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REQUISITI DI CAPITALE (ART. 438 CRR)

Con il termine adeguatezza patrimoniale si intende la valutazione della capacità del patrimonio aziendale di fronteggiare, in termini attuali e prospettici, le perdite inattese insite nello svolgimento dell’attività, presupponendo che le perdite attese - in particolare con riferimento al rischio di credito - siano fronteggiate dalle rettifiche di valore nette (specifiche e di portafoglio) di pari entità già rilevate a conto economico.

In tale contesto, la banca, oltre a rispettare i requisiti patrimoniali regolamentari (a fronte dei rischi di credito, controparte, mercato, operativo) in quanto i Fondi Propri rappresentano il primo presidio a fronte dei rischi connessi all’attività bancaria e il prioritario criterio di giudizio dell’adeguatezza patrimoniale da parte dell’Autorità di Vigilanza, dispone di strategie e processi al fine di valutare e detenere nel tempo il capitale complessivo ritenuto adeguato (per importo e composizione) alla copertura di tutti i rischi ai quali è o potrebbe essere esposto (capitale interno o capitale a rischio).

Attraverso il processo interno di determinazione dell’adeguatezza patrimoniale (Internal Capital Adequacy Assessment Process - ICAAP) il Gruppo effettua un’autonoma valutazione della propria adeguatezza patrimoniale, attuale e prospettica, in relazione ai rischi assunti e alle strategie aziendali. Il presente processo è documentato, conosciuto e condiviso dalle strutture aziendali ed è sottoposto a revisione interna.

Il perimetro di riferimento del processo ICAAP è rappresentato dal Gruppo bancario su base consolidata, così come indicato dalla normativa di Vigilanza. In quest’ottica il processo ICAAP è svolto dalle funzioni preposte della Capogruppo.

Il processo interno di determinazione dell’adeguatezza patrimoniale è svolto sia in ottica normativa (secondo le tempistiche e le modalità previste dalla Circolare Banca di Italia n. 285 del 17/12/2013, Parte I, Titolo III, Capitolo 1), che in ottica gestionale (secondo tempistiche previste internamente e mediante modalità anche diverse da quelle predisposte in ottica normativa).

Il processo di determinazione dell’adeguatezza patrimoniale si articola nelle seguenti principali fasi:

- individuazione dei rischi da sottoporre a valutazione, con riferimento sia ai rischi regolamentari o di primo pilastro, sia ai rischi rientranti nel secondo (rischio di concentrazione single-name e geo-settoriale, rischio di tasso di interesse derivante da attività diverse dalla negoziazione, rischio di liquidità, rischio residuo, rischi derivanti da cartolarizzazioni, rischio strategico, rischio di reputazione e eventuali ulteriori tipologie di rischio connesse alla specifica operatività del Gruppo);

- misurazione/valutazione dei singoli rischi e del relativo capitale interno. Il capitale interno è calcolato per i rischi regolamentari e per i rischi quantificabili del secondo pilastro e limitatamente a quelli per i quali Banca d’Italia ha indicato metodologie semplificate di determinazione del capitale interno. Per le altre tipologie di rischio, difficilmente quantificabili, sono, comunque, fornite valutazioni qualitative e predisposti sistemi di controllo e di mitigazione adeguati;

- valutazione del capitale interno complessivo. Il Gruppo determina il capitale interno complessivo secondo un approccio “building block” semplificato, che consiste nel sommare ai requisiti regolamentari a fronte dei rischi del primo pilastro (o al capitale interno relativo a tali rischi calcolato sulla base di metodologie interne, laddove presenti), l’eventuale capitale interno relativo agli altri rischi rilevanti. Secondo quanto previsto dalla normativa di vigilanza la valutazione del capitale interno complessivo è condotta sia in ottica di condizioni normali di business sia in condizioni di stress.

Informativa quantitativa

Come già illustrato nella Sezione dedicata ai “Fondi propri”, il Patrimonio di vigilanza complessivo è composto dalla somma algebrica degli elementi di seguito specificati:

- Capitale di Classe 1 o Tier 1 (in grado di assorbire le perdite in condizioni di continuità d’impresa).

