorno, a ricono-scere in esse la tua presenza. Signore insegnaci a guardare oltre le apparenze, a saper cogliere nel profondo le fragilità e le richieste di aiuto dei fratelli bisognosi. Donaci di saper ricambiare il tuo sguardo d’amore che instancabile si posa su di noi e ci invita a gesti di perdono.

Amen

Segno . . . Nord o Croce gloriosa

Essendo il Vangelo della V Domenica di Quaresima quello della pecca-trice, con l’idea del «Nord» vogliamo signifi care che l’orientamento del cristiano è quello di non giudicare ma di prendersi cura dell'altro.

P󰈤E󰉁󰉝R󰉈

FA󰈲󰈾󰉁L󰈽A in

Pri󰈚󰈀 󰈼󰇵󰉅 im󰈀󰈝󰇽 󰇶i Q󰉉󰇽re󰈻󰈎󰈛󰇽

La famiglia si raccoglie in preghiera in una stanza che, per tutto il tempo della quaresima, sarà "l'Angolo della Preghiera". Ci si riunisce intorno a un tavolo al centro del quale ci sono: una Bibbia, aperta alla pagina del Vangelo, una croce e una candela.

Genitore: Nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Tutti: Amen

In ascolto della Parola

Genitore: Dal vangelo secondo Luca 4,1-13 In quel tempo, Gesù, pieno di

Spiri-to SanSpiri-to, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel de-serto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono ter-minati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’

a questa pietra che diventi pane».

Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”». Il

dia-volo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”». Lo condusse a Gerusalem-me, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affi nché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sul-le loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».

Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fi no al momento fi ssato.

Dentro la Parola

Gesù è nel deserto dove, tentato dal diavolo, deve scegliere come vivere la propria vita sulla terra. Gesù è sì fi glio di Dio, è sì Dio, ma è anche vero uomo! Questo mistero lo porta ad avere i nostri stessi dubbi, le nostre stesse paure, a domandarsi quale strada intraprendere: quella dell’avere? Del potere? Del godere? Gesù non sceglie nessuna delle tre, sceglie la strada più diffi cile ma molto più bella, quella dell’Amore!

Pregare con la Parola

Signore, tu conosci quali sono le nostre debolezze e sai che senza il tuo aiuto non siamo in grado di superare gli ostacoli che intralciano il no-stro cammino di fede. Ti chiediamo di renderci forti per vincere ogni tentazione che viene dal maligno, anche quando intorno a noi sembra svanita ogni speranza e siamo circondati da deserto. Insegnaci a digiu-nare di ciò che è superfl uo, poiché solo Tu sazi la nostra vita. Amen Impegno

Genitori e fi gli si confrontano sul senso del digiuno. Mamma e papà invitano i fi gli a ridurre il tempo dedicato al cellulare, ai social e ai gio-chi elettronici, a rinunciare alle cose materiali per concentrarsi su Dio, lasciarsi riempire dal Suo Amore pensando ai fratelli in diffi coltà. Insie-me compiono delle piccole rinunce per dare il proprio contributo all’i-niziativa promossa dalla Caritas diocesana.

Sec󰈡󰈝󰇶󰇽 se󰉅 󰈎󰈚󰇽󰈞a d󰈎 Q󰉊a󰈸󰈩󰈼󰈏ma

La famiglia si raccoglie in preghiera in una stanza che, per tutto il tempo della quaresima, sarà "l'Angolo della Preghiera". Ci si riunisce intorno a un tavolo al centro del quale ci sono : una Bibbia, aperta alla pagina del Vangelo, una croce e una candela.

Genitore: Nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Tutti: Amen

In ascolto della Parola

Dal vangelo secondo Luca 9,28b-36 In quel tempo, Gesù prese con

sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Men-tre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, appar-si nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per com-piersi a Gerusalemme. Pietro e

i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa».

Egli non sapeva quello che diceva. Mentre parlava così,venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascol-tatelo!». Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

Dentro la Parola

Gesù conduce i suoi amici sul monte Tabor e qui si trasfi gura davanti a loro, rivela loro chi è: il Figlio di Dio! I discepoli si stupiscono, non comprendono, ma dalla nube la voce di Dio li invita ad ascoltare le pa-role di Gesù, ad accoglierlo nelle loro vite. Solo un ascolto attento, fatto con il cuore, permette di comprendere profondamente chi ci sta dinan-zi. Proprio come è successo ai discepoli che, ascoltando l’invito di Dio, scorgono in Gesù la promessa di salvezza che porta in sé!

