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Realizzazione della rete nazionale di monitoraggio dei pol- pol-lini e delle spore fungine d’interesse allergenico, agronomico

e ambientale

Introduzione

Lo studio delle caratteristiche qualitative e quantitative della componente biologica del-l’aria (pollini, alghe, spore, virus, batteri, ...ecc.) – aerobiologia- è una disciplina che sta sempre più affrancandosi da un interesse esclusivo del mondo della ricerca. Al progredire delle conoscenze e delle relative implicazioni e ricadute sociali, si avver-te sempre più l’esigenza di implementare in ambito di “servizio” tali conoscenze-com-petenze anche a livello istituzionale.

Ciò è tanto più vero nel caso dei pollini dove sono state realizzate le esperienze più avanzate.

L’informazione sull’ambiente correlata alla presenza, natura e diffusione dei pollini e il loro effetto sulla salute umana sono, infatti, oggetto di una consolidata pubblicistica per cui molte Autorità preposte proprio alla salvaguardia dell’ambiente e della salute umana, stanno assumendo il monitoraggio pollinico tra i propri compiti istituzionali. In proposito si sottolinea che studi recenti, riferibili anche all’attività di alcune ARPA e APPA, stanno esplorando la possibile utilizzazione del polline come indicatore biologi-co dell’inquinamento atmosferibiologi-co in ambiente urbano vista la sua reazione di sofferen-za (riduzione di vitalità) se sottoposto a determinati inquinanti propri di tale ambiente. Ciò può rappresentare un valido supporto, ad integrazione dei metodi chimici e fisici tradizionali, nel monitoraggio della qualità dell’aria.

Si ricorda inoltre che un altro campo specialistico di utilizzazione del monitoraggio aerobiologico che riguarda la conservazione dei beni culturali dall’attacco di natura fisica e/o chimica dovuto alla crescita di determinati organismi, trova il suo campo di applicazione preferenziale proprio nei centri abitati.

La realizzazione della rete nazionale promossa dal sistema delle Agenzie, si inserisce in questa attività proponendosi di coordinare sinergicamente tutti i contributi di inte-grare le esperienze realizzate in un riferimento generale secondo finalità comuni e con-divise.

La situazione italiana

Il monitoraggio dei pollini in Italia è stato finora programmato ed effettuato, a livello locale (comunale, provinciale, regionale) prevalentemente nel centro – nord (vedi tabel-la seguente).

Ad eseguire il monitoraggio sono un certo numero di ARPA/APPA, AUSL, istituti uni-versitari, CNR, ecc. spesso in collaborazione con l’AIA (Associazione Italiana di Aerobiologia).

* Non ancora operativo (dati APAT relativi al censimento stazioni marzo 2003)

AGENZIA monitoraggio numero di stazioni Totale altre stazioni Totale TERRITORIALE ARPA/APPA da cui è costituito di monitoraggio

ARPA/APPA AUSL Altri ARPA/APPA AUSL Altri

PIEMONTE SI 2 2 2 6 VAL D’AOSTA SI 2 2 LOMBARDIA NO 2 6 10 18 TRENTO SI 1 1 BOLZANO SI 3 3 VENETO SI 8 4 2 14 2 2 FRIULI VENEZIA GIULIA NO 1 1 LIGURIA SI 4 4 5 5 EMILIA ROMAGNA SI 10 1 2 13 1 1 2 TOSCANA SI 4 3 2 9 UMBRIA NO 3 3 MARCHE NO LAZIO NO 4 4 ABRUZZO NO 3 3 MOLISE NO CAMPANIA NO 5 5 PUGLIA NO BASILICATA NO CALABRIA NO 1 1 10 12 SICILIA SI* 9 4 13 SARDEGNA NO 1 1 TOTALE 42 10 13 65 3 21 32 56

Questa attività si è sinora concretizzata in assenza di una programmazione su scala territoriale superiore e di un’impostazione multireferenziale ed ha prodotto informa-zioni generalmente spendibili soltanto nelle aree di monitoraggio e con ricadute limi-tate.

