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Rielaborazione non letterale, dell’ intervista ad Eros Tetti, portavoce di Salviamo le Apuane 27 Maggio 2015, Lucca

Il Comitato Salviamo le Apuane nasce nel 2009 a seguito di un appello lanciato da Eros Tetti a cui hanno aderito tante persone. Esso ha sempre assunto una linea abbastanza dura e definita. Non si può definire una lotta ambientalista di per se, piuttosto una questione territoriale che ricomprende il settore ambientale, l'economia, lo sviluppo e la cultura. La loro lotta si configura anche come una lotta all'abbandono del territorio montano e questo in una visione diversa dell'economia. Il comitato infatti ha messo in rete soggetti che hanno intenzione di creare un‟ alternativa alla monocoltura del marmo. Infatti l‟estrazione marmifera non comporta occupazione relativa, ma anzi disoccupazione a fronte di costi ambientali esterni molto impattanti, tra cui l'inquinamento acustico e la distruzione delle falde acquifere. Tetti critica la situazione di Carrara perché è una città in cui, secondo una sua opinione, si creano dinamiche del terzo mondo, che si verificherebbe in quei territori che da decenni sono sotto la monocoltura di un certo minerale in questo caso del marmo. Infatti si riscontrano situazioni simili a quelle che ci potrebbero essere nelle miniere di estrazione del Coltan: ossia l‟ estrazione del minerale è correlata a una situazione di squallore culturale. Non a caso le città di Massa e Carrara non sono ritenute come tipiche città toscane e, benché non siano grandi città ma paesoni, sono caratterizzate da alti tassi di

168 violenza e degrado, oltre che di disoccupazione e indebitamento. La questione sociale correlata all‟escavazione, sarebbe un interessante spunto da trattare in una tesi.Il portavoce critica fortemente la battaglia contro le polveri sottili, mossa da parte di cittadini e di Legambiente Carrara, poiché è sintomatica della mentalità del luogo ristretta, che ha un approccio di spostare altrove il problema. Infatti conseguentemente alle loro battaglie, non c'è stato più il passaggio cittadino dei camion all‟interno della città, ma si è costruita una strada, “la strada dei marmi” che è costata sui 121 milioni di euro e che ha alimentato l'indebitamento cittadino e ha semplicemente spostato un problema senza affrontarlo. Report ha fatto un servizio a tal proposito, la Banda del Buco, a cui il comitato di Salviamo le Apuane, si sarebbe opposto, ma Report non poteva liberamente agire e fare un servizio sul loro comitato perché sarebbe stato un argomento troppo sensibile da trattare. Infatti il comitato, a differenza della mobilitazione a Carrara, pone un problema generale allo sfruttamento e non si limita a spostare le problematiche, senza poi comprendere le conseguenze. Secondo il portavoce attorno al fenomeno dell‟escavazione si sarebbe sviluppato un sistema clientelare, mafioso e di omertà e con sistema di minaccia alle persone contrarie al sistema stesso. Le multinazionali esterne sono principalmente tre: Omya, Kerakoll e la Henraux, ma sostanzialmente le prime due. La Kerakoll si presenta come un‟azienda greenwashing tanto da aver preso il Premio Natura da parte di Jacopo Fo. Tali aziende sono soprattutto di proprietà araba (sul 40 %), e una buona parte della quota, appartiene alla famiglia Bin Laden. Il Piano Paesaggistico toscano ha integrato le proposte del comitato tanto da sviluppare un piano di sviluppo integrato. Questo ha reso più forti e visibili i gruppi locali di protesta che erano sempre stati derisi e snobbati. Ovviamente il comitato a quel punto ha cominciato a sostenere il discorso del piano paesaggistico con la conseguenza che, per la prima volta, c‟è stato un vero e proprio scudo difensivo da parte del mondo industriale e conseguenti divergenze politiche sulla questione. Il piano nonostante le critiche e modifiche, a Luglio 2014 riesce a passare; ad Ottobre vengono fatte ulteriori osservazioni ma poi si arriva alla battuta d‟arresto a Febbraio 2015, con il maxi emendamento Pellegrinotti, che Eros considera folle poiché interviene dicendo che il Piano Paesaggistico è sempre stato solo un consiglio per i comuni. A questo punto il portavoce sottolinea due punti ritenuti da questi importanti:

169 1)Il Piano paesaggistico non si occupa solo di paesaggio, ma di territorio inteso come cultura e appartenenza.

2)Si può rischiare di compromettere l‟esistenza stessa in un territorio molto popolato, inficiandone le acque, in un‟area che ne è ricca ma che l‟ escavazione rende impure o ne rischia di sventrare le fonti e le falde acquifere.

Per il comitato infatti la vera risorsa territoriale non sarebbe il marmo, ma l‟acqua. Infatti il territorio è uno dei territori più carsici al mondo ed avendo un ampio bacino idrico ed essendo molto popoloso, l‟acqua diventa inevitabilmente una grande ricchezza. In fondo, l‟utilizzo per fini artistici del marmo diventerebbe una scusa, a fronte delle percentuali di utilizzo che ammonterebbero secondo il portavoce, a solo lo 0,1%. Nelle Apuane in 30 km ci sono circa 800 siti di escavazione tra cave attive e non più attive o in disuso, tanto che le Alpi non sono più considerabili delle montagne ma un vero e proprio bacino minerario.

Il Parco Naturale che è stato istituito, servirebbe a proteggere le cave non il territorio tanto che si sarebbe voluto istituire un marchio marmo doc, Alpi apuane, fatto che rientra in un discorso prettamente turistico. Tetti fa una critica alla dicitura “coltivazione agli marmiferi” perché mentalmente dà un‟ immagine di un qualcosa che possa crescere e invece il marmo non è rinnovabile. Riguardo al tema della percezione ambientale e su come gli abitanti abbiano reagito alla questione dell‟escavazione nelle Alpi Apuane, il portavoce riporta un‟immagine singolare: «Si è verificata la cosiddetta “Sindrome della rana bollita nel tegame”: la rana non si accorge che l'acqua si surriscalda e quando alla fine bolle e non è più tollerabile, la rana muore». Infatti in passato, nei secoli scorsi, non avevano avuto lo stesso livello percettivo, ma questo era dovuto al fatto che l‟escavazione c‟era, però non era così impattante come lo è al giorno d'oggi o come lo poteva essere anche nel secolo scorso e aveva ricadute economiche locali. Pertanto hanno iniziato a reagire in tempi più recenti.

Questionario scritto e sottoposto ad Eros Tetti, portavoce di