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L A RECENTE PROPOSTA DI ABROGAZIONE DEL PAREGGIO IN BILANCIO

IN BILANCIO

Recentemente è stata proposta l’abrogazione della riforma dell’equilibrio di bilancio del 2012, con la riscrittura dell’art. 81 Cost. e con la previsione che lo Stato garantisca il trasferimento di risorse idonee a garantire i diritti fondamentali agli individui alle Regioni, Province e Comuni.

In sostanza è questo quanto contenuto in un disegno di legge costituzionale a prima firma Elio Lannutti (M5s)127, avente appunto

l’obiettivo di modificare il principio del pareggio di bilancio.

In particolare, secondo il politico, se fino ad oggi ancora non sono emersi problemi nell’autorizzare il ricorso all’indebitamento per il verificarsi degli eventi eccezionali connessi all’emergenza sanitaria del Coronavirus, così come previsto dalla legge 243/2012 di attuazione della riforma dell’articolo 81 della Costituzione, “nel 2021, nel 2022 e per alcuni anni a seguire sarà difficile giustificare il continuo ricorso all’indebitamento

127https://www.publicpolicy.it/ddl-m5s-lannutti-abrogare-pareggio-bilancio-

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massiccio dello Stato, visto che gli ‘eventi eccezionali’ menzionati dalla Costituzione ci augureremmo non dovrebbero più accadere”128. E se così

fosse “la nostra Costituzione rappresenterebbe un serio ostacolo per la ripresa economica”129.

L’affermazione del pareggio di bilancio in Costituzione costituisce, secondo alcuni, una rottura con la storia del costituzionalismo pluralista e democratico. Secondo quanto osservato da Azzariti, noto professore di Diritto costituzionale all’Università di Roma “La Sapienza”:

“Chi ha introdotto il pareggio di bilancio in Costituzione è stato accecato dall’ideologia, tendendo a limitare, in ogni caso, la spesa pubblica, dimenticando che è dovere della Repubblica riconoscere e garantire i diritti inviolabili. Il pareggio di bilancio è frutto di questa visione”130.

Il costituzionalismo affermatosi nel secondo dopoguerra è stato definito “democratico e pluralista”.

L’aggettivo “pluralista”, sempre secondo il prof. Azzariti,

128 Ibidem. 129 Ibidem.

130 https://www.affaritaliani.it/politica/palazzo-potere/coronavirus-ecco-cosa-serve-

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“non è una qualificazione generica, indica un carattere preciso che deve essere rispettato nella fissazione dei principi in Costituzione. Essi non possono imporre un’unica ideologia, né liberista, né comunista, né socialdemocratica. La nostra Carta, infatti, è il frutto di una sintesi tra le culture liberale, comunista e cattolica, e ha retto per ben settant’anni. È per questo che i nostri costituenti hanno assegnato al Parlamento la scelta del tipo di politica economica e sociale da attuare. Con la modifica dell’articolo 81 si è rotto tale schema: il liberismo entra ufficialmente in Costituzione, come unica ideologia, come pensiero unico. Si impone una specifica politica economica a scapito di ogni altra”131.

L’economia italiana è stata messa in forte crisi dalla recessione economica e finanziaria del 2008, nonché dalla crisi dei debiti sovrani del 2011 e adesso dall’avvento della pandemia che ha costretto diverse attività al lockdown, per fronteggiare l’emergenza sanitaria che ha comportato “un vero e proprio terremoto per gli assetti canonici dello Stato”132. Le forme di governo, infatti, sono state così scosse dalla repentina diffusione del virus che nella totalità dei sistemi la risposta all’emergenza è stata quella 131 Intervista al prof. Azzariti, riportata in http://temi.repubblica.it/micromega-

online/azzariti-via-il-pareggio-di-bilancio/.

132 L. CUOCOLO, L’importanza delle autonomie per far fronte al Covid (e alle

tendenze accentratrici), p. XV, in Editoriale – DPCE online, 2020/1 ISSN: 2037-

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di aumentare i poteri dell’esecutivo, spesso senza sufficienti bilanciamenti parlamentari.

Il risultato di ciò sono stati milioni di disoccupati, migliaia di aziende costrette a chiudere, perdita della capacità di acquisto da parte di molti italiani.

