Poiché nelle trattazioni riguardanti ogni guerra si deve fare distin zione fra le cause occasionali, cioè gli eventi più o meno casuali che d an no adito alle azioni m ilitari e le vere ragioni che rendono lo scoppio del la lotta sovente inevitabile, lo storico economico attribuirà molto meno im portanza alla domanda chi abbia scatenato la guerra che si risolse nel la battaglia della M eloria e nella sconfitta di P isa e tenterà piuttosto di abbozzare i rapporti com m erciali, che di necessità dovevano provocare una guerra ad oltranza fra le due repubbliche m arinare in quell epoca. Lo scopo d i questa relazione è di m ostrare che alla fine del tredicesim o secolo s’erano costituiti n el M editerraneo antagonism i e rapporti econo m ici che inducevano Genova e P isa ad una lotta decisiva. Senza aderire
al determ inismo storico d i qualsiasi specie pare veram ente difficile non rilevare che la concorrenza fra le due grandi nazioni m ercantili del M ar Tirreno, doveva spingerle appunto in quel momento storico ad un fatale duello. M olti fa tti che compongono il quadro dei rapporti economici fra Genova e P isa sullo scorcio del Duecento sono già stati messi in rilievo da parecchi studiosi molto competenti. Documenti recentem ente pub blicati ci rendono possibile di com pletare l ’abbozzo delineato da altri.
I
Per vedere nel suo vero contesto storico la guerra fra Genova e P i sa, che sovente prende il suo nome dalla battaglia della M eloria, biso gna anzitutto m ostrare che essa avvenne in un momento in cui u n a lunga epoca di ascesa dem ografica, industriale e commerciale d ell’occidente aveva raggiunto il suo apice e che Genova aveva un ruolo d i protago nista in quel fenomeno,
A lla fine del Duecento una lunga epoca d i incremento demografico in tu tti i paesi d ell’Europa occidentale, centrale e m eridionale tocca il
suo colmo. Questi paesi, in cui dopo il tramonto della civiltà rom ana, le grandi città erano decadute, raggiungono nuovamente conglomerazioni urbane d i non poco rilievo e, d ’altra parte, la loro popolazione sovrab bondante comincia ad em igrare, D alla G erm ania molti escono verso i con fini orientali d ell’impero tedesco per colonizzare terre incolte. I l notevole accrescimento della popolazione dei paesi m editerranei e specialmente delle città ha come effetto una corrente d i emigrazione verso il Levante, cioè verso i paesi attorno al bacino orientale del mare interno e parec chie regioni intorno all’Egeo e al M ar Nero. M olti documenti e anzi tutto le raccolte di atti notarili che datano da quell’epoca e d i cui una parte è stata recentem ente pubblicata gettano viva luce su questo feno meno '.
Questi documenti testim oniano che individui e gruppi apparte nenti a tutte le nazioni d ell’Europa occidentale e m eridionale e a tutti i ceti della popolazione em igravano in altri paesi. D alla penisola iberica dove la riconquista era pressapoco term inata, partirono m olti giovani per servire negli eserciti dei sovrani m usulm ani del M agreb e soprattut to nelle loro guardie del corpo. Q uasi tutti i contrasti fra i re d ’Aragona e i sovrani m agrebini di q u ell’epoca comprendono stipulazioni riferen-
1 Ecco le fonti p iù sovente citate: B e n v e n u t o d e B rix a no, n o t a i o in Candia,
1301-1302, a cura di R . Morozzo d ella Rocca, V enezia 1950, (cit. B e n v e n u t o d e B r i x a n o ); P i e t r o P iz o lo , n o t a i o i n Candia, I (1300), a cura di S, Carbone, Venezia
1978 (= P i z o l o I ) ; A c t e s p a s s é s à P a m a g o u s t e , d e 1299 à 1301, p a r d e v a n t l e n o
