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La riforma della Politica agricola comunitaria Prime proposte ed indicazioni

Premessa

La Pac è una politica fondamentale per l’Unione europea sul piano economico, ambientale e sociale. Nonostante la sua importanza, la Pac così come è adesso articolata deve essere profondamente cambiata. L’attuale impostazione infatti, fondamentalmente basata su pagamenti diretti legati a titoli storici, mostra di essere iniqua ed inerziale rispetto ai profondi cambiamenti in atto nel sistema agroalimentare mondiale.

E’ vero che attualmente la Pac rappresenta una necessaria integrazione di reddito per le imprese agricole europee, ma questa integrazione è molto diversificata tra imprese, settori e nazioni. La Pac incide per quasi il 30% del reddito degli agricoltori italiani, ma questa percentuale sale a quasi il 40% nella media UE, in Francia ed ancor di più in Germania. L’Italia per incidenza della Pac sul fatturato agricolo è al quartultimo posto davanti a Malta e Cipro, due belle isole, ed all’Olanda che, per la propria organizzazione produttiva e commerciale, ricava dai mercati redditi molto alti.

Il sistema dei titoli storici, solo parzialmente corretto dalla convergenza interna, fa sì inoltre che l’entità dei pagamenti è commisurata alle caratteristiche produttive esistenti quindici o venti anni fa, in molti casi ora profondamente modificate.

Infine l’architettura della Pac attuale è caratterizzata da una grande rigidità, difficoltà di modellarsi ai territori ed ai cambiamenti tecnici economici e sociali, oltre che da un’insostenibile complessità procedurale e burocratica, spesso a fronte di misure del tutto inefficaci, come nel caso del greening.

La Cia-Agricoltori italiani, nella Conferenza economica di Bologna e nell’Assemblea elettiva di febbraio, per questi motivi ha parlato di “Pac anno zero”, una politica necessaria, strategica, ma da innovare fortemente.

I documenti di orientamento e le proposte legislative presentate dalla Commissione, pur con alcuni limiti e con molte questioni da approfondire ed affinare, sembrano andare nella direzione del cambiamento.

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La Cia ritiene che sia fondamentale accettare la sfida del cambiamento ed orientarlo, per quanto possibile, verso la migliore risposta alle necessità degli agricoltori e delle comunità di oggi e del futuro, rifuggendo, in ogni caso, qualsiasi rischio relativo alla cosiddetta ri-nazionalizzazione.

Budget

La proposta della Commissione in merito al prossimo quadro finanziario pluriennale penalizza fortemente il settore agricolo in riposta alla necessità di intervenire su perdite di risorse in conseguenza della Brexit e alla volontà di costruire nuove politiche europee che vadano incontro alle sfide attuali. La Cia-Agricoltori Italiani ritiene necessario mantenere l’attuale livello del budget agricolo, almeno a valori correnti. Le problematicità del sistema agricolo europeo, le sfide ambientali e la criticità della situazione geopolitica internazionale non giustificano alcun arretramento. Per assicurare l’invarianza del budget agricolo non è necessario ridurre quello delle altre politiche europee, ma si può ricorrere ad un lieve incremento del budget totale, mediante un piccolo innalzamento del rapporto del prelievo europeo sul Pil.

Convergenza esterna

La Cia-Agricoltori Italiani, nonostante abbia apprezzato i nuovi meccanismi di calcolo, è contraria alla “convergenza esterna”, perché questo sistema se da una parte intende riequilibrare l’incidenza della Pac nei diversi Paesi, dall’altro non considera le forti differenze dei sistemi economici relativamente al costo della vita e dei fattori di produzione.

In generale la Cia Agricoltori italiani ritiene che la ripartizione del budget del I Pilastro relativo ai pagamenti diretti non debba essere effettuata solo sulla base del parametro dell’estensione della Sat. Nell’agricoltura moderna devono essere considerati anche altri fattori di produzione, altrettanto se non più importanti. La ripartizione andrebbe effettuata mediante un sistema multi-parametro che contempli oltre al terreno, per esempio anche il valore aggiunto o la plv prodotta, gli investimenti di capitale, il lavoro indotto, eccetera.

Tempi della Riforma

La necessità di avere una significativa riforma nel più breve tempo possibile ci incoraggia ad operare per accelerare l’iter normativo dei nuovi regolamenti proposti. Anche se non si dovesse pervenire alla loro approvazione definitiva, si avrebbe un importante lavoro politico di analisi, confronto e proposte da lasciare in eredità ai nuovi organismi europei.

Alla luce della complessità della nuova architettura della Pac e della necessità di definire un Piano Nazionale Strategico è importante valutare l’opportunità di prefigurare da subito un regolamento transitorio, di almeno due anni, che assicuri continuità’ e certezza giuridica agli agricoltori europei e, nello stesso tempo, garantisca il tempo necessario per una nuova programmazione davvero concreta ed innovativa.

Nuova Architettura

La Cia ritiene che il new delivery model, se correttamente applicato, rappresenti uno strumento che possa accrescere l’efficacia della politica agraria europea e la

sua semplificazione. Rimanendo all’interno dell’architettura proposta dalle bozze di regolamento non sembrano esserci rischi di un’eccessiva libertà di manovra degli Stati membri, che possa comportare rischi al mercato comune. Si prefigurano invece dei margini di sussidiarietà che permettono di modellare gli interventi sui diversi territori. La Cia Agricoltori Italiani, tuttavia, per l’importanza della questione continuerà ad analizzare i diversi aspetti di questa complessa materia.

