In conclusione sembra di poter affermare che il diverso impatto di queste variabili sulla variabile “costi” intesa nel suo complesso, abbia un effetto cumulativo sulla percentuale di casi di sottostima o di sovrastima
CAPITOLO 9 VALUTAZIONE DEI CONFRONTI EFFETTUATI TRA DATI FISCALI E STATISTICI E IMPLICAZIONI ORGANIZZATIVE E METODOLOGICHE 25
L’attività del gruppo di lavoro volta a valutare le possibilità di utilizzo della fonte fiscale per fini statistici si è sviluppata sulla base dello studio dei modelli fiscali, dei soggetti tenuti alla compilazione dei diversi quadri delle dichiarazioni fiscali (Unico, Irap) e delle definizioni delle variabili fiscali in rapporto a quelle statistiche. Questa analisi preliminare è stata propedeutica per la parte più propriamente sperimentale che si è avvalsa dei dati delle dichiarazioni fiscali relativi alle imprese selezionate nel campione teorico della rilevazione Istat sulle piccole e medie imprese e sull’esercizio di arti e professioni (PMI). L’accostamento dei dati fiscali e PMI è stato analizzato sia sotto l’aspetto micro (confronto fra valori delle corrispondenti variabili provenienti dalla fonte fiscale e dalla fonte PMI relativamente sia a singole coppie di variabili sia per il complesso delle variabili a livello di singola impresa) sia sotto l’aspetto macro (confronto fra le stime finali per domini degli aggregati economici derivate dall’utilizzo, integrato o meno, delle due diverse fonti).
A livello micro l’indicatore di accostamento utilizzato per valutare l’accostamento fra coppie di variabili è stato la differenza percentuale delle corrispondenti variabili fiscali e PMI in rapporto alla variabile PMI e la soglia di accettabilità prescelta è stata del 2%. I confronti sviluppati hanno mostrato un buon accostamento per alcune variabili (ricavi, altri ricavi e proventi, variazione delle rimanenze e costi del personale), un accostamento parzialmente soddisfacente per alcune tipologie di costo (costi per acquisto di beni e costi per godimento di beni di terzi) mentre per altre variabili l’accostamento risulta totalmente non soddisfacente (costi per l’acquisto di servizi, oneri diversi di gestione e valore aggiunto). I risultati non mostrano cambiamenti significativi se disaggregati per forma giuridica dei soggetti tenuti alla dichiarazione fiscale (l’accostamento risulta peggiore per le società di persona rispetto alle altre forme giuridiche), per macrosettore di attività economica (l’accostamento risulta lievemente migliore nelle costruzioni rispetto all’industria in senso stretto ed ai servizi) e per classe dimensionale di addetti (l’accostamento risulta migliore per le classi 20-49 e 50-99 addetti anche se per alcune tipologie di variabili un discreto livello di accostamento si riscontra per le imprese con 1 solo addetto). Il segno delle differenze fra corrispondenti variabili fiscali e PMI non evidenza una concordanza significativa: in generale, per il 42,9% circa di imprese i costi di fonte PMI risultano essere inferiori a quelli di fonte fiscale desunti dai quadri del modello Unico con riflessi, quindi, sul valore aggiunto che risulta essere nel 54,7% delle imprese maggiore nei dati di fonte PMI. Inoltre l’apporto informativo del quadro IRAP non sembra decisivo anche se un lieve miglioramento nell’accostamento delle variabili costo e valore aggiunto è riscontrabile per le società di capitale. La sperimentazione è stata applicata anche ai dati 2003 ed i risultati delle diverse elaborazioni sono rimasti pressocchè invariati (v. Appendice F).
Sempre a livello micro l’analisi è stata sviluppata anche per valutare l’accostamento per il complesso delle variabili a livello di singola impresa considerando congiuntamente otto tipologie di variabili, le quattro principali (ricavi, valore aggiunto, costi, costo del personale) e le quattro disaggregazioni della variabile costi (costi per l’acquisto di beni, costi per l’acquisto di servizi, costi per godimento di beni di terzi e oneri diversi di gestione). I confronti fra variabili di fonte fiscale e di quella statistica sono stati effettuati utilizzando differenti soglie di accettabilità, misurate in termini di variazione percentuale fra il dato della variabile fiscale e quello statistico; i risultati sono stati esaminati per tipologia di impresa, macrosettore e classi di addetti.