t a i r e L a m b e r t o d e S a m b u c e t o , ed. C, D esim oni, in « Archives de l ’O rient latin »,
I I, 1884; pp. 3-120; « Rev. de l ’O rient la t in » , I, 1893, pp. 58-139, 275-312, 321- 353 ( = Desimoni, F a m . ) ; A c t e s p a s s é s e n 1271, 1274 e t 1279 à l ’Aias (P e t i t e A r m é
n i e ) e t à B e y r o u t h , ed. C. Desimoni, in «A rc h iv e s de l ’O rient la t in » , I, 1881, pp,
434-534 [= Desimoni, A m ) ; G, I. B ratian u , A c t e s d e s n o t a i r e s g é n o i s d e P e r a e t
d e Caf f a d e la f i n d u t r e i z i è m e s i è c l e (1281-1290), Bucarest 1927 (= B râtian u, A c t e s ) ; N ota i g e n o v e s i in O l t r e m a r e , Atti r o g a t i a C i p r o d a L a m b e r t o d i S a m b u c e t o (3 l u g l i o 1 3 0 0 - 3 a g o s t o 1301), a cura di V . Polonio, Genova 1982 ( = L a m b e r t o d i S a m b .. ed. P o i) ; stessa serie, Atti r o g a t i a C i p r o (dallo stesso notaio) (16 l u g l i o - 27 o tt. 1301), a cura di R, Pavoni, Genova 1982 (= L a m b e r t o d i S a m b ., ed. P av .);
stessa serie, Atti r o g a t i a C ip ro (dallo stesso notaio) (11 o tt. 1 2 9 6 - 2 3 g i u g n o 1299), a cura di M , Balard, Genova 1983 (= L a m b e r t o d i S a m b ., ed, Bal, I ) ; G ê n e s e t
l ’O u t r e m e r , I : L e s a c t e s d e Caf f a d u n o t a i r e L a m b e r t o d i S a m b u c e t o , 1289-1290, par
tisi a questi m ercen ari2. Anche lo storico Ibn K haldun, senza dubbio il più chiaroveggente fra g li autori arabi m edievali, si accorge del fatto che i re m usulm ani del M agreb sono costretti ad appoggiarsi su queste trup pe di m ercenari c r is tia n i3. Essi erano em igranti che erano p artiti per l ’estero spinti dairincentivo di m igliorare la loro situazione economica, benché più tardi si ponessero sotto la protezione del re d ’Aragona. Co munque sia, rem igrazione di questi m ercenari è la dimostrazione di un sovrappopolamento, benché certam ente relativo. Essa dim ostra che dopo la riconquista d ell’A ndalusia coraggiosi e intraprendenti giovani d ell’A ra gona e della Catalogna cercavano altrove la loro fortuna. Le vicende del la famosa Compagnia catalana che partecipava prim a alla lotta contro gli Angiò nella S icilia e svolgeva poi un grande ruolo n ell’impero bizantino provano chiaram ente il nostro assu n to 4. L ’emigrazione dal Veneto ver so C reta, d ’a ltra parte, era organizzata dallo Stato, giacché era promossa dalla sua iniziativa. L a Serenissim a, rendendosi conto d ell’o stilità della popolazione greca, insediava n ell’isola m igliaia d i V eneti, feudatari, cioè possessori di beni rurali, borghesi che esercitavano diversi m estieri nelle città e p r e t i5. T uttavia, la popolazione italian a dell’isola comprendeva anche em igranti di altre città lom barde e di altre regioni d ’I t a lia 6.
L ’em igrazione verso le città della Siria e della Terrasanta che era no nella seconda m età del tredicesim o secolo ancora in possesso dei C ri stiani, era certam ente volontaria e questo movimento di em igrazione con tinua fino alla caduta di Acri. L a stessa osservazione farem o, studiando i numerosssimi a tti di notai che rogavano nelle colonie veneziane e geno vesi nel Levante greco e sulle sponde del M ar Nero. Essi testimoniano che dappertutto si trovavano em igrati da m olte regioni d ell’Occidente. Corone, colonia veneziana della M orea, albergava verso il 1290 abitanti
2 A. M asia de Ros, La c o r o n a d e A r a g ó n y l o s e s t a d o s d e l n o r i e d e A frica , B ar celona 1951, pp. 158, 172 e nn, 125, 154.
