• Non ci sono risultati.

Reazione delle obbligazioni corporate Europee

4. Event case study

4.4. Reazione delle obbligazioni corporate Europee

Passiamo ora ad analizzare gli effetti annuncio riguardo l’asset class dei corporate bond49. Gli

indici di riferimento provengono dalla banca dati di Bloomberg e sono indici sintetici dei corporate bond emessi nell’eurozona, divisi in due categorie: per maturity e per rating.

Le maturity considerate comprendono 3,5,10 e 30 anni, in modo da coprire tutta la yield curve e verificare se ci sia stato un movimento univoco anche attraverso le maturity o se ci sono state variazioni da parte degli investitori. Mentre relativamente al rating abbiamo preso due indici che comprendessero i Bond corporativi con rating tripla A e tripla B, poiché i più tradati e liquidi sul mercato. Ci aspettiamo di trovare un decremento nello yield coerente con l’effetto di trasmissione spiegato nei paragrafi precedenti, e con il relativo effetto di ribilanciamento, dovuto ad un aumento di liquidità nel sistema finanziario. Infatti, ci aspettiamo che l’ingresso di nuova liquidità nel sistema finanziario induca le istituzioni finanziare a ricercare strumenti simili in cui investire la liquidità aggiuntiva, e ci sembra razionale quindi un aumento nella domanda di strumenti di debito corporativo, con conseguente abbassamento della loro rischiosità e quindi del loro rendimento.

Chiaramente la maggior parte degli aggiustamenti ci aspettiamo avvengano in anticipo rispetto agli effettivi acquisti della Banca Centrale Europea, ma allo stesso tempo vogliamo evidenziare come l’avversione al rischio e l’incertezza potrebbero influire sugli effetti diretti dell’annuncio. Infatti, gli annunci della BCE danno un outlook sull’economia, e possono mettere pressione positiva sugli yield dei Bond Corporate, aumentandone la percezione del rischio se le aspettative sull’economia vengono riviste al ribasso.

49 Le serie utilizzate per quest’analisi sono: yield dell’indice obbligazionario corporativo Europeo con

rating AAA (FECYAA Index) e BBB (FECYAA Index), yield dell’indice obbligazionario corporativo Europeo con maturity 3 (FECY3 Index), 5 (FECY5 Index), 10 (FECY10 Index), 30 (FECY30 Index) anni e la curva del tasso OIS (YCSW0133 Index).

71 Come fatto in precedenza per i Bond governativi, prenderemo i rendimenti con un intervallo di due giorni e un giorno per analizzare la variazione effettiva degli yield Corporate, e capire quale delle due analisi abbia un impatto maggiore. Infatti, alcuni studiosi (Bernanke, B and Reinhart, V.R (2004)) hanno analizzano addirittura intervalli intra-day prendendo i valori assunti dagli yield in un intervallo di ± 1,5 ore dal momento dell’annuncio. Noi riteniamo che l’effetto si sostanzi in un arco temporale più lungo, di circa un giorno o due, ma l’assunto di fondo rimane lo stesso: aspettative che si modificano repentinamente dopo l’annuncio effettivo. Per questo, infatti, consideriamo sia la finestra giornaliera che quella di due giorni, per verificare anche quale sia l’approccio migliore e che colga completamente l’effetto annuncio.

L’analisi verrà effettuata suddividendo il Quantitative Easing in due momenti, come descritto nella parte iniziale. Il primo, che riguarda il periodo immediatamente successivo la crisi Lehman fino al 2012. Mentre il secondo parte dal 2014, quando Mario Draghi annunciò la ripresa degli acquisti poiché non fu ritenuta sufficiente la prima manovra, fino all’aprile 2016. Dalla Figura 4.4.1 notiamo che il Quantitative Easing ha avuto molto più effetto nella parte iniziale e finale della sua messa in atto, toccando picchi di - 9 basis point il 7 maggio 2009 per i Bond Corporativi a 3 anni e tra i due annunci di agosto e settembre 2012 troviamo un calo per i Bond Corporate AAA 2 basis point e di 2.9 basis point sull’indice Corporativo a 10 anni. Nella parte centrale della manovra, invece, possiamo

Tabelle 4.4.1:Effetto annuncio sui bond corporate durante la finestra giornaliera (colonna

SX) e a 2 giorni (colonna DX), divisi prima per rating e poi per maturity durante QE1

72 verificare come sia accaduto esattamente l’opposto: i tassi tendono a salire rispetto agli annunci, rispecchiando una disattesa nelle aspettative e una rischiosità sistemica maggiormente percepita dagli investitori.

