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RICERCHE STATISTICHE SULLA CITTÀ DI PARIGI E IL DIPARTIMENTO DELLA SENNA

Nel documento Opere scelte Volume 1 (pagine 83-95)

R I C E R C H E S T A T I S T I C H E S U L L A C I T T À D I P A R I G I E IL D I P A R T I M E N T O D E L L A S E N N A .

Q U A D R I S I N O T T I C I C O M P I L A T I ,

R I U N I T I E P U B B L I C A T I , V O L G E N D O L ' A N N O 1823, D ' O R D I N E D E L P R E F E T T O D E L D I P A R T I M E N T O 1

Indocti discant, et ament meminisse periti

Nell'incontrastabile progresso delle umane cognizioni, che, in mezzo ai molti danni morali da cui è afflitta la società dopo vari lustri, noi siamo ben lungi dal voler denegare, la scienza di governo è salita per quanto spetta all'amministrazione ad onorevolissimo segno, pas-sando dalle incerte speculazioni d'una pratica poco illuminata alle savie combinazioni d'alcune teoriche assai fondate.

Mezzo di così utile progresso, e ad un tempo prova non dubbia del medesimo, deve riguardarsi la statistica, colla quale i capi del go-verno economico riuniscono i diversi elementi, per cui viene a farsi nota l'enumerazione esatta, metodica e compita dei fatti, che riguardano lo stato fisico e civile d'un contado ed anche di una sola città.

In Inghilterra la statistica è da molti lustri utilmente impiegata: nella nostra Italia li scritti del conte Verri, del marchese Beccaria e di monsignor Vergani provano, come non fosse ignota fino dal primo na-scere di lei, e le opere del vivente Melchiorre Gioja2 ne dimostrano i progressi. In Francia il celebre Lavoisier3 avea stabilite le basi di questo 1. Apparso, con firma P..., in «L'Amico d'Italia» (Torino), III, 1824, voi. V, pp. 317-336. Il volume di cui si parla è il secondo di un'opera in sei tomi apparsa fra il 1821 e il 1860: Recherches statistiques sur la ville de Paris et le département de la Seine. Recueil de tableaux dressés et réunis d'après les ordres de M. le comte de Chabrol, conseiller d'Etat, préfet du departement, Paris, Impr. royale, 1823, in 40 (pp. xxvm-104 tavole). Gilbert

Chabrol de Volvic (1773-1843) fu prefetto di Parigi dal 1812 al 1830: per alcune no-tizie sul Chabrol cfr. l'articolo del PETITTI, qui di seguito, Cenni statistici sulla condizione economica e morale della città di Parigi.

2. Pietro Verri (1728-1797); Cesare Beccaria (1738-1794); Paolo Vergani (1753-1820 circa), autore di Della importanza e dei pregi del nuovo sistema di finanza dello Stato pontificio, Roma, 1794, e di La législation de Napoléon-le-Grand, considérée dans ses rap-ports avec l'agriculture, Paris, 1813; di Melchiorre Gioia (1767-1829) si ricordano: Com-mercio de' commestibili e caro prezzo del vitto. Opera storico-teorico-popolare (1802), Tavole statistiche (1808), Nuovo prospetto delle scienze economiche (1815-1819).

3. Antoine Laurent Lavoisier (1743-1794), di cui si ricordano i numerosi studi di scienza delle finanze, di matematica statistica ecc., fra i quali Résultats d'un ouvrage

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ramo importante della pubblica economia in un di lui scritto letto al-l'Accademia parigina. Il sig. conte Chaptal4, nel dotto suo libro in-torno all'industria francese, ha provato come, essendo ministro, avea saputo dirigere le ricerche dell'amministrazione, ottenendo moltiplici ed utilissimi risultati.

L'impulso dato dal governo francese, il quale oggi riunisce tutta la scienza ed abilità, attribuita ai così detti liberali soltanto una volta, colle buone dottrine della legittimità, fece nascere molte statistiche parziali, relative ai vari distretti del regno.