3 Ibn K haldun, T h e M u q a d d i m a h , tr, Fr. Rosenthal, Princeton U niv. Press. 1967, I I, p. 80 (l’originale arabo in N o t i c e s e t Extraits, 18, p. 71 s.).
4 S. Tram ontana, P e r la s t o r i a d e l l a « C o m p a g n i a C a t a l a n a » i n O r i e n t e , in «N u o v a R ivista S to ric a », 46, 1962, p. 71; K .M . Setton, T h e p a p a c y a n d t h e L e v a n t , I, P h iladelp hia 1976, p. L63 s.
5 Fr. T h iriet, La R o m a n i e v é n i t i e n n e , Paris 1957, pp. 270 s., 272, 278, 279. 6 B e n v e n u t o d e B rix a n o , nn. 55, 163, 164, 280, 352, 376; P i z o l o I , nn. 254, 574, 594.
oriundi dal Veneto, dalla Lom bardia, d all’E m ilia, dalla M arca Ancone tana e dalla P u g lia 7. La popolazione latin a di Famagosta comprendeva alla fine del Duecento non soltanto em igranti da tutte le province ita liane, ma anche D alm ati, m olti Francesi, C atalani, oriundi da varie cit tà, e perfino T ed esch i8, A Laiazzo, grande città commerciale n el regno armeno di C ilicia, v ’erano Genovesi, Veneziani, Lucchesi, Anconetani e anche C ata la n i9. Le grandi colonie genovesi a Pera e Caffa erano p ar ticolarm ente ospitali, esse accoglievano em igranti da tu tti i paesi del l ’Europa occidentale 10,
La grande maggioranza di tu tti questi em igranti erano m ercanti, però g li atti dei notai italian i che esercitavano la loro professione nelle città commerciali del Levante e sulle sponde del M ar Nero, menzionano anche non pochi artigiani che portano nomi latino-occidentali. Raram ente Ì notai aggiungono ai loro nomi un’indicazione riguardo alla loro origine. T uttavia parecchi atti testimoniano esplicitam ente che si trattava di em i grati d all’Italia e da altri paesi occidentali n . Fra gli em igranti verso il Levante non mancano neanche pescatori e p ae san i12.
L ’emigrazione duecentesca è molto differente d a ll’em igrazione che si dirigeva in epoche precedenti del medioevo verso il Levante. I mer
7 S. Borsari, S t u d i s u l l e c o l o n i e v e n e z i a n e i n R o m a n i a n e l X I I I s e c o l o , Napoli 1966, p. 113.
8 Desimoni, F am., nn. 166, 177, 182, 195, 205; L a m b e r t o d i S a m b ., ed. Bal. I, nn. I l i , 112, 151, 159, 160; ed. Pol., nn, 8, 95, 164, 166, 264, 276, 408; ed. Pav., nn. 56, 74.
9 Desimoni, Aias, pp, 445, 451, 452, 464, 465, 488, 489, 493 e sgg., 510, 514, 515, 523, 533, 534; P, Racine, M a r c h a n d s p l a c e n t i n s a l ’A'ias à la f i n d u X I I I e s i è c l e , in « Byz. Forschungen », IV , 1972, p, 195 e sgg,
10 P, R acine, L’é m i g r a t i o n i t a l i e n n e v e r s la M é d i t e r r a n é e o r i e n t a l e ( 2 è m e m o i t i é
d u X I I I è m e s i è c l e ), in « Byz. Forschungen » , V I I , 1979, p. 137 e sgg.; L. B alletto, A stigia n i, A les s a n d r i n i e M o n f e r r i n i a Caf f a s u l l a f i n e d e l s e c . X I I I , in « R ivista di
storia, arte c archeologia p er le provincic di A lessandria e A s t i» , 85, 1976, p. 171 e sgg.
