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I requisiti delle forze armate e le capacità netcentriche

Nel documento Innovazione tecnologica e difesa (pagine 35-51)

1. Forze armate americane e capacità netcentriche: alla ricerca di un equilibrio,

1.2 I requisiti delle forze armate e le capacità netcentriche

netcentrIche

Nel corso del ’900, gli Stati Uniti hanno preferito impostare la loro stra-tegia di difesa su un approccio qualitativo piuttosto che quantitativo.

Tale approccio si fonda su due presupposti: 1) che gli Stati Uniti abbiano un vantaggio competitivo sia nell’accesso che nell’utilizzo di tecnologie avanzate; 2) che il personale volontario, qualificato e addestrato (special-mente dai tempi della guerra in Vietnam) impieghi queste capacità più efficacemente rispetto a quanto sarebbero in grado di realizzare forze coscritte, sebbene numericamente maggiori. I progressi nelle ICT sem-brano sposarsi in modo coerente con l’approccio qualitativo americano, dal momento che le reti offrono un potenziale perfino maggiore in grado di incrementare l’efficacia di una qualsiasi unità sul terreno. Ciò detto, le forze armate degli Stati Uniti riconoscono che se da una parte le capacità

“stand-alone” manchino di sinergia, dall’altra quelle “networked” offrano agli avversari l’opportunità di provocare conseguenze ben maggiori, ad esempio se fossero in grado di penetrare o negare l’accesso a tali reti. Non è un caso infatti che le forze armate americane stiano investendo ingenti risorse economiche nel settore della cyber defense.

Un primo e ampio riconoscimento del potenziale che le tecnologie ICT erano in grado di offrire alle forze armate americane avvenne con il sistema di navigazione satellitare Global Positioning System (GPS) e con le infor-mazioni che esso forniva in termini di positioning, navigation and timing (PNT). I dati PNT hanno rivoluzionato ogni area funzionale di combatti-mento, dai sistemi Blue Force Tracker – che permettono ai comandanti di

“vedere” in tempo reale la posizione di ogni veicolo della loro unità – alla comunicazione di precise coordinate, fino all’impiego di velivoli unman-ned in grado di provvedere ai necessari rifornimenti in luoghi e postazioni

4 US Dept of the Army, Army Equipment Program in Support of President’s Budget 2015, May 2014, http://usarmy.vo.llnwd.net/e2/c/downloads/348286.pdf.

remote nelle montagne dell’Afghanistan5. Come già accennato, l’impatto piuttosto rivoluzionario dei dati PNT sulle operazioni militari americane ha comunque generato alcuni rischi, e non solo in termini di attacchi ciber-netici. Sempre più frequentemente, i vertici delle forze armate evidenzia-no come lo spazio stia diventando sempre più congestionato e conteso. Ciò rappresenta una grave minaccia (volontaria o meno) ad ogni aspetto delle operazioni militari americane, dalla comunicazione all’intelligence, fino alla fornitura di supporto logistico. In particolare, si prospetta il rischio che i collegamenti GPS non siano più disponibili. Al momento si stanno compiendo vari sforzi per mitigare tali rischi e per quanto riguarda la re-silienza dei collegamenti GPS, gli Stati Uniti stanno vagliando una serie di opzioni tra cui lo sviluppo di programmi mirati ad utilizzare microtecno-logie per migliorare l’accesso ai dati PNT, così come sviluppare approcci alternativi alle correzioni di navigazione fornite dal GPS6.

Nonostante le informazioni fornite dai dati PNT siano state per molti aspetti rivoluzionarie, al momento i requisitivi delle forze armate in ter-mini di capacità netcentriche tendono ad estendersi su vari fronti. L’at-tuale Chief of Naval Operations, l’Ammiraglio Jon Greenert, esprime da molto tempo la sua opinione secondo la quale la rete non sarebbe più una funzione di supporto, bensì un sistema di combattimento a sé stante7. A questo proposito, l’orientamento della Marina americana ha trovato ri-scontro in alcuni importanti cambiamenti organizzativi volti a combinare responsabilità di intelligence, comunicazioni e sorveglianza.