Della più esatta fra quelle dedotte a pubblica notizia, è nostro pen-siero il fare parola. Il sig. conte Chabrol, prefetto di Parigi, ammini-stratore distinto ed assai ben affetto alla causa del trono, ha fatti compi-lare alcuni quadri sinottici, i quali presentano con matematica esattezza il risultato delle ricerche statistiche da esso ordinate. Già nel 1821 avea il medesimo curata un'uguale pubblicazione, cui meritamente i vari giornali tributarono elogi d'encomio: quella del 1823 presenta in certo modo il complemento ed il seguito ordinale e periodico della prima. Esporre con un'analisi esatta un'opera di tale natura è cosa impossi-bile, avvegnacché dovrebbe prodursi in gran parte la copia fedele delle cifre matematiche, di cui non può darsi un sunto numerico.

Il partito migliore per dare un'idea di quel capolavoro sembra quello d'addurre come esempio alcuni tra i più rimarchevoli risultati, esponendo le conseguenze generali di maggiore importanza.

Cominciamo dall'indicare la somma, in cui è diviso il lavoro: I. topografia; II. popolazione; III. istituzioni civili; IV. agricoltura; V. industria; VI. finanze.

§ 1. Nell'articolo relativo alla topografia trovano luogo le descri-zioni fisiche e geometriche della città e suoi contorni: lo stato dell'at-mosfera e delle acque; l'altezza dei punti principali; l'indicazione di quelli maggiormente depressi.

§ 2. Rispetto ai quadri concernenti la popolazione, i quali sono in numero di 33, si espone il movimento della medesima in ordine alle nascite, ai matrimoni ed ai decessi, tanto relativamente allo stato attuale, che fatto il paragone d'esso con alcune epoche anteriori.

intitulé: « De la richesse territoriale du royaume de France », Paris, Impr. nationale, 1791, e De l'état desfinances de France, au ier janvier 1792, Paris, Dupont, 1792. Si cfr. inoltre in generale il voi. VI delle Oeuvres, Paris, 1893: Rapports à l'Académie, notes et rapports divers. Économie politique, agriculture et finances. Commission des poids et mesures.

4. Jean Antoine Chaptal (1756-1832), chimico, due volte ministro con Napoleone, pari di Francia: cfr. De l'industrie frangaise, Paris, Renouard, 1819, 2 voli.

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Un affliggente risultato per la morale sociale e religiosa viene con-segnato rispetto ai nati, vedendosi come dal 1809 al 1819, sovra 21.799 nati, 8.439 furono gl'illegittimi di parenti noti, 5.065 i trovatelli: totale 13.504, cioè più della metà senza stato civile, nati in modo non sancito dalla religione e dalla società. Allontaniamo lo sguardo da questa lut-tuosa dimostrazione dei benefìci tanto celebrati della rivoluzione per osservare più interessanti risultamenti.

Uno specchio della mortalità di un secolo e mezzo dimostra costan-temente minore la medesima nei mesi di luglio ed agosto: maggiore in marzo ed aprile, il termine medio è il mese di gennaio. Per contro, un quadro dei nati comprova maggiori le nascite in marzo e gennaio; minori in giugno, novembre e dicembre, dal che deducesi più grande il numero delle fecondazioni in luglio e maggio, ed all'opposto in marzo ed aprile. I matrimoni si fanno in maggiore copia nel mese di maggio; in quelli di gennaio e marzo succede il numero minore, come risulta dal relativo specchio.

Parlando ancora dei nati si riconosce: 1. essere sovra un periodo di 77 anni la proporzione tra i maschi e le femmine come 26 a 25. Simil-mente l'aumento della popolazione stare dal 1789 in poi come 200 a 212. In ordine alle morti, che, quantunque il numero dei decessi uguagli e talvolta sia anche maggiore delle nascite, deve osservarsi, come per la somma affluenza di forestieri, molti fra essi lasciando la vita in quella capitale, vogliono dedursi dal numero consegnato. Le morti accidentali (poiché accuratamente l'autore ne distinse le specie) appaiono crescenti, come il sono pur troppo i suicidi: altro argomento assai chiaro per comprovare il vantato incremento della morale reli-giosa, che alcuni sedicenti filantropi ci vanno decantando.

