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RAZZA DELLA GARONNA GARONNESE. — Una delle

Nel documento Manuale del macellaio e pizzicagnolo (pagine 143-182)

V) che più esattamente si delimitino i comuni chiusi e quelli

RAZZA DELLA GARONNA GARONNESE. — Una delle

più belle di Francia, buona assai per il macello, fornendo carne di prima qualità. Le vacche sono discrete lattifere e lavoratrici. I buoi sono di ottima indole, forti e vigorosi, ma pesanti in ra­ gione del loro volume e lenti assai al lavoro. È caratterizzata da una testa mezzana, larga, appianata e corta, vertice del capo stretto ed arcato nel mezzo, corna grosse, contornate verso la base, in avanti, ed in basso verso la faccia, in guisa da doverne fare l’amputazione perchè l’occhio non ne venga leso, ed intie­ ramente bianche, occhi grossi e prominenti, muso largo e di color roseo pallido, giogaia poco pendente, garrese largo e di color

roseo pallido, giogaia lunga, coda impiantata piuttosto in alto, corporatura massicia, alta e talora colossale, con pelame di uni­ forme colore fom entino lucente, a tinta un po’ più chiara at­ torno agli occhi (Fig. 17),

Fig. 18. — Toro d'Angus.

g) RAZZA D’ANGUS. — E anzi tutto rimarchevole per l’as­

senza delle corna. È di eccellente conformazione, ed ha uno svi­ luppo precoce, e con tutto ciò una relativa rustichezza.

Il pelame è di tutti i colori, ed ha questa razza disposizione sia per la carne che per il latte. Abita essa le contee di Essex, Norfolk, Cambridge, e le basse terre della Scozia. (Fig. 18).

h) RAZZA D’AQUITANIA. — Ha corna grossissime alla base e rialzate in alto, fronte cava, ma munita di fortissime protube­ ranze frontali, faccia oblunga, statura da m. 1,45 a ni. 1,60 corporatura robusta, mantello quasi sempre di colore frumentino chiaro nei tipi di razza pura, testa forte, colio spesso e stretto, con giogaia abbondante che dalla gola si estende sino allo sterno, dorso insellato, coda piantata in alto, membra forti e grosso­ lane, pelle flessibile.

Fig. 19. — Bue d’Aquitania.

Questa razza trovasi nel Limosino, nelle Charentes, in una parte delia Gironda, in una piccola valle dei Pirenei, e nella vallata di Lourdes. (Fig. 19).

e) RAZZA DELLA CAMARGA. — Questa razza ha testa ro­ tonda ed allungata, sincipite poco pronunciato, corna mezzane, sottili, assai spesso contornate, oppure dirette in avanti, di co­ lore bianco pallido e nere verso la punta e talvolta eziandio nere in tu tta la loro estensione, occhi piccini, collo sottile ed allungato, mancante di giogaia, garrese tagliente ed alto, petto stretto, dorso obliquo d’avanti in dietro, lombi stretti, ànche

serrate, groppa corta ed acuminata, coda sottile ed a lunghi crini, membra fine, garretti piegati, pelle spessa, pelo grosso­ lano e folto, ordinariamente bruno o nero, ed ha una piccola statura. I)à ottimi lavoratori tanto maschi che femmine, agili, sobrii, vivaci, resistenti, ma poco mansueti, e non di rado in­ domiti e pericolosi. Le vacche sono mediocrissime lattifere, non producono che quanto occorre per nutrire i loro vitelli. For­ nisce buona carne.

Esaminiamo ora le razze bovine dette brachicefale, ossia a fronte quadra: carattere che facilmente si rileva dalla distanza

Fig. 20. — Bue cTAubrac.

medesima esistente tra le corna e dall’angolo interno dell’occhio al condotto auditivo.

k) RAZZA D’AUBRAC. — Il bestiame che noi designiamo col nome di razza d'Aubrac comprende diverse varietà abitanti la Yandea, il Poitou, le Marches; ma aventi tutte per caratteri di­ stintivi: corna, dirigentesi prima obliquamente alquanto indietro, per ripiegare in seguito in avanti, fronte piatta, ma formante un arco che tra le due corna si appiana, statura generalmente alta, sebbene secondo il sesso assai differente, mantello

fulvo-chiaro, o scuro, muso e palpebre nere, contornati da peli più chiari del resto del mantello, scheletro non troppo grosso, atti­ tudini diverse, secondo le varietà.