11 P iz o lo I , nn. 21, 254; B ratian u, A c t e s , nn, 121, 63, 115; L a m b e r t o d i S a m b ., ed, Bal. I, n. 658; ed. Pol., n. 1; ed. P av., n. 42; cfr. P . R acine, art. cit., p. 140 s.; L. Balletto, art. cit., p. 177
12 M . Balard, La R o m a n i e g é n o i s e , in « A tti d ella Soc. Lig, d i St. P atria » , n. s., X V III, 1978 (anche in « Bibl, des écoles franç. d ’Athènes et de Rome, C CX X X V ), p. 246.
canti italian i che si recavano nel dodicesimo secolo nel Levante greco per esercitarvi le loro attiv ità com merciali avevano in mente d i tornare alle loro case entro alcuni anni. Non volevano insediarsi nella « Roma nia » e raram ente si sposavano con donne autoctone D ’altra parte m ol ti degli em igranti del Duecento rimanevano nelle città levantine in cui si erano trasferiti. Q uesti documenti testimoniano anche la presenza di m olti em igranti nelle colonie levantine e durante lunghi anni, cioè ac cennano al fatto che essi non sono ritornati alla loro m ad rep atria14. Studiando con attenzione g li atti di notai d i Cipro troviamo intere fam iglie genovesi che si sono insediate c o là ]5.
Insom ma, sembra che l ’espansione commerciale e coloniale d i V ene zia e d i Genova abbia cagionato un flusso di em igranti verso il Levante. L a popolazione latin a d i C reta e delle altre colonie veneziane nel Le vante era ovviam ente nella sua maggioranza veneta e lom barda, quella delle colonie genovesi prevalentem ente lig u r e 16. Però, comunque sia, questo fenomeno d i em igrazione verso il Levante prova che i paesi del l ’Europa occidentale rigurgitavano di manodopera e di nuove energie. O ltre all’ascesa dem ografica bisogna richiam are l ’attenzione su un altro fatto essenziale per lo sviluppo dei paesi d ell’Europa m eridionale nel Duecento e per i rapporti fra le grandi repubbliche m arinare: è 1 flusso d ’oro che scorreva in q u ell’epoca dal Sudan occidentale verso il M ar Tirreno. A llo stesso tempo in cui la popolazione dei paesi attorno a questo m are cresce notevolmente, essi diventano più ricchi di quello che erano stati durante parecchi secoli precedenti. E ribadiam o dal prin cipio: fra le repubbliche marinare d ’Ita lia era anzitutto Genova a cui giovava l ’importazione d ell’oro africano.
13 P. Schreiner, U n t e r s u c h u n g e n z u d e n N i e d e r l a s s u n g e n w e s t l i c h e r K a u f l e u t e
i m B y z a n t i n i s c h e n R e i c h d e s 11. u n d 12. J a h r h u n d e r t s , in « B y z . F o rsch un gen », V II,
1979, pp. 185, 187 s.
14 V . su Lanfranco de M ari: L a m b e r t o d i S a m b ., ed. Bai. I, n. 78; ed. Pav., n. 94; su Facino A rd iti: L a m b e r t o d i S a m b ., ed, B ai. I, nn. 2, 7 9 ; ed. P av., n. 99; su B alian de G uisolfi: L a m b e r t o d i S a m b ., ed. B ai. I , nn. 1 ,1 2 4 ; ed. P o l., n, 279; ed. Pav., nn, 73, 110, 111.
15 L a m b e r t o d i S a m b ., ed. Bai. I, nn. 63, 64, 66 (de P o rta); 49, 54, 58-60, 69, 84 (B u lla); 1, 73, 120, 124 (G hisolfi) e cfr. ed. Pol., n. 279; ed. P av., nn, 74, 110, 185 (Usomari).