L’Aeronautica, la forza armata tendenzialmente più orientata all’inno-vazione tecnologica, è stata meno esplicita nell’articolare la centralità

del-5 Si veda Lockheed Martin, U.S. Marine Corps to Keep K-Max Unmanned Cargo Re-Supply Helicopter in Theater for Second Deployment Extension, 31 July 2012, http://lmt.co/1F-88Va1.

6 Si veda a titolo di esempio: Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA), Micro-Technology for Positioning, Navigation and Timing (Micro-PNT), http://www.darpa.

mil/Our_Work/MTO/Programs/Micro-Technology_for_Positioning,_Navigation_and_Ti-ming_(Micro-PNT).aspx; Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA), Adap-table Navigation Systems (ANS), http://www.darpa.mil/Our_Work/STO/Programs/Adap-table_Navigation_Systems_(ANS).aspx. Oltre a questi due progetti, l’Esercito persegue lo sviluppo di un programma volto a incrementare la protezione dei segnali GPS e diversi-ficare la relativa rete di sensori. Justin Doubleday, “Congress approves Army funding for

‘assured’ navigation technology”, in InsideDefense.com, 10 October 2014.

7 Henry Kenyon, “Navy views network infrastructure as a vital combat component,”

in DefenseSystems.com, 9 June 2011, http://defensesystems.com/articles/2011/06/09/

naval-it-day-greenert-network-as-combat-system.aspx.

le capacità netcentriche nelle sue operazioni. Tuttavia, dato il suo ruolo centrale nel provvedere alle capacità in campo spaziale, la sua precoce attenzione e interesse alla miriade di questioni cyber e, infine, i suoi pro-gressi per potenziare le reti di comunicazioni aeree dimostrano come la forza armata sia sulla stessa lunghezza d’onda della Marina. Per quanto riguarda l’Esercito, l’ultimo decennio e più di operazioni di combattimen-to ha persuaso i vertici della forza armata che la capacità di “vedere” se stessi e il nemico così come di diffondere rapidamente quest’informazio-ne al campo di battaglia sono di cruciale importanza, e che tutto ciò si basa quasi esclusivamente su una solida struttura di network. I vertici dell’Esercito dichiarano regolarmente, con affermazioni che poi trovano riscontro e si riflettono sull’allocazione delle risorse, che la rete costitui-sce la priorità di acquisizione principale. Anche il Corpo dei Marines, che si avvale considerevolmente del supporto delle altre forze armate, ricono-sce che le NEC offrano alle sue unità capacità ben superiori, e che si rive-lano centrali per l’interazione con le altre forze armate. Quindi, mentre le specificità delle ICT continuano a evolversi rapidamente, l’establishment militare americano concorda sul fatto che il successo delle forze arma-te dipenda in maniera significativa dall’abilità di sfruttare più adeguata-mente tali progressi attraverso le capacità netcentriche.

Allo stesso tempo però, si riconosce la possibilità che altri attori ab-biano simili opportunità o che stiano sviluppando analoghe capacità. Gli Stati Uniti ad esempio non sono stati i soli a fare progressi nel fuoco di precisione, motivo per cui le forze armate americane stanno indirizzando la loro attenzione sulle cosiddette “dispersed or distributed operations”, nelle quali le unità sono distribuite in modo disaggregato per poi essere capaci di riaggregarsi rapidamente in un determinato luogo e tempo per sfruttare i benefici del concetto di massa. Quest’aspetto è particolarmente importante per le forze terrestri americane, Marines ed Esercito: incre-mentare l’addestramento per tale tipologia di operazioni costituisce la terza priorità8 del comandante del Corpo dei Marines, mentre la capacità di “operare in maniera decentralizzata” rappresentava uno dei sette con-cetti principali del precedente Army Operating Concept (AOC)9. A questo

8 US Marine Corps, Service Campaign Plan for 2014-2022, 21 May 2014, https://mari- necorpsconceptsandprograms.com/sites/default/files/files/United%20States%20Mari-ne%20Corps%20Service%20Campaign%20Plan%202014-2022.pdf.