Pregare con la Parola

Spirito di Dio, insegnaci a pregare, perché soltanto nella preghiera pos-siamo comprendere il capolavoro che il Padre vuole realizzare della no-stra vita; e abbandonandoci alla Sua santa volontà possiamo brillare nell’oscurità del mondo e dare luce e colore alla vita di chi incontriamo sul nostro cammino. Amen

Impegno

Mamma e papà sottolineano ai propri fi gli il valore della preghiera come linguaggio attraverso il quale la fede si manifesta e si mostra agli altri, e come la famiglia sia luogo per eccellenza della preghiera. Tutti insieme, tenendosi per mano, recitano il Padre Nostro pregando l’uno per l’altro, rendendo grazie a Dio: “il marito per la moglie, la moglie per il marito, ambedue per i fi gli, i fi gli per i genitori, per i nonni...”.

Insieme, poi, preparano un’intenzione per la preghiera dei fedeli della IV domenica di quaresima da portare a messa.

Ter󰉛󰈀 󰈼󰇵󰉅 im󰈀󰈝󰇽 󰇶i Q󰉉󰇽re󰈻󰈎󰈛󰇽

La famiglia si raccoglie in preghiera in una stanza che, per tutto il tempo della quaresima, sarà "l'Angolo della Preghiera". Ci si riunisce intorno a un tavolo al centro del quale ci sono : una Bibbia, aperta alla pagina del Vangelo, una croce e una candela.

Genitore: Nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Tutti: Amen

In ascolto della Parola

Dal vangelo secondo Luca 13,1-9 In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pi-lato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifi ci. Pren-dendo la parola, Gesù disse loro:

«Credete che quei Galilei fosse-ro più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, ivi dico, ma se non vi convertite,

perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi converti-te, perirete tutti allo stesso modo». Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fi chi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Pa-drone, lascialo ancora quest’anno, fi nché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai».

Dentro la Parola

Ognuno di noi ha un suo tempo per la conversione e per l’accoglienza del Vangelo nella propria vita. Questo tempo può anche risultare lungo, il Signore lo sa bene e perciò attende pazientemente il momento giusto.

Attenzione però a non prolungare troppo questo tempo, non sappiamo fi n quando Dio avrà pazienza! Sfruttiamo questo periodo di quaresima per concimare la nostra vita, con la preghiera e con i sacramenti, per estirpare tutto ciò che ci nuoce, per eliminare ciò che ci imbruttisce, ciò che non ci permette di portare buon frutto. L’amore di Dio è paziente, ma ogni giorno dobbiamo lavorare per la nostra conversione.

Pregare con la Parola

O Dio, fonte dell’Amore, spesso ci capita di essere sterili nel nostro cuo-re, di non riuscire ad amare e ad accettare il prossimo, di non obbedire a Te e a chi si prende cura di noi, o di pretendere che tutto sia secondo i nostri pensieri. Non siamo meritevoli del tuo amore, ma Tu sei paziente con noi e continui a donarti per noi. Ti ringraziamo, o Signore, e con-fi dando nel tuo amore premuroso ti promettiamo che ci impegneremo ad amare, perché possiamo portare frutti buoni e abbondanti. Amen Impegno

Genitori e fi gli portano in Chiesa la somma messa da parte, grazie alle piccole rinunce di ciascuno, per aderire all’iniziativa di solidarietà pro-mossa dalla Caritas. A casa, dopo aver condiviso che l’aiuto materiale, per quanto necessario, non è il tutto della carità, si impegnano reci-procamente a compiere con generosità un altro gesto di carità: ogni componente della famiglia, nel silenzio, si fa carico di responsabilità e compiti quotidiani, dando il proprio aiuto perché l’altro riposi.

Qu󰈀r󰉃󰇽 󰈼e󰉅 󰈎m󰇽󰈝a 󰇶󰈎 Q󰉊ar󰈩󰈻󰈏󰈛a

La famiglia si raccoglie in preghiera in una stanza che, per tutto il tempo della quaresima, sarà "l'Angolo della Preghiera". Ci si riunisce intorno a un tavolo al centro del quale ci sono : una Bibbia, aperta alla pagina del Vangelo, una croce e una candela.

