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Capitolo 4: ANALISI DEL RUOLO DELLA COOPERAZIONE

4.2. LA REGIONE PIEMONTE

4.2.1. Quadro normativo

La normativa della Regione Piemonte che disciplina il settore della cooperazione allo sviluppo è la legge regionale n. 67 del 1995, Interventi regionali per la promozione di una cultura ed educazione di pace per la cooperazione e la solidarietà internazionale, modificata dalla l.r. 56/1997. L’obiettivo principale definito dal legislatore prevede che l’azione della Regione sia finalizzata a favorire il radicamento di una cultura di pace e di cooperazione nella comunità piemontese, in modo da diffondere, nei soggetti e negli operatori, pubblici e privati, la volontà e la capacità di cooperare con le realtà sociali e culturali di altri paesi. Nelle indicazioni riportate all’articolo 6 della suddetta legge, si prevede il dovere di tenere in considerazione il fenomeno della pressione migratoria che interessa la Regione Piemonte e, grazie alle Direttive di carattere programmatico con validità triennale 2009-2011, auspica la possibilità di attivare percorsi formativi, svolti

89 sia direttamente che mediante il sostegno di iniziative indirizzate agli immigrati, per formare operatori di cooperazione da reinserire nei paesi d’origine e favorire il rientro degli stranieri.

La Regione Piemonte ha sviluppato un approccio di intervento che può essere definito “integrato”200

: teso cioè a coinvolgere i diversi attori sia mediante iniziative promosse direttamente dalla Regione, in coordinamento con i soggetti piemontesi che operano nei paesi terzi o in partenariato con enti omologhi di tali paesi, sia attraverso iniziative di sostegno alla cooperazione decentrata piemontese e ad enti ed associazioni del territorio201.

Il Piano Regionale Integrato dell’Immigrazione regionale - triennio 2007-2009 relativo alla l.r. 64/1989, “intende rispondere in modo unitario ai bisogni ed alle esigenze delle cittadine e dei cittadini stranieri immigrati, promuovendo una politica regionale unitaria e coerente su questa tematica attraverso un coordinamento delle politiche di settore”202

. L’obiettivo è infatti quello di “richiamare l’insieme delle politiche ad una riflessione costante sui bisogni emergenti e sulle possibili risposte”203

in modo da trattare il tema delle migrazioni secondo un approccio complessivo ed unitario, coordinando tra loro le politiche sociali, sanitarie, dell’istruzione e della cultura, abitative, formative e del lavoro, delle pari opportunità sul territorio regionale e quelle di cooperazione allo sviluppo e di formazione nei paesi d’origine.

Tra gli obiettivi che la Regione Piemonte vuole perseguire, quello della promozione di iniziative nell’ambito delle relazioni internazionali con i paesi d’origine può essere, in qualche modo, considerato il punto d’incontro fra le politiche di cooperazione e di migrazione.

Recentemente la Regione Piemonte ha aperto una nuova strada che, accanto a quella già esistente di cooperazione internazionale decentrata, sostiene il co-sviluppo valorizzando gli immigrati, soprattutto quelli provenienti dal Senegal, e creando sinergie, scambi e dialogo con le varie associazioni di immigrati presenti sul territorio piemontese. Per far ciò, la Regione si impegna a concedere modesti finanziamenti triennali per il

200A. Stocchiero, “La cooperazione decentrata delle regioni italiane”, Laboratorio CeSPI, n. 4, ottobre

2000

201

Regione Piemonte, “L.R. 67/95 Direttive di carattere programmatico con validità triennale 2009-

2011”, approvate con D.C.R. n. 313-55618 del 29/12/2009

202Regione Piemonte, “Approvazione Piano Regionale Integrato dell’Immigrazione Triennio 2007-2009.

Proposta al Consiglio Regionale”, estratto dal processo verbale della seduta n. 348 del 22 luglio 2008, p.

3 Si fa riferimento al Piano del triennio 2007-2009 in quanto, nel 2010, dopo le elezioni della nuova amministrazione regionale, non sono stati varati altri Piani.