§ 3. Il capitolo dei soccorsi pubblici offre più consolanti dimostra-zioni, poiché da esso appare sempre viva la carità dei fedeli, e ben go-vernato il patrimonio dei poveri, quantunque però dimostri ad un tempo assai grande ed ognor crescente la miseria pubblica. Scorgesi difatti, come nell'anno 1819 furono soccorsi a domicilio 85.150 individui, e nel 1820 n. 86.870; vennero accolti negli spedali (compresi i trovatelli), neh' anno 1819, 77.513 individui; nel 1820, 80.031, cioè sovra 82 indi-vidui della popolazione ne furono aiutati 10.

La mortalità nelle case di ricovero sta come 1 a 7 e la spesa media per ogni individuo accolto ascende dalli n o alli 123 franchi annui. Le donne povere sono in numero della metà maggiore a quello degli uomini. Il monte di pietà ha imprestata la somma annua di 18 milioni di franchi sovra effetti, i quali vennero ricuperati per soli 13.611.227: il resto fu venduto, o di bel nuovo impegnato.

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§ 4. Nel capitolo che tratta della polizia amministrativa, scorgesi come, sopra circa 300 individui sommersi, calcolasi ad un quarto il numero di quelli salvati, e come nel numero preallegato la metà si precipitò volontaria nelle acque.

Il numero medio degli incendi intervenuti ogni anno è 585: esso è rilevante di troppo, e dimostra passibile d'utili amegliorazioni il ramo di buon governo tendente ad antivenire siffatte disgrazie. Notisi in proposito delli incendi, essere in Parigi le case in numero di 26.801, le famiglie abitanti in esse 224.922, gl'individui n. [...]5.

§ 5. Il capitolo dell'agricoltura presenta in alcuni quadri concer-nenti le varie raccolte dei due distretti rurali del dipartimento, chiamati di Sceaux e St. Dénis6, ben poco interesse, per la qual cosa passiamo

oltre.

§ 6. Nel capo, che presenta il novero delle consumazioni, si rin-vengono cinque specchi interessantissimi. Scorgesi nei medesimi di-fatti che nel 1821 si consumarono le seguenti quantità di viveri e derrate: vino, ettolitri n. 813.066; acquavite ecc. 42.784; capi di bestiame ma-cellato n. 571.565; ostriche o pesci pel valore di franchi 867.984; burro ed uova per 12 milioni di franchi. Sale chilogrammi n. 64.018.996; ta-bacco chilogrammi n. 758.299. Fieno e paglia 28 milioni di ballotti7.

Legno un milione di stéres3 (misura cuba), carbone 2 milioni d'ettolitri. L'uso del carbon fossile, aumentando ogni anno, attesa la fabbricazione del gazze idrogeno destinato all'illuminazione, si teme con fondamento di vederne accrescere soverchiamente il prezzo.

I materiali per i fabbricati presentano una consumazione doppia in sei anni, elevandosi (annata comune) in Parigi 1.000 case, per la qual cosa muta ogni giorno in miglior modo d'aspetto quella vasta città.

Terminando l'estratto del capitolo relativo alle consumazioni, os-serviamo che la spesa media di un abitante nel pane, fatto un calcolo di anni 2 1 , è di franchi 58,64 annui, il che importa per ogni famiglia franchi 175,92.

§ 7. Esponendosi in buona copia di specchi diligentemente intavo-lati la situazione dell'industria, viene a provarsi dall'amministrazione quanta ne sia l'importanza in quella capitale di un regno sovra ogni

j. In bianco nel testo.

6. Sceaux, cittadina a 8 Km. a sud di Parigi; Saint-Dénis, grosso centro a 9 Km.

a nord della capitale. 7. Francesismo, per balle.