Segnalansi come varietà di questa razza: il tipo proprio di

Atibrac, producente un latte abbondante e per la grande quan­

tità di caseina contenutavi particolarmente adatto alla fabbrica­ zione dei formaggi; ed il tipo di Parhtenay, il quale fornisce anche 2500 litri di latte, ed annovera dei buoi ingrassati all’erba che raggiungono il peso di chil. 900 a 1000 e che dànno il 50 al

Fig. 21. — Bue Maraichin.

55 0{o di carne netta ; nonché il tipo Maraichin, che è ingras­ sato nei pascoli limitanti l’Oceano: dà molto grasso, ma non rende che il 50 o il 55 0[0 di carne netta. La sua carne manca di finezza e si conserva poco tempo in estate. Gli individui di questa varietà hanno in generale petto ampio e profondo, co- stole ben arcate, dorso diritto, reni larghe, ànche divaricate, groppa lunga, coscie assai muscolose e membra corte, ma sempre grossolane, scheletro voluminosissimo, manto folto, pelo duro, lungo a gradazione bruna. Le vacche dànno 2000 a 2500 litri alPanno (Fig. 20 e 21).

l) RAZZA IBERICA 0 SPAGNUOLA. — Ha corna dapprima procedenti in linea orizzontale col frontale, per poscia rialzarsi alla loro punta che è assai sottile, depressione alla radice del naso, protuberanze frontali assai spiccate, statura media, piut­ tosto piccola che grande, scheletro ridotto che apparisce nella piccolezza della testa e nella sottigliezza delle estremità, petto ampio e profondo, corpo lungo, dorso insellato, reni strette, groppa corta, giogaia molto sviluppata, temperamento nervoso, grande attitudine al lavoro, carne aggradevole, ma in quantità limitata, pelo giallo, dal chiarissimo giallo-grigio sino al bruno­ scuro, muso e palpebre grigio-ardesia o vermiglie.

Fig. 22. — Bue Algerino.

Questa razza trovasi rappresentata in Italia, in Corsica, in Sar­ degna, in Algeria, in Spagna e nel Portogallo, nel Bernese e nelle Lande (Fig. 22).

Il bestiame delle Lande, di statura piuttosto piccola, è d’una sobrietà e rustichezza che non vien eguagliata che dalla loro forza meccanica e dalla loro leggerezza. Peso vivo e relativa rendita poco notevoli.

A torto però si importarono, per migliorare questo tipo, degli animali Durham, non avendo questi incrociamenti prodotto che una conformazione meno perfetta della parte posteriore.

Varietà dei Pirinei. — Statura variabile tra i m. 1,30 a 1,40, cioè più elevata di quella delle Lande, conformazione ottima, sopratutto nella vallata di Barétous, ove gli animali hanno le membra fine, corte, testa leggiera, e ben portante, fisionomia dolce, corpo ampio e assai muscoloso, sono sobri ed agili, in­ grassano assai bene (Fig. 23).

La popolazione bovina della Spagna e del Portogallo presenta gli stessi caratteri del bestiame delle Lande e di quello Algerino, le cui qualità lattifere sono quasi nulle, mentre la carne, sebbene in piccola quantità, è eccellente e l’attitudine meccanica assai sviluppata.

