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STIMA DEGLI IMPATTI E ORIENTAMENTI DI SOSTENIBILITA’

Stima dei flussi attesi:

l’intervento di variante che non comporta incrementi di SLP rispetto a quanto già valutato in sede di stesura del PII proposto di fatto non muta il traffico indotto dai nuovi insediamenti

Atmosfera:

Non prevedendo l’aumento del parco auto circolante rispetto a quanto già quantificato, e non aggravando il carico insediativo già considerato in precedenza, la variante non muta la stima di emissioni già valutata in sede di stesura del PII vigente e successiva variante

Rumore:

La nuova rotatoria proposta relativa alla presente variante si colloca in zona “4” nel piano di zonizzazione acustica del territorio comunale, aree di intensa attività umana – zona in fregio alla strada – con limiti pari a 65 dB(A) diurno e 55 dB(A) notturno.

La variante che non comporta incrementi di peso insediativo e di conseguenza del parco macchine circolante rispetto al PII vigente non modifica i dati relativi al clima acustico e i parametri di

caratterizzazione del clima acustico in corrispondenza degli edifici, come valutato in sede di approvazione del PII e relativa variante, i medesimi parametri hanno confermato il rispetto dei limiti prescritti dalla normativa vigente.

La variante alla viabilità con la traslazione della prevista rotatoria non incide sulle prescrizioni dettate dall’indagine di clima acustico circa la necessità del posizionamento di barriere acustiche (h. mt. 3,00) in prossimità degli edifici scolastici lungo la via Baslini e di barriere a “verde” (alberi a latifoglie) in di via Montegrappa.

In conclusione si riconferma quanto sostenuto nel rapporto di esclusione della VAS del Novembre 2010 circa il rispetto in tutte le aree del PII dei parametri prescritti dalle normative sia nel periodo diurno sia in quello notturno.

Suolo e sottosuolo:

L’intervento di variante non modifica la destinazione d’uso del suolo Ambiente idrico:

La variante proposta nel presente rapporto preliminare modifica solo parzialmente il sedime stradale della via Baslini, facendolo confluire nella rotatoria già prevista dal PII, e in questo contesto ampliata. Verranno mantenuti gli attuali sistemi di raccolta e smaltimento delle acque piovane e percolanti, e pertanto si esclude qualsiasi modifica derivante dalla presente variante.

Gestione dei rifiuti:

la variante non incide sulla gestione dei rifiuti.

Sistema del verde:

La rotatoria prevista dalla presente variante non influisce sulla sistemazione a verde già proposta.

Impatto di cantiere:

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8. ALLEGATO A

Quadro di riferimento ambientale

stralcio del documento di sintesi per la verifica di esclusione della VAS del novembre 2010 redatto da “Envir srl”

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Variante al P.I.I. Area “ex Baslini” pagina 19 di 67

Documento di sintesi per la verifica di esclusione dalla VAS

5. QUADRO AMBIENTALE

5.1 Viabilità e flussi di traffico esistenti

La città di Treviglio è attraversata dalla Strada Statale S11 Padana Superiore che pari al 4,12% della superficie comunale e a 2,1 km2 destinata a ferrovie pari a 0,67%

della superficie comunale, per un totale di circa 4,79% (dati 2008).

Di seguito si riportano gli sviluppi lineari del reticolo viario:

Viabilità extraurbana provinciale o statale: 21 km Viabilità extraurbana di connessione comunale: 34 km

Viabilità urbana (comprese le zone a traffico limitato): 106 km Viabilità vicinale: 78 km

Per un totale di circa 240 km (circa 5,77 km/1000 abitanti residenti).

Secondo calcoli approfonditi nel “Rapporto sullo Stato dell’Ambiente 2008” il comune ha un’accessibilità molto elevata.

Dal punto di vista ambientale però la dotazione infrastrutturale indica una frammentazione del paesaggio e dell’ambiente naturale, essendo una barriera potenziale ai movimenti trasversali della fauna e una interruzione del verde.

Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) individua sul territorio comunale i seguenti interventi:

Autostrada Brescia-Milano (BreBeMi)

Interconnessione BreBeMi-Pedemontana Lombarda (Tangenziale Ovest) Tangenziale Est di Treviglio

Interporto

Tangenziale Sud

L’autostrada BreBeMi attraverserà Treviglio con tre corsie per senso di marcia (più quella di emergenza) a sud del capoluogo per circa 4 km e prevederà all’esterno del territorio comunale i caselli di Caravaggio-Treviglio Est e Treviglio Ovest.

