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Raccomandazioni

Capitolo 6 Disabilità, non autosufficienza e tecnologie

6.4 Raccomandazioni

Sulla base delle considerazioni qui presentate, è possibile formulare le raccomandazioni che seguono. Esse si articolano su tre linee: come offrire un supporto tecnologico ai diversi attori in un contesto favorevole; come favorire la crescita della consapevolezza nel Paese sulle tematiche in oggetto e sulle opportunità offerte dalla tecnologia; come produrre progressivamente una infostruttura propedeutica ad uno sviluppo pervasivo del settore.

Sono già disponibili molte soluzioni riconosciute come efficaci e sostenibili nella letteratura internazionale. E’ ormai evidente che il fattore più importante per una implementazione efficace sia una chiara definizione del ruolo della tecnologia all’interno di un percorso di cambiamento organizzativo ben delineato e la presenza di una leadership trainante.

Nonostante tutto, la trasformazione dei processi incontra resistenze significative ed occorre quindi un piano di attuazione che possa portare ad una ridefinizione stabile delle responsabilità, dei ruoli e dei comportamenti. Infatti il rischio maggiore che hanno incontrato finora gli interventi di teleassistenza e supporto alla collaborazione tra gli attori di strutture diverse è dovuto alla difficoltà di diventare permanenti, in quanto non vengono percepiti come una componente di un livello essenziale di assistenza. Dalla parte degli operatori, occorre invece una motivazione alla collaborazione (non necessariamente sotto forma di incentivo economico, ma piuttosto un ritorno di tipo strategico-organizzativo), per ‘fare sistema’. Il coinvolgimento di organizzazioni e servizi esterni può essere meglio affrontato con la definizione di un tariffario regionale o nazionale.

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Il supporto può essere fornito direttamente alla persona, in modo da ripristinare almeno parzialmente le funzionalità compromesse o da sostituirle con altre funzionalità che permettano di raggiungere un reinserimento dell’individuo nella comunità. Oppure il supporto può essere fornito a soggetti a rischio, per prevenire o ritardare un’evoluzione negativa delle loro condizioni (come nel caso della gestione integrata delle malattie croniche). In altre situazioni il supporto può essere diretto agli operatori, per migliorare il loro coordinamento. Inoltre è estremamente importante prevedere che il management possa utilizzare opportuni indicatori derivati dai dati di routine per scopi di programmazione e di governance.

Una forma indiretta di supporto è la creazione di centri di appoggio per badanti, che gestiscano una banca dati per l’incontro tra domanda e offerta e che offrano brevi corsi di addestramento (anche e-learning).

Una fattore rilevante che ostacola lo sviluppo della tecnologia nel settore, nonostante i vantaggi siano stati ampiamente dimostrati, riguarda la mancanza di consapevolezza sulle opportunità offerte dalla tecnologia.

Si ritiene che per utilizzare al meglio le risorse limitare disponibili nel settore, sia da parte del sistema pubblico che delle famiglie, possano essere messi in atto diversi tipi di interventi.

Una prima forma di intervento è la messa a punto e il coordinamento intra- ed inter-regionale di una rete di centri di orientamento decentrati sul territorio, che forniscano informazioni sui diritti del cittadino e un aiuto nella scelta sui dispositivi più adatti ad ogni individuo, sui servizi disponibili presso le diverse strutture sociali e sanitarie (ma anche presso organizzazioni di volontariato) e sulle pratiche da effettuare.

I centri potrebbero distribuire materiale illustrativo (anche multilingue) e gestire show-room per offrire la possibilità di provare e confrontare i diversi tipi di dispositivi. La rete dei centri potrebbe gestire un portale di collegamento, in cui la documentazione possa essere resa disponibile ai cittadini anche in formato elettronico.

A complemento di questa rete sembra opportuno creare e gestire proattivamente un ‘living lab’ pre-competitivo tra gli addetti ai lavori, per raccogliere esperienze, veicolare notizie e aggiornamenti anche da parte delle istituzioni nazionali e regionali, per costruire una visione comune sulle soluzioni esistenti e sulle necessità di sperimentazioni innovative. Il laboratorio virtuale potrebbe essere un’iniziativa gestita dalla rete dei centri di orientamento, e prevedere, oltre al centro documentazione tramite il portale, anche un notiziario, liste di discussione, un archivio con la descrizione dei casi di successo, e gruppi di lavoro temporanei per la produzione di rapporti e approfondimenti sulle principali problematiche del settore. Infine per accrescere la consapevolezza nei decisori, possono essere previsti dei brevi moduli formativi per dirigenti nei Comuni, nelle Aziende Sanitarie e nelle organizzazioni di volontariato, non solo per predisporre e seguire l’andamento delle implementazioni, ma anche per creare un network di operatori che possano scambiarsi in seguito informazioni e aggiornamenti e che siano in grado di supportare a loro volta i decisori apicali nella definizione delle priorità e delle strategie da applicare.

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L’applicazione dell’ICT nel settore non può svilupparsi in assenza di una robusta infostruttura, resa disponibile agli sviluppatori in un formato elaborabile. Il contenuto può essere costruito gradualmente, partendo dai processi e dai dati ritenuti più rilevanti dai decisori istituzionali. Il contenuto può poi essere esteso gradualmente secondo un piano di sviluppo da predisporre con una precisa tempistica.

Dovrà essere considerato anche il rapporto tra questo settore ed il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), in corso di attuazione in diverse Regioni, per poter utilizzare l’infrastruttura del fascicolo anche per gli aspetti sociali, in modo coerente con le specifiche regole di privacy e di interoperabilità.

Inoltre un argomento sicuramente utile ai manager è la definizione di profili professionali dettagliati e dei relativi percorsi formativi per soddisfare un adeguamento dei bisogni di personale per le diverse mansioni richieste da una razionalizzazione del percorso di innovazione, e possibilmente impostare il calcolo per individuare l’organico ottimale dei diversi tipi di innovatori dal punto di vista organizzativo e informativo in ogni struttura pubblica, anche tenendo conto dei rapporti con il settore sanitario e con le strutture del terzo settore.

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