Innanzi a tale andamento, la modifica del testo costituzionale finalizzata a garantire un equilibrio astratto e a limitare il ricorso all’indebitamento, ha costituito una soluzione di natura ideologica, facendo apparire le particolari politiche di stampo neoliberista e di rigore come le uniche costituzionalmente compatibili.

Tuttavia, l’aspetto più grave di ciò riguarda il fatto che i vincoli costituzionalmente imposti all’azione di pubblici poteri e i limiti alle finanze pubbliche non hanno tenuto in considerazione l’esigenza di assicurare i diritti fondamentali delle persone. Proprio questi ultimi rappresentano valori costituzionalmente incomprimibili, che nel testo della Costituzione sono sanciti come diritti “inviolabili”, che la Repubblica è tenuta in ogni caso a riconoscere e garantire (art. 2 Cost.). Oltre a ciò, sembra essere stata fallimentare la politica del pareggio in bilancio, in quanto oltre a non garantire nessun beneficio per l’economia

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reale, la disposizione costituzionale è sempre stata derogata. Dunque, non è mai stata applicata direttamente, producendo così degli effetti collaterali. Tra l’altro è un’illusione ritenere che il taglio dei deficit pubblici possa essere, in parte, compensato con l’aumento di ulteriori componenti della domanda aggregata.

In conclusione, si può ritenere che l’analisi delle cause della crisi sia stata del tutto errata, poiché è stata fatta risalire alla crisi dei debiti sovrani, invece questi ultimi sono peggiorati proprio per via della crisi.

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C

ONCLUSIONI

Alla luce di quanto esposto nel corso del presente lavoro è possibile tracciare qualche riflessione conclusiva circa le novità introdotte nel 2012 riguardanti l’art. 81 Cost.

In particolare, la legge costituzionale 1/2012 ha novellato gli artt. 81, 97, 117 e 119 della Costituzione, introducendo il principio dell’equilibrio tra entrate e spese del bilancio (pareggio in bilancio), connettendolo ad un vincolo di sostenibilità del debito di tutte le P.A., nel rispetto ed in conformità con quanto previsto in ambito comunitario.

Tale principio del pareggio in bilancio è regolato nel nuovo art. 81 Cost., il cui comma 1 sancisce che lo Stato è tenuto ad assicurare l’equilibrio tra le entrate e le uscite del proprio bilancio, prendendo in considerazione tutte le fasi avverse o favorevoli che compongono il ciclo economico. Il comma 2 dello stesso articolo prevede che alla regola generale dell’equilibrio in bilancio è possibile ricorrere all’indebitamento, ma solamente per tener conto degli effetti del ciclo economico ed in presenza

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di eventi eccezionali (gravi recessioni economiche, crisi finanziarie, gravi calamità naturali).

Tra l’altro sempre il secondo comma dell’art. 81 Cost., prevede che, per rendere effettivamente straordinario il ricorso all’indebitamento, lo stesso debba essere autorizzato mediante delle deliberazioni conformi alle due Camere, sulla base di una procedura aggravata, in cui è previsto un voto a maggioranza assoluta per ciò che concerne i rispettivi componenti. Il terzo comma dell’art. 81 Cost. stabilisce che tutte le leggi, compresa quella di bilancio, che importino nuovi o maggiori oneri deve provvedere anche ai mezzi per fronteggiarli.

Il successivo comma 4 conferma il principio dell’annualità del bilancio e del rendiconto consuntivo, i quali necessitano dell’approvazione delle Camere.

Il comma 5 dell’art. 81 Cost. ribadisce la possibilità dell’esercizio provvisorio per un periodo non superiore a quattro mesi.

Secondo quanto stabilito, invece, dal nuovo testo del comma 6, la definizione del contenuto della legge di bilancio, delle norme fondamentali e dei criteri finalizzati ad assicurare l’equilibrio tra le entrate e le spese dei bilanci e la sostenibilità del debito del complesso delle P.A.

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sono demandati ad una specifica legge “rinforzata” che dovrà essere approvata a maggioranza assoluta dai componenti di ciascuna Camera. Oltre all’art. 81, la legge cost. 1/2012 ha novellato anche l’art. 97 Cost., prevedendo l'obbligo di assicurare l’equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del debito pubblico, in coerenza l’ordinamento dell'Unione Europea, ed estendendolo a tutte le PP.AA.