90 monitoraggio del fenomeno migratorio in Piemonte in modo da individuare le associazioni di immigrati, con lo scopo di attivare campagne di informazione e corsi formativi e, soprattutto, per poter capire il ruolo che gli immigrati possano assumere per lo sviluppo “qui”, in Piemonte, e “là”, nel paese di provenienza. Gli interventi associati prevedono, tra gli altri, la valorizzazione delle competenze dei cittadini stranieri, relative sia alla conoscenza dei loro paesi, che alla loro permanenza in Piemonte e nell’ambito della loro attività professionale, e il sostegno ad attività di accompagnamento degli immigrati che intendano rientrare nel loro paese d’origine per realizzare piccole e medie imprese e dare la possibilità di una proficua valorizzazione delle rimesse degli immigrati stessi.

Proprio per la valorizzazione degli immigrati, nel 2007, è stato avviato Progetto Piemonte-Senegal: immigrazione e co-sviluppo. L’obiettivo generale del progetto è quello di migliorare e moltiplicare le azioni di co-sviluppo in Senegal ed in particolare nella Regione di Louga, con la quale la Regione Piemonte ha instaurato rapporti, soprattutto per la forte presenza di immigrati senegalesi sul territorio regionale. Nello specifico si è cercato di stimolare uno scambio e una collaborazione tra le associazioni di senegalesi migrati in Piemonte e gli attori piemontesi impegnati nella cooperazione decentrata fra Piemonte e Louga, in modo tale da favorire le iniziative e i progetti nei quali siano implicate le comunità senegalesi del Piemonte. Il progetto, previsto per il 2007, è stato finanziato per il secondo anno consecutivo, nel 2008, ed ha permesso di attivare iniziative per la consulenza e l’accompagnamento delle comunità senegalesi del Piemonte nella predisposizione di microprogetti di cooperazione e/o di microimprese. Inoltre, in Piemonte e a Louga, sono stati proposti seminari e giornate di riflessione con gli attori impegnati nello sviluppo locale sul tema del co-sviluppo.

4.2.2. Quadro progettuale

La maggior parte dei progetti che saranno analizzati di seguito, sono stati realizzati con il sostegno ed il finanziamento del Programma di Sicurezza Alimentare e Lotta alla Povertà in Sahel ed in Africa Occidentale, programma che la Regione Piemonte porta avanti da oltre dieci anni. Il programma regionale in Sahel e Africa Occidentale segue tre percorsi complementari che prevedono: il sostegno alle iniziative delle autonomie

91 locali piemontesi che vogliono collaborare con le relative istituzioni africane (Percorso A); la creazione di una rete di cooperazione e partenariato fra i vari protagonisti della cooperazione (Percorso B); ed infine, il sostegno e la valorizzazione delle attività di ONG, enti pubblici, associazioni piemontesi ed altri attori della società civile che operano nella cooperazione (Percorso C). Gli interventi previsti dal programma riguardano il rafforzamento istituzionale per un riconoscimento adeguato dei diritti, per la tutela dell’ambiente, per la realizzazione di infrastrutture idriche finalizzate ad aumentare la possibilità di accesso all’acqua, per la promozione di processi di sviluppo zootecnico e agricolo sostenibile e per il sostegno a corsi di educazione e di formazione lavorativa.

Il progetto Sostegno alla promozione di impiego e creazione di impresa nella Provincia di Khouribga, Marocco per l’annualità 2005-2006, è un progetto di cooperazione internazionale co-finanziato da Ministero degli Affari Esteri, Regione Piemonte, Provincia di Torino, Provincia di Alessandria, Provincia di Khouribga, e realizzato in

partnership con l’Istituto per la Cooperazione allo Sviluppo di Alessandria (ICS). Il

progetto prevede il trasferimento di assistenza tecnica a cittadini imprenditori marocchini e/o italiani che vogliano investire in attività produttive nella provincia marocchina di Khouribga. Nell’ambito di questo progetto, il CNA (Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa) di Torino ha svolto attività di informazione e assistenza presso i propri associati interessati al progetto, organizzando, in seguito, in collaborazione con AIMSI (Associazione di Imprenditori Marocchini per lo Sviluppo e gli Investimenti), un seminario durante il quale sono state discusse le opportunità di investimento produttivo da parte di imprenditori immigrati nel proprio paese d’origine.