Tale patrimonio si suddivide in Capitale primario di Classe 1 (Common Equity Tier 1) e Capitale aggiuntivo di Classe 1 (Additional Tier 1);

- Capitale di Classe 2 o Tier 2 (in grado di assorbire le perdite in caso di crisi).

Gli elementi indicati in precedenza sono soggetti in termini generale ai seguenti limiti:

- il Common Equity Tier 1 deve essere pari, in qualsiasi momento, ad almeno il 4,5% delle attività ponderate per il rischio;

- il Tier 1 deve essere pari, in qualsiasi momento, ad almeno il 6% delle attività ponderate per il rischio;

- i Fondi propri (Patrimonio di vigilanza complessivo), pari al Capitale di Classe 1 più il Capitale di Classe 2, deve essere pari in qualsiasi momento ad almeno l’8,0% delle attività ponderate per il rischio.

Inoltre, le banche hanno l’obbligo di detenere, in aggiunta al patrimonio di qualità primaria necessario per soddisfare i requisiti in materia di Fondi propri, una riserva di conservazione del capitale; i requisiti minimi di capitale richiesti al 31 dicembre 2016, inclusa la riserva di conservazione del capitale pari al 2,5%, sono pertanto pari al 7% di Common Equity Tier 1, 8,5% di Tier 1 e 10,5% di Tier Total.

Come da comunicazione diramata in data 26 agosto 2015, la Capogruppo ha ricevuto il provvedimento della Banca d’Italia riguardante i requisiti patrimoniali da rispettare a conclusione del Supervisory Review and Evaluation Process (SREP), che confermano i coefficienti di capitale minimi:

- del 7% per il Common Equity Tier1 ratio, vincolante - ai sensi dell’art. 67-ter TUB - nella misura del 5% (di cui 4,5% a fronte dei requisiti minimi regolamentari e 0,5% a fronte dei requisiti aggiuntivi);

- dell’8,5% per il Tier1 ratio, vincolante - ai sensi dell’art. 67-ter TUB - nella misura del 6,7% (di cui 6%

a fronte dei requisiti minimi regolamentari e 0,7% a fronte dei requisiti aggiuntivi);

- del 10,5% per il Total Capital ratio, vincolante - ai sensi dell’art. 67-ter TUB - nella misura dell’8,9% (di cui 8% a fronte dei requisiti minimi regolamentari e 0,9% a fronte dei requisiti aggiuntivi).

In data 9 gennaio 2017 Banca d’Italia ha inoltre comunicato alla Capogruppo l’avvio del procedimento di imposizione di requisiti patrimoniali aggiuntivi, a conclusione del Supervisory Review and Evaluation Process (SREP) 2016, con applicazione a partire dalla prima segnalazione sui fondi propri successiva alla data di emanazione del provvedimento (entro 90 giorni dall’avvio del procedimento). Il Gruppo sarà pertanto tenuto ad applicare quanto segue:

- 6% per il Common Equity Tier1 ratio, vincolante - ai sensi dell’art. 67-ter TUB - nella misura del 4,8%

(di cui 4,5% a fronte dei requisiti minimi regolamentari e 0,3% a fronte dei requisiti aggiuntivi) e per la parte restante dalla componente di riserva di conservazione del capitale;

- 7,6% per il Tier1 ratio, vincolante - ai sensi dell’art. 67-ter TUB - nella misura del 6,4% (di cui 6,0% a fronte dei requisiti minimi regolamentari e 0,4% a fronte dei requisiti aggiuntivi) e per la parte restante dalla componente di riserva di conservazione del capitale;

- 9,7% per il Total Capital ratio, vincolante - ai sensi dell’art. 67-ter TUB - nella misura dell’8,5% (di cui 8% a fronte dei requisiti minimi regolamentari e 0,5% a fronte dei requisiti aggiuntivi) e per la parte restante dalla componente di riserva di conservazione del capitale.