Alcune modifiche hanno riguardato anche l’art. 119 Cost., chiarendo che l’autonomia finanziaria degli enti territoriali deve essere assicurata nel rispetto dell’equilibrio dei relativi bilanci; tra l’altro, è stato costituzionalizzato il principio del concorso di questi enti all’osservanza dei vincoli economici e finanziari derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea.

Infine, la riforma del 2012 ha riguardato anche l’art. 117 Cost., inserendo la materia dell’armonizzazione dei bilanci pubblici nell’ambito delle materie su cui lo Stato ha competenza legislativa esclusiva.

Successivamente, il legislatore italiano ha poi approvato la legge 243/2012, in attuazione di quanto stabilito dal nuovo art. 81, comma 6, Cost., introducendo norme fondamentali e criteri finalizzati a garantire l’equilibrio tra entrate ed uscite dei bilanci e la sostenibilità del debito del

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complesso della P.A. Come si è avuto modo di osservare nel corso dell’ultimo capitolo, infatti, l’attenzione è posta non solo nei confronti del bilancio dell’Ente Stato in quanto tale, bensì anche in relazione agli enti territoriali ed alle amministrazioni non territoriali, stabilendo in tal modo il perseguimento di equilibrio e sostenibilità a tutti i livelli dell’apparato statale.

In ogni caso, recentemente è stata proposta l’abrogazione della riforma dell’equilibrio di bilancio del 2012, con la necessità dunque di riscrivere il testo dell’art. 81 Cost. e prevedendo che lo Stato sia tenuto ad assicurare il trasferimento di risorse adeguate a garantire i diritti fondamentali agli individui alle Regioni, Province e Comuni. Vedremo nel prossimo futuro se tale proposta verrà o meno accettata.

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B

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123 RINGRAZIAMENTI

Eccomi giunta alla fine di questa tesi e di questi splendidi, ma anche molto duri, anni di università, nei quali credo di essere maturata come professionista, ma anche e soprattutto come persona.

Sicuramente tutto ciò non sarebbe stato possibile senza l’aiuto ed il sostegno di un certo numero di persone, che in questa occasione vorrei ringraziare.

Prima di tutto, un sentito grazie alla mia immensamente paziente relatrice, Elettra Stradella, che non ha mai abbassato la guardia, che mi ha fatto mettere in discussione più volte il mio progetto di tesi inducendomi a mettere a fuoco la strada migliore per me, in accademia e fuori.

Un ringraziamento sentito per avermi insegnato non solo ad affrontare la tesi, ma la vita. Le sue osservazioni e i suoi impagabili consigli mi hanno spronato ad andare in profondità, ad esigere coerenza da me stessa. Di questo non potrò mai esserle abbastanza riconoscente. Grazie, di vero cuore.

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Vorrei poi esprimere tutta la gratitudine di cui sono capace ai miei professori di questi anni: grazie a voi ho potuto scoprire chi sono, seguire la mia strada, fare errori e poi correggerli, prendermi la libertà di sbagliare per imparare cose nuove. Senza la loro guida, senza il confronto costante, non credo che avrei mai potuto raggiungere il risultato che oggi celebro.

Passo a ringraziare di cuore la mia splendida famiglia. Ringrazio infinitamente i miei genitori che mi hanno sempre sostenuto, appoggiando ogni mia decisione, fin dalla scelta del mio percorso di studi.

Grazie papà, per le tue consolatorie telefonate notturne e i tuoi “stai tranquilla, non c’è fretta, non ti corre dietro nessuno”. Grazie per la tranquillità che mi hai sempre trasmesso, nonostante la mia fretta di finire e l’essere lontani. Grazie per le tue gite improvvisate a Pisa, che hai sempre scelto di fare pur di vedermi e spazzare via un po' di tristezza, nonostante i tuoi pochi giorni di ferie e il lungo viaggio notturno da affrontare, che ti stanca tanto. Non finirò mai di ringraziarti per il papà super che sei.

Grazie mamma, perché so che tutte le volte che pensavo di mollare eri tu che mi davi la forza e il coraggio per andare avanti. Grazie per essere la

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mia ancora di salvezza. Grazie per le interminabili sere in cui stanca non hai mai smesso di stare ore con me al telefono a sorbirti le mie lamentele.

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