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A. REATI COMMESSI NEI RAPPORTI CON LA PUBBLICA

A.2. Reati applicabili

Sulla base delle analisi condotte sono considerati applicabili alla Società i seguenti reati nei rapporti con la Pubblica Amministrazione:

 malversazione a danno dello Stato, previsto dall’art. 316-bis c.p. e costituito dalla condotta di chi, estraneo alla Pubblica Amministrazione, avendo ottenuto dallo Stato o da altro ente pubblico o dalle Comunità europee contributi, sovvenzioni o finanziamenti destinati a favorire iniziative dirette alla realizzazione di opere od allo svolgimento di attività di pubblico interesse, non li destina alle predette finalità;

 indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, previsto dall’art. 316-ter c.p. e costituito dalla condotta di chi, salvo che il fatto costituisca il reato previsto dall’articolo 640-bis c.p., mediante l’utilizzo o la presentazione di dichiarazioni o di documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero mediante l’omissione di informazioni dovute, consegue indebitamente,

comunque denominate, concessi o erogati dallo Stato, da altri enti pubblici o dalle Comunità europee;

 truffa a danno dello Stato o di un altro ente pubblico, previsto dall’art. 640 c.p., comma 2, n. 1 c.p. e costituito dalla condotta di chi, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, se il fatto è commesso a danno dello Stato o di un altro ente pubblico o col pretesto di far esonerare taluno dal servizio militare;

 truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, previsto dall’art. 640-bis c.p. e costituito dalla stessa condotta di cui al punto precedente, se posta in essere per ottenere contributi, finanziamenti, mutui agevolati ovvero altre erogazioni dello stesso tipo, comunque denominate, concessi o erogati da parte dello Stato, di altri enti pubblici o delle Comunità europee;

 frode informatica in danno dello Stato o di altro ente pubblico, previsto dall’art. 640-ter c.p. e costituito dalla condotta di chi, alterando in qualsiasi modo il funzionamento di un sistema informatico, o telematico, o intervenendo senza diritto con qualsiasi modalità su dati, informazioni, o programmi contenuti in un sistema informatico, o telematico, o ad esso pertinenti, procura a sé, o ad altri, un ingiusto profitto, con danno dello Stato o di altro ente pubblico;

 corruzione per l’esercizio della funzione, previsto dall’art. 318 c.p che prevede quale condotta tipica quella del pubblico ufficiale che, per l'esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri, indebitamente riceve, per sé o per un terzo, denaro o altra utilità o ne accetta la promessa.

 corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, previsto dall’art. 319 c.p.che sirealizza quando il pubblico ufficiale, per omettere o ritardare o per aver omesso o ritardato un atto del suo ufficio, ovvero per compiere o aver compiuto un atto contrario ai doveri di ufficio, riceve, per sé o per un terzo, denaro od altra utilità, o ne accetta la promessa.

Si ha circostanza aggravante nel caso in cui il fatto di cui all’articolo 319 del codice penale ha per oggetto il conferimento di pubblici impieghi o stipendi o pensioni o la stipulazione di contratti nei quali sia interessata l’amministrazione alla quale il pubblico ufficiale appartiene (articolo 319-bis del codice penale).

 corruzione in atti giudiziari, previsto dall’art. 319-ter c.p. e costituitodalle condotte indicate negli articoli 318 e 319 commesse per favorire o danneggiare una parte in un processo civile,

penale o amministrativo, prevedendo quali circostanze aggravanti le ipotesi in cui dal fatto derivi l'ingiusta condanna di taluno alla reclusione;

 induzione indebita a dare o promettere utilità (art. 319-quater c.p.), fattispecie introdotta nel catalogo dei “reati presupposto” dall’art. 1, comma 77, lett. a), della Legge 190/2012 che prevede la punizione del pubblico ufficiale o dell’incaricato di pubblico servizio (con la reclusione da tre a otto anni) il quale, “salvo che il fatto costituisca più grave reato … abusando della sua qualità o dei suoi poteri, induce taluno a dare o promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità”. Rispetto alla precedente formulazione della concussione per induzione (e ricompresa nell’art. 317 c.p. ante riforma), con l'entrata in vigore della Legge 190/2012, della condotta induttiva subita viene ora chiamato a rispondere (ai sensi di quanto previsto al comma 2 dell’art. 319 quater c.p. il quale prevede la pena della reclusione fino a tre anni) anche il soggetto privato passivo che abbia dato o promesso denaro o altra utilità al funzionario pubblico. Il reato per induzione indebita va quindi ad aggiungersi al catalogo dei reati presupposto del Decreto in relazione al quale, ai sensi dell’art. 25, comma 3 del medesimo, si prevede l’applicazione all’ente della sanzione pecuniaria da 300 a 800 quote.

 corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio, previsto dall’art. 320 c.p., e in base al quale le disposizioni degli articoli 318 e 319 si applicano anche all'incaricato di un pubblico servizio con riduzione delle pene in misura non superiore a un terzo.

 ai sensi dell’art. 321 c.p. (pene per il corruttore), le pene stabilite agli artt. 318, comma 1, 319, 319-bis, 319-ter e 320 c.p. in relazione alle ipotesi degli artt. 318 e 319 c.p., si applicano anche a chi dà o promette al pubblico ufficiale o all'incaricato di un pubblico servizio il denaro od altra utilità;

 istigazione alla corruzione, previsto dall’art. 322 c.p. e costituito dalla condotta di chi offre o promette denaro od altra utilità non dovuti ad un pubblico ufficiale o ad un incaricato di un pubblico servizio, per l’esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri, qualora l’offerta o la promessa non sia accettata e nel caso in cui l'offerta o la promessa è fatta per indurre un pubblico ufficiale o un incaricato di un pubblico servizio ad omettere o a ritardare un atto del suo ufficio, ovvero a fare un atto contrario ai suoi doveri;

 Peculato, concussione, induzione indebita adare o promettere utilità, corruzione e istigazione alla corruzione di membri delle Corti internazionali o degli organi delle Comunità europee o di assemblee parlamentari internazionali o di organizzazioni internazionali e di funzionari delle Comunità europee e di Stati esteri, previsto dall’

articolo 322-bis c.p, ed ai sensi del quale le disposizioni di cui agli artt. 314, 316, da 317 a 320 e

 ai membri della Commissione delle Comunità europee, del Parlamento europeo, della Corte di Giustizia e della Corte dei conti delle Comunità europee;

 ai funzionari e agli agenti assunti per contratto a norma dello statuto dei funzionari delle Comunità europee o del regime applicabile agli agenti delle Comunità europee;

 alle persone comandate dagli Stati membri o da qualsiasi ente pubblico o privato presso le Comunità europee, che esercitino funzioni corrispondenti a quelle dei funzionari o agenti delle Comunità europee;

 ai membri e agli addetti a enti costituiti sulla base dei Trattati che istituiscono le Comunità europee;

 a coloro che, nell’ambito di altri Stati membri dell’Unione europea, svolgono funzioni o attività corrispondenti a quelle dei pubblici ufficiali e degli incaricati di un pubblico servizio;

 ai giudici, al procuratore, ai procuratori aggiunti, ai funzionari e agli agenti della Corte penale internazionale, alle persone comandate dagli Stati parte del Trattato istitutivo della Corte penale internazionale le quali esercitino funzioni corrispondenti a quelle dei funzionari o agenti della Corte stessa, ai membri ed agli addetti a enti costituiti sulla base del Trattato istitutivo della Corte penale internazionale.

 alle persone che esercitano funzioni o attività corrispondenti a quelle dei pubblici ufficiali e degli incaricati di un pubblico servizio nell’ambito di organizzazioni pubbliche internazionali;

 ai membri delle assemblee parlamentari internazionali o di un’organizzazione internazionale o sovranazionale e ai giudici e funzionari delle corti internazionali.

Le disposizioni di cui agli artt. 319 quater secondo comma, 321 e 322, commi 1 e 2 c.p., si applicano anche se il denaro o altra utilità sono dati, offerti o promessi:

 alle persone indicate nel primo comma dell’art. 322 bis;

 a persone che esercitano funzioni o attività corrispondenti a quelle dei pubblici ufficiali e degli incaricati di un pubblico servizio nell’ambito di altri Stati esteri o organizzazioni pubbliche internazionali.

Le persone indicate nel primo comma dell’art. 322 bis c.p. sono assimilate ai pubblici ufficiali, qualora esercitino funzioni corrispondenti, e agli incaricati di un pubblico servizio negli altri casi.

 traffico di influenze illecite, previsto dall’art 346 bis c.p., che vede come condotta tipiche

di corruzione di cui all'articolo 322-bis - sfruttando o vantando relazioni esistenti o asserite con un pubblico ufficiale o un incaricato di un pubblico servizio o uno degli altri soggetti di cui all'articolo 322-bis, indebitamente fa dare o promettere, a sé o ad altri, denaro o altra utilità, come prezzo della propria mediazione illecita verso gli stessi ovvero per remunerarli in relazione all'esercizio delle loro funzioni o poteri. Sono altresì previste delle aggravanti in funzione di specifici casi.