Genitore: Nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Tutti: Amen ac-coglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due fi gli. Il più giovane dei due disse al padre: “Pa-dre, dammi la parte di

pa-trimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il fi glio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo disso-luto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chia-mato tuo fi glio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da

suo padre. Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compas-sione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il fi glio gli disse:

“Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo fi glio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio fi glio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa. Il fi glio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo fi glio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammaz-zato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato».

Dentro la Parola

Dio è nostro padre e ci ama alla follia tanto da permetterci di allonta-narci volontariamente da Lui e dal suo Amore. Rispetta la nostra libertà e le nostre scelte, anche quelle che sa ci renderanno infelici. Quando però torniamo nella sua casa, lui è li pronto ad accoglierci senza aspet-tarsi nulla da noi. La sua gioia è talmente incontenibile che per noi fa una grande festa. Ci restituisce pure l’anello al dito, simbolo della no-stra appartenenza alla sua casa.

Questo brano del Vangelo ci presenta l’immagine forte di un Dio che ci ama come un padre. Egli ci lascia liberi di compiere le nostre scelte di vita ed è disposto sempre a riabbracciarci con amore, senza rimproveri quando, consapevoli dei nostri errori, facciamo ritorno a casa pentiti.

Nell’abbraccio che questo Padre riserva al proprio fi glio, ci pare di udi-re una voce che sussurra: “Non temeudi-re, ti amo, ti voglio bene e d’ora

in poi mi prenderò io cura di te”. È un abbraccio fatto col cuore che fa sentire al sicuro, in un luogo caldo, accogliente e che dona speranza per il futuro.

Pregare con la Parola

O Dio ricco di misericordia, la nostra superfi cialità, a volte ci allontana da te, dalla tua casa, per cercare ricchezze in giro per il mondo. Togli da noi il cuore di pietra e donaci un cuore di carne che sappia riconoscere in Te il bene più grande della nostra vita e donaci la letizia del tuo per-dono. Amen

Impegno

Compiere gesti gentili ed aff ettuosi in famiglia e con gli amici, soprat-tutto nei confronti di chi non ci è simpatico.

Qu󰈎n󰉃󰇽 󰈼e󰉅 󰈎m󰇽󰈝a 󰇶󰈎 Q󰉊ar󰈩󰈻󰈏󰈛a

La famiglia si raccoglie in preghiera in una stanza che, per tutto il tempo della quaresima, sarà "l'Angolo della Preghiera". Ci si riunisce intorno a un tavolo al centro del quale ci sono : una Bibbia, aperta alla pagina del Vangelo, una croce e una candela.

In ascolto della Parola tut-to il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava. Allora gli scribi e i farisei gli con-ducono una donna

sor-presa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in fl agrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. E siccome insistevano nell’interrogarlo, alzò il capo e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, comincian-do dai più anziani fi no agli ultimi. Rimase solo Gesù con la comincian-donna là in mezzo. Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?» Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse:

«Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

Dentro la Parola

Dopo il pentimento scaturisce il perdono. Solo così si può riprendere la propria vita e ricominciare a viverla bene! Lo sa la donna che ha incon-trato Gesù e che ha così conosciuto un uomo, un Dio, che non condanna le persone a causa dei loro errori, perché ci ama e sa che siamo deboli e che spesso sbagliamo. Lui ci tende la mano, ci libera dai facili giudizi di chi, intento a guardare gli altri più che se stessi, non si accorge dei propri sbagli. Dio non ci condanna, Dio ci perdona sempre, impariamo da lui!

Tante volte sentiamo forte l’impulso di giudicare le persone basandoci sulla nostra prima impressione, senza conoscerle. Ed è proprio qui che sbagliamo! Se solo non ci limitassimo a vedere in maniera superfi ciale chi abbiamo di fronte, ma imparassimo a guardare con attenzione e amore le situazioni e le persone che incontriamo e a metterci nei loro panni, allora anche noi impareremmo a perdonare con il cuore, come Gesù. Tutti meritano una seconda opportunità!

Pregare con la Parola

O Dio nostro Padre, il nostro orgoglio talvolta ci fa dimenticare che siamo peccatori e ci porta a giudicare gli errori commessi dai fratelli e dalle sorelle che tu ci hai donati. Donaci l’umiltà, perché impariamo a perdonarci reciprocamente, perché anche noi possiamo essere resi degni del tuo perdono. Amen

Impegno

Mi impegno a trovare il lato positivo di qualcuno che mi ha ferito e

Mi impegno a trovare il lato positivo di qualcuno che mi ha ferito e

Nel documento Orientati verso l altro QUARESIMA 2022 (pagine 22-40)

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