Fig. 23. — Vacca dei Pirinei.

m) RAZZA DI SALERS. — Questa razza ha corna prima di­ rette orizzontalmente e quindi l’uno dall’altro discostantesi per voltare la loro punta indietro, fronte piatta, faccia corta trian­ golare, statura alta, peso vivo considerevole, ma con dispropor­ zione grandissima tra il maschio e la femmina, scheletro volu­ minoso, petto ampio, corpo lungo, membra corte, coscie grosse, pelle spessa benché tesa e molle, il colore dominante del manto è il rosso, gli altri essendo eccezionali. Abita i dipartimenti del Cantal e del Puy-de-Dóme, dove durante l’estate è nutrita nelle montagne, in mandre la cui metà è composta di vacche, 1x4 di vitelli dell’anno, ed 1x4 di vitelli di due anni.

n) RAZZA DEL GIURA. — Ha corna dirette prima orizzon­ talmente ed allo n tanatisi poscia l’uno dall’altro per poi rialzarsi ed avvicinarsi, faccia larga, piuttosto piatta, e corta, statura su­ periore alla mezzana, membra corte e grosse, ma ben guernite di muscoli, scheletro voluminoso, coi colori rosso, giallo, nero e bianco : quest'ultimo non manca quasi mai. Presenta le tre atti­ tudini.

Varietà Bearnese. — Abita la parte della Svizzera che trovasi a nord del Cantone di Vaud, del Vallese e di Friburgo. La ca­ ratteristica è il suo pelame rosso moscato. Ha testa pesante,

gio-Fig. 24. — Bue Bearnese.

gaia voluminosa, membra grosse, dorso curvo, coda piantata in alto. Peso lordo delle vacche dai chil. 700 ad 800, e dei maschi ingrassati anche chil. 1200.

L'attitudine lattifera varia secondo le località; non è però mai inferiore ai 1800 litri; ò pure di facile ingrassamento. La vallata del Simmenthal possiede una varietà rimarchevole per lo sche­ letro e la giogaia ridotti a proporzioni minime, il petto ed il bacino più ampi, e la pelle morbida e ben distaccata (Fig. 24). Si caratterizzano varietà della razza giurassica il tipo nero­ bianco moscato di Friburgo, il cui latte si utilizza nella fabbri­

cazione di formaggi di grivera, ed il tipo della Franca-Contea, focile ad ingrassare ed utilizzato, perciò dai distillatori del nord della Francia (fig. 25).

Fig. 25. — Vacca della Franca Contea.

Fig. 26. — Bue Carolese.

Varietà Carolese. — È m ediocre lattifera e lavoratrice, m a o ttim a pel m acello, p resentando essa a tal uopo una b ella con ­ form azione ed una n o tev o le disposizione ad un p recoce

ingrassa-mento. Ha testa corta e quadrata, fronte larga e leggermente convessa, sincipite poco elevato, corna di mezzana lunghezza, oriz­ zontalmente dirette ed incurvate in avanti verso la punta, del colore deiravorio e spesso verdastre all’estremità, musello largo, narici ben aperte e di colore rosso, giogaia poco sviluppata, corpo ampio, groppa allungata, coda larga alla base, membra brevi ed ossa poco sviluppate, pelame uniformemente bianco o debolmente giallastro, statura media di m. 1,40. (Fig. 26).

Varietà Bazadese. — Ottimi i suoi prodotti per il lavoro, me­ diocri produttori di latte, attitudine airingrassamento fornendo buona carne frammista a grasso. Presentano testa breve,

qua-Fig. 27. — Bue Bazadese.

drata ed appianata, sincipite forte, ma poco prominente, corna grosse di media lunghezza a punte divergenti e non di rado dirette in avanti ed in basso, di colore bianco giallastro, fronte ampia, musello stretto, roseo, collo breve e forte, giogaia poco pronun­ ciata, petto largo e profondo, forme del corpo somiglianti in ge­ nere a quelle della razza garonnese, pelame uniformemente bruno e solamente più chiaro attorno agli occhi ed al musello e di mezzana statura. (Fig. 27).

o) RAZZA DELLE STEPPE. — Le steppe della Russia me­ ridionale, deirUngheria, dell’Asia occidentale e centrale conten­ gono una razza di bestie brachicefale, rimarchevole per la

lun-ghezza delle sue corna e per la marcata predominanza delle p a rti anteriori su quelle posteriori. Queste corna, che soventi sono lunghe più di un metro, hanno una direzione analoga a q u ella dei due branchi d’una lira, e sono affilatissime. La colo­ razione del mantello cambia dal grigio-topo, più o meno scuro — che è il suo colore più comune — al nero sudicio. Il muso, g li zoccoli e l’estremità delle corna sono nere. In Francia è in­ colpata di propagare il tifo dei bovini, ossia la peste bovina. E q u esta triste sua fama non è intieramente infondata ; giacché in

quelle steppe questa malattia esiste allo stato enzootico, come il colèra è endemico sulle rive del Gange.