8. Lo stero, unità di misura di capacità per i solidi corrispondente al metro cubo, viene usato per la legna.

r i c e r c h e s t a t i s t i c h e s u l l a c i t t à d i p a r i g i 81 altro industre nel continente europeo. Troppo lungo argomento sarebbe lo enunciare l'oggetto di ogni quadro sinottico. Osserveremo solamente come, per dare un'idea della somma dei capitali impiegati nell'industria parigina, basti il dire, che le importazioni all'estero consegnate alla dogana di Parigi nell'anno 1820 ascendono ad un valore di franchi 47.714.284. In questo enorme capitale le stoffe e schalls di lana e seta entrano per 8 milioni; i panni, le mercerie, i setifici diversi, i nastri e le piume per 10 milioni; le pelli per 2 e 1/2; l'orologieria per 1 e 1/4; la porcellana per 2; l'arte dell'orafo e gioielliere per 5; quella del fabbricante di mobili per 1 e 1/3; le telerie per un 1 ; la libreria per 2 ecc. ecc.

Di queste ben ragguardevoli somme anche noi italiani paghiamo buona parte, dovendosi osservare come, mentre d'ogni parte in cattivo senso si van propagando funesti princìpi di mal intesa nazionalità, non si pon mente abbastanza ad adottare quelli che sono leciti, anzi onore-voli, tra quali primo il pensiero di sminuire il tributo della nostra pas-sività all'estero. - Avviso alle signore liberali, di cui possono trarre profitto, e lezione ai mariti, che devono più d'esse comprendere il danno delle sempre crescenti nostre importazioni - .

Ritornando al lavoro, che abbiamo impreso descrivere, aggiunge-remo, in ordine all'industria, osservarsi dai già citati specchi, che Parigi esporta più della metà delle mercerie, mobili, mode, stampe ecc., le quali escono di Francia, ed i tre quarti all'incirca dell'orologieria, istru-menti, medicinali, metalli lavorati, gioiellerìe, oggetti d'arte, musica, porcellana, prodotti chimici e tessuti in seta: dalla qual cosa deducesi quanto sia immenso, vario ed esteso il traffico di quella piazza di com-mercio.

Altra osservazione importante rilevasi pure nel vedere che i premi d'importazione accordati al commercio francese nei dipartimenti sono solamente decupli dal 1819 al 1821, mentre quelli concessi al com-mercio parigino sono centupli. I premi principali sono accordati a fa-vore delle raffinerie di zuccaro e dei manofatti tessuti in lana e cotone.

Rispetto alle arti occupate nelle vendite al minuto, osservasi da un esatto quadro indicativo esservi in Parigi 9.761 botteghe di negozio al dettaglio, senza far caso di 5.000 mercanti ambulanti, che girano per le strade, piazze e mercati, si contano 2.333 cantinieri, 560 panatieri, 355 macellai, 927 osti, 787 caffè.

Passando ad altro ben diverso commercio, fatto addì nostri sommo, e forse anche troppo, perché serve a propagare molto male, accennasi esistervi in Parigi 680 torchi da stampatori, e 4.000 operai occupati nei loro opifici. Calcolo fatto sovra 100 scritti dedotti colle stampe a

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pubblica notizia, 68 sono relativi alle belle lettere, alla politica ed alla storia: 20 riguardano le scienze e le arti: 12 la teologia e la giurispru-denza. Il prezzo medio d'un foglio di stampa, tirato a mille copie, è valutato, la carta compresa, 62 franchi. S'impiegano per ultimo ogni anno 356.000 risme di carta nella stampa. Così gran parte d'esse non fos-sero destinate a bandire con ogni modo di seduzione le massime le più pericolose di scostumanza e d'irreligione, come i più cattivi princìpi politici! Con questi dall'officina centrale della demagogia europea esi-stente nella capitale del regno di Francia si vanno istruendo gli addetti del liberalismo e, formandosi nuovi proseliti, si preparano quei tram-busti politici, che tratto tratto spargono sulle varie nazioni un'innume-revole serie di calamità. Perché l'incremento delle scienze e buone let-tere, cui prestiamo zelante omaggio, non può egli andare disgiunto dalle aberrazioni del filosofismo moderno, che attosca ogni principio sociale» Basterebbe per ottener questo scopo la decisa volontà dei go-verni, spesso purtroppo traditi dagli agenti segreti della setta9, che con arte maestra sa introdurre in ogni dicastero i suoi figli e diriggere con occulta mano molte speculazioni governative.

