CAPITOLO 5. CENSIMENTO E VALUTAZIONE DELLO STATO DI CONSERVAZIONE DELLE
5.2 Raccolta dati
• 26 Reti a Cortina, di cui 4 collocate nell’unità operativa 2, 16 collocate nell’unità operativa 3, 1 collocata nell’unità operativa 4 e 5 collocate nell’unità operativa 5;
• 19 Reti Rinforzate: 7 collocate nell’unità operativa 2, 7 collocate nell’unità operativa 3 e 5 collocate nell’unità operativa 5.
Figura 5.7 – Suddivisione per tipologia delle opere censite durante il caso studio
In Figura 5.8 si riporta la suddivisione di tali opere per unità operativa.
Figura 5.8 – Tipologia di opere installate nelle singole unità operative
Come precedentemente mostrato anche in Figura 5.6, l’unità operativa 3 è quella che presenta installate più opere e al contrario all’interno dell’unità operativa 1 non si sono rilevate opere di protezione contro la caduta massi.
I sopralluoghi, presso le opere ispezionate, hanno visto un’indagine accurata, prendendo nota sia dei dati relativi alla collocazione spaziale, in particolare nome della strada provinciale e progressiva chilometrica, sia delle caratteristiche specifiche dell’opera ed infine annotando eventuali criticità riscontate. Il tutto unito da un accurato rilievo fotografico che consentisse di giustificare l’attribuzione di un dato livello di danno nella compilazione della check list.
Una volta raggiunta l’opera, si è passati ad ispezionare le parti principali, partendo dal visionare lo stato del versante, per poi soffermarsi sui singoli elementi dell’opera. Si sono misurati i diametri delle funi, la lunghezza dell’intera opera e delle singole campate nel caso delle barriere paramassi, si è presa nota della tipologia di montanti o del tipo di rete installata unitamente al tipo di ancoraggio o fondazione e di tutte le informazioni utili a descrivere con dettaglio l’opera.
Il passo successivo all’ispezione dell’opera in situ è stato quello di compilare dettagliatamente le schede di rilevo, già presentate nel presente elaborato al Capitolo 4.1.
La parte più importante delle schede di rilievo è sicuramente la check list, nella quale per ogni potenziale danno rilevato ad un elemento principale dell’opera si deve attribuire un livello di danno che può variare da d0 (nessun danno) a d2 (danno intenso).
Successivamente inserendo i dati della check list compilata come dati di ingresso dell’algoritmo multimatriciale (esposto già nel paragrafo Valutazione dello stato di ammaloramento delle opere4.2), questo restituisce i valori dell’estensione del danno Ptot e dello stato di danno Atot. Grazie a questi due valori si è pervenuti ad un giudizio complessivo sullo stato di conservazione dell’opera ed intersecando i valori di Ptot e Atot si è arrivati ad attribuire un grado di manutenzione alla struttura esaminata. Il grado di manutenzione così determinato consente di definire una scala di priorità sugli interventi da eseguire. Si è scelto di classificare le opere con quattro gradi di manutenzione:
• manutenzione urgente (per ripristino o sostituzione);
• manutenzione medio-alta (con interventi diffusi su l’intera opera);
• manutenzione moderata (con interventi localizzati e mirati solo ad alcuni elementi dell’opera);
• manutenzione bassa-nulla.
Come detto ogni grado di manutenzione è individuato da un prefissato intervallo del punteggio Ptot, e da un valore di Atot. I valori attribuibili all’estensione possono essere quattro: P1 estensione del danno bassa (0-20%), P2 estensione del danno moderata
(20-35%), P3 estensione del medio-alta (35-75%), P4 estensione del danno alta (75-100%).
Mentre i valori dello stato di conservazione restituiti dall’algoritmo posso essere tre, ovvero, A0 se non si riscontrano perdite di funzionalità dell’opera, A1 se si riscontrano perdite parziali di funzionalità, A2 se si riscontrano perdite totali di funzionalità dell’opera.
Si ricorda che al Capitolo 4.3 del presente elaborato è stata già eseguita una trattazione approfondita riguardo l’assegnazione del grado di manutenzione, alla quale si rimanda per ulteriori chiarimenti.
Tutti questi giudizi sono stati riportati scrupolosamente all’interno della scheda di rilievo, nella parte relativa alle “conclusioni sullo stato dell’opera”, compilata successivamente alla fase di sopralluogo.
Prima di passare ad analizzare nel dettaglio tutti i risultati acquisiti, con particolare riferimento alle problematiche maggiormente riscontrate, si possono effettuare alcune considerazioni generali che hanno interessato quasi tutte le opere. Si è osservato infatti che alcune opere, in particolar modo le reti in aderenza, sono state installate con lavori in somma urgenza e i dati di progetto non erano disponibili per la maggior parte delle opere.
Inoltre, per la totalità delle opere si sottolinea la mancanza totale di documentazione, in particolare, progetti di installazione, manuali di manutenzione o verbali di collaudo. A causa della mancanza di questi documenti non si è riusciti a risalire al fornitore del prodotto né identificare altri parametri importanti, quali per esempio, l’energia di progetto per le barriere paramassi o la resistenza a trazione per le reti in aderenza.
Per la maggior parte delle opere, non si è riusciti a risalire neppure all’anno di installazione, dato importante soprattutto per valutare gli effetti della corrosione sul lungo periodo e quindi analizzare come questa possa influire sullo stato di conservazione ed in ogni caso utile per capire il comportamento nel tempo delle opere. Si è riscontrato infatti che molte reti a cortina, riversano in uno stato critico, in quanto le conseguenze della corrosione unitamente ad impatti verificatisi nei molti anni di funzionamento hanno determinato una progressiva perdita di efficienza. L’anno di installazione inoltre poteva fornire informazioni utili anche per quel che riguarda la certificazione del prodotto e capire quindi se fosse conforme con le recenti norme EAD o ETAG.
Infine, in quasi tutte le opere si è riscontrata un’abbondante copertura vegetativa che ha compromesso, in alcuni casi, l’esecuzione di un’indagine accurata degli elementi principali, e ciò ha comportato l’impossibilità di compilare accuratamente la scheda di rilievo, soprattutto nella parte relativa alla check list. In riferimento alle reti in aderenza, ad esempio, non si è riusciti, in quasi la totalità delle opere ispezionate, ad accedere alla
parte sommitale ad indagare quindi le componenti quali le funi di sostegno superiore e gli elementi ad essa connessi. Tale impossibilità di accesso è stata causata sia alla presenza di un elevato tasso di vegetazione e sia per l’assenza di vie di accesso a personale non qualificato ad operare con tecniche alpinistiche.
Infine, si precisa che alcune opere non presentano compilata la parte di scheda relativa alla check list, in quanto, alcune barriere paramassi e reti in aderenza da ispezionare erano di difficile accesso e quindi non valutabile dettagliatamente.