16 M , B alard , La R o m a n i e g é n o i s e c it., p. 244 s.
R . S. Lopez supponeva che il flusso d ’oro sudanese verso le sponde settentrionali del M editerraneo fosse connesso con la bilancia attiva per cui si distingueva, secondo lu i, in q u ell’epoca il commercio fra i paesi d ell’Europa m eridionale e i paesi m a g reb in i17. M a questa ipotesi è con futata da non pochi contratti fra le nazioni m ercantili di Europa e i so vrani m agrebini, In questi contratti troviam o passi riferentisi a ll’oro che portano i mercanti europei alle zecche musulmane per coniare mo nete da essere im piegate per saldare i loro c o n ti18. T uttavia Lopez pren de anche in considerazione la possibilità che l ’estrazione di oro fosse notevolmente aum entata in q u ell’epoca nel Sudan occidentale 19. A ggiun giamo a questa ipotesi che Genova ottenne anche un’ingente somma di monete d’oro quando nel 1236 concluse la pace con il signore di C e u ta 20. Comunque sia, non c ’è dubbio che l ’oro « di P agliola » arrivasse prima e in più grandi quantità a Genova che in altri centri com merciali d el l ’Europa m erid io n ale21. F in dalla m età del tredicesimo secolo l ’estra zione di oro aum entava anche notevolm ente in Boemia e poi nella Slesia e n ell’Ungheria. Uno studioso ungherese ha concluso che in seguito al lo sviluppo dei metodi di estrazione e della m etallurgia la produzione di oro era aum entata nella Boemia da 20-25 chili all’anno alla m età del Duecento a 100-120 alla sua fine. L a Slesia avrebbe prodotto sullo scorcio del tredicesimo secolo 80-100 chili di oro a ll’anno e diverse provincie della Grande U ngheria fino a 1000 c h ili22.
L ’acquisto di grandi quantità di oro sudanese rendeva possibile ai Genovesi di riprendere la coniazione di monete d’oro dopo che la loro emissione regolare era stata sospesa in Occidente durante alcuni secoli.
17 R . S. Lopez, S e t t e c e n t o a n n i fa : il r i t o r n o a ll’o r o n e l l ’o c c i d e n t e d u e c e n t e s c o , in « R iv . Stor. It, » , 65, 1953, p. 178.
18 E. Ashtor, V a g a m e n t o in c o n t a n t i e b a r a t t o n e l c o m m e r c i o ita lia n o d ' o l t r e
m a r e , in S toria d ’Italia, Annali, V I, Torino 1983, p. 369.
w Art, cit., p. 181,
20 A . Schaube, H a n d e l s g e s c h i c h t e d e r r o m a n i s c h e n V ö lk e r d e s M i t t e l m e e r g e b i e t s
b i s z u m E n d e d e r K r e u z z ü g e , M ünchen 1906, p. 289.
21 R .S , Lopez, art. cit., p. 186.
22 B. Hom an, La c i r c o l a z i o n e d e l l e m o n e t e d ’o r o i n U n g h e r i a d a l X a l XIV
s e c o l o e la c r i s i e u r o p e a d e l l ’o r o n e l s e c o l o XIV, in « R iv, Ital. d i num ism atica » , 35,
1922, pp. 127, 131,
La coniazione del « Genovino » nel 1252, pressapoco contemporanea alla coniazione del fiorino, era un simbolo della grande ripresa econo m ica d ell’O ccidente e anzitutto della potenza economica delle repub bliche m ercantili d ’Italia. M entre Toro sudanese affluiva a Genova, l ’oro d ell’Europa centrale veniva acquistato dai Veneziani (e anche dai Fio rentini). I V eneziani potevano anche acquistare grandi quantità d i ar gento la a i i estrazione era molto aum entata nel Duecento nella Boemia e nelP U ngheria23.
In altre parole: l ’aumento della produzione di m etalli preziosi nel Duecento arricchiva le nazioni m ercantili e rafforzava la concorrenza fra esse. R ispetto alle risorse di oro Genova era la più avvantaggiata, m a il continuo approvvigionamento d ’argento rendeva ai Veneziani possibile di fare un’effettiva concorrenza ai Genovesi in regioni in cui non si im piegavano le monete d ’oro.
Un fenomeno dello sviluppo economico che aveva in q u ell’epoca un grande im patto sui rapporti economici fra le nazioni più progredite d ell’Occidente e accresceva la concorrenza fra le repubbliche marinare era il considerevole aum ento della produzione industriale. Le industrie tessili, anzitutto, aum entano nel Duecento notevolmente la produzione di vari articoli, di pannilana, di tessuti di lino, di cotone e di seta. I paesi d ell’A frica settentrionale, il Levante musulmano e greco e i paesi attorno al M ar Nero sono i m ercati ove grandi quantità di questi pro dotti vengono sm erciati. L ’accrescimento delle industrie tessili (e di al tre) solleva pure il problem a del rifornim ento di m aterie grezze di cui una cospicua parte doveva essere im portata dal Levante. È questo un altro m otivo della concorrenza sempre più accanita fra le nazioni mer cantili.