9 US Army Training and Doctrine Command (TRADOC), The United States Army Opera-ting Concept, 2016-2028, TRADOC Pamphlet No. 525-3-1, 19 August 2010, p. 17, https://

fas.org/irp/doddir/army/opcon.pdf. Sebbene il richiamo a tale principio sia meno

espli-proposito, entrambe le forze armate hanno recentemente rilasciato due versioni aggiornate dei rispettivi concetti strategici che delineano le rela-tive visioni sulle future modalità di impiego e, in entrambi i casi, le capa-cità netcentriche svolgono un ruolo centrale.

Nel marzo 2014, il Corpo dei Marines ha pubblicato il suo ultimo con-cetto operativo intitolato Expeditionary Force 21 (talvolta noto come EF 21)10. L’EF 21 tratteggia la visione futura del Corpo dei Marines, e svolge una funzione cardine e omnicomprensiva per lo sviluppo della forza ar-mata nei prossimi anni. Il concetto ribadisce che lo scopo del Corpo dei Marines è quello di focalizzarsi sulla risposta alle crisi come principale missione, e di ripristinare il suo retaggio “expeditionary”11. Il documento descrive un approccio che tende ad enfatizzare una maggiore “presenza avanzata” (forward presence), una conoscenza più dettagliata del livello regionale, una migliore flessibilità della catena di comando e controllo e dell’assegnazione delle forze nel passare dalle operazioni circoscritte a quelle relativamente più grandi, un rapido schieramento di forze distri-buite e organizzate per funzione, maggiori capacità di operare in ambien-ti elettromagneambien-tici complessi (con relaambien-tive tecnologie), e una più efficace integrazione con le forze speciali.

Al concetto operativo del Corpo dei Marines fa seguito quello dell’E-sercito, il cosiddetto AOC, rilasciato nell’ottobre 201412. L’AOC è inoltre atto a guidare lo sviluppo futuro della forza, e pone una forte e rinnovata enfasi sulla capacità di predisporre condizioni adeguate per l’impiego in

cito nell’ultimo documento relativo al concetto operativo dell’Esercito, esso rimane anco-ra un elemento chiave nei piani odierni e futuri della forza armata. US Army Tanco-raining and Doctrine Command (TRADOC), The U.S. Army Operating Concept: Win in a Complex World, 2020-2040, 31 October 2014, TRADOC Pamphlet No. 525-3-1, 31 October 2014, http://

www.tradoc.army.mil/tpubs/pams/tp525-3-1.pdf.

10 US Marine Corps, Expeditionary Force 21. Forward and Ready: Now and in the Fu-ture, 4 March 2014, http://www.mccdc.marines.mil/Portals/172/Docs/MCCDC/EF21/

EF21_USMC_Capstone_Concept.pdf.

11 Ciò è conseguenza, forse, di una sorta di timore da parte del Corpo dei Marines che le operazioni in Iraq e Afghanistan abbiano richiesto alla forza armata di operare più “stati-camente” – rimanendo vincolati a infrastrutture fisse sul terreno – rispetto a quanto fosse prestabilito e desiderato in termini di retaggio istituzionale, cultura e missioni. Non a caso, si afferma frequentemente che una “generazione di Marines” non ha avuto la possibilità di essere impiegata su unità navali e che il relativo set di capacità operative e conoscenze marittime dovrà essere reimpostato e ripristinato.

