• Non ci sono risultati.

La rilevazione sulle piccole e medie imprese e sull’esercizio di arti e professioni PMI 29

La rilevazione sulle piccole e medie imprese e sull’esercizio di arti e professioni PMI

29

La rilevazione sulle piccole e medie imprese e sull’esercizio di arti e professioni (PMI) ha come riferimento le imprese industriali, commerciali e dei servizi con 1-99 addetti ed è inserite nel Programma Statistico Nazionale con il codice IST-00954. Sotto l'aspetto metodologico, le caratteristiche più rilevanti della rilevazione con riferimento all’anno 2002 sono le seguenti:

a) l’unità di rilevazione è l’impresa. In tale organizzazione il responsabile può essere una persona fisica (liberi professionisti o gli artigiani costituiti in imprese individuali), una persona giuridica (società di persone, società di capitali) o un’insieme di persone associate (società semplice, società di fatto, associazioni di professionisti, cooperative di lavoro, ecc.);

b) il campo di osservazione comprende le seguenti attività: estrattiva (sezione C), manifatturiera (D), della produzione e

distribuzione di energia elettrica, gas e acqua (E), , delle costruzioni (F), del commercio e riparazione (G), alberghiera e di ristorazione (H), di trasporto e comunicazione (I), di intermediazione monetaria e finanziaria (J, per la sola attività

ausiliarie dell'intermediazione finanziaria della divisione 67), immobiliare, di noleggio, ricerca e attività professionali

ed imprenditoriali (K), di istruzione (M), sanitaria (N) e in altri servizi sociali e altri servizi pubblici, sociali e personali (O, per le divisioni 90, 92 e 93).

c) l’universo di riferimento è rappresentato dall’Archivio statistico delle imprese attive (ASIA), costruito sulla base dell'integrazione di varie fonti, di carattere sia amministrativo sia statistico: l’Anagrafe tributaria del Ministero delle finanze, il Registro delle imprese delle Camere di commercio, l’archivio INPS, l’archivio INAIL, l’archivio delle utenze elettriche dell’ENEL e gli archivi dell’ISTAT;

d) il disegno di campionamento è ad uno stadio stratificato con selezione delle unità con probabilità uguali; gli strati sono definiti dalla concatenazione delle modalità delle variabili ‘classi di attività economica’ (ATECO a 4 cifre), ‘classi

di addetti’ e ‘regione’ in modo da ottemperare a quanto richiesto dal regolamento comunitario sulle statistiche strutturali

n° 58/1997, emendato il 6 settembre 2002 con il regolamento n° 1614/2002 al fine di tenere conto delle nuove esigenze informative.

La stratificazione adottata costituisce la partizione minima della popolazione che permette di ottenere i domini di stima come aggregazione degli strati elementari; tale definizione degli strati ha importanti vantaggi nella progettazione dell’indagine: in particolare, permette l’allocazione del campione fissando a priori i livelli di precisione attesa delle stime su tutti i domini di interesse, in modo da garantire simultaneamente l’accuratezza delle stime ai diversi livelli di dettaglio richiesti.

Il campione della rilevazione PMI è costituito da 121.237 imprese che rappresentano circa il 3% del complesso delle imprese del Paese. In fase di campionamento si tiene conto della notevole mortalità che caratterizza le imprese più piccole, operando un sovracampionamento. Tale numerosità rappresenta, comunque, la dimensione minima del campione per soddisfare i vincoli prefissati sulla precisione delle stime.

