• Non ci sono risultati.

Le misure del P

AI per la riduzione del rischio di alluvione

Il Piano Stralcio per l’Assetto Idroge-ologico, attraverso le sue disposizio-ni, persegue l’obiettivo di garantire al territorio del bacino del fi ume Po ed in particolare ai territori perifl uviali lungo l’asta del fi ume Po e dei sui principali affl uenti, un livello di sicurezza adegua-to rispetadegua-to ai fenomeni di pericolosità idraulica, anche attraverso il ripristino degli equilibri morfologici ed ambien-tali ed il recupero degli ambiti fl uviali. Le misure strutturali e non struttura-li defi nite nel PAI per la riduzione del rischio di alluvione sono strettamente connesse alla delimitazione delle fasce fl uviali che rappresentano l’elemento più importante ed innovativo intro-dotto dalla pianifi cazione di bacino. Le fasce fl uviali individuano infatti le aree dove il fi ume deve svolgere i suoi processi idraulici, morfologici ed am-bientali e indicano le necessità di dife-sa laddove il livello di sicurezza non è adeguato.

Le norme di attuazione del PAI defi ni-scono, per i territori delle fasce fl uviali, fi nalità ed effetti del Piano e

regola-mentano le attività di uso e trasforma-zione del suolo maggiormente intera-genti con lo stato di rischio presente, nonché le modalità di attuazione degli interventi strutturali di difesa. In parti-colare i contenuti della normativa, an-che attraverso l’adozione di successive apposite direttive:

• regolamentano gli usi del suolo e le

attività all’interno delle fasce fl uviali;

• defi niscono i valori delle portate e dei

livelli di piena lungo le aste fl uviali;

• defi niscono i valori limite di defl usso

in punti singolari della rete idrogra-fi ca, da rispettare per la progettazio-ne degli interventi di difesa;

• defi niscono indirizzi e prescrizioni per

la progettazione delle infrastrutture;

• defi niscono criteri e indirizzi per il

recupero naturalistico e funzionale delle aree fl uviali, golenali e inonda-bili in genere;

• individuano criteri e indirizzi per la

programmazione degli interventi di gestione dei sedimenti alluvionali;

• individuano le modalità di attuazione

degli interventi strutturali di difesa.

Di seguito si descrivono sinteticamen-te le principali misure strutturali e non strutturali individuate nel PAI per la ri-duzione del rischio di alluvione. Il livello di attuazione di tali misure ri-sulta diversifi cato: mentre per quanto riguarda gli interventi passivi di conte-nimento dei livelli (limiti B di progetto) molto è stato realizzato anche in segui-to ai più recenti eventi alluvionali, per quanto riguarda le misure di miglio-ramento della capacità di espansione e laminazione delle piene in fascia B e di recupero dei processi morfologici

dell’alveo e di riequilibrio del bilancio del trasporto solido l’attuazione è in corso o deve essere ancora avviata. Gli obiettivi congiunti di “difesa dal fi ume” e di “difesa del fi ume” intro-dotti dalle recenti direttive comunita-rie contribuiranno ad accelerare tale processo attuativo, anche apportando al Piano le modifi che necessarie in ter-mini di aggiornamento, integrazione ed approfondimento.

CAPITOLO QUAR

TO Gli interventi

di contenimento dei livelli

Gli interventi di contenimento dei li-velli idrici sono individuati nel PAI in corrispondenza dei tratti in cui le aree esondabili per la piena di riferimen-to interessano centri abitati o inse-diamenti produttivi caratterizzati da un’elevata vulnerabilità e che devono pertanto essere difesi con opere di tipo strutturale. Nel PAI in particolare è stata individuata la necessità di circa 1.000 km di opere di contenimento dei livelli su 47 aste fl uviali (nella carto-grafi a del PAI tale necessità è rappre-sentata da un apposito segno grafi co denominato “limite B di progetto”). A tali opere pianifi cate si aggiungono i circa 1.000 km di argini già presenti sull’asta principale del fi ume Po e sui rami del delta e i circa 1.500 km di ar-gini nei tratti degli affl uenti principali rigurgitati dal Po. Buona parte di tali interventi è stata recentemente realiz-zata sulle aste maggiormente colpite dagli ultimi eventi alluvionali (Tanaro, Po piemontese, Dora Baltea).

