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2. La frase completiva

2.1. Elenco di tipologie di frase completiva

2.1.3. Relative argomentali

Finora le frasi relative sono state sempre trattate e rappresentate come circostanti del nucleo (o in generale di un antecedente in varie posizioni strutturali). Tuttavia, in base ad alcuni contributi bibliografici e occorrenze nel corpus, si ritiene ora necessario riflettere su alcuni tipi di frasi relative incontrati.

145 Caes. Gal. 1.40.14. 146 Caes. Gal. 1.50.4.

Figura 77: (b) Figura 76: (a)

Le frasi relative si possono definire come modificatori di un SN, al pari di un aggettivo e di un participio, tant’è che spesso vengono chiamate “frasi attributive” o “frasi aggettive”147. Tuttavia, esistono casi, soprattutto in latino, delle cosiddette “relative indipendenti” o “relative senza testa”148, ovvero in cui non è espresso né ricavabile un antecedente che dovrebbe fungere da testa del sintagma.

Dal momento che aggettivi e participi possono ricoprire una funzione di sostantivi (aggettivi e participi sostantivati) e quindi anche di argomenti, essa potrebbe essere teoricamente ricoperta anche dalle frasi relative.

Pensando a casi come l’italiano, del tipo Chi tace acconsente o Vado dove vuoi, ci si trova di fronte a un pronome “doppio”: chi racchiude l’antecedente e il pronome relativo che (chi = colui

+ che)149; dove racchiude l’antecedente e un’espressione pronominale in cui (dove = nel luogo +

in cui). Ciò nonostante, questo tipo di relativa, in sede di analisi, viene normalmente separata:

l’antecedente ricostruito nella frase reggente (nucleo) e il pronome relativo nella frase attributiva (circostanti).

Mentre nella lingua italiana questa “sintesi” è molto rara, in latino, invece, è molto più facile trovare una relativa senza un antecedente. Anche queste, tuttavia, sebbene problematizzate, vengono spiegate appunto come “frasi relative senza testa”, perché si parte dal presupposto che una relativa sia sempre un modificatore interno a un sintagma, per cui in sede di analisi si ricostruisce l’antecedente con una proforma150. Tuttavia, un’operazione di questo tipo è poco fedele alla struttura frasale presente nel testo per vari motivi.

Prima di tutto, il concetto di “sottinteso” si adatta perfettamente a qualcosa che non è espresso nella frase perché semanticamente ovvio o conosciuto grazie ai caratteri della testualità (sequenza, coerenza, organicità): per esempio si può sottintendere un soggetto perché è lo stesso della frase precedente. La stessa cosa non si può dire facilmente per situazioni strutturali: un pronome, per definizione, sostituisce strutturalmente un nome e lascia in secondo piano la sua referenza; per questo un sottinteso strutturale non è uguale a un sottinteso semantico. Quindi ciò che non c’è non è per forza sottinteso, ma potrebbe essere assolutamente assente.

Più concretamente, si può usare come criterio il test della proforma. Sostituendo l’intera frase relativa con un pronome (come id o hoc in latino), diventa chiaro che non si tratta semplicemente di una restrizione di referenza (funzione semantica degli attributi), ma di una referenza stessa. In altre parole, quel tipo di relativa non è un attributo ma un argomento. Per esempio, [Chi fuma in

aula] sarà sospeso > [Lui] sarà sospeso. Parimenti si può usare il test dell’enunciabilità in

isolamento: Chi sarà sospeso? > [Chi fuma in aula]

Altra dimostrazione si può osservare nel confronto interlinguistico con l’italiano. Secondo le regole di scrittura dell’italiano standard, gli argomenti non possono essere separati dal loro predicato tramite virgole. La stessa regola colpisce anche frasi relative restrittive e referenziali, ma non quelle attributive151: per es. *Chi sporca, deve pulire; ma Daniela, che è mia sorella, ama

viaggiare. Questo mostra chiaramente che la relativa referenziale ricopre interamente la funzione

di argomento del predicato.

Secondo queste logiche, invece di ricostruire l’antecedente che fa da argomento al predicato, si dovrebbe l’intera frase relativa l’argomento. Questa è definibile come “frase relativa argomentale”, ovvero una frase che sintatticamente ha funzione completiva, ma morfologicamente viene introdotta da un pronome relativo.

Seguono alcuni esempi di questa particolare tipologia riscontrati nel corpus152.

147 Cfr. Traina - Bertotti, 1993, p. 390-394.

148 Cfr. Pinkster, 1990, chapter 6.5.1 “Indipendent” (Headless) relative clauses. 149 Sabatini - Camodeca - De Santis, 2001, p. 336

150 Cfr. Pinkster, 1990, p. 90.

151 Sabatini - Camodeca - De Santis, 2001, p. 337; cfr. Parise, 2017, p. 128-129

(a) Tum demum Liscus oratione Caesaris adductus, quod antea tacuerat, proponit153.

(b) Quibus rebus cognitis, cum ad has suspiciones certissimae res accederent, quod per fines

Sequanorum Helvetios traduxisset, quod obsides inter eos dandos curasset, quod ea omnia non modo iniussu suo et civitatis, sed etiam inscientibus ipsis fecisset, quod a magistratu Haeduorum accusaretur, satis esse causae arbitrabatur, quare in eum aut ipse animadverteret aut civitatem animadvertere iuberet154.

153 Caes. Gal. 1.17.1. 154 Caes. Gal. 1.19.1.

Figura 78: (a)

(c) simul commonefacit (scil. Diviciacus), quae ipso praesente in concilio Gallorum de

Dumnorige sint dicta155.

(d) ostendit (scil. Diviciacus), quae separatim quisque de eo apud se dixerit156.

(e) Dumnorigem ad se vocat, fratrem adhibet; quae in eo reprehendat, ostendit; quae ipse intellegat, quae civitas queratur, proponit157.

155 Caes. Gal. 1.19.4. 156 Caes. Gal. 1.19.4. 157 Caes. Gal. 1.20.6. Figura 82: (e) Figura 81: (e) Figura 80: (c)

(f) Dumnorigem ad se vocat, fratrem adhibet; quae in eo reprehendat ostendit; quae ipse

intellegat, quae civitas queratur proponit158.

(g) Multo denique die per exploratores Caesar cognovit et montem a suis teneri et Helvetios

castra movisse et Considium timore perterritum, quod non vidisset, pro viso sibi renuntiavisse159.

(h) si non impetraret, sese, quoniam M. Messala M. Pisone consulibus senatus censuisset, uti,

quicumque Galliam provinciam obtineret, quod commodo rei publicae facere posset, Haeduos ceterosque amicos populi Romani defenderet, se Haeduorum iniurias non neglecturum160.

Da questo breve percorso si può ancora una volta dimostrare come forma e funzione siano due interfacce differenti di un sistema linguistico: non sempre coincidono, ma, anzi, la prima è solo uno dei riflessi della seconda. In questo caso, anche se la morfologia induce a considerare queste frasi come relative, la funzione dimostra che si tratta di completive al pari di quelle finora esposte.

158 Caes. Gal. 1.20.6. 159 Caes. Gal. 1.22.4. 160 Caes. Gal. 1.35.4. Figura 85: (h) Figura 84: (g) Figura 83: (f)

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