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Nel quadro dei ragionamenti di ambito filosofico troviamo due discorsi di natura piuttosto diversa: Mohammed Mouaqit515 in una riflessione sulle libertà dell’individuo ragiona sugli spazi di relazione in cui i soggetti sono inseriti nella società ed il rapporto tra di essi, mentre Fathi Triki516 indaga l’identità dell’individuo magrebino ragionando sulla nozione heideggeriana di “costanza a sé” unita alla propria di “mutabilità”.

510 Ivi, p. 242. 511 Ivi, p. 244. 512 Ivi, pp. 243-244. 513 Ivi, p. 246. 514 Ivi, pp. 245-246. 515 M. Mouaqit, op. cit. 516

Mouaqit riflette innanzi tutto su due quesiti inerenti la libertà: il problema della libertà ontologica, ovvero se l’individuo ha il potere di volere, e quello della libertà sociale e politica, ovvero se esso ha il potere di fare nella vita in società.517 Egli ritiene a tal proposito che qualsiasi società concede agli individui e ai gruppi che la compongono delle possibilità di agire e nello stesso tempo ne circoscrive l’azione in un’insieme di regole e costrizioni sociali.518 Lo studioso si sofferma poi sulla natura dei tre spazi di relazione in cui gli individui si trovano inseriti: quello “domestico”, quello “sociale” e quello “politico”. La famiglia è il primo spazio in cui viene a trovarsi l’individuo, al di fuori di questo esso intrattiene relazioni di vario tipo nello spazio sociale; questi due spazi sono contenuti in quello politico, che interviene sulla libertà dei soggetti.519 A suo parere tuttavia l’autodeterminazione degli spazi domestico e sociale rispetto a quello politico non significa necessariamente che in essi regni un sistema fondato sulla libertà, anzi, l’autonomia dello spazio domestico può significare, come riscontrato nel mondo musulmano, che esso sia in realtà regolato dalla religione.520 In sintesi Mouaqit ritiene che in una società composta da individui liberi spazio domestico, sociale e politico debbano essere equilibrati e basarsi uniformemente sui valori di libertà e uguaglianza.521

Fathi Triki organizza il discorso sull’identità dell’individuo magrebino riconoscendo un duplice processo di individualizzazione nel rapporto tra quest’ultimo e la società, costituito da un’integrazione del singolo negli ingranaggi del potere e nel contempo da una sua soggettivazione come costituzione di sé, che gli permette una certa autonomia.522 Alla luce di ciò egli ritiene che la nozione di identità intesa come uguaglianza, omogeneità, integralità e soggettivazione possa essere “feconda”523 unendosi ad una dimensione storica dell’essere, concezione che a suo avviso è necessario riprendere dalla nozione di Heidegger rielaborata dal filosofo francese Paul Ricoeur di “costanza a sé”.524 Intendendo tale concetto come affermazione di sé e fondazione della propria singolarità e della propria differenza, Triki considera la

517

M. Mouaqit, op. cit., p. 13. 518 Ivi, p. 14. 519 Ivi, pp. 52-53. 520 Ivi, p. 53. 521 Ivi, p. 54. 522

F. Triki, op. cit., p. 197. 523 Ivi, p. 198.

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storicità dell’essere come funzione sia della sua affermazione che del suo avvenire e della sua capacità di variazione, ovvero di “mutabilità”.525 Egli propone quindi una nuova definizione dell’identità come costanza a sé e mutabilità, considerando differenza ed alterità come funzioni costitutive dell’individuo, il quale, nella sua condizione di essere unico e singolare, non è chiusura su sé stesso, ma piuttosto comunicazione ed azione, motivo per cui egli ritiene che “la revendication de

l’individualité dans les sociétés modernes est une forme de liberation puisqu’elle est affirmation de soi”526, rivendicazione che egli dichiara essere piuttosto diffusa nel periodo in cui scrive (1991), sull’onda della speranza di costruire un Maghreb aperto e plurale.527 In tal senso anche Mohammed Arkoun ritiene che l’individualismo sia un fondamento basilare per la costruzione di una società libera.528 Affrontando il tema religioso Triki ricorda, come affermato anche da Husein,529 Arkoun530 e Moatassime531, che l’individuo nel Maghreb è perennemente in bilico tra l’affermazione della propria autonomia e l’impegno di una vita comunitaria determinato dalle norme islamiche;532 a suo avviso il musulmano si trova infatti inglobato in una religione che può incrementare il suo desiderio di emancipazione nei confronti di un Occidente sempre più invadente e nel contempo privarlo della sua singolarità, che viene dissolta all’interno della ʼumma533.534 Alla luce di ciò lo studioso considera l’individualizzazione come “rivoluzionaria” in quanto garanzia di protezione della propria integrità personale mediante un allontanamento dalle “totalità istituite”535.536 Tali sistemi di integrazione sono a suo parere bersaglio delle lotte per i diritti dell’uomo, i quali rivendicano come indispensabile il riconoscimento dell’autodeterminazione dell’individuo rispetto ad uno Stato che, a detta dello studioso, lo individualizza per privarlo della propria intimità a livello sia psicologico (strappandogli la confessione mediante la psicanalisi), che economico (inducendolo a spendere piuttosto che a

525 Ibidem. 526 Ibidem. 527

Ivi, pp. 198-199.