§ 8. Rimane, procedendo nel nostro esame statistico, ancora quello dei specchi concernenti le finanze, e questi presentano interessantissimi risultati e danno argomento di calcolare la ricchezza di quella capitale, che da sé sola presenta i valori cumulati d'altri Stati minori, ma pur con-siderati in Europa.

Un quadro, nel quale si dà un'idea esatta delle vendite mobiliari, somministra alcune nozioni assai curiose ed assolutamente nuove: 1. Il montare delle vendite preallegate ascende ogni anno a franchi 8.821.158; 2 . 1 quattro decimi delle vendite sono volontarie; altri quattro decimi han luogo pella morte dei proprietari degli effetti mobiliari: gli altri due al monte di pietà, o per autorevole decreto della giustizia; 3. I libri ed oggetti d'arte entrano per i 2/15 negli effetti venduti: il resto si compone di mobili e mercerie; 4. La perdita nella rivendita d'ef-fetti non usati ascende al terzo del prezzo di prima compra; 5. Il valore medio dei mobili d'una famiglia equivale ad un anno del reddito della medesima, escluse le grandi collezioni d'oggetti di scienze ed arti.

Il salutare pensiero di accrescere le transazioni private, moltipli-cando la circolazione dei capitali, fa da lungo tempo desiderare ridotti i diritti imposti sulle mutazioni di proprietà, e sovra molti atti soliti a stipularsi tra privati: ma, scorgendosi com'essi producono per la sola 9. Allusione alla massoneria e alla spinta liberale e contraria alla Santa Alleanza di questa negli anni post-napoleonici.

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città di Parigi 12 milioni di franchi, havvi luogo a presumere che il fisco cerchi di mantenerli nella loro integrità. Fatta una comune, gli atti registrati ascendono a n. 2.100 per ogni giorno in Parigi, dal che deducesi quanta sia l'immensità delle transazioni private. Il montare dei crediti iscritti alla conservazione delle ipoteche ascende oltre ai 133 milioni annui.

Uno specchio particolarmente destinato all'imposta del bollo di-mostra che il prodotto medio della medesima arriva per le polizze di commercio a franchi 1.200.000: per la carta bollata distribuita per i contratti e processi a franchi 1.800.000. Per i giornali, affissi, passaporti ecc., a 1.500.000. Il provento ricavato dal bollo dei giornali è accresciuto dal 1815 al 1820 della metà... e come potrebbe essere diversamente, avuto riguardo alla spaventevole progressione della smania polemica, da cui è invasa la società?

Le contribuzioni indirette producono nella capitale francese 19 mi-lioni di franchi ogni anno. Le bevande sono imposte per 8.500.000. L'olio per 1.0000.000. I tabacchi rendono 5.250.000. Le vetture pub-bliche 1.400.000. Le sole carte da giuoco 127.000. Parlando di giuochi d'azzardo deve citarsi la lotteria, quell'abisso in cui sono ingoiate le sostanze di tante famiglie! Nel 1816 si giuocarono 19 milioni; nel 1820, 29: che terribile aumento, e quante rovine particolari ne saranno state la conseguenza!

La posta delle lettere rende a Parigi 4.250.000 franchi. Il mese di gennaio è quello che presenta un maggior numero di dispacci, quello di settembre il minore. Vengono ogni giorno impostate 38.000 lettere e 35.000 fogli periodici, od altri stampati: che immensa consumazione di carta!