Alcune esperienze, legate prevalentemente all’attività delle ARPA/APPA, hanno comun-que raggiunto dei livelli particolarmente apprezzabili per quanto attiene non solo alla qualità del dato rilevato, ma anche all’elaborazione di modelli previsionali e all’ effi-cacia della comunicazione adottata per raggiungere l’utenza.

Esse costituiscono dei punti di riferimento per tutto il sistema agenziale.

L’AIA è una associazione, su base volontaristica, che riunisce il mondo scientifico inte-ressato a queste tematiche, (CNR, istituti universitari, reparti ospedalieri, ricercatori, esperti, ecc. ...), e ha cercato e in parte realizzato, nel corso degli anni, un’ integra-zione su tutto il territorio nazionale del monitoraggio pollinico.

Per questa attività si avvale anche del contributo delle ARPA/APPA che producono gran parte dei dati utilizzati. L’attività scientifica sviluppata in questo contesto, ha prodotto numerosi studi che hanno arricchito il panorama delle conoscenze sulla diffusione dei pollini e le relative ricadute nei vari ambiti d’interesse.

Per quanto attiene alle tecniche di monitoraggio, un ottimo risultato è stato raggiunto nella standardizzazione del metodo di rilevamento dei pollini (depositato in UNI con codice U53000810 - CNR/ISAO Bologna).

Merito fondamentale dell’AIA è stato quindi, pur in assenza di specifiche normative di riferimento, quello di sostenere il monitoraggio pollinico in una continua attività di con-fronto di esperienze nazionali e internazionali, approfondimenti, e sensibilizzazione delle amministrazioni e dell’utenza in generale.

Il limite di questa esperienza è proprio nella natura di associazione su base volontari-stica dell’AIA.

Questo tipo di organizzazione, mentre favorisce la partecipazione dei vari centri, nello stesso tempo, è fragile ed esposta alle incertezze di un monitoraggio che spesso si basa sull’iniziativa di singole persone al di là dell’attività propria dell’istituzione di apparte-nenza. Tutto ciò comporta una qualità disomogenea e conseguentemente una ricaduta limitata dell’informazione prodotta che in altre condizioni sarebbe spendibile in conte-sti più ampi.

Esiste poi un’altra rete di minore diffusione l’ AAITO (Associazione Allergologi Immunologi Territoriali e Ospedalieri) di recente formazione e a cui fanno riferimento alcuni centri ospedalieri.

Essa rappresenta un’esperienza ancora marginale nell’ambito del monitoraggio polli-nico e riguarda esclusivamente le sue implicazioni in ambito sanitario.

Il progetto POLL-net

In questo variegato panorama il sistema delle Agenzie, al termine di un intenso e fecon-do periofecon-do istruttorio, ha redatto il progetto per la realizzazione di una rete nazionale di monitoraggio dei pollini e delle spore fungine d’interesse allergenico, agronomico e ambientale denominato POLL-net già diffusamente presentato alla quinta Conferenza delle Agenzie (Bologna - dicembre 2001). L’APAT, utilizzando i fondi messi a disposi-zione dalla legge 93/01 ha ora deciso di dare corso a tale attività

Le finalità del monitoraggio, che si inserisce nella rete SINAnet (Sistema Informativo Nazionale Ambientale), interessano tematiche estremamente diversificate. Schematicamente possiamo ricondurle ai seguenti punti:

• nel campo della comunicazione, fornire, attraverso tre canali principali (Internet, TV/Televideo, quotidiani) la situazione oggettiva e previsionale sulla diffusione di pollini e spore fungine;

• in campo ambientale, consentire il monitoraggio della qualità dell’aria, la stima della biodiversità di specie vegetali, la rilevazione di fenomeni legati ai cambiamenti climatici;