In adiacenza al tracciato della nuova autostrada è previsto il corridoio della linea ferroviaria ad alta capacità che collegherà Torino a Venezia.

Treviglio ha individuato una Zona a Traffico Limitato (ZTL) coincidente con il perimetro del centro storico con un’estensione areale di circa 0,18 km2 (0,56% del territorio comunale) corrispondente a circa 4,87 km di strade.

Le aree pedonali riguardano Piazza Garibaldi e Piazza Manara per una superficie di circa 3.300 m2.

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Documento di sintesi per la verifica di esclusione dalla VAS

L’ultimo dato disponibile relativo al parco macchine del Comune di Treviglio risale al 2006, sono stati calcolati circa 21.030 autoveicoli di cui il 78% autovetture e l’11%

motocicli, il restante autocarri per il trasporti merci, autobus, rimorchi, ecc.

L’indice di motorizzazione generale è pari a 75.77 veicoli ogni 100 abitanti, il che considerando tutte le fasce d’età porta ad avere un’automobile ogni due residenti.

Dal punto di vista ambientale questo si traduce in due dati significativi: la superficie occupata dalle auto equivalenti pari a 0,2 km2 cioè circa lo 0,53% della superficie comunale e la lunghezza delle auto equivalenti in coda, pari a 96 km, cioè circa il 59% della lunghezza della rete stradale comunale.

Treviglio risulta inoltre il quarto paese della provincia per numero di spostamenti generati (8.781 spostamenti al giorno) ed il secondo per spostamenti attratti

Da un’analisi svolta nel 2007 si è riscontrata una superficie complessiva di 186.160 m2 di parcheggi, da integrare attraverso il PRG fino ad ottenere circa 220.060 m2 pari a 7.9 mq/abitante cioè 6.150 posti auto (di cui 82% liberi, l’8% a pagamento, il 4% a tempo e il 6% riservati).

La zona sud della città risulta quella con maggior numero di posti auto, ma è anche quella con maggiore domanda e fenomeni di congestione specialmente nelle ore mattutine.

Il comune dispone inoltre di circa 39 km di piste ciclabili cui:

13.1 km in sede propria;

25.7 km ad uso promiscuo.

Sono previsti inoltre (dati 2008) altri 28.5 km per un totale di 67.3 km.

Il Piano Ciclabili (PPPC) recepito dal PTCP suddivide la rete ciclabile della pianura in tre tipologie:

Maglia principale: spostamenti casa-scuola-lavoro, collegamenti diretti tra grandi poli di attrazione;

Maglia secondaria: spostamenti casa-scuola-lavoro, collegamenti tra centri minori;

Maglia minore: spostamenti a carattere turistico-ricettivo.

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Documento di sintesi per la verifica di esclusione dalla VAS

Treviglio risulta attraversata dalla maglia principale che lo collega al comune capoluogo passando per il territorio di Pontirolo Nuovo, Canonica d’Adda, Boltiere, Osio Sotto, Osio Sopra, Dalmine e Lallio.

Inoltre dal centro si dipartono 4 direttrici della maglia secondaria, collegando il comune con i vicini centri di Brignano Gera d’Adda, Caravaggio, Calvenzano e Castrate d’Adda, mentre non risulta attraversato dalla maglia minore.

Si rileva la presenza di un sistema di bike-sharing composto da 20 biciclette a disposizione dei cittadini in 4 postazioni (stazione centrale e ovest, Piazza Manara, cimitero), utilizzabili mediante chiave personalizzata, per un massimo di 100 utenze.

Per quanto riguarda il trasporto pubblico invece si evidenzia la presenza di 13 linee di autobus che effettuano corse tra i principali centri della Provincia di Bergamo ed inoltre con Milano, Lodi, Cremona e Chiari.

Per quanto riguarda il trasporto su ferro sul territorio sono presenti due stazioni ferroviarie (Treviglio Centrale e Treviglio Ovest) che collegano la città con Milano, Venezia, Brescia Verona, Bergamo, Cremona. È privisto inoltre il passaggio per la stazione Centrale di Treviglio della linea ad Alta Capacità/Alta Velocità che scorrerà su nuova sede in adiacenza al tracciato della BreBeMi.

Il progetto prevede la realizzazione di un nuovo comparto urbano, caratterizzato dalla presenza di un consistente spazio pubblico e di uso pubblico centrale.

L’area oggetto della relazione è ben servita dal sistema di trasporto pubblico su rotaia e su gomma, trovandosi a distanza pedonabile dalle due stazioni ferroviarie di Treviglio (Treviglio Centrale e Treviglio Ovest) e dal capolinea del trasporto pubblico extraurbano su gomma in Via De Gasperi.