Questa razza, nelle sue varietà: russa, moldava, ungherese, italiana, è quasi esclusivamente utilizzata alla produzione della forza motrice e della carne. Il peso lordo che riesce a raggiun­ gere e la sua statura variano assai, mentre il suo ingrassamento h a limiti ristretti (Fig. 28).

p) RAZZA DELL’ALTA SCOZIA. — Ha corna forti, acute, rialzate all’indietro, scheletro robusto, pelle dura e spessa, rico­ perta di peli rigidi e grossolani di colore rosso-bruno: tale è la razza delle montagne della Scozia. È di facile ingrassamento, e fornisce una carne eccellente; dà una produzione lattea non abbondante, ma sostanziosa.

Manuale del macellaiot ecc. — 10.

§ III. — Razze e varietà di bovini italiani.

Il bestiame bovino che popola la nostra-penisola proviene, secondo il parere dei migliori scrittori di zootecnia, da diversi tipi, e segnatamente dai tipi italico, ungarico ed alpino.

Non è certo nostro intendimento di ingolfarci nelle molteplici e variate disquisizioni che si sono fatte e si fanno al riguardo del tipo da cui ogni razza o varietà bovina italiana ha avuto origine, sia perchè la natura di questo lavoro non ce lo con­ sente, sia perchè niun utile ce ne deriverebbe; così pure non intendiamo di distinguerle in tlolicocefale ed in braci acefale, come abbiamo fatto per le razze straniere, ma vogliamo limitarci a dare i caratteri e gli attributi delle principali razze e varietà di bestiame bovino che si trovano sparse nelle diverse provincie italiane, valendoci delle descrizioni e notizie che sulle medesime ci vennero date sino ai giorni nostri dai più competenti cultori della zootecnia.

RAZZE DI PIANURA. — Incominciamo dalle razze e varietà

bovine italiane di pianura.

a) RAZZE PIEMONTESI. — Fra le tante glorie piemontesi,

certo è ad annoverarsi pure quella di possedere da epoca remota ottime razze bovine da lavoro, da carne e da latte.

In pianura predominano la razza scella e Tordinaria.

I. Razza scelta. — Questa razza è sparsa nella fertile ed ubertosa pianura che sta alla destra del Po, ed i suoi più belli e buoni rappresentanti si osservano in abbondante numero nei territori di Carmagnola, Chieri, Bra, Racconigi, Fossano, Yigone, Savigliano, Moncalieri, Villanuova, Villafranca, ecc., nonché, ma un po’ deteriorata, nella parte inferiore della valle intorno alla confluenza del Tanaro e della Scrivia, ad Alessandria ed a Vercelli.

La razza scelta piemontese ha corporatura cilindrica, lunga e leggermente incavata alla regione dorsale, ossatura voluminosa, statura alta, in media m. 1,70, testa quadrata ed ampia, oblunga però nei bovini castrati in tenera età, sincipite bene sviluppato,

Fig. 29. — Toro d'anni 3 della Pianura Piemontese.

fronte larga un po’ camusa, corna robuste, corte e variamente dirette, ma per lo più incurvate davanti o dallato, biancastre alla base e nella parte media, e di color nero lucente in punta, in genere tronche od ottuse, occhi neri, animati ma di man­ sueto sguardo, faccia gentile, collo breve, muscoloso, paglioiaia ricca e pendente, garrese sufficientemente apparente e largo, costato depresso, lombi larghi e potenti, ànche pronunciate, fianchi allungati, coda lunga con flocco nero, membra un po’ troppo lunghe ed alquanto gracili in correlazione alla massa del corpo, coscie portate in basso, ginocchi e garretti piuttosto convergenti in dentro, unghioni non molto resistenti, pelle ora lina, ora pastosa e pieghevole, ora grossolana e resistente, man­ tello Tormentino chiaro, o chiarissimo, o bianco, talvolta risplen­ dente o riflettente un colore tendente al rosso che lo fa chia­ mare carnicino, peli del contorno delle orecchie e degli occhi di sovente neri (Fig. 29).