La volatilità creatasi e la profonda incertezza sembra condizionare completamente il quinquennio in questione, mostrando un innalzamento della rischiosità cumulata negli annunci sia per i Bond Corporativi tripla A (+11.2 bp) che tripla B (+32.6 bp), che diventano rispettivamente +35 bp e +35 bp giornalmente. In generale, la finestra giornaliera mostra variabilità più alte, evidenziando una reazione e l’esistenza di un effetto annuncio, seppur in direzione contraria rispetto alle attese. Una risposta lenta e inadeguata da parte della BCE può essere la risposta: infatti, la banca Centrale Europea fu l’ultima tra le banche centrali a reagire con politiche economiche adeguate, e allo stesso tempo venne accusata di essere stata remissiva nella manovra, non comprando attività con ampiezza adeguata alle necessità. Congiuntamente, anche la profonda crisi e lo stato di incertezza hanno ampliato sicuramente la volatilità del mercato e di conseguenza innalzato la rischiosità del sistema. Concludendo, possiamo dire che relativamente al mercato degli strumenti obbligazionari corporativi non vi sia un trasmissione, mentre esiste un effetto annuncio ma che si muove contrariamente alle attese, almeno per quanto riguarda la prima tornata del Quantitative Easing.

Passiamo ora invece ad analizzare la seconda tornata di Quantitative Easing. Vedendo che l’inflazione e il “credit lending”50 stentavano a riguadagnare terreno, Mario Draghi decise di indire un

ulteriore allentamento monetario a partire dall’ottobre 2014. Dalla nostra analisi, vediamo la controtendenza di trend rispetto a quanto visto nell’ondata precedente, segnalando un netto decremento dei rendimenti dei bond corporativi in quasi tutti gli annunci effettuati dalla BCE tra il 2014 e il 2016.

Dalla Figura 4.4.2 notiamo come mediamente ci sia una significativa decrescita negli yield, trovando i picchi minimi nel marzo 2015 relativamente all’indice Corporativo trentennale (-14 bp), sull’indice tripla B (-13.7 bp) e tripla A (-11.4 bp), nella finestra a due giorni di trading. Cumulativamente vediamo un netto calo negli yield su tutte gli indici analizzati, in un range compreso tra i -34.3 bp e i -0.4 bp, con un evidente “flight to long maturity” dovuta ai grossi ribassi soprattutto nell’indice con più lunga scadenza. Gli indici a 10 e a 30 anni che evidenziano un declino più marcato, dovuto all’effetto di sostituzione e di ribilanciamento dei grossi istituti che compensano le vendite di titoli governativi comprando titoli obbligazionari corporate con medesime maturity, quindi lunghe maturity. Inoltre può anche dare un’indicazione su quella che è la percezione di crisi dei fondamentali economici di persistente almeno nel breve periodo. Per la “Flight to quality” invece vediamo un trend relativamente diverso, infatti, si nota come lo yield sui tripla B abbia realizzato dei

73 maggiori down side rispetto al tripla A, gli investitori quindi si sono riversati maggiormente su quei titoli con rating più basso, vedendo una riduzione globale nella rischiosità del settore corporate.

Aggregando le due fasi non possiamo propendere quindi per una totale efficacia degli annunci, o, meglio, evidenziamo come sia nettamente più positiva la seconda fase non caratterizzata dallo stesso sentimento negativo degli investitori appena dopo la crisi Lehman. Maggiore confidenza e aspettative migliori sembrano crescere con l’avanzare del tempo e con l’allontanarsi della crisi, con una conseguente maggiore fiducia sulle politiche monetarie proposte che sembrano convincere gli investitori. Concludendo, le politiche non convenzionali hanno avuto difficoltà ad essere digerite dagli investitori nella prima ondata del Quantitative Easing, mentre hanno trovato apprezzamento nella seconda ondata, soprattutto di riflesso al funzionamento delle stesse politiche effettuate in campo Americano con esito positivo. Si può quindi confermare sia il canale di annuncio che il funzionamento del ribilanciamento di portafoglio.

Tabelle 4.4.2:Effetto annuncio sui bond corporate durante la finestra giornaliera (colonna SX) e

a 2 giorni (colonna DX), divisi prima per Rating e poi per maturity durante QE1

74

Documenti correlati