12 US Army Training and Doctrine Command (TRADOC), The U.S. Army Operating Con-cept: Win in a Complex World, cit.

teatro, così come determinate azioni volte a condizionare il contesto di sicurezza. Mette altresì in evidenza come le operazioni interforze e multi-nazionali costituiranno il futuro delle operazioni militari, sostenendo che

“le forze dell’Esercito sono particolarmente adatte a condizionare i con-testi di sicurezza attraverso una “presenza avanzata” (forward presence) e azioni di combattimento durature e continuative con le forze di terra alleate e dei Paesi partner”13. Ancora, l’AOC identifica specificamente le tecnologie di processo informativo e di comunicazione come strumenti utili per sviluppare delle Common Operational Pictures (COPs) e ridurre così la complessità tecnologica per gli operatori14. Sebbene non ricono-sca esplicitamente la centralità delle capacità netcentriche, l’idea di base prevista nel documento prevede “unità multinazionali in grado di agire a livello globale e di compiere manovre da diverse posizioni […] rapida-mente adattabili alla missione […] e che combinino capacità interforze e multinazionali.”15

Sia per il Corpo dei Marines che per l’Esercito, realizzare le rispetti-ve visioni sulle modalità di impiego futuro delle operazioni richiederà un affidamento finanche maggiore sulle ICT e sulle capacità netcentriche.

Comprendere quali siano le implicazioni a livello di aree funzionali di combattimento agevola certamente il significato di questa affermazione.

Comando e controllo (C2). L’abilità dei comandanti di comunicare e di-rigere le proprie forze costituisce il presupposto per operazioni efficaci e, sia per l’Esercito che per il Corpo dei Marines, tale funzione è stret-tamente dipendente dalle possibilità di disporre di network16. Come ha dichiarato un generale dell’Esercito americano, la priorità d’investimento per la forza armata è costituita dal continuo sviluppo delle reti wireless.

Quest’ultime permettono le comunicazioni a livello di plotone, squadra e perfino a livello del singolo operatore, e sono elementi fondamentali per

13 Ibid., p. 8.

14 Ibid., p. 13.

15 Ibid., p. 15.

16 Per esempio, il Corpo dei Marine afferma che il C2 è: “leader-centric, network-e-nabled (enfasi aggiunta), and is intended to support the continuous decision-making cycle of commanders at every level to ensure they are positioned to best plan, direct, coordina-te and control.” US Marine Corps, USMC Concepts and Programs 2013, http://www.hqmc.

marines.mil/pandr/ConceptsandPrograms/ConceptsandPrograms2013.aspx. L’Army Mission Command Strategy sostiene inoltre che “The network and various other technolo-gical systems are key parts of a commander’s [mission control] system”. US Army Combi-ned Arms Center, U.S. Army Mission Command Strategy, FY13-16, June 2013, http://usacac.

army.mil/cac2/Repository/Army_Mission_Command_Strategy_dtd_12June%202013.pdf.

lo sviluppo e l’aggiornamento di una “situational awareness” condivisa (shared situational understanding), dalla quale derivano e fluiscono tutte le attività di comando e controllo17. Per le forze di terra in particolare, i concetti relativi al comando e controllo attualmente stabiliscono che i vari comandanti di ogni livello disporranno in futuro di informazioni di base (ma precise) sulle unità superiori, adiacenti e subordinate ad essi.

Si presume inoltre che i comandanti disporranno di canali di comu-nicazione multipli, ridondanti, per consentire operazioni sempre più de-centralizzate. Inoltre, varie entità del Dipartimento della Difesa stanno esaminando come meglio sfruttare i benefici tecnologici di sensori sem-pre più piccoli e interconnessi, cercando di automatizzare la raccolta e la visualizzazione di dati supplementari relativi alle unità, per arrivare a includere anche il livello del singolo operatore. Per esempio, la Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA) sta portando avanti un ap-proccio integrato per mettere in rete varie tecnologie a livello di soldato che fornirebbero automaticamente dati sullo stato di salute del personale sul terreno (e.g. temperatura, livello di ossigeno o idratazione) o sullo sta-to della logistica (e.g. quantità di munizioni utilizzate)18.