Questa razza è docile, mansueta e robusta. Fornisce carne di un ben spiccato color rosso infiltrata di grasso o marmoreggiata, in genere il grasso è bianco e sodo, e talora si raccoglie in gran copia nelle diverse regioni del corpo, e particolarmente attorno ai reni, tra i foglietti del mesenterio, tra i muscoli, sotto la pelle ed in corrispondenza dello sterno o punta di petto : in questa regione si nota un vero strato di lardo denso e spesso che infiltra i muscoli del petto. Questa carne è delicata, gu­ stosa, ed il grasso buono, non nauseoso.

A Carmagnola, a Fossano, a Savigliano, a Saluzzo, a Cavaller- maggiore, a Pinerolo ed altrove, si osservano le cosidette vacche

monne, o magne, o monache, od ermafrodite. Esse sono robuste

e resistenti, ottime lavoratrici, ingrassano con facilità e dànno un’eccellente carne.

La femmina scelta di pianura è sufficientemente lattifera; le migliori femmine dànno 12 o 14 litri di latte al giorno ed anche 10 litri, la media e fra i 9 e i 12 litri. È pure ottima da lavoro ed acquista un grande sviluppo. A 2 anni o 2 e mezzo dànno voluminosi vitelli che ordinariamente si destinano all’impingua- mento e si vendono al macello all’età di 5, 6, 12 mesi; qual- clievolta però si vendono giovanissimi per tra r partito del latte, sotto il nome di sanati o senati (Fig. 30).

Il vitellame di questa razza è pregevolissimo per il macello, e forma oggetto di estesissimo commercio non solo in Piemonte, m a in altre provincie italiane ed estere (Fig. 31).

Fig. 31. — Vitello Piemontese.

Fig. 32. — Bue Piemontese, ingrassato dal macellaio Giuseppe Ma zzo la.

(pesara chil. 1435 e diede in quarti chil. 9*20}.

I buoi grassi raggiungono pesi rispettabili, cioè miriag. 120 e più, e rendono il 60 0(0 netto. Le media del pesi nei maschi e nelle femmine di 4 e più anni è di chil. 700 nei primi, e di 517 nelle seconde, nei vitelli poi sotto l’anno di chil. 225 (Fig. 32).

-II. Razza ordinaria. — Questa razza trovasi in prevalenza nell’Alessandrino, nel Tortonese, nel Vogherese, nell’Astigiano, nel­ l’alto e basso Monferrato, ecc., ed ha per caratteristiche: corpo­ ratu ra tarchiata e non molto lunga, statura varia, testa voluminosa ed alquanto oblunga, sincipite sviluppato, rivestito di lungo e ruvido pelo, soventi arricciato e costituente una specie di appa­ rente ciuffo, corna grosse ed in genere lunghe, convergenti dallato ed infuori, biancastre e talora verdastre, con punte nere, collo corto e massiccio, pagliolaia marcatissima e scendente in basso, garrese piuttosto basso e largo, petto largo, costato rotondo ed ampio, groppa voluminosa ed ànche sporgenti, ventre piuttosto sviluppato e cadente, coda impiantata in alto e terminante con fiocco ricco di lunghi crini, in genere neri, membra corte e tozze, garretti colle punte convergenti, e ginocchi, in generale, deviati in dentro e cosi ravvicinati che quasi si toccano, pelle spessa e dura, mantello ordinariamente rosso o tormentino a diversa gra­ dazione. È ottima da lavoro, e fornisce carni sapide, gustose, ma di qualità inferiore a quella della vacca scelta. Questi bovini si adulti che giovani raggiungono pesi considerevoli, e danno un compensativo reddito in carne netta.