La localizzazione geografica inoltre, risulta favorevole anche dal punto di vista viabilistico, trovandosi lungo viale Montegrappa (via d’accesso sud alla città di Treviglio) e lungo via Baslini (connessione stradale primaria con la SP4 Rivoltana).

5.2 Atmosfera

Il Decreto del 20 maggio 1991 “Criteri per l’elaborazione dei piani regionali di risanamento e tutela della qualità dell’aria” definisce l’inventario delle emissioni come

“una serie organizzata di dati relativi alla quantità di inquinanti introdotti in atmosfera da sorgenti naturali e/o da attività antropiche”. L’inventario costituisce un sistema informativo in cui i dati e le informazioni che descrivono le sorgenti e le emissioni da esse prodotte sono immagazzinati, ordinati ed elaborati, permettendo la consultazione e l’utilizzo a vari livelli di disaggregazione fino al dettaglio per attività economica, unità territoriale e temporale. Principale scopo di un inventario consiste nell’identificare e quantificare le sorgenti di emissione significative sul territorio, nel valutare e confrontare i contributi provenienti dalla diverse forme e rappresentarne la distribuzione spaziale sull’area.

L’inventario costituisce quindi uno strumento indispensabile per la programmazione di strategie di intervento finalizzate all’abbattimento delle emissioni inquinanti. Infatti solo attraverso la conoscenza di quali siano le principali sorgenti presenti sul

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territorio, di come e in quale misura contribuiscano ai carichi emissivi totali, è possibile stabilire su quali fonti sia prioritario e più efficace intervenire. Gli inventari di emissione si configurano dunque come strumenti essenziali nella gestione della qualità dell’aria locale. Si comprende in tal senso l’importanza di realizzare inventari locali di emissione (regionali, provinciali, comunali), in grado di utilizzare i dati raccolti sul territorio da diversi soggetti pubblici e privati e di fornire stime affidabili e rappresentative della realtà socioeconomica del luogo. La dimensione provinciale risulta ottimale per la redazione di un intervento locale, che si proponga come obbiettivo il dettaglio comunale.

L’inventario INEMAR della Provincia di Bergamo esteso a tutte le principali fonti emissive e a tutti i comuni del territorio provinciale risale al 2007.

La metodologia adottata per la costruzione dell’inventario si basa sui criteri del progetto europeo CORINAIR che ha individuato una classifica generale delle principali attività naturali e/o antropiche ritenute responsabili delle emissioni in atmosfera.

Tali attività sono raggruppate in 11 macro settori di attività:

1. Agricoltura, che rappresenta fonti emissive quali la fertilizzazione delle colture, l'attività fotosintetica delle specie vegetali coltivate, i roghi di sterpaglie e paglia sui campi, la fermentazione intestinale e la gestione dei reflui organici degli animali da allevamento, l'utilizzo di pesticidi

2. Natura, che comprende l'attività fotosintetica di boschi e prati incolti, i processi biologici degli animali selvatici, i processi chimici e biologici di terreni e delle acquee, gli incendi…

3. Altre sorgenti mobili e macchinari, che include le linee ferroviarie non elettrificate, gli aeromobili, le macchine agricole, il trasporto entro i siti industriali e quello fuori strada, il giardinaggio ed altre attività domestiche 4. Combustione nell'industria, per le attività industriali che impiegano macchine

termiche per la produzione di energia o vapore (caldaie) e per i processi di combustione con contatto (forni, fonderie, crogiuoli, ....) nell'industria dei metalli ferrosi e non, del vetro, della carta, del cemento, dei laterizi, ecc...

5. Combustione non industriale, per impianti commerciali ed istituzionali, impianti in agricoltura e silvicoltura e per impianti residenziali

6. Distribuzione di combustibili fossili, per tenere conto delle emissioni che occorrono durante le fasi di caricamento e distribuzione di combustibili fossili, quali la benzina nelle stazioni di servizio e il gas naturale nelle condotte e tubature

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7. Processi produttivi, per le attività che implicano le emissioni rilasciati dalle materie prime o materiali compositi durante i cicli di produzione nell'industria, chimica, del ferro e dell'acciaio, dei metalli non ferrosi, del legno, della pasta per la carta, alimentare

8. Trasporto su strada, che si occupa delle emissioni da autoveicoli, veicoli merci leggeri e pesanti, autobus, motocicli su autostrade, strade urbane e extraurbane

