CAPITOLO 4: ANALISI DELLO STATO DI FATTO E DEL COMPORTAMENTO STRUTTURALE
4.4 RILIEVO CRITICO DEI DANNI, DEI DISSESTI E DEI DEGRADI
Il sopralluogo e il rilievo fotografico dell’edificio hanno permesso di constatare che Palazzo Sala, nel suo complesso, risulta essere in buone condizioni, soprattutto per quanto riguarda gli ambienti interni, in quanto l’utilizzo nel tempo, anche se con funzioni diverse, ha contribuito alla manutenzione e alla prevenzioni di eventuali situazioni di degrado degli elementi costruttivi.
Infatti, ad eccezione di qualche sporadica fessurazione presente negli uffici al secondo piano, gli interni risultano privi di danni o degradi degni di nota. L’analisi si è quindi focalizzata sugli ambienti esterni, dove si possono osservare effetti del degrado piuttosto evidenti, soprattutto nella facciata principale su via S. Francesco, in quella a ovest sul vicolo e in quella a nord sul patio interno (Tavole 4.09, 4.10, 4.11).
Gli altri due prospetti, quelli esposti a sud e a ovest sul patio interno, si presentano in ottime condizioni, anche perché sono stati restaurati in epoca recente.
Si può quindi facilmente osservare che gli effetti del degrado sono presenti solo nel Blocco A, quello più antico dei tre.
La facciata esposta a sud su via S. Francesco presenta un’erosione generalizzata dei propri elementi costitutivi, riconducibile a fattori atmosferici e ambientali.
Si nota un’erosione marcata dei due elementi orizzontali di scansione della facciata, in particolar modo alle estremità della stessa e sotto l’effige superiore sinistra. Nei quattro balconi al primo piano è presente uno strato di patina biologica e nel primo balcone a destra c’è anche una fratturazione passante del basamento lapideo. Qui sembra che sia già stato compiuto un intervento di riempimento con miscela legante, ma in seguito la fessura si è riaperta.
Si riscontra mancanza nell’effige di destra al secondo piano, nella mensola sinistra della prima apertura sulla sinistra nel sottoportico, nel basamento lapideo e nei mattoni del terzo pilastro da destra.
Sempre nel sottoportico si evidenzia una patina estesa a tutta la fascia inferiore dei due lati intonacati.
La facciata esposta a ovest sul vicolo di ingresso al cortile interno è poco esposta alla luce solare, a causa dell’ottenebramento dell’edificio limitrofo e, anche per questo motivo, presenta nella parte sommitale ampie zone caratterizzate da distacco del materiale superficiale con messa in luce del paramento murario sottostante e zone più limitate dislocate in vari punti della facciata.
L’opera provvisionale che si estende per tutta la larghezza della facciata è stata realizzata per intercettare i pezzi di materiale che si distaccano, evitando così che la loro caduta possa essere causa di danni a cose e persone.
Al piano terra, tra le due aperture vicino alla canna fumaria, si evidenzia una zona con esfoliazione degli strati superficiali, forse causata dall’acqua fuoriuscita dalle tubature situate in quella zona.
Sempre a questo livello ci sono ampie macchie con diverse pigmentazioni (verdi, grigie e nere) riconducibili alla presenza di sostanze organiche e all’ossidazione di elementi metallici presenti nel substrato.
Figura 4.18 Facciata ovest su vicolo
La facciata esposta a nord nel cortile interno presenta un’evidente opera provvisionale estesa a tutta la larghezza della facciata, finalizzata a impedire la caduta a terra di parti del terrazzino, che si trova in pessimo stato di conservazione e ovviamente non è agibile.
Nella fascia superiore della facciata è diffusa un’ampia alterazione cromatica di colorazione scura, che ha un’intensità maggiore al centro e in prossimità dell’edificio a est. Tale alterazione si riscontra in forma più localizzata in vari punti del basamento delle colonne.
