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Rapporti del compositore con il produttore e il regista

1. IL SONORO CINEMATOGRAFICO

2.3 Configurazione della musica per film

2.5.1. Rapporti del compositore con il produttore e il regista

Inserendosi in una contesto di collaborazione con altre persone, il compositore si

ritrova spesso a dover fare i conti con figure come il produttore e il regista, che

potrebbero imporsi sul suo lavoro.

A volte il produttore, avendo interesse nell'esito commerciale del film, impone

una soluzione che sia il meno dispendiosa possibile, limitando il lavoro del

compositore; inoltre, sempre per lo stesso motivo, osteggia spesso i tentativi di

innovazione per paura che manchi una coincidenza con il gusto del pubblico,

portando quindi a chiedere modifiche sulla musica composta, fino ad arrivare a

cambiare musicista nel caso in cui ritenga la partitura non consona al film.

Questo contesto di compromessi riguarda anche il rapporto con il regista, che può

mostrare molteplici atteggiamenti: ci sono coloro che conoscono la musica e i suoi

limiti e che quindi sanno quali possono essere le esigenze o i limiti del compositore;

quelli che non sanno nulla e che mostrano una sorta di atteggiamento di indifferenza,

sottraendosi alla responsabilità dell'accompagnamento musicale; e infine chi non si

intende di musica ma pretende di sapere. Quest'ultimo tipo è quello visto in maniera

più diffidente perché è colui che modifica, taglia e manomette le partiture a suo

piacimento in sede di montaggio, quando ovviamente non impone già da prima le

proprie indicazioni. Ovviamente i registi che intervengono nell'aspetto sonoro del

film non devono essere visti solo in maniera negativa: ci sono casi di collaborazioni

armoniose in cui la creazione della partitura deriva dal connubio tra competenza

musicale del compositore e la competenza creativa del regista; il secondo si

spiegherà in termini di impressioni e di sfumature, oppure facendo riferimento a

musiche preesistenti che corrispondano al clima che cerca, mentre il primo tenterà di

esprimere con le note quello che gli viene descritto a parole. Questi casi riguardano

le situazioni in cui si creano vere e proprio collaborazioni durature tra registi e

compositori, i quali creano un proprio stile compositivo riconoscibile che dà al

regista la sicurezza della riuscita dell'accordo audiovisivo.

2.6 Sonorizzazione del film

Dopo che la musica è stata composta e l'orchestrazione è pronta, bisogna rendere

concreto il lavoro fatto, entrando nella fase della registrazione di quella componente

della colonna sonora chiamata “colonna musica”. L'ambiente nel quale si lavora è

fondamentale e deve basarsi sull'unione tra abilità tecnologiche e professionali di alta

qualità.

Nella sala di registrazione, l'incisione avviene in un luogo dotato di rivestimento

acustico dove vi sono l'orchestra, i microfoni e il direttore d'orchestra (che a volte

coincide con il compositore). Il rivestimento acustico permette di lavorare in perfetto

silenzio, senza l'ostacolo di rumori non graditi. È necessario che l'ambiente sia

particolarmente isolato in modo da raggiungere una buona qualità e soprattutto

fedeltà del suono.

L'orchestra solitamente è piccola o media perché più adatta per riuscire ad

eseguire un commento realistico; può essere formata da vari elementi, ma

solitamente è basata su dei timbri principali che sono il piano, due sassofoni, la

tromba e il trombone, due violini, un violoncello e la percussione. Naturalmente il

tipo di strumenti e la loro quantità può variare a seconda delle soluzioni prefissate,

ma tendenzialmente lo schema è questo. La loro posizione all'interno della sala

dipende da quella dei microfoni che possono essere unidirezionali (per gli strumenti

solisti perché escludono le varie interferenze) e multidirezionali.

Il direttore di orchestra di solito è uno specialista, ma ci sono casi in cui è lo

stesso compositore a guidare la registrazione del brano eseguito dall'orchestra. Oltre

a mantenere l'assoluto silenzio, deve avere delle competenze specifiche per lavorare

in questo ambiente, in aggiunta alle conoscenze musicali di base; deve essere in

grado di ottenere i migliori risultati con minor impiego possibile di tempo, fatica e

soldi; è tenuto anche a prevedere quale sarà il risultato finale, cioè come il brano

viene registrato dalle apparecchiature elettroniche e quindi in che modo risulterà la

sua riproduzione quando accompagnerà il film.

Dopo la registrazione delle musiche, subentra la fase del missaggio: la musica

deve rapportarsi con suoni e parole. La difficoltà nasce nel momento in cui il

materiale a disposizione prevede molteplici bande sonore: ci sono casi in cui devono

essere collegate tracce di musica registrate in momenti diversi; oppure è il caso in cui

gli strumenti solisti vengono incisi autonomamente per poi entrare in contatto

soltanto durante questa fase, che è molto delicata perché è sul tavolo di montaggio

sonoro che si studia la perfetta sincronizzazione di tutte le componenti del film.

Ovviamente i trattamenti non sono mai uguali: ci possono essere interventi di

manipolazione della musica, come l'alterazione della velocità (accelerazione o

rallentamento) che porta ad una variazione nell'altezza del suono; oppure il taglio che

permette di unire nastri registrati in tempi e luoghi diversi, creando particolari

soluzioni di contrasto; in alcuni casi si possono sovrapporre, in modo sia unito che

sfasato, piste relative ad una stessa registrazione, ottenendo effetti corali.

Indipendentemente dai modi di manipolazione della musica, l'intento è quello di

produrre ogni volta risultati di notevole suggestione, in linea con gli sviluppi

narrativi del film.

Dalla manipolazione si passa alla possibilità di generazione del suono attraverso

il sintetizzatore. Strumento musicale elettronico, viene utilizzato soprattutto per la

sua capacità emulativa che permette di riprodurre una grande varietà di suoni

imitando strumenti musicali reali, ma anche per la possibilità di creare suoni non

esistenti in natura. Il compositore, con questo strumento, può registrare prima una

parte del basso, poi una melodia e infine un'altra sezione ritmica; il tutto anche in

tempi diversi, evitando il problema della contemporaneità dell'esecuzione delle parti.

In questo modo, possiede il pieno controllo del lavoro, senza necessariamente dover

registrare dal vivo e senza l'ausilio di interpreti o supporti. Egli, immaginando

sonorità, sviluppi e forme musicali, diventa esecutore delle proprie musiche.