9. Trattamento e smaltimento rifiuti, che individua quali fonti emissive i vari processi che avvengono nelle discariche controllate e non (decomposizioni anaerobiche delle sostanze organiche, captazione di biogas, ....), l'incenerimento di rifiuti urbani, ospedalieri e industriali, il trattamento dei fanghi e delle acquee reflue, la produzione di compost

10. Uso di solventi, che raggruppa i principali ambiti in cui sono impiegati i solventi ovvero la verniciatura (manifattura e riparazione autoveicoli, edilizia, uso domestico, rivestimenti, imbarcazioni, legno, altre applicazioni industriali e non industriali), lo sgrassaggio, la pulitura a secco e la componentistica elettronica, la sintesi e la lavorazione di prodotti chimici (lavorazione di poliestere, gomma, produzione di vernici, colle, inchiostri, finiture tessili, ....), e altro uso di solventi (industria della stampa, lana di vetro, applicazione di colle, etc.)

Gli inquinanti trattati sono i seguenti:

Di seguito si riportano alcune indicazioni sul Comune di Treviglio tratte dallo studio dei dati INEMAR 2007.

Le emissioni quantitativamente più rilevanti sono quelle dei precettori dell’ozono, seguite dal metano (CH4) e dai COV. In ordine decrescente seguono le emissioni di NOx, monossido di carbonio, ammoniaca, biossido di carbonio, biossido di azoto, particolato e di biossido di zolfo.

Analizzando i dati si può affermare che la fonte di maggiore produzione del biossido di carbonio sul territorio di Treviglio siano i processi di combustione legati all’industria responsabili anche della produzione maggiore di NOx, mentre la principale fonte di

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emissione del PM10 è come noto il trasporto su strada, responsabile anche della maggiore emissione di monossido di carbonio e articolato fine (PM2.5).

Sono imputabili all’uso di solventi le maggiori emissioni di precettori dell’ozono e composti organici volatili (COV).

Il settore dell’agricoltura è invece produttore della maggior parte delle emissioni di ossido di diazoto e ammoniaca.

La maggior fonte di produzione del metano risulta essere l’estrazione e la distribuzione di combustibile quale benzina e gas, mentre il biossido di zolfo è prodotto maggiormente dalle attività di trasporto e smaltimento rifiuti.

Distribuzione inquinanti rilevati sul territorio di Treviglio

4% 1%

Inoltre nella vicinanze della zona oggetto di P.I.I. si trova la centralina di rilevamento di Treviglio Studi con la quale vengono rilevati quotidianamente i valori di SO2, NO2, CO, polveri e azoti totali.

Di seguito si riportano i grafici relativi ai macrosettori rilevanti per questo studio, cioè il trasporto su strada e la combustione non industriale o riscaldamento civile.

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Inquinanti apportati dal settore trasporti

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Qualità dell’aria

La centralina dell’ARPA situata in Piazza Insurrezione a Treviglio rileva quotidianamente i seguenti inquinanti utili per capire la qualità dell’aria in relazione al parco auto circolante ed all’utilizzo di metano per riscaldamento.

Biossido di Azoto (NO2)

Il Biossido di Azoto (NO2) è un gas di colore rosso bruno, di odore forte e pungente, altamente tossico ed irritante. È un forte agente ossidante e reagisce violentemente con materiali combustibili e riducenti, mentre in presenza di acqua è in grado di ossidare diversi metalli. Gli ossidi di azoto in generale (NOX), vengono prodotti durante i processi di combustione a causa della reazione che, ad elevate temperature, si ha tra l’azoto e l’ossigeno contenuto nell’aria; le fonti principali di questi inquinanti sono centrali termoelettriche, impianti di riscaldamento e, soprattutto, traffico veicolare. L’NO2 è un inquinante per lo più secondario, che si forma in seguito all’ossidazione in atmosfera dell’NO, relativamente poco tossico.

Esso svolge un ruolo fondamentale nella formazione dello smog fotochimico in quanto costituisce l’intermedio di base per la produzione di tutta una serie di inquinanti secondari molto pericolosi come l’ozono, l’acido nitrico, l’acido nitroso.

Una volta formatisi, questi inquinanti possono depositarsi al suolo per via umida (tramite le precipitazioni) o secca, dando luogo al fenomeno delle piogge acide, con conseguenti danni alla vegetazione e agli edifici.