528 M. Arkoun (éd.), op. cit., p. 1. 529

M. Hussein, op. cit., pp. 19-21. 530

M. Arkoun, Les tâches…, cit., p. XII. 531

A. Moatassime, op. cit. 532 F. Triki, op. cit., p. 199. 533

Vedi nota 395. 534

F. Triki, op. cit., p. 199. 535 Ibidem.

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pensare), che sociale (attraverso le varie carte d’identità).537 Triki attribuisce a tale paradosso la nascita nel Maghreb di un’ideologia identitaria talvolta manifestata con un integralismo violento, a suo avviso originata in parte da un desiderio di affermazione e di rottura con la dominazione occidentale propagatasi con l’edificazione degli Stati-Nazione dopo la decolonizzazione,538 in parte dalle varie lacerazioni provocate dalla modernità, vissute come pericolo di annullamento della costanza a sé, ma in realtà conseguenza della mutabilità dell’essere e dello sviluppo scientifico-tecnologico in cui siamo inseriti.539

In tale contesto Triki afferma che la filosofia nelle società arabo-islamiche ha principalmente la funzione di leggere la realtà in modo da tutelare la libertà di pensiero e di azione e il diritto per l’individuo magrebino di poter affermare la propria singolarità, senza doversi esporre alla manipolazione delle istituzioni o dei sistemi ideologici e religiosi.”540 A suo avviso la sfida dell’individuo magrebino di fronte alla distensione tra la costanza a sé e la mutabilità, sta proprio nel proteggere la propria individualità come garanzia dei propri diritti e della propria differenza e nello stesso tempo svincolarsi dal tipo di individualizzazione impostagli dallo Stato moderno per identificarlo e controllarlo. Pur rimanendo fedele a sé stesso, egli deve sapersi posizionare nei diversi strati del potere come cittadino emancipato e responsabile nella propria comunità, cioè come coscienza a sé. In sintesi Triki ritiene che l’identità magrebina debba dare la possibilità all’individuo di realizzarsi nella propria cultura, libero da ogni “identitarismo” e da ogni ideologia totalitaria.541

Considerazioni

Tra gli studiosi di approccio storico-filosofico presi in considerazione quelli che avanzano una prospettiva prettamente storica si occupano dell’affermazione

537 Ivi, p. 200. 538 Ibidem. 539 Ivi, p. 201. 540 Ivi, p. 202. 541 Ibidem.

dell’individuo in quanto fenomeno determinato da processi storici a partire dall’epoca precoloniale, e secondo Moatassime542 con radici fin nell’epoca preislamica, mentre i filosofi vi si accostano riflettendo sugli spazi di relazione in cui i soggetti sono inseriti nella società e sulle nozioni di identità dell’individuo e le implicazioni dell’individualizzazione del soggetto sulla propria integrità con se stesso e sulla propria relazione con le istituzioni.

Complessivamente, pur trattando la questione secondo punti di vista piuttosto differenti tra loro e quindi risultando difficilmente paragonabili, tali studiosi si dimostrano tutti piuttosto favorevoli all’individualizzazione, che ritengono indispensabile per l’emancipazione dell’individuo e per la costruzione di una società libera costituita da cittadini responsabili.

Tuttavia, così come già emerso da studi di altro approccio, anche gli accademici in questione hanno evidenziato il lacerante conflitto ideologico-identitario tra le due tendenze culturali modernista e tradizionalista, le quali contrappongono coloro che, adattandosi al nuovo ambiente economico e culturale internazionale, auspicano una maggiore autonomia dell’individuo e valori democratici comuni a tutti gli uomini, e coloro che, essendo vittime di questa integrazione, la contestano, sacrificando l’individuo in favore in un ritorno ai riferimenti tradizionali comunitari.543

Dalle riflessioni esaminate emerge pertanto un individuo ancora al centro del dibattito in quanto non ancora considerato a tutti gli effetti come entità libera ed autonoma, ma la sua maggiore legittimazione dal punto di vista giuridico e sociale annuncia uno sviluppo in tal senso. Nondimeno, secondo gli studiosi le rivendicazioni di riconoscimento dell’individualità dei soggetti avanzate sin dagli anni ’90, rappresentando esse stesse una forma di liberazione ed affermazione individuale, dimostrano una coscienza della propria condizione e dei propri diritti da parte del singolo.544

542

A. Moatassime, op. cit. 543 M. Hussein, op. cit., pp. 19-21. 544

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