Nella cornice del tetto, sotto la grondaia, un’alterazione cromatica di pigmentazione rosso-ocra si propaga per tutta l’estensione longitudinale della facciata.
E’ visibile un’erosione diffusa a tutto il materiale costituente le colonne e le arcate ed è più intensa in alcuni elementi: la quarta, la settima e l’ottava colonna da destra.
La maggioranza delle colonne e delle arcate è costituita, molto probabilmente, da Pietra di Vicenza giallo dorato, mentre le restanti sono in Pietra di Vicenza bianco avorio (le tre colonne a destra, la terza da sinistra e alcuni elementi delle arcate).
Questo materiale è tra i più usati per la decorazione di ville e giardini nel Veneto; è una pietra costituita prevalentemente da carbonato di calcio ( CaCO3 circa l’80%), è molto ben lavorabile, ma ha basse caratteristiche meccaniche (carico di rottura a compressione attorno ai 320 Kg/cm2).
La terza arcata da sinistra è stata interamente tamponata, mentre la quarta presenta un tamponamento solo parziale. Il paramento è costituito da mattoni e presumibilmente è stato realizzato per confinare la colonna interclusa tra le due arcate, poiché essa, essendo fortemente erosa, non è più in grado di contrastare l’azione dei carichi agenti su di essa.
Un'altra tipologia di degrado presente in questo prospetto è il distacco degli strati di intonaco con messa in mostra del manto murario sottostante, in particolar modo si riscontra sopra e sotto le due arcate centrali e nello spigolo di sinistra, dove si ha l’avanzamento del piano della facciata.
In questo stesso spigolo è stato effettuato un intervento di inserimento di materiale legante che copre e/o sostituisce parte degli elementi resistenti del paramento murario. Nel balcone già citato prima è anche visibile una presenza diffusa di vegetazione, soprattutto nella linea di intersezione tra il piano di calpestio orizzontale del balcone stesso e il piano verticale della parete.
Figura 4.19 Balcone della facciata Nord
Per una migliore comprensione dello stato di conservazione delle facciate dell’edificio, vengono di seguito riportate in dettaglio le descrizioni dei diversi effetti del degrado secondo le raccomandazioni Normal 1/882:
Erosione: asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura
diversa. Può essere distinta in erosione per abrasione, erosione per corrasione, erosione per corrosione o erosione per usura.
Fratturazione o Fessurazione: degradazione che si manifesta con la formazione di
soluzioni di continuità nel materiale e che può implicare lo spostamento reciproco delle parti.
Mancanza: caduta o perdita di parti. Il termine si usa quando tale forma di
degradazione non è descrivibile con altre voci del lessico.
Patina: alterazione strettamente limitata a quelle modificazioni naturali della
superficie dei materiali non collegabili a manifesti fenomeni di degradazione e percepibili come una variazione del colore originario del materiale. Nel caso di alterazioni indotte artificialmente si usa di preferenza il termine patina artificiale.
Macchia: alterazione che si manifesta con pigmentazione accidentale e
localizzata della superficie; è correlata alla presenza di materiale estraneo al substrato (ruggine, sali di rame, sostanze organiche, vernici).
Distacco: soluzione di continuità tra strati superficiali del materiale, sia tra loro
che rispetto al substrato: prelude in genere alla caduta degli strati stessi. Il termine si usa in particolare per gli intonaci e i mosaici.
Esfoliazione: degradazione che si manifesta con distacco spesso seguito da
caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro (sfoglie).
Alterazione cromatica: alterazione che si manifesta attraverso la variazione di
uno o più parametri che definiscono il colore: tinta (hue), chiarezza (value), saturazione (chroma). Può manifestarsi con morfologie diverse a seconda delle condizioni e può riferirsi a zone ampie o localizzate.
Presenza di vegetazione: locuzione impiegata quando vi sono licheni, muschi e
4.5 VALUTAZIONE DELL’IMPATTO DEGLI IMPIANTI TECNOLOGICI SUGLI