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Ricognizione delle definizioni di anacronismo legislativo

dottrina costituzionalistica

Come accennato, la dottrina costituzionalistica ha provato, sia pure in un numero limitato di occasioni, a fornire una definizione dell‟anacronismo legislativo, inteso quale fenomeno rilevante nel giudizio di costituzionalità delle leggi. Ha provato, cioè, a specificare in che cosa consiste e da che cosa è determinata quella situazione di incongruenza temporale della norma la quale, ove accertata dalla Corte, è idonea a giustificare la dichiarazione di incostituzionalità della norma stessa.

Dalla ricognizione di queste definizioni emerge che l‟anacronismo legislativo è stato individuato, innanzitutto, nella «sfasatura», nella «mancata armonia sul piano temporale» e, quindi, nel «contrasto» che la norma presenta «nei confronti delle strutture sociali connesse alla sua regolazione» e dei «modelli culturali in atto in una determinata società» 99.

Esso è stato anche identificato nel «sopravvenuto venir meno dei presupposti normativi, sociali, economici della valutazione normativa», che si verifica

99

Così E. SPAGNA MUSSO, Norma anacronistica e norma costituzionalmente illegittima, cit., 2713 e 2714. Questo autore è l‟unico, tra quelli qui di seguito citati, a ritenere non corretta l‟identificazione operata dalla giurisprudenza costituzionale tra norma anacronistica e norma incostituzionale, sulla base della considerazione che l‟anacronismo legislativo rivestirebbe un rilievo esclusivamente fattuale, sicché il suo accertamento ad opera della Corte finirebbe col trasformare il giudizio di costituzionalità da giudizio di legittimità in un giudizio di merito, precisamente in «giudizio di opportunità costituzionale» (ivi, 2718).

48 allorché la legge «muove da premesse non corrispondenti a realtà»100 e definito, altresì, come «una situazione di sopraggiunta inadeguatezza della legge a soddisfare gli interessi e a perseguire lo scopo verso cui originariamente era rivolta, in seguito al mutare del contesto globale in cui risulta inserita», come un fenomeno cioè «di perdita della ratio legis per il fluire delle vicende storiche che, ove non si risolva in un‟acquisizione di una nuova ragion d‟essere della legge (cd. “eterogenesi dei fini”), dà luogo ad un vizio di invalidità della stessa»101

.

Ancora, è stato sostenuto che si ha «anacronismo legislativo costituzionalmente rilevante» quando «la disciplina positiva non corrisponde più adeguatamente alle esigenze per cui era stata posta in essere ovvero alle strutture sociali di riferimento», rilevandosi, inoltre, come nella giurisprudenza costituzionale l‟anacronismo legislativo operi sia come «conseguenza del mutamento dei rapporti materiali esistenti nella società», sia come prodotto «dei mutamenti intervenuti nel diritto positivo, o come conseguenza dell‟approvazione della Costituzione, o come effetto dell‟evoluzione dell‟ordinamento giuridico», in entrambi i casi risultando determinante, ai fini dell‟accertamento del vizio, la verifica della persistente «utilità della legge»102.

L‟anacronismo legislativo è stato poi ricostruito come una «censura che va a colpire le norme che, in quanto inconferenti rispetto alle strutture socio- economiche della vita di relazione o espressive di modelli culturali discordanti con i paradigmi generalmente accolti, non realizzano più il fine al quale erano funzionalmente preordinate e diventano perciò irragionevoli»103.

100

A. CERRI, Ragionevolezza delle leggi , 1994, cit ., 19. Dello st esso autore cfr. anche ID., Sindacato di costituzio nalità I) ordinamento italiano , in Enc. Giur., XXVIII, Ro ma,1991 12; ID., Eterogenesi dei f ini, anacronismo legislativo, limiti del giudicato costituzionale, cit ., in part. 735 -736 (do ve l‟a nacro nismo leg islat ivo è preso in co nsideraz io ne in quant o feno me n o pato logico co ntrapposto all‟eterogenesi dei fini, fisio logica); ID, Materiali e riflessioni sulle pronunzie di accoglimento “datate”, in AA.VV. Effetti temporali delle sentenze della Corte costituzionale , 139 (do ve l‟a nacro nismo leg islat ivo è ind icat o co me figura di incostituzionalità sopravvenuta ulteriore e dist inta rispetto all‟ipotesi tipica concernente la norma anteriore all‟entrata in vigore della Costituzione e con questa co ntrast ant e).