41

Le misure del P

AI per la riduzione del rischio di alluvione

L’intervento di contenimento è gene-ralmente realizzato con un rilevato arginale in terra avente quota di som-mità superiore (generalmente il franco idraulico è pari a 1 metro) ai livelli della piena di riferimento defi nita nella “Di-rettiva piena di progetto” del PAI. Il rilevato in terra può a seconda dei

casi essere integrato con le opere di:

• impermeabilizzazione e

intercetta-zione delle fi ltrazioni, caratterizzate da rivestimenti del paramento lato fi ume e da diaframmi nei terreni di fondazione;

• difesa spondale al piede, laddove le

arginature sono prossime all’alveo

inciso e possono essere soggette a fenomeni di erosione spondale. Laddove lo spazio disponibile fra la sponda fl uviale ed il territorio antro-pizzato da difendere è limitato, l’inter-vento di contenimento dei livelli può essere realizzato con un muro arginale in cemento armato.

ID Corso d’acqua Tratto fasciato Km Totale lunghezza Fascia B di progetto (Km) Piano PA Panaro da Marano sul Panaro a confl uenza Po 93 7,670 PAI SC Secchia da Castellarano a confl uenza Po 107 14,660 PAI CR Crostolo da Puianello a confl uenza 41 3,700 PAI PR Parma da Torrechiara a confl uenza Po 61 1,910 PAI BA Baganza da S. Michele Gatti a confl uenza Parma 17 4,860 PAI ST Stirone da Scipione a confl uenza Taro 35 5,070 PAI-PSFF AR Arda da Castell’Arquato a confl uenza Po 34 13,110 PAI CV Chiavenna da Lugagnano Val d’Arda a confl uenza Po 42 3,45 PAI NU Nure da Carmiano a confl uenza Po 37 2,810 PAI TB Trebbia da Savignano a confl uenza Po 27 0,860 PAI SR Scrivia da Serravalle Scrivia a confl uenza Po 45 12,900 PAI OR Orba da Silvano d’Orba a confl uenza Bormida 27 19,450 PSFF BO Bormida da Acqui Terme a confl uenza Tanaro 58 38,290 PSFF BE Belbo da S. Stefano Belbo a confl uenza Tanaro 51 9,620 PSFF TA Tanaro da Ceva a confl uenza Po 38 108,930 PSFF BN Banna da Villanova d’Asti a confl uenza Po 26 21,240 PAI MA Maira da Valentino a confl uenza Po 49 13,420 PSFF VA Varaita da Castigliole Saluzzo a confl uenza Po 39 17,950 PSFF PO Po da Martiniana al Delta (Incile di Goro) 579 91,130 PSFF-PAI-PSI_PAI PE Pellice da Bibiana a confl uenza Po 26 20,680 PSFF-Prog_PAI CS Chisone da Pinerolo a confl uenza Pellice 12 14,360 PSFF CO Chisola da Cumiana a confl uenza Po 39 5,940 PSFF SA Sangone da Giaveno a confl uenza Po 34 8,520 PAI-PSFF DR Dora Riparia da Susa a confl uenza Po 67 29,640 PSFF SL Stura di Lanzo da Germagnano a confl uenza Po 35 13,500 PSFF OC Orco da Courgné a confl uenza Po 36 11,480 PSFF DB Dora Baltea da Aymavilles a confl uenza Po 130 49,830 PSFF-PSI_PAI EL Elvo da Occhieppo a confl uenza Cervo 41 9,250 PSFF CE Cervo da Vigliano Biellese a confl uenza Sesia 43 6,490 PSFF SS Sesia da Romagnano Sesia a confl uenza Po 77 23,180 PSFF TO Toce da Crevoladossola a confl uenza Po 41 38,500 PSFF AG Agogna da Briga a confl uenza Po 118 17,170 PAI TE Terdoppio da Divignano a confl uenza Ticino 50 33,400 PAI TC Ticino da Sesto Calende a confl uenza Po 110 0,300 PAI AN Arno da Gazzada a confl uenza Ticino 29 65,690 PAI RI Rile da Rovate a Busto Arsizio 8 14,210 PAI TN Tenore da Castelserpio a Busto Arsizio 8 14,500 PAI OL Olona da Induno Olona a Rho 61 70,670 PAI LA Lambro da Merone a confl uenza Po 118 48,760 PAI-Prog_PAI MER Mera da Chiavenna ad immissione Lago di Mezzola 16 11,810 PAI AD Adda da Morignone a confl uenza Po 227 40,240 PAI BR Brembo da Valnegra a confl uenza Adda 51 6,380 PAI SE Serio da Nembro a confl uenza Adda 70 10,480 PAI OG Oglio da Samico a confl uenza Po 211 30,620 PAI ME Mella da Concesio a confl uenza Oglio 66 6,810 PAI CH Chiese da Roè a confl uenza Po 73 14,020 PAI