Il Corpo dei Marines identifica le ICT come enabler fondamentale per lo sviluppo della funzione C2, facendo notare che

data la complessità, il tasso di impiego delle capacità e la natura distribuita delle operazioni future di proiezione della forza, le forze navali richiederanno sia un’information technology (IT) avanzata che strutture di comando flessibili per sostenere un livello maggio-re di coordinamento e integrazione tra tutti gli elementi della forza armata19.

Le operazioni in Iraq e in Afghanistan, contraddistinte dalla presenza di piccole ma numerose unità dislocate in luoghi remoti e in aree piuttosto

17 Sydney J. Freedberg, “The Army gropes toward a cultural revolution”, in Breaking Defense, 22 October 2014, http://breakingdefense.com/?p=16597.

18 Si veda Scott Maucione, “DARPA wants white papers on ‘Squad X’ dismounted in-fo-sharing”, in InsideDefense.com, 31 July 2014.

19 US Marine Corps, Expeditionary Force 21, cit., p. 33. Il documento prosegue poi con l’identificare un certo numero di capacità di supporto (supporting capabilities) per in-cludere specifici requisiti associati ad una incrementata robustezza delle comunicazioni, l’abilità di supportare il processo collaborativo di pianificazione e decision-making, una migliore interoperabilità e sicurezza, e un più efficace accesso alle formazioni provenienti da fonti esterne.

estese, hanno evidenziato la necessità per le forze di terra americane di incrementare la loro capacità di essere connesse ai livelli più bassi pos-sibili. A tale scopo, sia l’Esercito che il Corpo dei Marines stanno svilup-pando delle tecnologie volte a realizzare connessioni di rete non solo per i quartier generali mobili più grandi, ma anche per le postazioni minori avanzate. Detto ciò, è interessante notare come, nonostante entrambe le forze armate riconoscano che gli sviluppi nel campo dell’ICT continue-ranno a stimolare rapidi progressi tecnologici con ricadute importanti in termini di capacità, i rispettivi piani per indirizzarli e sfruttarli a pieno sembrano ancora divergere.

Guardando al futuro delle comunicazioni, l’approccio dell’Esercito nel fornire la connettività operativa e tattica si basa generalmente su forme d’onda comuni. L’assunto di base prevedrebbe che il Dipartimento della Difesa identifichi determinati standard per le forme d’onda, così come i protocolli per la gestione delle reti e la codifica delle informazioni. Una volta specificati gli standard, le aziende sarebbero in grado di progettare sia dispositivi hardware che software attorno a queste determinate forme d’onda, che potrebbero essere tra l’altro trasferite da un device all’altro.

Il Corpo dei Marines, d’altro canto, ha ritenuto che tentare di condurre i fornitori verso la realizzazione di specifiche forme d’onda risulta dispen-dioso e alquanto irrealistico. La forza armata invece prosegue nell’elabo-razione di software riprogrammabili in grado di supportare una rapida traslazione di diverse forme d’onda tra differenti componenti dell’equi-paggiamento20. A tale scopo, il Corpo dei Marines ha portato avanti una serie di sperimentazioni per creare dei “ponti” di reti (network bridges) tra i veicoli e piattaforme aeree, puntando sulla interoperabilità digitale che fa leva sugli equipaggiamenti esistenti.

Sussistono varie indicazioni sul fatto che l’Esercito, il quale ha dovuto fronteggiare diverse sfide dal punto di vista tecnico e finanziario per i pro-grammi disegnati su specifiche forme d’onda, stia adesso considerando un approccio più commerciale. A scopo di esempio, nel settembre 2014 il centro per la ricerca elettronica dell’Esercito ha rivelato l’intenzione di valutare se la tecnologia di quarta generazione Long Term Evolution (4G LTE) possa soddisfare le esigenze operative in termini di comunicazioni e intelligence21.

20 Matthew Glavy, “The Flight MAP: The Marine Aviation Plan Through 2040”, in CSIS Events, 28 April 2014, http://csis.org/node/48793.

