CAPITOLO 5 Dai dati ai servizi per le imprese
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attinenti alla tematica agricoltura presenti nel portale regionale, con lo scopo di promuovere il consumo di prodotti alimentari a kilometro zero. Questa applicazione è stata realizzata per generare valore a vantaggio dei produttori agricoli, dei consumatori e dell’ambiente, dato che si tratta di prodotti altamente sostenibili.
Oltre all’organizzazione di eventi e Hackathon, per stimolare l’innovazione è determinante la cooperazione della PA con il mondo accademico. Di recente la Regione Veneto ha avviato un progetto di collaborazione con l’Università Ca’ Foscari di Venezia, durante il corso di Ingegneria del Software. L’ambiziosa iniziativa è stata intrapresa per stimolare la creatività e l’ingegno degli studenti, con l’obiettivo finale di progettare lo sviluppo di nuove applicazioni datadrive. Gli allievi hanno costituito dei gruppi e realizzato dei progetti a partire dai dati rilasciati nel portale regionale. A conclusione dell’iniziativa, le proposte sviluppate sono state valutate da esperti e docenti universitari. La presentazione di questo progetto di collaborazione permette di scoprire che il meccanismo, le modalità di svolgimento e le finalità a cui ambisce questa iniziativa sono molto simili a un qualsiasi Hackathon. Le uniche differenze sono rappresentate dal fatto che la partecipazione è limitata esclusivamente a studenti universitari e dall’assenza di premi in denaro per le migliori proposte. L’esito positivo di questa prima esperienza è un importante incentivo per avviare nuovi progetti di cooperazione tra la sfera pubblica e il mondo universitario.
Dallo studio delle principali manifestazioni organizzate nel panorama regionale e nazionale è possibile concludere che i contest, gli Hackathon e le collaborazioni con le università sono strumenti imprescindibili con cui promuovere l’innovazione nell’era della Data Economy.
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La crescente attenzione generata intorno ai dati ha attirato nel tempo la realizzazione di studi pratici, per dimostrare come le imprese italiane sfruttino effettivamente gli Open Data nelle proprie scelte di business. Lo strumento che viene illustrato nel presente paragrafo è rappresentato dall’ambizioso progetto di ricerca Open
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Data 200.73 L’iniziativa è stata intrapresa il 7 luglio 2015, grazie alla collaborazione tra Govlab - New York University e la Fondazione Bruno Kessler. Il progetto si è posto l’ambizioso obiettivo di sondare l’incidenza del fenomeno Open Data nel territorio nazionale. La volontà del team di ricercatori che hanno lavorano in questo progetto è stata quella di imitare in Italia lo studio Open Data 50074, già sperimentato con successo negli Stati Uniti. Tale indagine è stata replicata anche in altri Paesi: Australia, Canada, Korea e Messico, con l’opportunità di estendere lo studio a tutti quegli Stati che lo richiedano, migliorando la ricerca scientifica.
Focalizzando l’attenzione sul progetto italiano OD 200, lo studio mira ad analizzare la domanda e l’offerta di dati, fornendo una solita base per valutare gli impatti prodotti dagli Open Data nel contesto nazionale. Le fasi in cui è stato articolato il progetto sono:
Mappare le imprese che concretamente sfruttano gli Open Data nelle loro attività, integrandoli nei processi decisionali e avviando dei meccanismi di innovazione;
Creare le condizioni ideali per favorire l’incontro tra domanda e offerta: il mondo imprenditoriale da un lato e le istituzioni dall’altro;
Elaborare delle policy che possano amplificare l’effetto fino ad ora prodotto dai dati sul territorio;
Comparare l’esito della ricerca italiana con gli studi realizzati in altri Paesi, incentivando il confronto e lo sviluppo di nuove collaborazioni su scala internazionale.
L’approccio utilizzato ha previsto la somministrazione di un questionario alle aziende, pareri e interventi da parte di esperti internazionali e una dettagliata analisi alle imprese selezionate, per poter conseguire una completa panoramica sul fenomeno. Nelle idee dei ricercatori, il progetto doveva coinvolgere un campione di almeno 200 aziende
73 Per approfondimenti sul progetto, l’approccio, il team e gli obiettivi consultare il seguente indirizzo:
http://www.opendata500.com/it/
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Open Data 500 è un network internazionale che consente ai Paesi aderenti di comprendere l’impatto degli Open Data. Questa iniziativa è stata intrapresa nei seguenti Paesi: Australia, Canada, Korea, Italia, Messico e Stati Uniti. I risultati delle indagini di ciascun Paese sono disponibili online:
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che operassero in diversi settori e con varie dimensioni, permettendo loro di entrare in contatto con figure di spicco nel campo dei dati. Alla scadenza del termine fissato dalla ricerca, i dati emersi sono stati rielaborati per stilare un rapporto finale. Purtroppo la relazione conclusiva dei risultati non è ancora stata pubblicata, ma è in fase di elaborazione. Fortunatamente sono potuto entrare in contatto con una delle ricercatrici della Fondazione Bruno Kessler, a cui è stato affidato questo ambizioso progetto, scoprendo alcune delle problematiche e delle evidenze che sino ad ora sono emerse dall’analisi delle prime aziende. L’applicazione della metodologia nel contesto italiano ha subito numerose difficoltà impreviste, in quanto alcune delle imprese selezionate si sono sottratte alla compilazione del questionario. Le cause che hanno determinato il comportamento astensionistico delle aziende devono ancora essere accertate. Dai risultati parziali a cui ho avuto accesso, le aziende italiane che integrano gli Open Data nel proprio business sono sostanzialmente riconducibili a due profili:
Le imprese che operano nei mercati più maturi dal punto di vista degli Open Data, come ad esempio le agenzie immobiliari e assicuratrici, secondo la logica B2C (Business to Consumer).
I nuovi attori che hanno scoperto da poco il mondo dei dati aperti che operano nel mercato secondo la logica B2G (Business to Government).
Nel complesso, le poche aziende italiane analizzate si sono rivelate particolarmente interessate ai dati geografici e statistici rilasciati dalla pubblica amministrazione. Tali dati vengono abitualmente integrati nel business da queste imprese, supportando il processo decisionale o sfruttandoli come risorse per la creazione di servizi e applicazioni. A livello regionale le aziende che hanno partecipato alla ricerca sono state soltanto 4, ribadendo ancora una volta la limitata conoscenza e la ridotta incidenza del fenomeno Open Data nel territorio veneto. A causa della scarsa partecipazione delle imprese alla ricerca e delle limitate informazioni raccolte, non è possibile trarre ulteriori considerazioni sul fenomeno dei dati nella Regione Veneto. Per disporre di informazioni più dettagliate e di un quadro esaustivo sugli Open Data in Italia, è necessario attendere la pubblicazione della relazione conclusiva del progetto OD 200.
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Dallo scenario delineato dall’intero capitolo emerge un radicale cambiamento: oggi viviamo nell’era della Data Economy, un contesto in forte fermento dove qualsiasi impresa, indipendentemente dalle sue dimensioni e finalità, deve cogliere le grandi opportunità che i dati rilasciati dalla PA offrono. Tuttavia la situazione delle imprese italiane e in particolar modo quelle che operano nella Regione Veneto, sono molto lontane dall’accogliere il modello Open Data, come dimostrato dalla ricerca OD 200. L’analisi delle potenzialità dei dati prosegue nel prossimo ed ultimo capitolo, attraverso il caso studio dedicato al settore immobiliare.
99 CAPITOLO 6 Caso studio: i servizi datadrive per le aziende immobiliari