MN Mincio da Peschiera del Garda a confl uenza Po 74 0,740 PAI Po, argine maestro. Belbo, muri arginali.

CAPITOLO QUAR

TO Gli interventi di laminazione delle piene

Uno degli obiettivi principali del PAI è quello di mantenere e migliorare nelle fasce fl uviali la capacità di espansione e laminazione delle piene al fi ne di di-minuire e comunque non aumentare i valori delle portate e dei livelli idrome-trici nei tratti di valle ed in particolare lungo le sezioni critiche dell’asta del fi ume Po.

Complessivamente ammonta a circa

4 miliardi di m3 il volume invasabile in

fascia B degli affl uenti principali del Po

a cui si aggiunge circa 1 miliardo di m3

invasabile nelle golene aperte e chiuse del tratto medio inferiore del Po. Coerentemente con tale obiettivo di laminazione, nel 2001 sono state fi s-sate in un’apposita Direttiva (Delibera-zione C. I. n. 25/2001) le portate limite sull’asta del fi ume Po, disponendo che “gli interventi di contenimento dei

li-velli idrici devono essere progettati a livello di asta fl uviale considerando la necessità di prevedere gli opportuni interventi di incremento della

lamina-zione all’interno della fascia fl uviale o, laddove possibile, di estensione delle aree di laminazione anche al di fuori della fascia medesima”.

La laminazione delle piene è un fenome-no di tipo dissipativo che accompagna il trasferimento dell’onda di piena dell’al-veo del corso d‘acqua. Esso si manifesta nella riduzione del valore della portata massima al colmo e conseguentemen-te del livello idrico ad essa correlato e nell’aumento della durata dell’onda di piena. Quindi, seguendo un’onda di piena lungo il suo andamento da monte verso valle, si osserva un appiattimento collegato ad un carattere meno impul-sivo della stessa.

3.680 km delimitati, appartenenti a 52 corsi d’ac-qua

7.060 km costituiscono il perimetro della fascia B sull’insieme dei corsi d’acqua interessati 1.570 km2 di superfi cie di fascia A

1.060 km2 di superfi cie di fascia B 2.630 km2 di superfi cie di fascia A+B 7.700 km2 di superfi cie di fascia C

4 mld m3 è il volume di invaso delimitato dalla fa-scia B sugli affl uenti principali 1 mld m3 è il volume di invaso sul Po medio-basso

nelle golene aperte e chiuse

IDROGRAMMI CON INTERVENTI DI RIDUZIONE DELL’INVASO Portata limite Pioggia Tempo IDROGRAMMA DI PIENA NELLE CONDIZIONI ATTUALI IDROGRAMMA CON INTERVENTI DI LAMINAZIONE IDROGRAMMA IN CONDIZIONI NATURALI

Esemplifi cazione di diverse condizioni di laminazione. Fascia B.

Le misure del P

AI per la riduzione del rischio di alluvione

Le linee di intervento per migliorare la capacità di laminazione naturale nelle fasce fl uviali consistono nella:

• realizzazione o rifunzionalizzazione

di argini golenali o rilevati trasversali (cosidetti “cavedoni”) aventi la fi -nalità di trattenere o rallentare il più possibile i volumi di piena nelle aree golenali;

• rimodellamento e abbassamento

delle aree golenali avente la fi nalità di aumentare i volumi di piena im-magazzinabili nelle aree golenali.