21 Bob Brewin, “Army Eyes 4G Cellular Tech for Combat Communications”, in Nextgov, 10 September 2014,

http://www.nextgov.com/defense/2014/09/army-eyes-4g-cellu-Entrambe le forze armate si stanno impegnando per migliorare la con-divisione delle informazioni e la connettività. Per esempio, nel 2013 il Corpo dei Marines ha affermato la volontà di sviluppare ulteriormente la capacità di ottenere aggiornamenti di intelligence in tempo reale men-tre gli uomini sono impegnati in missioni a lunga distanza a bordo dei convertiplani22 V-2223, combinando comunicazioni e intelligence al fine di informare più efficacemente e prontamente gli operatori. I Marines stan-no istan-noltre sviluppando applicazioni aggiuntive per sfruttare il vantaggio tattico degli ambienti “cloud”24 per grandi quantità di dati e informazioni pianificate, mentre l’Esercito è fortemente intenzionato a favorire la con-vergenza tra le sue operazioni e reti di intelligence25.

Oltre alle operazioni di terra, il Corpo dei Marines pone un’attenzio-ne sempre più crescente sul miglioramento dei suoi legami C2 (e relati-ve capacità di supporto) con altri elementi navali, sia afferenti la Marina che la Guardia Costiera. Per supportare più adeguatamente la coopera-zione operativa interforze, i Marines puntano ad incrementare i legami esistenti a livello operativo attraverso una maggiore sperimentazione e addestramento ai livelli più bassi, così come ai livelli più alti del personale addetto alla pianificazione26.

Intelligence. I progressi nel campo dell’ICT sono certamente determi-nanti per le future necessità di intelligence. Le guerre in Iraq e Afghani-stan hanno generato soAfghani-stanziali miglioramenti nella capacità di integrare i dati di intelligence “all-sources” provenienti da fonti elettroniche, umane, geospaziali, ecc. Ciò ha generato una nuova gamma di strumenti disegnati per rendere l’intelligence più veloce e più rilevante per i vari comandanti di ogni livello. Dall’inizio dei conflitti, le forze speciali americane hanno

lar-tech-combat-communications/93689.

22 Il convertiplano è un aeromobile in grado di decollare e atterrare verticalmente, alla stregua di un elicottero, ma che al tempo stesso può volare ad una altitudine e velocità comparabili a quelle di un aereo, e per tragitti di simile lunghezza/durata.

23 Amy Butler, “USMC to outfit Ospreys with comms node”, in Aviation Week & Space Technology, 14 October 2013, http://aviationweek.com/node/4026.

24 Bob Brewin, “The Navy wants a tactical cloud”, in Defense One, 25 September 2014, http://www.defenseone.com/technology/2014/09/navy-wants-tactical-cloud/95129.

25 US Senate, Committee on Armed Services, Subcommittee on AirLand, Statement of Gen. John F. Campbell, Vice Chief of Staff, United States Army, on Fiscal Year 2015 Ground Force modernization and individual equipment modernization programs, 9 April 2014, http://www.armed-services.senate.gov/imo/media/doc/Campbell-Barclay-William-son_04-09-14.pdf.

26 US Marine Corps, Expeditionary Force 21, cit., pp. 29-30.

sviluppato e ridefinito tutta una serie di processi – grazie a particolari analisi rese possibili da sistemi connessi in rete – volti a trovare rapida-mente gli obiettivi di interesse, bloccarli in una determinata posizione, ed eliminarli attraverso raid aerei o altre tipologie di attacco ritenute neces-sarie e/o più adeguate. I suddetti raid hanno generato ulteriori dati (sia fisici che virtuali) che sono stati inseriti nel ciclo intelligence, portando a

sviluppato e ridefinito tutta una serie di processi – grazie a particolari analisi rese possibili da sistemi connessi in rete – volti a trovare rapida-mente gli obiettivi di interesse, bloccarli in una determinata posizione, ed eliminarli attraverso raid aerei o altre tipologie di attacco ritenute neces-sarie e/o più adeguate. I suddetti raid hanno generato ulteriori dati (sia fisici che virtuali) che sono stati inseriti nel ciclo intelligence, portando a

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