Il progetto Keur Daba è stato attivato dalla Regione, nel 2006, in collaborazione con il CISV (Comunità Impegno Servizio Volontariato), la Provincia del Verbano Cusio Ossola e l’Associazione Dabafrica. Tale progetto è stato proposto con lo scopo di migliorare la sicurezza alimentare delle popolazioni rurali del villaggio senegalese di Ndiawdoune, attraverso la crescita della capacità dei produttori locali e la valorizzazione del ruolo della donna e dei giovani all’interno della comunità stessa. L’intervento principale è stato quello di creare un comprensorio agricolo che permettesse agli abitanti di disporre degli strumenti e delle tecniche agricole che garantissero, non solo, l’autosufficienza ma anche l’inserimento in un circuito commerciale locale. Tutto ciò si è realizzato grazie al coinvolgimento attivo delle

92 comunità di immigrati senegalesi in Piemonte che si sono attivati per la raccolta fondi, per scambi culturali ed per altre attività di sostegno alle iniziative progettuali. Il progetto si è concluso garantendo un lavoro continuo a circa 300 persone.

Tra il gennaio 2006 e il gennaio 2007, in partnership con la Provincia di Torino, il CISV e la CNA di Torino, è stato promosso un progetto di sviluppo locale e d’impresa: Appoggio alla creazione d’impresa femminile, nella regione di Louga in Senegal. L’intervento intendeva fornire un sostegno concreto alle imprese gestite da donne, attraverso iniziative di informazione, formazione, assistenza tecnica e finanziaria alla creazione di nuove attività imprenditoriali al femminile. Il progetto mirava anche a strutturare e rafforzare le relazioni d’impresa tra la comunità senegalese di Torino e le zone di origine, stimolando flussi di trasferimento di esperienza e conoscenza imprenditoriale ed eventuali relazioni commerciali tra immigrati senegalesi di Torino e la realtà imprenditoriale di Louga.

Nel campo dell’educazione ambientale e allo sviluppo si inserisce il progetto denominato Un aquilone per Yenne promosso, nel 2007, dal Comune di Oleggio, in collaborazione con CISV, la Comunità di senegalesi residenti ad Oleggio e diverse scuole di Yenne e Oleggio. L’obiettivo del progetto di cooperazione è stato quello di migliorare l’ambiente scolastico per bambini e ragazzi che frequentavano la scuola elementare di Nditakh in Senegal e prevedeva l’organizzazione di percorsi di educazione ambientale, allo sviluppo e alla pace, presso le scuole di Oleggio, per diffondere conoscenze relative alle problematiche del Sahel, con particolare riferimento al villaggio di Yenne.

Un progetto interessante ed innovativo è quello del Turismo responsabile a Lompoul, in Senegal, attivato tra il 2008 e il 2009. Tale iniziativa è nata dalla collaborazione tra l’Associazione Trait d’Union e il CISV, con il sostegno della Regione Piemonte, della Provincia e del Comune di Torino e delle Fondazioni 4Africa. Il progetto ha permesso di differenziare le fonti di reddito della popolazione di Lompoul, per lo più impiegata nell’agricoltura. Grazie alle rimesse degli immigrati senegalesi residenti nella Provincia di Torino, è stato costruito un villaggio turistico dove i viaggiatori soggiornano seguendo i principi del turismo responsabile. Questo villaggio è completamente gestito da senegalesi che integrano la gestione con le organizzazioni delle donne e degli uomini, impegnati nell’agricoltura e nella pesca.

Infine, recentemente è stato attivato un progetto in collaborazione con l’Associazione Provinciale Allevatori di Torino, con lo scopo di collaborare con i senegalesi residenti

93 nel territorio torinese, anche in una prospettiva di ritorno nelle loro terre di origine. L’idea, infatti, nasce dalla consapevolezza che la maggior parte degli stranieri senegalesi immigrati proviene da un contesto di allevamento, con lo scopo, quindi, di favorire l’apprendimento di metodi e tecniche legate all’allevamento.

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