I suddetti requisiti minimi vanno letti unitamente alla revisione da parte di Banca d’Italia delle disposizioni relative alla conservazione del capitale, ad oggi pari al 2,5%, che a partire dal 2017 viene ricondotta a quanto previsto dalla disciplina transitoria fornita dalla CRD IV, ovvero:

- 1,250% dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2017;

- 1,875% dal 1° gennaio 2018 al 31 dicembre 2018;

36 - 2,50% dal 1° gennaio 2019 in avanti (c.d. regime fully loaded).

La seguente tabella mette a raffronto i requisiti patrimoniali consolidati rilevati al 31 dicembre 2016 con quelli minimi richiesti alla medesima data e i requisiti patrimoniali consolidati minimi da rispettare per l’esercizio 2017 per effetto degli accadimenti descritti.

Gli SREP Buffers alla data di riferimento sono rispettivamente pari al 3,9% (CET1), 2,5% (Tier1) e al 3,0% (Total Capital Ratio)2. Trattasi, dunque, di requisiti patrimoniali ampiamente superati dai requisiti effettivi del Gruppo al 31 dicembre 2016 e che confermano un contenuto livello di rischiosità del Gruppo.

Ai fini del calcolo delle "Attività di rischio e coefficienti di vigilanza", la normativa UE assoggetta ad una ponderazione agevolata (fattore di sostegno pari a 0,7619) le PMI (Piccole Medie Imprese).

Rischio di credito e controparte: requisito patrimoniale per classe di attività

2 Applicando i requisiti patrimoniali aggiuntivi previsti per l’esercizio 2017 a conclusione del procedimento in corso da parte di Banca d’Italia, i buffer risultano rispettivamente pari a 4,9% (CET1), 3,4% (Tier1) e 3,8% (Total Capital Ratio).

RWA Requisito

Patrimoniale RWA Requisito

Patrimoniale RWA Requisito

Patrimoniale RWA Requisito Patrimoniale 1. Esposizioni verso o garantite da

amministrazioni centrali e banche centrali 185.132 14.811 - - 190.527 15.242 - 2. Esposizioni verso o garantite da

amministrazioni regionali o autorità locali 3.949 316 - - 3.750 300 - 3. Esposizioni verso o garantite da organismi del

settore pubblico 1.008 81 - - 1.240 99 - 4. Esposizioni verso o garantite da banche

multilaterali di sviluppo 1.169 94 - - 1.900 152 - 5. Esposizioni verso o garantite da

organizzazioni internazionali 989 79 - - 617 49 - 6. Esposizioni verso o garantite da intermediari

vigilati 102.249 8.180 19.146 1.532 115.229 9.218 21.122 1.690 -13. Esposizioni a breve termine verso imprese o

intermediari vigilati - - - - - - -

Rischio di credito Rischio di controparte Rischio di credito

Rischio di mercato: requisito patrimoniale

Rischio operativo: requisito patrimoniale

Rischi specifici: requisito patrimoniale

Coefficienti patrimoniali

Rischio di credito e di controparte Requisito patrimoniale 31.12.2016

Requisito patrimoniale 31.12.2015 Totale rischio di credito 575.693 565.352 Totale rischio di controparte 1.660 1.832 Totale rischio di credito e di controparte 577.353 567.184

Rischio di mercato - Metodologia standardizzata Requisito patrimoniale 31.12.2016

Requisito patrimoniale 31.12.2015 - rischio di posizione su strumenti di debito 612 377 - rischio di posizione su strumenti di capitale 434 64 - rischio di cambio - -Totale rischio di mercato 1.045 441

Rischio operativo Requisito patrimoniale

31.12.2016

Requisito patrimoniale 31.12.2015 Metodo base 64.447 65.042 Totale rischio operativo 64.447 65.042

Rischio di aggiustamento della valutazione del credito Requisito patrimoniale 31.12.2016

Requisito patrimoniale 31.12.2015 Metodo standard 1.446 1.828 Totale rischio aggiustamento della valutazione del credito 1.446 1.828

Coefficienti di vigilanza 31.12.2016 31.12.2015

Common Equity Tier 1 ratio 10,899% 10,845%

Tier 1 ratio 11,041% 10,978%

Total capital ratio 13,472% 13,946%

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