Per una più efficace elaborazione del Piano Strategico nazionale, e per la sua corretta gestione e revisione successiva, in Italia è urgente avviare un confronto politico che riguarda tre situazioni esiziali:

- la capacità di pianificazione strategica del nostro sistema- Paese ed acquisizione della cultura degli indicatori, come misuratori delle politiche;

- le relazioni tra Stato e Regioni che esaltino nel dialogo e non frammentino nello scontro le specifiche competenze costituzionali in materia;

- la riforma radicale del sistema di controllo/gestione a partire dall’Agea ed affrontando il problema della asimmetria degli Enti pagatori regionali.

Agricoltore “vero e proprio”

La proposta di rapportare il reddito agricolo al reddito totale per valutare la sua “eventuale insignificanza” crea molti problemi di controllo burocratico, e va sicuramente rivista e corretta.

L’aspetto più importante che bisognerebbe scongiurare, attraverso un affinamento legislativo, è la necessità di procedure che prevedano il computo dell’incidenza relativa del reddito agricolo sul reddito totale. Queste procedure sono burocraticamente molto complesse.

Occorre considerare inoltre che, specie in montagna, nelle aree interne e difficili, la gestione del suolo e del territorio richiede una presenza antropica che, anche se limitata sul piano economico, svolge importanti servizi ecosistemici per le comunità.

Riteniamo opportuno, inoltre, valutare la possibilità di reinserire una sorta di fascia di franchigia per i piccoli beneficiari, per esempio correlata al regime dei “piccoli produttori” per evitare onerosi controlli burocratici.

Pagamenti di base per la sostenibilità

La Cia approva l’attuale testo proposto che lascia allo Stato membro la possibilità di scegliere tra un regime forfettario ed il mantenimento dei titoli storici con una convergenza interna rafforzata.

Sul Piano strategico nazionale ritiene necessario superare il sistema dei titoli storici, assolutamente anacronistico sul piano economico e sociale, oltre che fonte di ulteriore complessità burocratica nella gestione (assegnazione, trasferimenti, ricalcoli continui).

In ogni caso per evitare contraccolpi negativi in alcuni comparti e per accrescere, al contrario, l’efficacia della spesa Pac, la Cia ritiene che questo superamento debba essere accompagnato da pagamenti accoppiati e dalla possibilità di creare interventi settoriali specifici.

4 Capping e degressività

Il principio già presente nell’attuale Pac deve essere approvato e mantenuto, anche se è opportuna una più attenta valutazione dei valori economici soglia. Fondamentale come previsto dalla bozza di Regolamento salvaguardare il computo del lavoro aziendale anche familiare.

Pagamento giovani

La Cia-Agricoltori Italiani alla luce dell’importanza del ricambio generazionale ritiene quanto previsto dalla proposta di regolamento il minimo indispensabile.

Per l’importanza anche simbolica e comunicativa della materia, la Cia Agricoltori Italiani ritiene opportuno valutare la possibilità di mantenere un obbligo di intervento sia nei pagamenti diretti, sia a sostegno del primo insediamento nello sviluppo rurale. In ogni caso la Confederazione considera indiscutibile l’applicazione del doppio sia ampiamente adottato in Italia.

Regime ecologico

La Cia-Agricoltori Italiani è per il mantenimento di questo Eco-schema obbligatorio per lo Stato membro e volontario per gli agricoltori. Questo Eco schema infatti, rafforza l’immagine di un’agricoltura che sia contemporaneamente competitiva ed ambientalmente sostenibile. Nello stesso tempo permette una certa flessibilità nella gestione delle risorse tra primo e secondo pilastro, facilitando la migliore allocazione delle stesse, si liberano, cioè risorse nello sviluppo rurale da utilizzare per altri interventi (investimenti, distretti territoriali, agro-ambiente).

L’aspetto problematico è la necessità di demarcare gli interventi tra primo e secondo pilastro senza eccessive complicazioni amministrative.

Si potrebbe ipotizzare di passare nel Regime ecologico obbligatorio gli incentivi per il biologico, quelli per le imprese in Aree natura 2000 e quelli per i sistemi di qualità sostenibile certificata (evoluzione dell’agricoltura integrata). Il regime ecologico diventerebbe paradigmatico rispetto alla possibilità di coniugare ambiente e competitività.

Pagamenti accoppiati

La Cia-Agricoltori Italiani ritiene positive le novità introdotte dalle proposte di regolamento, ma ritiene opportuno riportare al 15% l’entità massima possibile di questa tipologia di intervento (13 + 2).

OCM

La Cia agricoltori italiani, per quanto riguarda i cosiddetti interventi settoriali (ex Ocm) ritiene che occorre:

- salvaguardare il budget per gli interventi già in essere

- aumentare dal 3 al 10% la possibilità di utilizzare il budget dei pagamenti diretti per interventi in nuovi comparti produttivi

- prevedere che nella realizzazione dei Piani di settore (nel Piano Strategico nazionale) non sia utilizzato in modo rigido il “modello ortofrutta” come unica base anche per i nuovi interventi. Ogni comparto ha le sue specificità e potrebbe prevedere interventi modulati, adeguatamente motivati e verificati.

Sviluppo rurale

Relativamente a questo importante pilastro della Pac, la Cia-Agricoltori Italiani come prime indicazioni di massima, condivide l’impostazione dello sviluppo rurale presente nei regolamenti e si impegna per

- Rafforzare la semplificazione amministrativa

- Sviluppare un sistema efficace e moderno di sostegno dell’innovazione (AKIS) - Consolidare tutti i miglioramenti ottenuti con l’omnibus relativamente agli

interventi di gestione del rischi e stabilizzazione dei redditi

- Rafforzare gli interventi per le aree interne con logiche multifondo (integrando anche fondi di coesione e fondo sociale).