Gli interventi di rimodellamento del-le aree godel-lenali più prossime all’alveo attivo del corso d’acqua possono inol-tre essere realizzati in modo tale da conseguire contestualmente anche importanti benefici morfologici ed ambientali, ripristinando o ricreando rami laterali e aree umide.

Nella fi gura riportata a destra è evi-denziato il possibile effetto di lami-nazione dell’onda di piena in seguito ad interventi di rimodellamento delle aree golenali tramite la riapertura di rami laterali e il ripristino di un assetto morfologico a canali multipli.

Nei corsi d’acqua che maggiormente hanno subito processi di abbassamen-to del fondo alveo con disconnessione dei piani golenali presenti in fascia B

Fonte: WWF Internazionale.

dagli eventi di piena, gli interventi so-pradescritti possono essere integrati con opere di stabilizzazione del fondo e/o interventi funzionali al ripascimen-to dell’alveo (ad esempio garantire ed incentivare l’erosione delle sponde).

CAPITOLO QUAR

TO La capacità di laminazione nelle fasce

fl uviali può essere inoltre localmente incrementata mediante la realizzazio-ne di casse di espansiorealizzazio-ne che hanno l’obiettivo di abbassare i livelli di piena in un tratto ben defi nito di corso d’acqua rendendolo in tal modo adeguato alla traslazione a valle dell’onda di piena.

Generalmente le casse di espansione si localizzano a monte di centri abitati o tratti arginati particolarmente critici e sono dotate di organi di regolazione funzionali a consentire il temporaneo invaso di parte dei volumi di piena. Gli esempi più signifi cativi di casse di espansione del bacino del Po sono

lo-calizzati sugli affl uenti emiliani del Po a monte dei tratti arginati di pianura e dei centri abitati (Modena, Parma, Reggio Emilia).

Più recentemente, come peraltro pre-visto nel PAI, anche su alcuni affl uenti piemontesi e lombardi sono state rea-lizzate o sono in corso di

progettazio-ne e realizzazioprogettazio-ne casse di espansio-ne con l’obiettivo di risolvere criticità idrauliche locali in corrispondenza di centri abitati (Canelli e Nizza Monfer-rato sul torrente Belbo, Gallarate sul torrente Arno, Malnate sul torrente Olona).

Le misure del P

AI per la riduzione del rischio di alluvione

La delocalizzazione e le misure di riduzione della vulnerabilità

Una delle principali categorie di inter-vento del Programma triennale 2001-2003, individuate sulle aste principali e sulla rete idrografi ca minore, riguar-dava la rinaturalizzazione, recupero ambientale e delocalizzazione all’in-terno delle fasce fl uviali.

Il progetto strategico SAFE (descritto alle pagine 28 e 29) nasce anche in at-tuazione all’esigenza di introdurre ele-menti di armonizzazione delle politi-che di delocalizzazione e ricostruzione dell’ambiente fl uviale in forma coordi-nata con le amministrazioni regionali e locali, nell’ambito delle azioni operati-ve dirette dell’Autorità di bacino. Il progetto prevede infatti, tra le azioni operative da condurre congiuntamen-te con le Regioni, “l’individuazione di

aree campione su cui condurre spe-rimentazioni, con fi nanziamento di progetti pilota strategici per la deloca-lizzazione e valorizzazione di aree ad elevata criticità”.

Alcune regioni hanno avviato proce-dure e promulgato norme tendenti a favorire la delocalizzazione delle unità immobiliari ubicate all’interno di aree golenali o in aree a rischio idrogeolo-gico, particolarmente quando colpi-te da calamità naturali. Tra le prime la Regione Emilia-Romagna, con la Legge regionale 8 agosto 2001, n. 25 “Norme per la delocalizzazione degli immobili colpiti dagli eventi calamitosi dell’ottobre e novembre 2000”. Tuttavia si scontano notevoli ritardi in questa azione a livello nazionale. Una recente indagine sul pericolo frane e alluvioni in l’Italia effettuata da Legam-biente e dal Dipartimento della Prote-zione Civile (Ecosistema Rischio 2008) realizzata nell’ambito della campagna nazionale Operazione Fiumi 2008, evi-denzia la quasi totale assenza di attività di delocalizzazione delle strutture pre-senti nelle aree più a rischio: solo il 5% delle amministrazioni ha avviato questo tipo di interventi per le abitazioni e ap-pena il 4% per i fabbricati industriali.