Biossido di Zolfo (SO2)

Il biossido di zolfo, o anidride solforosa (SO2), è un gas dall’odore pungente, incolore, irritante, molto solubile in acqua, la cui presenza in atmosfera deriva dalla combustione di prodotti organici di origine fossile contenenti zolfo, quali carbone, petrolio e derivati. Le emissioni naturali di biossido di zolfo sono principalmente dovute all’attività vulcanica, mentre le principali sorgenti antropiche sono costituite dagli impianti per il riscaldamento e la produzione di energia alimentati a gasolio, carbone e oli combustibili. Per quanto riguarda il traffico veicolare, che contribuisce alle emissioni solo in maniera secondaria, la principale sorgente di biossido di zolfo è costituita dai veicoli con motore diesel, anche se negli ultimi anni si è avuto un netto miglioramento della qualità dei combustibili che presentano un minor contenuto di zolfo e del sempre più diffuso uso del metano. Data l’elevata solubilità in acqua, il biossido di zolfo contribuisce al fenomeno delle piogge acide trasformandosi in anidride solforica e, successivamente, in acido solforico, a causa delle reazioni con l’umidità presente in atmosfera.

PM10 e PM2,5

PM (Particulate Matter) è la definizione generale con cui si definisce un mix di particelle solide e liquide (particolato) che si trovano in sospensione nell'aria. Con i termini PM10 e PM2,5 si indicano le frazioni di particolato aerodisperso aventi diametro aerodinamico inferiore rispettivamente a 10 e a 2,5 µm. Tali sostanze

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possono avere origine sia da fenomeni naturali (processi di erosione al suolo, incendi boschivi, dispersione di pollini etc.) sia, in gran parte, da attività antropiche, in particolar modo da traffico veicolare e processi di combustione. Inoltre, esiste un particolato di origine secondaria dovuto alla compresenza in atmosfera di altri inquinanti come l'NOX e l'SO2 che, reagendo fra loro e con altre sostanze presenti nell'aria, danno luogo alla formazione di solfati, nitrati e sali di ammonio. Si stima che in alcuni contesti urbani più del 50% del particolato sia di origine secondaria. I maggiori componenti del PM sono il solfato, il nitrato, l'ammoniaca, il cloruro di sodio, il carbonio, le polveri minerali e l'acqua. A causa della sua composizione, il particolato presenta una tossicità intrinseca, che viene amplificata dalla capacità di assorbire sostanze gassose come gli IPA (idrocarburi policiclici aromatici) e i metalli pesanti, di cui alcuni sono potenti agenti cancerogeni. Inoltre, le dimensioni così ridotte (soprattutto per quanto riguarda le frazioni minori di particolato) permettono alle polveri di penetrare attraverso le vie aeree fino a raggiungere il tratto tracheo-bronchiale.

Monossido di Carbonio (CO)

Il monossido di carbonio (CO) è un gas inodore, incolore, infiammabile e molto tossico, risultante dalla combustione incompleta di gas naturali, propano, carburanti, benzine, carbone e legna.

Le fonti di emissione di questo inquinante sono sia di tipo naturale che di tipo antropico; in natura, il CO viene prodotto in seguito a incendi, eruzioni dei vulcani ed emissioni da oceani e paludi. Le principali fonti di emissione da parte dell’uomo sono invece costituite dall’utilizzo dei combustibili fossili per i motori a scoppio degli autoveicoli (in particolare quelli non dotati di marmitta catalitica), dalla combustione della legna per riscaldamento civile e dalle attività industriali come la produzione di ghisa e acciaio, la raffinazione del petrolio, la lavorazione del legno e della carta.

Di conseguenza, il CO è diffuso soprattutto nelle aree urbane dove sono maggiormente diffuse queste attività.

Vengono di seguito riportati i grafici relativi al biossido di azoto, biossido di zolfo, ed ai PM10 rilevati dal 16/07/2009 al 15/07/2010 dalla centralina dell’ARPA situata in Piazza Insurrezione a Treviglio, a circa 450 m in linea d’aria dall’area in esame.

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Andamento concentrazione NO2 dal 16/07/2009 al 15/07/2010

0 10 20 30 40 50 60 70 80

Giorni campionati

NO2

Grafico 4

Sono stati validati 8.664 valori di concentrazione oraria sugli 8.760 rilevati, dei quali nessuno supera il valore limite di 200 g/m3 e di conseguenza nessun valore supera la soglia di allarme di 400 g/m3.

Successivamente si è ricavata la concentrazione media giornaliera per poter tracciare il grafico sopra riportato.

Nel grafico ci sono evidenti zone dove il grafico si interrompe, queste zone coincidono con i giorni in cui non sono stati validati i dati.

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Andamento concentrazione SO2 dal 16/07/2009 al 15/07/2010

Andamento concentrazione SO2 dal 16/07/2009 al 15/07/2010

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