Determinata la numerosità del campione nei singoli strati per mezzo di tecniche di allocazione multivariata, in fase di estrazione delle unità campionarie dalla lista di riferimento si adottano metodi di selezione coordinata: nell’ottica della riduzione dell’onere statistico complessivo, tali procedure consentono di minimizzare la presenza, nell’indagine corrente, di imprese già intervistate nelle rilevazioni PMI precedenti o in altre rilevazioni ISTAT aventi come oggetto lo stesso universo di indagine.

e) il questionario si basa su 8 pagine da compilare, di cui le prime quattro pagine rappresentano le informazioni base della rilevazione PMI e richiedono la compilazione di dati quantitativi in forma molto dettagliata per il conto economico (valore e costi della produzione in linea con la IV direttiva comunitaria), l’occupazione (per categoria professionale e per sesso), l’articolazione del costo del lavoro del personale dipendente, il personale esterno alle imprese con i relativi costi (lavoro interinale, collaboratori coordinati e continuativi ed altre forme di lavoro), gli investimenti effettuati nell’esercizio per categoria di beni, le spese di protezione dell’ambiente legate all’introduzione di tecnologie pulite, ed altre variabili economiche. Le seconde quattro pagine rappresentano, invece, informazioni multiscopo di natura prettamente qualitativa finalizzate a rilevare particolari aspetti emergenti come ad esempio l’utilizzo di tecnologie

dell’informazione e della comunicazione, il commercio elettronico, l’attività di innovazione e di ricerca e sviluppo, il lavoro, l’attività internazionale dell’impresa, ecc.

f) la raccolta dei dati si basa sull’invio postale del questionario alle imprese del campione, a cui fa seguito un sollecito postale e, infine, un sollecito telefonico.

g) l’integrazione delle mancate risposte totali è stata effettuata per le imprese del campione non rispondenti, appartenenti alla fascia dimensionale 20-99 addetti, attraverso l’utilizzo delle informazioni dei bilanci civilistici delle società di capitale depositati presso le Camere di Commercio. L’integrazione ha permesso la ricostruzione di 4.813 imprese, attraverso un processo articolato in una fase di ricerca dei donatori sulla base di un criterio di vicinanza (che si basa sull’attività economica, la fascia dimensionale e la localizzazione territoriale) - che forniscono i dati all’impresa non rispondenti a meno di un fattore di ponderazione che tiene conto delle diverse dimensioni delle imprese - ed una fase in cui vengono sostituiti i dati stimati con il metodo del donatore con quelle reali dichiarati dalle imprese nei bilanci civilistici.

h) la metodologia per il riporto dei dati all’universo si basa sugli stimatori di ponderazione vincolata che consentono di calcolare pesi finali che, sotto certe ipotesi, risultano correttivi delle mancate risposte totali e della sottocopertura della lista. Essi assicurano il rispetto di uguaglianza fra alcuni totali noti dell’universo di riferimento (imprese e addetti) e le stime campionarie.

II riporto all’universo dei dati è realizzato per classe di attività economica, per gruppo di attività economica e fascia dimensionale delle imprese (1-9, 10-19, 20-49 e 50-99 addetti per le imprese industriali e per le imprese che operano nell’istruzione, nella sanità ed in altri servizi pubblici, sociali e personali; 1, 2-9, 10-19, 20-49 e 50-99 addetti per le imprese commerciali, alberghiere e di ristorazione, di trasporto e comunicazione, immobiliari, di noleggio, informatiche, professionali ed imprenditoriali) e per divisione di attività economica e regione amministrativa.

La rilevazione PMI ha assunto un ruolo che finisce per abbracciare un complesso quadro di esigenze informative, che possono essere così sintetizzate:

• Programma Statistico Nazionale (IST-00954) ;

• il regolamento SBS n° 58/1997 sulle statistiche strutturali ;

• il regolamento n°1618/1999 sulla qualità dei dati del regolamento SBS ; • le richieste dell’OCDE e delle Nazioni Unite ;

• la Contabilità Nazionale ; • il Rapporto Annuale ;

• l’Annuario Statistico ed il Compendio Statistico ;

• altre Unità Operative dell’Istat (rilevazioni sul costo del lavoro e sulle retribuzioni, sulla ricerca scientifica e la formazione professionale, Fats, ICT, ecc.) ;

• le richieste che provengono dal mondo politico, sindacale, accademico, da ricercatori e studenti.