L’analisi effettuata mostra che nel complesso dei record esaminati (56.602), fissata una soglia di accettabilità inferiore al 2%, soltanto ad un quarto di questi viene garantito un buon grado di sostituibilità delle informazioni provenienti dalla fonte fiscale: ciò avviene specialmente per le persone fisiche e per le imprese di dimensioni maggiori, mentre risulta invece scarso il grado di sostituibilità dei record per le società di persone e per le imprese da 3 a 19 addetti. L’analisi per settori di attività economica non sembra fornire invece indicazioni significative e lo spostamento della soglia di accettabilità verso un valore delle differenze percentuali più alto (5% o 10%) se da una parte garantisce una numerosità in termini assoluti di confronti accettabili più elevata dall’altra potrebbe portare, a meno di un fattore compensativo, ad un peggioramento del livello di accostamento complessivo dei valori derivati dalle due diverse fonti. L’analisi effettuata, quindi, non mostra risultati incoraggianti nell’ottica della sostituibilità dei dati di indagine con quelli provenienti da fonte fiscale ma offre margini per un utilizzo dei dati fiscali come importante fonte integrativa del dato statistico.
La problematica principale che emerge dall’analisi micro è l’insoddisfacente accostamento della variabile costi fra fonte fiscale e fonte statistica che ha come diretta conseguenza l’insoddisfacente stima della variabile valore aggiunto, che è calcolata attraverso un operazione algebrica fra le diverse componenti dei ricavi e dei costi. Questo problema è legato da una parte a problemi definitori e dall’altra alla mancanza, nella modulistica fiscale, di alcune componenti di costo. Ovviamente ciò si traduce nell’impossibilità di fornire stime affidabili di altri importanti indicatori economici, come ad esempio il margine operativo lordo (valore aggiunto meno i costi del personale).
Inoltre, la mancanza di una disaggregazione maggiore delle variabili nella modulistica fiscale non consente la stima di altre importanti variabili richieste dal regolamento SBS, come ad esempio il valore della produzione, l’acquisto di beni e servizi destinati alla rivendita senza trasformazione, il margine lordo commerciale, i costi di acquisto di prodotti energetici, i pagamenti alle agenzie di lavoro interinale, le retribuzioni lorde, gli oneri sociali, gli investimenti materiali (e conseguentemente la scomposizione per tipologia di beni) ed inoltre, con riferimento all’occupazione, gli addetti, i dipendenti e le ore lavorate dai dipendenti.
A livello macro l’analisi si è basata sulla costruzione di un file contenente tutte le imprese del campione teorico della rilevazione PMI 2002 estratto dall’Archivio Statistico delle Imprese Attive (ASIA 2001) con le informazioni desumibili dal disegno campionario (strato di appartenenza delle imprese in termini di attività economica, classe di addetti e regione amministrativa di localizzazione e corrispondente peso diretto, rappresentato dal rapporto fra le imprese della popolazione presenti nello strato con il numero delle imprese campionate nel medesimo strato) integrate nel seguente modo:
a) per le imprese del campione rispondenti alla rilevazione PMI 2002: si sono acquisiti i cambi di attività economica ed il numero di addetti dichiarati per l’anno 2002 di rilevazione ;
b) per le imprese del campione non rispondenti alla rilevazione PMI 2002: si sono acquisiti direttamente nell’archivio ASIA aggiornato al 2002 eventuali cambi di attività economica e di numero di addetti.
Dopodichè si è applicata la metodologia classica di riporto dei dati all’universo, che fornisce pesi finali che consentono di far convergere le stime campionarie ai totali noti dell’archivio ASIA 2002 (numero di imprese ed addetti) per tre tipologie di domini: classe di attività economica (ateco a 4 cifre), gruppi di attività economica per classi di addetti (1-9, 10-19, 20-49 e 50-99 nell’industria, 1, 2-9, 10-19, 20-49, 50-99 nel commercio e servizi) e divisioni di attività economica per regioni amministrative.