In q u ell’epoca le m anifatture di pannilana nelle Fiandre e nel Bra- bant superavano ancora le industrie laniere nei paesi m editerranei. I panni di Bruges, G ent, Ypres, Poperinghe, Tournai, Douai e M alines hanno un buon mercato in Spagna e in I t a lia 24. N ella seconda m età del
23 Horaan credeva che la Boemia producesse a lla fine del 13° secolo 20,000 chili d ’argento a ll’anno e l ’U ngheria 10,000, v. art. cit., p. 136.
24 H, L aurent, Un g r a n d c o m m e r c e d ' e x p o r t a t i o n a u m o y e n â g e : la d r a p e r i e d e s
P a y s-B a s e n F r a n c e e t d a n s l e s p a y s m é d i t e r r a n é e s ( X I I e - XVe s i è c l e ) , Paris 1935,
pp. 73 s., 79, 107 e sgg,; R . van U ytven, La d r a p e r i e b r a b a n ç o n n e e t m a l i n o i s e d u
tredicesimo secolo lo slancio d ell’industria laniera d ’Italia comincia e verso la fine del secolo i m ercanti italian i possono sm erciare i loro pro dotti n e ll’Europa oltram ontana, sicché se ne sentono gli effetti alle fiere di Champagne 25. I pannilana delle Fiandre, della Francia., della C atalo gna e d ell’Italia vengono tu tti esportati verso Cipro, l ’E gitto, Costanti nopoli e le città commerciali sul M ar Nero 26, E queste ultim e servono da punti di smistamento da cui i m anufatti occidentali vengono spediti verso la T u rch ia27. Anche i tessuti di lino di Reims e di altre città di Champagne e anche di G erm ania si vendono in q u ell’epoca in tu tti i paesi del Levante e perfino nella P e r s ia 28, I mercanti italian i smerciano nel Levante alla fine del Duecento anche fu stagn o 29 e perfino se te rie 30.
X I I e a u XV IIa s i è c l e , g r a n d e u r é p h é m è r e e t d é c a d e n c e , in A lli d e l l a 2a S e t t im a n a d i s t u d i o d e l l ' i s t i t u t o Fr. D alini, 1970, Firenze 1976, p. 86.
25 R . H, B autier, L es f o i r e s d e C h a m p a g n e , in « R ecueils de la Société Jean Bo- din », V : Les f o i r e s , 1953, p. 141 s. L ’ipotesi di Bautier riguardante l ’im patto che aveva l ’esportazione di panni italian i alle fiere d i Cham pagne viene conferm ata d ai d ati trovati in registri di pedaggi presso i passi alpin i, Q uesti d ati confutano, d ’altra parte, la con clusione di Hoshino secondo cui l ’esportazione di panni fiorentini non cominciò prim a dell'inizio del Trecento, v. FI. H oshino, T h e r i s e o f t h e F l o r e n t i n e w o o l l e n i n d u s t r y
in t h e f o u r t e e n t h c e n t u r y , in C l o t h a n d c l o t h i n g i n m e d i e v a l E u r o p e , E s sa y s i n m e m o r y o f E. M . C a ru s-W ilso n , London 1983, p. 184. Non è probabile che fossero
esportati altri panni e non fiorentini.
26 J .M . M adurell M arimòn-A, G arcía Sanz, C o t n e n d a s h a r c e l o n e s a s d e la baja
e d a d m e d ia , Barcelona 1973, nn, 14, 19; G, I, B râtian u , R e c h e r c h e s s u r l e c o m m e r c e g é n o i s d a n s la m e r N o ir e au X I I I e s i è c l e , Paris 1929, p. 110.
27 L a m b e r t o d i Sarnb., Caffa , n, 688.
28 Silvestre de Sacy, P i è c e s d i p l o m a t i q u e s t i r é e s d e s a r c h i v e s d e la r é p u b l i q u e
d e G ê n e s , in N o t i c e s e t Extraits, X I, 1827, p. 36; L a m b e r t o d i Satnb., ed, Pol,, nn.
