Con il termine Information Model si definisce una rappresentazione univer- sale delle entit`a e delle loro propriet`a, operazioni e relazioni, il cui scopo principale `e quello di modellare gli oggetti ad un livello concettuale, indi- pendentemente da qualsiasi specifico repository, applicazione, protocollo o piattaforma. Esso non riguarda i dettagli, ma mira a catturare le astrazioni e i requisiti fondamentali delle entit`a da modellare.
Un Information Model deve celare tutti i dettagli implementativi e di comu- nicazione, al fine di rendere la progettazione la pi`u chiara possibile. Inoltre un Information Model ha l’importante compito di modellare le relazioni tra le entit`a attraverso un linguaggio naturale o un linguaggio formale oppure con un linguaggio strutturato semi formale [PS03].
Un Data Model, invece, si occupa di gestire gli oggetti ad un livello di astra- zione pi`u basso, e comprende dettagli specifici dell’implementazione e del protocollo, ad esempio regole che spieghino come mappare gli oggetti gestiti su costrutti protocollari di livello pi`u basso [PS03].
Il principale vantaggio nell’uso di un Information Model `e la possibilit`a di generare, a partire da esso, pi`u Data Model, intesi come i modelli concre- tamente realizzati; questa capacit`a abilita la scalabilit`a e l’adattabilit`a del modello in contesti diversi e con tecnologie diverse. Inoltre risulta possibile scegliere, per la realizzazione, tra una vasta gamma di standard e tecnologie esistenti, se rispondenti alle proprie esigenze.
D’altra parte, questa prospettiva rappresenta anche una forte restrizione, in quanto la sottile linea che divide il modello astratto dai relativi modelli concreti non `e sempre di facile identificazione; in molti casi `e veramente difficile stabilire se le astrazioni appartengono all’Information Model o al Data Model.
IDN-IM `e dunque una rappresentazione omogenea3, astratta 4 e consisten- te 5 dell’informazione, della quale cattura i requisiti, i principi e le pro- priet`a desiderabili in termini assoluti, oltre a rappresentare un modello di
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Il termine omogenea indica una rappresentazione uniforme, riconducibile ai medesimi principi indipendentemente dal contenuto informativo che esprime.
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Il termine astratta indica una rappresentazione del tutto svincolata da specifiche implementazioni.
5Una rappresentazione `e consistente se applicando i principi e le operazioni previste
3.2 Requisiti dell’Information Model 55
documento universale, indipendente dal particolare contesto e da tecnologie specifiche.
Sulla base dell’analisi estesa dei requisiti discussa nel lavoro di Innocenti [Inn08] `e possibile elencare le caratteristiche che il documento definito da IDN-IM deve soddisfare: alcune di esse risultano vincolanti per gli obiettivi del sistema, mentre altre sono desiderabili al fine di garantire la massima applicabilit`a ed estensibilit`a del modello.
Una prima caratteristica prevede che l’informazione sia strutturata: que- sto sottintende la necessit`a di poterla riusare ed elaborare con il minimo dispendio di risorse per la sua interpretazione. Ogni informazione deve es- sere strutturabile, indipendentemente dalla sua forma fisica, anche se non si `e certi che la struttura sia univocamente determinabile a fronte di scelte interpretative diverse.
Inoltre, l’informazione deve poter essere aggregabile, infatti l’unione di pi`u informazioni ha come risultato un’informazione nuova, diversa da ciascu- na delle sue componenti. Viceversa, la scomposizione dell’informazione in entit`a elementari pi`u semplici consente di massimizzare il riuso, la traspor- tabilit`a e l’autoconsistenza di ciascun aggregato. Un ulteriore vantaggio `e rappresentato dalla possibilit`a di definire funzioni di accesso e di modifica in modo mirato.
L’informazione viene considerata come il risultato di produzioni iterative, in cui ciascun passo vede un responsabile (spesso, ma non necessariamente, coincidente con l’autore) il quale produce informazioni a partire da altre gi`a esistenti in forma pi`u semplice. La definizione stessa di informazione, garantisce che esista sempre almeno un attore che la crea e/o la controlla. L’informazione deve essere indipendente dalla locazione fisica; spesso, in- fatti, la stessa informazione viene memorizzata in apparati fisici distinti ed eterogenei, che per`o non devono influire sui contenuti informativi. Sebbene questa affermazione possa apparire banale, agli effetti pratici la detenzione fisica dei dati da parte di una organizzazione risulta spesso essere ingessante per il sistema organizzativo ed informativo (anche internamente), il quale pu`o risentire delle costrizioni imposte da normative o da pratiche adottate da un nucleo ristretto di affiliati.
L’informazione gi`a esistente nelle organizzazioni `e distribuita per definizio- ne, per cui questo requisito risulta soddisfatto a priori; tuttavia occorre affrontare il problema di come realizzarne l’acquisizione, l’arricchimento e la manutenzione in modo distribuito e consistente, guardando alla distri- buzione gi`a esistente come a un vantaggio da sfruttare, e non come a uno svantaggio da azzerare.
Una caratteristica che non `e obbligatoria ma fortemente desiderabile, in quanto sostiene i requisiti di affidabilit`a e scalabilit`a, `e che l’informazione sia replicata. La replicazione introduce un certo numero di vantaggi, come l’aumento della disponibilit`a dell’informazione, garantendone il recupero a fronte di guasti, e il dimensionamento adattativo nel tempo del sistema in
funzione della richiesta. Come sar`a chiarito nella descrizione di IDN-SA nel capitolo 4, il modello permette la realizzazione di sistemi per la replicazione dell’informazione, in grado di operare in modo del tutto trasparente per l’utente.
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E necessario che l’informazione sia tracciabile, di conseguenza il sistema deve essere dotato di uno storico e di un meccanismo di versionamento (versio- ning). La sola presenza dell’informazione risulta sicuramente riduttiva e inespressiva nello svolgimento delle attivit`a collaborative all’interno delle organizzazioni, le quali richiedono che sia possibile tracciare la storia del- l’informazione in quanto legata al workflow e all’authoring concorrente e per la determinazione a posteriori delle responsabilit`a.
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E indispensabile che l’informazione sia indirizzabile in modo efficace e fles- sibile sia sul piano telematico che come modello di supporto alle attivit`a collaborative. La prassi di assegnare alias alla stessa informazione viene coadiuvata e formalizzata attraverso un opportuno sistema di nomi, mentre la loro gestione `e delegata all’architettura stessa.
Infine, bisogna tenere presente che un’informazione `e tanto pi`u utile quanto pi`u `e orientata alla collaborazione, ossia `e stata creata con lo scopo di essere condivisa e sfruttata da pi`u utenti, facilitandone l’utilizzo su larga scala.