I pesi finali sono stati applicati al campione teorico PMI 2002 e le stime finali degli aggregati economici sono state calcolate sia utilizzando le variabili economiche solo di fonte fiscale (ipotesi di sostituzione completa della rilevazione PMI) sia utilizzando le variabili economiche di fonte PMI per le imprese del campione teorico che hanno risposto alla rilevazione e le variabili economiche di fonte fiscale per le altre imprese non rispondenti (ipotesi di integrazione delle fonti fiscali e statistiche). I confronti sono stati quindi effettuati nei due casi in relazione alle stime finali desunte direttamente dalla rilevazione PMI 2002 e presentati in termini di frequenze (assolute e percentuali) per dominio di stima e classi di differenze percentuali (fra i valori finali calcolati nelle differenti fonti, solo fisco oppure PMI integrato con fisco, e la stima finale della rilevazione PMI 2002): i risultati analizzati per dominio di stima confermano lo scostamento dei dati già evidenziato nell’analisi micro.
Considerando il confronto fra le stime calcolate sui soli dati fiscali con le stime PMI 2002, nella maggior parte dei domini di stima le principali variabili (ricavi, costi, valore aggiunto e costo del personale) si attestano nelle classi di differenze percentuali 10-20% e 20-50%. La situazione migliora considerando il confronto fra le stime calcolate sia sui dati delle imprese rispondenti PMI2002 sia su quelli integrati con i dati fiscali, per le imprese non rispondenti, con le stime PMI 2002: i valori modali si attestano nel dominio “classe di attività economica” nella classe di differenze percentuali 5-10% per i ricavi ed il valore aggiunto, nella classe 10-20% per i costi e nella classe 2-5% per il costo del personale; negli altri domini di stima le classi di differenze percentuali più ricorrenti sono 5-10 e 10-20% con l’eccezione della variabile costo del personale che, nel dominio “gruppo di attività economica per classe di addetti”, evidenzia il valore modale nella classe 0-2%.
Tuttavia un confronto in termini assoluti per sezione di attività economiche, ovvero ad un livello molto aggregato, evidenzia per alcune variabili un migliore accostamento delle nuove stime rispetto alle stime definitive PMI2002, qualora si passi dalle stime calcolate utilizzando i soli dati fiscali alle stime calcolate utilizzando congiuntamente i dati della rilevazione PMI con quelli di fonte fiscale per le imprese non rispondenti.
Quindi, adottando domini di stima maggiormente aggregati le stime migliorano, ma il dettaglio non soddisfa le esigenze richieste dal regolamento sulle statistiche strutturali.
Pertanto, alla luce delle risultanze delle analisi sperimentali micro e macro, si registra un accostamento fra le variabili fiscali e quelle statistiche non del tutto soddisfacente: la frammentarietà e parzialità di variabili presenti nei diversi quadri del modello fiscale rispetto alle esigenze informative della rilevazione PMI, questioni definitorie e lo scostamento delle stime a livello aggregato portano ad escludere, nella situazione attuale, l’ipotesi di sostituzione completa della rilevazione PMI pur fornendo segnali incoraggianti, per alcune variabili, all’ipotesi di integrazione delle fonti fiscali e statistiche.
E’ pertanto difficile ipotizzare, nel breve periodo, mutamenti al piano di campionamento della rilevazione PMI che comunque, a prescindere dalla disponibilità di dati di fonte amministrativa, è oggetto continuo di ottimizzazione al fine di ridurre il carico statistico sulle imprese (si ricorda che la rilevazione PMI fino all’anno di riferimento 1997 aveva nel campo di osservazione le sole imprese con 1-19 addetti ed il campione è passato da 220.000 unità degli anni 1993 e 1994 a 150.000 unità negli anni 1995-1997; a partire dal 1998 la rilevazione PMI ha ampliato il campo di osservazione alle imprese con 1-99 addetti e nonostante ciò il campione è stato ridotto a 130.000 unità negli anni 1998-2001, quindi a 120.000 negli anni 2002-2003 per arrivare a 108.000 per l’anno 2004).