401, 4 04; Fr. Balducci Pegolotti, La p r a t i c a d e l l a m e r c a t u r a , ed, A . Evans, Cam bridge M ass. 1936, pp. 31 s., 37; l ’anonima G uida di m ercanti pubblicata d a R . H . B autier,
L es r e l a t i o n s é c o n o m i q u e s d e s o c c i d e n t a u x a v e c l e s p a y s d ’O r ie n t , a u m o y e n â g e , p o i n t s d e v u e e t d o c u m e n t s , in S o c i é t é s e t c o m p a g n i e s d e c o m m e r c e e n O r i e n t e t d a n s l ' O c é a n i n d i e n , A c t e s d u h u i t i è m e c o l l o q u e int. d ’h i s t o i r e m a r i t i m e , P aris 1970,
pp. 313, 314 s,
29 D ati su ll’esportazione di fustagno verso il Levante fin d al dodicesimo se colo v. nel mio articolo: I l r e g n o d e i c r o c i a t i e il c o m m e r c i o d i L e v a n t e , in Atti d e l
c o n v e g n o I c o m u n i ita lia n i n e l r e g n o l a t i n o d i G e r u s a l e m m e , Gerusalem m e 1984,
in corso di stam pa, nota 101.
30 Silvestre de Sacy, art. cit., 1. c.
I m ercanti italian i e anzitutto i ceti dirigenti delle grandi repub bliche m arinare sono non soltanto degli esportatori di tu tti questi m a nufatti, ma anche i fornitori d i m aterie grezze. L a domanda d i m aterie grezze che provengono da paesi lontani cresce continuam ente. F in dal 1270 le industrie laniere d ’Italia cominciano ad im piegare lana inglese e nel rifornim ento d i questa m ateria grezza molto pregiata i mercanti genovesi svolgono un ruolo d i prim ’o rd in e3l. N el tredicesimo secolo l ’industria d i cotone nella Lombardia e anche in altre regioni d ’Italia aveva un notevole incremento e richiedeva sempre più grandi quantità di cotone della S iria e d ell’A rm enia M inore (C ilicia) il cui cotone era considerato come m igliore di quelli degli altri vari paesi eu ro p e i32. I Veneziani godevano apparentem ente fin da q u ell’epoca della supremazia in questo com m ercio33, m entre il cotone d i Cipro veniva trasportato verso i paesi europei anche da Genovesi, Anconetani e Piacentini .
N el rifornim ento di seta persiana e cinese alle industrie europee i Genovesi certam ente tenevano in q u ell’epoca il primo posto, perché erano i più attiv i fra i m ercanti italian i nel commercio con la P ersia e la Cina. F in dalla m età del tredicesim o secolo i Lucchesi dovevano com prare seta cinese a G enova35. Anche n el rifornim ento d i allum e, una m ateria grezza di p rim ’ordine per le industrie tessili, i Genovesi pri- meggiavano. N el 1297 Benedetto Zaccaria aveva ottenuto d all im pera tore bizantino la concessione dei giacim enti d i Focea, e, d ’altra parte, i Genovesi esportavano notevoli quantità di allum e di K arahisar, presso T reb iso n d a36. Certo, anche i Veneziani esportavano sulle loro navi allu
31 A . A . Ruddock, I ta lia n m e r c h a n t s a n d s h i p p i n g in S o u t h a m p t o n , 1270-1600, Southam pton 1951, pp. 17, 20.
32 M .F . M azzaoui, T h e I ta lia n c o t t o n i n d u s t r y i n t h e l a t e r M i d d l e A g e s , Cambridge U niv. Press. 1981, pp. 31, 39 s,
33 L’A r m e n o - V e n e t o , c o m p e n d i o s t o r i c o e d o c u m e n t i d e l l e re la z io n i d e g l i Ar
m e n i c o i V e n e z ia n i, V enezia 1893, I I , pp. 47, 86.