• in campo agronomico, monitorare la presenza di fitopatogeni favorendo un impie-go mirato di prodotti fitosanitari;

• in campo sanitario, produrre informazioni di estrema utilità nella diagnostica e nella prevenzione di patologie allergiche;

• nel campo della protezione dei beni culturali, valutare le specie presenti e le altera-zioni che queste potrebbero produrre su monumenti, opere pittoriche, librarie, ecc. Questo elenco rappresenta la totalità degli obiettivi programmatici a breve e lunga sca-denza. Prioritariamente, per ragioni tecniche e organizzative, il progetto si prefigge entro i prossimi due anni di realizzare una rete che sia in grado di dare risposte sod-disfacenti in campo sanitario e della comunicazione.

Per gli altri punti questo periodo è utilizzato per impostare e pianificare l’attività futura anche attraverso la realizzazione di alcune esperienze pilota.

Le modalità di realizzazione della rete

La realizzazione pratica del progetto si basa sull’idea di fondo di integrare tutte le espe-rienze in atto in un’unica cornice che, attraverso il coinvolgimento diretto delle Agenzie ambientali e dell’AIA, dia solidità al sistema, sia per organizzazione che per contenu-ti, al fine di realizzare un Servizio con caratteristiche di multirefenzialità (cioè di impie-go in ambiti diversi: sanitario, agronomico, ambientale etc)

Grazie alla partecipazione attiva di tutte le ARPA/APPA, per cui l’attività si trasforma da volontaristica ad istituzionale, si possono superare i limiti di affidabilità nel monito-raggio dei pollini e si ha inoltre la certezza di una rete che comprenda l’intero territo-rio nazionale.

Sarà così possibile impostare il sistema secondo standard e procedure di qualità che non riguardino unicamente il metodo di rilevamento della concentrazione pollinica ma che investano tutto il funzionamento della rete, dalla formazione degli operatori alla gestione dei dati, alla verifica mediante interconfronti del corretto funzionamento di ogni centro.

Inoltre si possono sviluppare studi epidemiologici che rendano più diretta l’informazio-ne sul rischio (e non solo sulla concentraziol’informazio-ne) e diano conto dell’efficacia della rete l’informazio-nel perseguire le proprie finalità.

Alla partecipazione dell’AIA, per cui si stanno perfezionando le modalità di coinvolgi-mento, viene demandato il compito di provvedere alla componente scientifica della rete mettendo in campo l’esperienza e le competenze sviluppate nei suoi venti anni di atti-vità.

Inoltre, potendo contare su una base che garantisce qualità e continuità nel tempo, si aprono grandi spazi per studi, sperimentazioni e ricerche che migliorino e completino l’attività della rete e ne costituiscano il presupposto per gli sviluppi futuri.

L’APAT si riserva il ruolo di coordinamento delle attività anche attraverso il coinvolgi-mento di tutti gli altri soggetti interessati.

Questo ruolo, coerente con i suoi compiti d’istituto, risponde a una precisa necessità della rete stessa.

Infatti, in una realtà del monitoraggio pollinico, che si presenta disomogenea sul terri-torio nazionale, dove concorrono amministrazioni diverse e coesistono esperienze d’ec-cellenza accanto a situazioni di criticità, l’APAT appare l’unico soggetto con le caratte-ristiche e le capacità di sovrintendere alle attività in un quadro di sviluppo condiviso ed equilibrato della rete.

Per rafforzare tale ruolo l’APAT attraverso il SINAnet costituirà il server di sistema a cui affluiranno tutti i dati di monitoraggio in modo da renderli disponibili per le elabora-zioni successive.

I vari compiti descritti sono stabiliti da apposite convenzioni tra le parti e troveranno la formalizzazione definitiva nella stesura di uno statuto che codifichi la struttura organiz-zativa della rete e le competenze e il ruolo di ciascun partecipante.