III. Bestiame bovino del Cana v e se. — Questo bestiame ha le seguenti caratteristiche : corporatura tarchiata e quadrata, sta­ tu ra da m. 1.25 a 1.35, testa voluminosa, sincipite pronunciato e rivestito da lunghi peli ; fronte larga ed appianata con corna mez­ zane, puntute, e non di rado dirette in avanti ed alquanto con­ vergenti, bianche per i due terzi inferiori e nere nel resto, specchio largo e nero, colio voluminoso e ricca pagliolaia, costato rotondo, petto, reni, e groppa larghe, quest’uitima non lunga nè in dire­ zione orizzontale, coda grossa alla base, piccolissima in punta, munita di molti crini e il cui fiocco arriva soltanto ai garretti, ventre non sviluppato, membra piuttosto corte ma robuste, un­ ghioni solidi e resistenti ; pelle fina, pelo corto di colore tormen­ tino a diverse gradazioni o rosso.

È ottimo da lavoro, di facile impinguamento ed è compensa­ tivo. Le sue carni sono meno gustose e saporite di quelle del be­ stiame della razza'scelta ed hanno relativamente un peso minore, sono più pallide, il grasso è meno consistente e non dànno il

50 0[0 di carne netta. Nei buoi di mezza carne si ha il 50 0[0, se un po’ magri il 45 o 46 OiO, se invece sono impinguati arri­ vano perfino al 55 0[0. In talune località però del Canavese si hanno bovini cl\e dànno carni ottime, cosi quelli di Chivasso, Verolengo, ecc., massime pel colore roseo intarsiato di bianco candido grasso. Il fegato dei bovini del Canavesano raramente è buono ed è per lo più duro e pieno di distomi.

b) RAZZA REGGIANA. — La Direzione dello Stabilimento zootecnico di Reggio Emilia dà della razza reggiana la descrizione

Fig. 33. — Toro Reggiano.

seguente : Testa lunga e larga, quadrata nei tori, scarna ed affilata nelle vacche, occhio grosso sporgente in buona posizione, orecchie larghe, lunghe, verticali, pelose, nere internamente o roseo bruno, corna non troppo lunghe, ma robuste, volte in avanti a largo semi-cerchio, bianche inferiormente, nere agli estremi, musello roseo, qualche volta macchiato in nero superiormente e cerchiato da peli più scuri della colorazione generale del manto, paglio- laia Sviluppata, collo robusto e proporzionato, dorso un po’

in-sellato, reni larghi, bacino ampio nelle femmine, mammella pro­ porzionata con 4 capezzoli e con altri due rudimentali, petto ampio, costato leggermente appiattito, ma con diametri molto estesi. Il treno posteriore è ben formato, coda grossa alla base, lunga ed affilata, term inata da un lungo fiocchetto per lo più nero, gambe robuste, un po’ corte relativamente al volume del corpo, piedi grandi coperti da zoccoli robusti. In qualche indi­

viduo il treno posteriore è un po’ basso, ma è ugualmente svi­ luppato. Ha un’ossatura sottile, statura aita, corpo lungo, mas­ siccio, molto esteso, manto rossiccio carico, ed anche fermentino scuro. Fra i prodotti di questa l'azza ve ne sono molti che hanno unghie e corna ambracee, labbra e narici rosee e palpebre bianche (Fig. 33 e 34).

I derivati di questa razza si trovano in tutte le provincie fini­ time, a Piacenza, a Parma, a Modena.

Questa razza è segnatamente da lavoro e da carne. I bovini reggiani raggiungono un alto grado di impinguamento,

sorpas-sano i chil. 1000 e danno in carne netta il 57 o il 58 OjO ed anche più. All'Esposizione di Vienna ebbero una menzione onorevole.

Nel documento Manuale del macellaio e pizzicagnolo (pagine 143-182)

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