Le imprese della rilevazione PMI2002 (121.237) che hanno inviato il questionario compilato sono state 55.976. Tenendo conto delle imprese cessate, fallite, in liquidazione, fuori campo di osservazione il numero di questionari ritornati all’Istat sale a 60.829, mentre il numero delle imprese per le quali non è stato possibile instaurare un contatto (imprese trasferite, sconosciute, non trovate all’indirizzo, ecc.) è risultato pari a 6.922 unità. Il tasso di risposta, misurato dal rapporto fra la numerosità dei questionari ritornati all’Istituto e quelli spediti (al netto dei casi per i quali non è stato possibile instaurare un contatto) è stato del 53,2%. La tavola 1 evidenzia una maggiore propensione alla risposta delle imprese localizzate nel nord-est (63,1%), una propensione che diminuisce al crescere della dimensione dell’impresa (probabilmente ciò è legato al fatto che la maggiore articolazione della struttura produttiva dell’impresa implica un maggior numero di sezioni del questionario da compilare con conseguente maggior onere e necessità di coinvolgere nella compilazione differenti unità contabili dell’impresa) mentre per settore di attività economica non risulta una grossa differenziazione, seppure appare una maggiore propensione delle imprese operanti nel commercio (56,4%). Nel corso degli ultimi anni si è assistito ad un miglioramento tendenziale del tasso di risposta (dal 44,4% del 1998 al 53,2% del 2002) che risulta, comunque, insoddisfacente specie se valutato in una realtà caratterizzata da una parte dalla notevole crescita degli obblighi di produzione e diffusione di statistiche strutturali ad un elevato livello di disaggregazione (settoriale, dimensionale e territoriale) e dall’altra dall’onere e fastidio statistico che sempre meno le imprese sono disposte a tollerare.

Sotto quest’ultimo aspetto l’Istat, con la ristrutturazione delle rilevazioni PMI e SCI realizzata a partire dall’anno di riferimento 1998 (la rilevazione campionaria PMI ha allargato il campo di osservazione dalla fascia dimensionale 1-19 addetti a quella con 1-99 addetti), ha eliminato il fastidio statistico ad oltre 70.000 imprese ed ha avviato un progressivo sfruttamento del complesso delle informazioni di natura amministrativa esistenti sul sistema delle imprese, allo scopo di

integrare e/o sostituire le rilevazioni dirette per quel che riguarda le informazioni economiche già raccolte dalla Pubblica amministrazione.

Tavola 1 - Piano di campionamento e tassi di risposta della rilevazione PMI 2002

Numerosità

campionaria Tasso risposta %

Imprese in complesso 121.237 53,2

Italia nord occidentale 36.064 57,6

Italia nord-orientale 27.594 63,1 Italia centrale 24.097 51,7 Italia meridionale 23.761 41,5 Italia insulare 9.721 40,0 1 - 9 addetti 84.121 53,2 10 - 19 addetti 18.063 55,6 20 - 49 addetti 13.091 52,0 50 - 99 addetti 5.962 49,2

