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Alberto Andriolo1 - alberto.andriolo@regione.veneto.it

Giuliano Nicolin1 - giuliano.nicolin@regione.veneto.it

I progetti integrati di filiera attivati per la prima volta nel Veneto con il Programma di sviluppo rurale 2007-2013 (PSR) rappresentano un banco di prova per saggiare la capacità degli operatori di fare sistema agendo sinergicamente al fine di favorire la costituzione di rapporti equi e stabili tra i diversi segmenti della catena agroalimentare.

Di approccio integrato di filiera si parla già nelle finalità del Piano Strategico Nazionale per lo sviluppo rurale (PNS) al fine di promuovere un coordinamento delle diverse imprenditorialità presenti in tutte le fasi della filiera (pro- duzione, trasformazione, commercializzazione). Tale ap- proccio è orientato all’attuazione di una progettualità ad alto contenuto specialistico e caratterizzata da marcate scelte strategiche in grado di incidere in modo significa- tivo sulla competitività delle imprese e sull’incremento di valore aggiunto delle produzioni commercializzate. Il progetto di integrazione di filiera va inserito nel partico- lare contesto in cui si colloca l’agricoltura.

I vincoli strutturali ( ridotte dimensioni aziendali, età avan- zata degli imprenditori, scarso ricambio generazionale) e le politiche agricole che fino a poco tempo fa erano orien- tate ad interventi di tipo protezionistico (sia per quanto ri- guarda gli scambi commerciali che la determinazione dei prezzi), hanno frenato quello spirito competitivo che sta alla base di ogni attività imprenditoriale.

Le nuove scelte di politica comunitaria maggiormente orientate al mercato (disaccoppiamento) e l’avvento della globalizzazione hanno quindi trovato le imprese, special- mente quelle meno strutturate, impreparate ad affrontare questi nuovi scenari.

Uno strumento in grado di integrare i vari segmenti della filiera agroalimentare, che valorizzi la produzione prima- ria e consenta di aggregare l’offerta può rappresentare un’opportunità di sviluppo soprattutto, ma non solo, per le aziende agricole più deboli.

Il contesto

Volendo analizzare il grado di organizzazione della filiera nella realtà veneta ci troviamo di fronte a una situazione assai diversificata2. Nel settore vitivinicolo, lattiero casea-

rio e ortofrutticolo (anche se in misura minore) grazie ad una presenza storica di cooperative di trasformazione, esiste una filiera ben strutturata in grado di interagire di- 1 Direzione Competitività sistemi agroalimentari - Regione del Veneto.

2 Conclusioni della Conferenza regionale dell’agricoltura e dello sviluppo rurale, 2011.

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rettamente con i grandi gruppi di distribuzione organiz- zata, anche se spesso limitata all’ambito nazionale. Negli altri settori i rapporti tra i diversi soggetti sono per lo più sporadici, non continuativi e la filiera risulta appesantita dalla presenza di numerose figure intermedie con conse- guente riflesso negativo sull’azienda di produzione che spesso non vede riconosciuta un’adeguata remunerazio- ne per il proprio prodotto.

In questo scenario articolato la regione Veneto ha, già nella fase propedeutica alla stesura del PSR, avviato un confronto attraverso la convocazione di appositi tavoli di filiera dove, attraverso il diretto coinvolgimento degli ope- ratori, si è cercato di individuare quali fossero le criticità, i punti di forza, di debolezza e le opportunità di sviluppo di ciascun settore produttivo. Sono stati coinvolti rappre- sentanti di produttori, organizzazioni professionali agrico- le, associazioni di produttori, industriali associazioni di consumatori, enti di ricerca e sviluppo (DSR, 2007).

La procedura

Le informazioni raccolte e le discussioni scaturite da que- sti incontri hanno consentito di elaborare un approccio

integrato alla progettazione che trova riscontro nel PSR Veneto.

Le procedure di attuazione dei PIF nel Veneto prevedono tre distinte fasi procedimentali:

1. presentazione della “Manifestazione di Interesse” alla Regione per consentire al soggetto “proponente” di pubblicizzare la propria iniziativa, favorire un’ampia partecipazione delle imprese interessate alla proget- tazione integrata e finalizzare i PIF ad interventi stra- tegici di rilevanza rispetto alle problematiche delle diverse filiere;

2. presentazione da parte del soggetto proponente della “Domanda Obiettivo” contenente le finalità del progetto, le schede progettuali dei singoli partecipan- ti con i relativi investimenti per misura oltre i diversi impegni previsti dal bando, tra cui l’obbligo di sot- toscrivere contratti di fornitura tra le imprese di tra- sformazione partecipanti e tutte le imprese agricole all’interno del PIF;

3. presentazione, a seguito dell’approvazione del PIF, delle “Domande Singole” e della relativa documenta- zione da parte dei singoli partecipanti secondo quan- to previsto dai rispettivi bandi di misura.

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L’argomento

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I Progetti

L’interessamento degli operatori si è manifestato prelimi- narmente con la consegna di 56 manifestazioni d’interes- se concretizzatesi poi attraverso la presentazione di 38 progetti - obiettivo.

La fase preliminare all’avvio dei progetti ha consentito, attraverso una reciproca conoscenza e valutazione delle opportunità da parte degli operatori, di spingere il pro- cesso di aggregazione e integrazione tra gli stessi: in un caso si è giunti anche alla creazione di una Associazione di organizzazioni di produttori ortofrutticoli (AOP) che ha presentato il progetto coinvolgendo sette OP, tutte suc- cessivamente confluite nell’associazione.

I PIF approvati sono stati sottoposti ad una seconda fase in cui sono state istruite le singole domande presentate per ogni specifica misura.

Ciò ha portato alla definizione di 33 PIF per un importo di contributo pubblico di circa 80 meuro con il coinvolgimen- to di oltre 1600 aziende.

Le Misure

Le misure attivabili sono state individuate tutte nell’asse 1 del PSR e si possono riassumere in misure di sistema, che ricadono su più beneficiari o hanno una ricaduta sull’intera filiera3 e misure individuali, che interessano singoli desti-

natari degli interventi4.

Le misure d’investimento hanno rappresentato oltre il 95% della spesa ammessa.

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