E’ necessario, tuttavia, continuare la sperimentazione sull’utilizzo dei dati fiscali per sviluppare una metodologia di trattamento delle mancate risposte parziali e totali della rilevazione PMI e per valutare le possibilità di utilizzare alcune variabili fiscali come variabili ausiliarie sia nella metodologia di campionamento sia in quella di stima.
Altre questioni che restano aperte, a prescindere dai risultati della sperimentazione, sono la necessità di intensificare la cooperazione fra l’amministrazione fiscale e l’Istat volta ad apportare integrazioni alla modulistica fiscale con variabili che rispondano maggiormente a finalità statistiche, nell’ottica sia della semplificazione amministrativa sia della riduzione del carico statistico sulle imprese richiamate dall’articolo 6 comma 2 del regolamento sulle statistiche strutturali SBS, e volte a garantire nel tempo la fruizione dei dati fiscali con trasmissioni standardizzate e a scadenze stabilite al fine di consentire un loro utilizzo integrato nel processo di costruzione degli aggregati economici richiesti dal regolamento SBS, che prevede la trasmissione dai dati all’Eurostat entro e non oltre il 30 giugno di ciascun anno.
Approfondimenti che potrebbero essere ulteriormente sviluppati sono legati, inoltre, all’utilizzo di modelli regressivi predittivi, che sulla base di alcune variabili desunte dalla rilevazione PMI dovrebbero permettere la stima delle variabili mancanti utili ai fini della stima delle variabili SBS.
APPENDICE A
Struttura del database integrato PMI-ASIA-FISCO
26Fonte
Ricavi delle vendite e delle prestazioni PMI
Variazioni delle rimanenze di prodotti finiti, in corso di lavorazione e semilavorati PMI
Variazioni dei lavori in corso su ordinazione PMI
Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni PMI
Altri ricavi e proventi PMI
Totale A: valore della produzione PMI
Costi per acquisto di beni e materie prime PMI
Costi per acquisto di servizi PMI
Costi per godimento di beni di terzi PMI
Costi per il personale PMI
Ammortamento PMI
Variazione di rimanenze di materie prime e di merci da rivendere PMI
Accantonamenti per rischi e altri accantonamenti PMI
Oneri diversi di gestione PMI
Formazione del personale PMI
Altri oneri diversi di gestione PMI
Imposte indirette sui prodotti e sulla produzione PMI
Totale B: costi di produzione PMI
Utile o perdita di esercizio PMI
Attività economica rilevata (ATECO2002) PMI
Addetti rilevati (media annua) PMI
Dipendenti rilevati (media annua) PMI
Numero di imprese del campione nello strato PMI
Numero di imprese dell’universo nello strato PMI
Codice regione ASIA
Codice provincia ASIA
Forma giuridica ASIA
Stato di attività dell’impresa ASIA
Attività economica di archivio (ATECO2002) ASIA
Addetti di archivio (media annua) ASIA
Tipo modello (*) FISCO Tipo record (**) FISCO
Codice fiscale dichiarante FISCO
Flag presenza dichiarazione correttiva FISCO
Flag presenza dichiarazione integrativa FISCO
Anno di riferimento di imposta (2002) FISCO
Attività economica (ATECO2002) FISCO
Variabili economiche ( 130 occorrenze ) FISCO
La corrispondenza tra variabili economiche di fonte fiscale (anno di imposta 2002) e l’indice dei 130 contatori, per individuarne la posizione fisica nel record, si può trovare nell’appendice B.
(*) La variabile tipo di modello assume valore ‘U’ per i modelli di dichiarazione Persone Fisiche
valore ‘5’ per i modelli di dichiarazione Società di Persone
valore ‘6’ per i modelli di dichiarazione Società di Capitali
(**) La variabile tipo record assume valore ‘A’ per i modelli di dichiarazione Persone Fisiche valore ‘B’ per i modelli di dichiarazione Società di Persone
valore ‘C’ per i modelli di dichiarazione Società di Capitali