Le contribuzioni dirette e cumulate insieme resero 28.000.000 nel 1823: sei milioni di più del 1825 10. L'aumento deriva dall'accresciuto numero delle patenti, e dalle aumentate porte e finestre per le maggiori fabbricazioni.

Il dazio di consumo percepito alle porte della città, che nel 1815 rendeva 18 milioni solamente, produce oggi 26 milioni, dedotte le spese d'amministrazione ed il decimo versato nelle casse del governo, rimane alla città di Parigi il reddito netto di 12 milioni per questo ramo di finanza.

Se la città di Parigi ha la parte più attiva nel commercio francese, essa procura parimenti allo Stato il reddito il più cospicuo. Il decimo delle contribuzioni versate al tesoro viene esatto sui parigini, ed annata

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comune il totale delle medesime ascende a franchi 81.423.366. In questa somma il demanio produce 20/100, le dogane 2/100, le tasse indirette 24/100, la posta 5/100, la lotteria 8/100, le contribuzioni dirette 34/100, i giuochi 7/100. Mentre i francesi dei dipartimenti pagano 27 franchi e centesimi 61 per ogni capo d'imposte riunite, quelli di Parigi contri-buiscono per 1 1 4 franchi e 2 centesimi: epperciò in una somma qua-drupla. Essi concorrono poi nell'utile che il governo ritrae dalla lotteria per una somma 18 volte maggiore di quella contribuita da un altro abi-tante del regno, dalla qual cosa misuriamo noi come siano colà maggiori di molto i vizi.

Tali sono in somma i principali risultamenti delli specchi sinottici, che abbiamo preso ad esaminare. Viene chiuso il lavoro egregio del sig. conte di Chabrol coll'esposizione del di lui progetto relativo all'in-grandimento e rettilineazione delle strade di Parigi, di cui un celebre ministro francese, Sully n, avea fatto nascere il primo pensiero.

Quanto utile ridondi all'amministrazione dalla pubblicità di simili materiali, quale prezioso argomento essi sieno per calcolare lo stato della ricchezza pubblica e lo sviluppo progressivo della medesima, come possa giovarsene il governo nelle speculazioni economiche, cui deve attendere; quanta lode per ultimo sia dovuta al chiarissimo magi-strato, che, ad onta delle moltiplicò incessanti e diverse di lui occupa-zioni, sa trovar tempo a concepire e dirigere così importante lavoro, non è mestieri il prendere a dimostrarlo.

Nell'esporre colla maggiore possibile chiarezza i risultati che ab-biamo consegnati nel presente estratto dell'opera annunciata, oltre al pensiero d'indicar lo stato della prima forse tra le capitali d'Europa, nozione questa, che deve essere accetta come utile ai lettori dell'« Amico d'Italia », ravvisiamo del pari conveniente il comprovare coi fatti risul-tanti dal lavoro preallegato, come sia a buon diritto salita dopo così nobili fatiche in alto concetto l'amministrazione.

Una volta la scienza di governo era limitata per i princìpi teorici alla sola giurisprudenza: l'amministrazione considerata qual cosa di poco momento, oltre al tenersi in niun conto, riguardavasi un affare di mera pratica. Sapere le massime del dritto era la sola cognizione richiesta, ed i popoli venivano amministrati colle forme legali d'una causa instituita nel foro.

Se per garanzia delle proprietà private e dei vari diritti, che rendono l'uomo ben affetto alla società, è certamente indispensabile la profonda cognizione della giurisprudenza nei magistrati, come sono per ogni

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verso ben lodevoli coloro che si destinano all'intelligenza, applicazione e spiegazione delle leggi, non è meno necessario alla prosperità pubblica e privata lo studio dei princìpi teorici, che guidar devono un amministra-tore nell'esercizio delle proprie incombenze.

Esaminare colla scorta dei princìpi preallegati i fonti di ricchezza pubblica, provvedere perché si lasci alla medesima quel libero sviluppo,

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