• Non ci sono risultati.

Riferimenti legislativi: legge quadro 8 novembre del 2000 n° 328; legge 23 marzo n° 84/93 sull’ordinamento della

SVILUPPI DELLA LIBERA PROFESSIONE DELL’ASSISTENTE SOCIALE NEL WELFARE CHE CAMBIA

2.4 Riferimenti legislativi: legge quadro 8 novembre del 2000 n° 328; legge 23 marzo n° 84/93 sull’ordinamento della

professione e istituzione dell’albo professionale.

Secondo l’art. 1 della legge n.84/93, sull’ordinamento della professione e istituzione dell’albo professionale, la professione l’Assistente sociale opera con autonomia tecnico professionale in tutte le fasi d’intervento per la prevenzione, il sostegno e il recupero di persone, famiglie e gruppi di comunità in situazioni di bisogno e svolge attività didattico-formative; svolge compiti di gestione; contribuisce all’organizzazione e programmazione, e inoltre può esercitare attività di coordinamento e direzione dei servizi sociali. L’aspetto più importante della legge si basa sul

21

Albano, U. Bucci, L. & Esposito, D.C. (2008). Servizio sociale e libera professione: dal lavoro dipendente alle opportunità di mercato. Roma, Carocci;

principio dell’ autonomia della professione, che può essere esercitato in forma autonoma ma anche in rapporto subordinato, sia privato che pubblico.

La legge afferma che, per esercitare la professione di Assistente sociale è necessario essere in possesso del diploma universitario, aver conseguito l’abilitazione tramite esame di Stato e aver effettuato l’iscrizione all’albo. A questo si rifà l’art. 2229 del codice civile, affermando che per l’esercizio delle professioni intellettuali è necessaria l’iscrizione in appositi albi o elenchi. Per gli aspetti penali dell’esercizio abusivo della professione l’art.348 del c.p. afferma che “chiunque abusivamente eserciti una professione, per la quale è richiesta una speciale abilitazione, è punito con

la reclusione fino a sei mesi e con la multa da euro 103 a 516.”22 Si può definire che l’oggetto della tutela predisposta dalla norma è

costituito dall’interesse generale, riferito alla Pubblica Amministrazione, per cui determinate professioni richiedono alcuni requisiti di competenza tecnica e devono essere esercitate solo da chi ne ha le competenze richieste dalla legge. Dunque è lo Stato stesso che, tramite procedure, attesta la competenza professionale e si fa garante verso tutti coloro che adoperano tali prestazioni professionali. Per quanto riguarda l’attribuzione delle competenze proprie dell’Assistente sociale, per affidarle ad altri operatori come educatori, psicologi, sociologi, infermieri, è necessaria l’azione di tutela giuridica che deve essere esercitata dall’Ordine degli Assistenti sociali e dal Sindacato.23

22

Salombrino M. ( a cura di), l’Assistente sociale. Manuale completo per la preparazione, edizioni Simone, Napoli 2013;

In relazione a quanto indicato dalla legge della professione e dell’ordine degli Assistenti sociali, è opportuno mettere in evidenza che al concetto di responsabilità si associa quello della presa in carico, una volta accettata l’assunzione del caso, il professionista è tenuto a condurre l’incarico, definirlo, trattarlo e concluderlo con la collaborazione e soddisfazione dell’utente.24 A tal proposito è opportuno individuare le ricadute riguardanti lo svolgimento dell’attività libero-professionale, infatti è necessario evidenziare che la professione dell’Assistente sociale si connette al tema della sanità, in questo ambito sono stati definiti i LEA, livelli essenziali di assistenza, che operano nell’ambito dei distretti sanitari secondo determinati criteri, come il rapporto ottimale di un MNG, ambito sociale territoriale, ogni 1500 abitanti. Il professionista principale del distretto sociale è l’Assistente sociale, che ha le competenze di dare delle prestazioni di segretariato sociale e di servizio sociale, che dipende da parametri di riferimento, che deve essere individuato nel rapporto di un professionista Assistente sociale ogni 5000 abitanti. Questo parametro dipende dalla competenza dei Comuni di riferimento, singoli o associati nell’ambito sociale. Nel DPR 3 maggio 2001, vengono indicate le funzioni del servizio sociale professionale che sono finalizzate alla lettura e decodifica della domanda, alla presa in carico dell’utente, famiglia o gruppo sociale, all’attivazione ed integrazione dei servizi e delle risorse in rete, facendo sempre riferimento all’art. 22 della legge 328/2000. Un altro provvedimento normativo che ha definito la collocazione professionale e operativa dell’Assistente sociale, successivo alla legge n. 84/93, è stato il DPR n. 328/2001, affermando che “modifiche ed integrazioni della disciplina dei requisiti per l’ammissione all’esame di Stato e delle relative