Industria in senso stretto 53.627 51,7

Costruzioni 5.308 54,6

Commercio 19.974 56,4

Servizi 42.328 53,4

APPENDICE E

Confronto fra dati PMI grezzi e definitivi e dati fiscali

30

La rilevazione sulle piccole e medie imprese e sull’esercizio di arti e professioni (PMI) è caratterizzata, come in parte descritto nell’appendice D, da un complesso processo di produzione che si avvia con la spedizione postale del questionario e la compilazione di esso da parte dei soggetti facenti parte del campione osservato. I questionari compilati, una volta tornati all’Istat, sono soggetti ad una prima fase di revisione a cui fa seguito l’invio alla registrazione dei dati da supporto cartaceo a supporto informatico. L’operazione di registrazione è effettuata in service ed i dati sono acquisiti dall’unità operativa dopo la verifica di qualità, effettuata dall’Istat con una doppia registrazione di un campione di questionari, al fine di verificare che l’errore di registrazione risulti inferiore alle soglie stabilite nel contratto. Il file proveniente dalla registrazione rappresenta l’input di un processo automatizzato di verifica della coerenza dei dati, di integrazione delle mancate risposte parziali (ad esempio l’assenza delle retribuzioni lorde di una qualifica professionale in presenza di informazioni sul numero di dipendenti per quella specifica qualifica professionale, ecc.), di individuazione delle condizioni di errore (ad esempio un codice di attività economica che è incompatibile con la classificazione Ateco in vigore, un codice di provincia inesistente, una disuguaglianza considerevole fra un totale ed i suoi parziali, ecc.) e dei casi che, sulla base di alcuni indicatori costruiti sui dati della rilevazione precedente, necessitano di essere accertati al fine della loro validazione (ad esempio alcuni indicatori inferiore o superiore a certi limiti, come ad esempio le ore lavorate per dipendente, la retribuzione per dipendente, il fatturato per addetto, il valore aggiunto per addetto, l’investimento per addetto, ecc.). Il processo si sviluppa quindi con l’esame degli outliers o dei casi anomali (che possono essere legati ad errori di misura, ad errata interpretazione del questionario, ad errata trascrizione dei dati o alla variabilità intrinseca del fenomeno: l’attenzione in questa fase viene di fatto posta sui valori di una certa variabile in una certa unità statistica che si discostano in modo significativo dai valori che la stessa variabile assume nel resto delle unità campionarie), con l’integrazione delle mancate risposte totali attraverso l’uso dei bilanci civilistici (nel caso di società di capitali) e con il riporto dei dati campionari all’universo sulla base della metodologia degli stimatori di ponderazione vincolata. Il processo di controllo e correzione dei dati permette di garantire risultati finali con determinati livelli di qualità mentre la metodologia di riporto dei dati all’universo permette di associare ad ogni impresa un peso finale, che rappresenta il numero delle imprese dell’universo rappresentate da quella impresa rispondente in un particolare dominio di stima (ateco a 4 cifre, ateco a 3 cifre per classi di addetto, ateco a due cifre a livello regionale).

Il processo di trattamento statistico dei dati consente quindi di passare, tramite il piano di di controllo e correzione dei dati, dai dati grezzi forniti dall’impresa ai risultati finali definitivi che sono stai depurati da eventuali errori presenti nei dati grezzi e che possono essere stati originati in una qualunque fase di acquisizione delle informazioni ovvero nelle fasi di raccolta, revisione, codifica e registrazione.

Nei confronti con i dati fiscali, esaminati e decritti nei capitoli del documento, si sono utilizzati i dati finali definitivi derivanti dal processo di produzione della rilevazione PMI. Al fine di valutare se tale processo di trattamento statistico dei dati abbia introdotto distorsione nei dati finali tali da rendere discutibili i confronti con i dati fiscali (che, di fatto, sono i dati grezzi dichiarati dalle imprese all’amministrazione fiscale) si è proceduto a selezionare le seguenti tiplogie di dati della rilevazione PMI:

a) dati cosiddetti “ESATTI”, ovvero privi di errori al passaggio del programma di controllo e correzione dei dati: questi dati dichiarati dall’impresa possono essere considerati compilati e registrati in modo corretto e corrispondono ai dati grezzi comunicati dall’impresa all’Istat ;

b) dati cosiddetti “ERRATI”, ovvero dati che al passaggio del programma di controllo e correzione dei dati evidenziano delle segnalazioni di verifica della bontà dei dati attraverso la segnalazione di accertamenti o errori: questi dati dichiarati dall’impresa registrano per alcune variabili delle incoerenze, delle mancate risposte parziali o degli errori e pertanto sono destinati al processo di correzione interattiva ;

c) dati cosiddetti “ESATTI dopo fase di correzione”, ovvero dati cosiddetti “ERRATI” come descritto al punto b) su cui è intervenuta la fase di correzione interattiva per correggere eventuali dati errati e pertanto alcuni dati ottenuti

rappresentano una trasformazione dei dati originali trasmessi dall’impresa.

Nelle tabelle E1 si opera un confronto fra le imprese di fonte fiscale con quelle PMI, distintamente per le tre tipologie descritte ora e per il complesso delle imprese, separatamente per le seguenti variabili:

- Ricavi (fatturato) ;

- Valore aggiunto ;

- Costi ;

- Costi per il personale ;