101

P. CARNEVALE, A. CELOTTO, Il parametro eventuale: riflessioni su alcune ipotesi tipiche di integrazione legislativa del parametro nei giudizi di legittimità costituzionale delle leggi, cit., 206.

102

A. MORRONE, Il custode della ragionevolezza, cit., 235

103

49 Secondo tale ultima ricostruzione sarebbe peraltro possibile individuare almeno tre distinte tipologie di anacronismo legislativo:

- quello che si dà quando «la legge, inserita in un contesto ordinamentale diverso rispetto a quello originario, resta priva della propria ratio tanto da apparire ingiustificata»;

- quello «determinato anche dal mutare del contesto applicativo con cui la norma interagisce, dall‟evoluzione delle gerarchie di valori e dei rapporti di vita che rende la legge non più rispondente alle presunzioni sulle quali si fondava al momento della sua entrata in vigore e dissonante rispetto all’ id quod plerumque

accidit»;

- quello che «deriva dalla cd. «eterogenesi dei fini»104.

Altri, ancora, ritiene che l‟anacronismo legislativo si manifesti «quando la legge, come mezzo originariamente collegato ad un fine, perde col passare del tempo, il senso di tale relazione funzionale, ossia la propria ratio e risulta perciò irragionevole». Ciò che può accadere anche «per il mutare dei rapporti assiologici sui quali la legge si fondava o, comunque, per la intervenuta non corrispondenza ai suoi originari presupposti»105.

Si è anche sostenuto che l‟anacronismo legislativo integri tout court una situazione di sopravvenuta incompatibilità tra disposizioni legislative e Costituzione cui la Corte «spesso si richiama per modificare precedenti sentenze di rigetto, mutando indirizzo interpretativo», situazione che può essere causata da un «mutamento dei costumi sociali», dalla «evoluzione tecnologica», dalla stessa «evoluzione della legislazione ordinaria»106.

Da altra prospettiva, infine, l‟anacronismo legislativo è stato considerato come una «figura(…) sotto la quale vengono ricondotte decisioni nelle quali la Corte, portando alle sue estreme conseguenze il giudizio svolto alla stregua del principio di eguaglianza e senza (apparentemente) giungere all‟ammissione di un sindacato

104

G. SCACCIA, op. ult. cit., 247-248.

105

F. MODUGNO, La ragionevolezza nella giustizia costituzionale, cit., 30.

106

R. BIN, G. PITRUZZELLA, Diritto costituzionale, Torino, 2007, 476, ma v. anche R. BIN, Atti normativi e norme programmatiche, Milano 1988, 316 ove l‟anacronismo legislativo è ricondotto all‟ipotesi in cui è «la realtà economica, scientifica, tecnologica a manifestare l‟inadeguatezza dei presupposti “fattuali” della legge».

50 sull‟eccesso di potere legislativo, ha finito per individuare il vizio della legge nella incoerenza logica con il restante sistema normativo»107.

Da questa ricognizione delle più significative ed articolate proposte di definizione dell‟anacronismo legislativo avanzate dalla dottrina costituzionalistica emerge come queste presentino contenuti in parte comuni (o comunque omogenei), in parte difformi (o comunque disomogenei).

Al fine di pervenire all‟individuazione di una nozione unitaria dell‟anacronismo legislativo costituzionalmente rilevante si proverà qui di seguito ad evidenziare i contenuti comuni (ed omogenei) e a ridurre il più possibile, mediante un‟operazione di sintesi, i contenuti difformi (o disomogenei) presenti nelle riferite definizioni.

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