prove per l’esercizio di tali professioni, nonché della disciplina dei relativi

ordinamenti” che all’art. 21 ne ha descritto un quadro completo.25 Si possono individuare cinque aree di intervento per il riconoscimento

delle prestazioni professionali, come l’area relazionale, area gruppi e comunità, area didattico-formativa, area studio e ricerca, area

progettuale-programmatoria e di amministrazione dei servizi. Sul piano pubblico per quanto riguarda l’esercizio di funzioni riconosciute,

come la gestione e l’organizzazione del servizio sociale locale, previsto dalla 328/2000, si assiste ad un utilizzo da parte degli enti locali delle prestazioni libero-professionali degli Assistenti sociali, che pongono gli

stessi operatori nelle condizioni di precarietà lavorativa. La costruzione del sistema di intercettazione del bisogno mette in

evidenza la necessità di creare un sistema di rete che si basa sulla individuazione dei soggetti e delle istituzioni in grado di dare una risposta ai bisogni, e di creare rapporti sia pubblici che privati per raggiungere gli obiettivi di benessere fisico, psichico e sociale delle persone, comunità e gruppi, ma anche di inclusione sociale e di empowerment visto sul piano individuale, visto come processo dell’azione sociale attraverso il quale le persone, le organizzazioni e comunità acquisiscono competenze sulle proprie vite, in modo di cambiare il proprio ambiente sociale e politico per migliorare la qualità di vita. Infatti, grazie all’empowerment si realizza la comunità competente, dove i cittadini hanno delle competenze, motivazioni e risorse per intraprendere attività che portino al miglioramento della vita.26

Si possono individuare vari campi d’azione dell’Assistente sociale che vengono distinti in vari settori operativi, come: counseling, mediazione familiare, mediazione penale, affidamento, amministrazione di sostegno, attività di formazione e aggiornamento del personale, attività di

supervisione e consulenza sociale degli Assistenti sociali. L’analisi normativa in ordine alle prospettive dell’esercizio della libera

professione degli Assistenti sociali, a distanza di oltre 20 anni dalla legge 23 marzo 1993 n. 84, mette in evidenza tale contesto, e ritiene che questa normativa può costituire un riferimento principale per lo svolgimento della professione. In questo contesto l’Ordine Nazionale degli Assistenti sociali svolge una funzione determinante a livello di assistenza, consulenza, sperimentazione e preparazione, ed aggiornamento del personale. Infine si può fare riferimento al codice deontologico al titolo VII “responsabilità dell’Assistente sociale nei confronti della professione al capo I, promozione e tutela della professione” art. 52 dove si afferma che l’Assistente sociale può esercitare l’attività professionale in rapporto di dipendenza con enti pubblici e privati o in forma autonoma o libero- professionale, legittima la professione come una delle forme operative in cui si svolge la professione, con obbligo però dell’iscrizione all’albo secondo quanto previsto dalla normativa.27

27

Codice deontologico (2009) recuperato da:http://www.assistentisociali.org/servizio-sociale/codice- deontologico-degli-assistenti-sociali-titolo-II.htm;

CAPITOLO 3

MODELLI TEORICI UTILIZZATI IN CAMPO PROFESSIONALE