Prospettive

La rete che si va realizzando, vista la qualità e vastità delle realtà coinvolte, ha tutte le potenzialità di ottenere validi risultati per ciascuna delle tematiche inserite nel progetto POLL-net.

Esistono inoltre le prospettive della sua integrazione con altre esperienze (vedi ad esem-pio la rete di biomonitoraggio della qualità dell’aria attraverso lo studio dei licheni) e contesti più ampi riguardanti altri temi di aerobiologia che possano essere affrontati in modo analogo e per cui siano facilmente trasferibili l’esperienza e le strutture già rea-lizzate.

La creazione di un’unica rete porta inoltre con sé elementi di economia di scala con una migliore disponibilità di risorse e una loro utilizzazione più razionale.

Una rete nazionale che funzioni secondo gli standard descritti, è in grado di fornire un effettivo servizio all’utenza che può comportare anche un ritorno di carattere economi-co da parte dei vari soggetti interessati sia pubblici che privati.

Questo aspetto è importante per garantire continuità è sviluppo dell’attività di monito-raggio oltre che la sua sostenibilità economica.

Inoltre si aprono concrete possibilità, prima sostanzialmente impraticabili, di parteci-pazione ai programmi d’iniziativa comunitaria (INTERREG) e quindi al finanziamento di progetti di sviluppo e ampliamento delle attività connesse alla rete.

Un’iniziativa in questo senso (che coinvolge per l’Italia l’APAT e numerose agenzie regionali e provinciali) è già avviata per quello che riguarda lo Spazio Alpino e si sta lavorando perché vada in porto nella prossima primavera.

I contatti preliminari con i partner europei hanno comunque evidenziato sia un vivo comune interesse per la materia sia la capacità italiana di dialogo e proposta a livello delle migliori esperienze europee.

obietti-vi che esso si propone, andrà sollecitata una iniziativa normativa che, partendo dalla realtà della rete nazionale di monitoraggio realizzata, e dalle altre esperienze ad essa connesse, regoli l’intera materia.

CAPITOLO 3

Introduzione

La quota di popolazione che vive in aree definite urbane continua ad aumentare, con le città più grandi che ospitano quantità crescenti di persone. L’Unione Europea è la regione più urbanizzata del mondo con l’80% della popolazione che vive in aree urba-ne.

L’ambiente urbano è una delle strategie tematiche del Sesto Programma di Azione ambientale dell’Unione Europea. Nella strategia sono stati individuati quattro temi prioritari:

1. trasporto urbano sostenibile; 2. governo sostenibile della città; 3. costruzione sostenibile della città; 4. progetto sostenibile della città.

Gli obiettivi generali nei quattro temi prioritari sono:

• identificare le migliori pratiche e la visione prospettica su cosa può realisticamen-te essere perseguito nel medio realisticamen-termine;

• spiegare i motivi per cui non in tutte le aree urbane in Europa si utilizzano le

migliori pratiche, e identificare le possibili barriere;

• identificare cosa può essere fatto per superare queste barriere;

• proporre misure e azioni specifiche che possono essere prese a livello europeo per aggredire i fattori che stanno alla base di queste barriere.

Quanto detto sopra sostanzia la scelta fatta da APAT e dal Dipartimento Stato dell’Ambiente e Metrologia Ambientale in particolare, di focalizzare alcune competen-ze ed attività sull’ambiente urbano, che di fatto è il punto più critico per quanto riguar-da la densità delle pressioni ambientali e dei conseguenti impatti sulla salute e la qua-lità della vita dei cittadini.

Aria, acque reflue e rifiuti sono temi paradigmatici su cui si giocherà nell’immediato futuro la credibilità di chi è chiamato al governo e al risanamento delle città. I contri-buti qui presentati, lungi dal voler porre la parola definitiva su temi tanto complessi e interrelati, si orientano, sulla scia dell’approccio europeo, soprattutto a identificare le migliori pratiche e a capire dove ci sono barriere, e come fare per superarle.