34 Desim oni, Vani., nn. 99, 101, 2 7 4 ;. L a m b e r t o d i Satnb., ed. P o i, n. 64; ed. Pav., nn. 188, 189, 196. 35 R . S. Lopez, N u o v e l u c i s u g l i I t a lia n i i n E s t r e m o O r i e n t e p r i m a d i C o l o m b o , in R . S. Lopez, S u e g i ù p e r la s t o r i a d i G e n o v a , G enova 1975, p. 101. 36 R .S . Lopez, G e n o v a m a r in a r a n e l D u e c e n t o : B e n e d e t t o Z a cca r ia a m m i r a g l i o e m e r c a n t e , M essina 1933, p. 12; B ràtian u , A c t e s , rég. 280. — 61 —
me dalla Siria settentrionale e d all’Egitto 37, però la qualità e la quantità di questi carichi non potevano essere paragonate con l ’allum e che offri vano i Genovesi.
Lo slancio del commercio internazionale era nella seconda m età del- Duecento non meno sensibile che l ’accrescimento delle industrie. L a len ta ascesa del commercio durante l'undicesim o e dodicesimo secolo si ri solse in una grande fioritura, che era percepibile in tutti i paesi del- l ’Occidente. Commercio terrestre e m arittim o fioriscono d i nuovo, i po poli dai due versanti delle A lpi spalancano le porte delle loro regioni e correnti di viaggiatori e di m erci oltrepassano le frontiere naturali e politiche. G li oltram ontani accolgono gli Italian i e i loro prodotti e an- ch’essi valicano i passi delle A lpi e portano le loro m erci verso i paesi m eridionali.
L ’aumento del traffico attraverso i passi delle A lpi alla fine del Duecento è veram ente spettacolare. A ll’inizio del tredicesimo secolo due passi tenevano il. primo posto fra i valichi che collegavano l ’Italia, da una parte, e la Francia e la Germania, d all’altra: il Moncenisio (2118 m) collegava il Piem onte e la L iguria con le valli d el Rodano e della Saona. Attraverso questo valico i Genovesi e i M ilanesi si recavano nel la Francia. I l Gran San Bernardo (2469 m) aveva allora u n ’importanza ancora maggiore. Esso era il più im portante passo delle A lpi centrali, attraverso il quale i mercanti d ell’A lta Ita lia viaggiavano verso la Fran cia, la Champagne e le Fiandre. Attraverso questi valichi i preziosi pan- nilana della Fiandra venivano trasportati nei paesi m editerranei e merci italiane e levantine nei paesi o ltram o n tan i38. Poi, fin dal 1230 il traffico transalpino aum enta considerevolmente, anzitutto gli scambi commercia li con la Germania, e il Gran San Bernardo, situato in un posto troppo occidentale, veniva soppiantato o almeno la sua funzione veniva com p letata da due altri valichi, che assumono un ruolo di prim ’ordine, il
37 P i z o l o I , n. 321.
38 Y . Renouard, L e s v o i e s d e c o m m u n i c a t i o n e n t r e la F r a n c e e t l e P i é m o n t au
M o y e n A ge, in Y . Renouard, E t u d e s d ' h i s t o i r e m é d i é v a l e , Paris 1968, p. 707; H .
H assinger, D ie A l p e n ü b e r g ä n g e v o m M o n t C e n i s b i s z u m S i m p l o n i m S p ä t m i t t e l a l t e r , in W ir t s c h a f t s k r ä f t e u n d W i r t s c h a f t s w e g e , F e s t s c h r i f t /. H. K e l l e n b e n z , N ürnberg 1978-81, I, p. 313; H , Aramann, Z u r G e s c h i c h t e d e r W e s t s c h w e i z in s a v o y i s c h e r
Z eit, in «R e v u e d’bistoire su is se », 21, 1941, p. 40 s.
Sempione (2009 m) e i l San Gottardo (2112 m) 3S\ I l passo del Sem pione, che serviva anzitutto i m ercanti m ilanesi (e genovesi, sempre in stretto contatto con essi), diventa negli anni 1270 una v ia transalpina di grande im portanza. A ttraverso il Sempione l ’industria laniera di F i renze viene approvvigionata, alla fine del tredicesim o secolo, di lana