Stura di Ovada, alluvione 1994 (provincia di Genova). Palaghiaccio di Torre Pellice, alluvione 2000 (provincia di Torino).

CAPITOLO QUAR

TO La gestione dei sedimenti e dell’assetto morfologico dell’alveo

Restituire dinamicità ai processi morfo-logici assecondandone quanto più pos-sibile lo sviluppo e conseguendo in tal modo forme fl uviali non statiche bensì periodicamente inondate, modellate e trasformate già a partire dalle portate ordinarie e formative, è, oltre che un obiettivo del PAI, un’esigenza primaria per la gestione dei corsi d’acqua. Il recupero morfologico dei corsi d’ac-qua ed in particolare dell’asta del Po rappresenta infatti il prerequisito in-dispensabile per il raggiungimento di obiettivi di sicurezza idraulica, di uso compatibile delle risorse fl uviali nonché di qualità biologica e funzionalità eco-sistemica dell’intera regione fl uviale. Il Programma generale di gestione dei sedimenti, da predisporre ai sensi della specifi ca “Direttiva sedimenti” del PAI, defi nisce l’insieme delle regole, delle azioni e degli interventi strutturali di gestione dei sedimenti e dei processi fl uviali, necessari all’attuazione degli

o l’adeguamento delle opere in al-veo non più effi caci;

• ripristino delle forme attraverso la

riapertura e la rifunzionalizzazione di rami laterali.

Tali linee di azione sono inoltre state in-serite nel Piano di gestione del distretto

idrografi co del fi ume Po, predisposto ai

sensi della Direttiva comunitaria 2000/60, fra le misure da attuare per il raggiungi-mento del buono stato ecologico. obiettivi individuati dal PAI per il

recu-pero morfologico in fascia A.

Il Programma generale predisposto ed adottato sull’asta del fi ume Po si foca-lizza sui seguenti obiettivi:

• preservare i processi naturali laddove

essi sono ancora presenti ed attivi;

• ridurre gli effetti ed i

condiziona-menti al sistema naturale generati dalle opere in alveo per riavviare il fi ume a forme meno vincolate e di maggior equilibrio dinamico e valo-re ecologico;

• migliorare le condizioni di sicurezza

idraulica diminuendo il più possibile le sollecitazioni idrodinamiche in cor-rispondenza delle arginature e garan-tire gli usi in atto (prese di derivazio-ne, porti, attracchi, navigazione). Per far ciò il Programma individua le seguenti linee di azione strategica:

• salvaguardia di tutte le forme e i

processi fl uviali e monitoraggio di sorveglianza ed operativo;

• ripristino dei processi di erosione,

trasporto solido e deposizione dei sedimenti attraverso la dismissione

Le misure del P

AI per la riduzione del rischio di alluvione

La previsione delle piene e le attività del tempo reale

I sistemi di difesa dalle piene presenti lungo i corsi d’acqua del bacino del fi ume Po, per quanto ben realizzati, monitorati e mantenuti nel tempo non possono garantire un livello di sicurez-za assoluto per il territorio circostante in relazione a scenari di piena cata-strofi ca e di mancato funzionamento delle opere.

Il rischio residuale, come previsto dalle norme di Attuazione del PAI in fascia C, deve essere gestito con attività di previsione e prevenzione delle piene di cui alla legge 225/1992, come recente-mente riorganizzate con il DPCM del 27 febbraio 2004 “Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fi ni della protezione civile”.

Fra tali attività di gestione del rischio re-siduale assume importanza strategica la messa a punto di un sistema di model-lazione, previsione e controllo della pro-pagazione delle piene lungo le aste dei corsi d’acqua principali ed in particolare

lungo l’asta del fi ume Po. Al tal fi ne nel-la primavera del 2005 è stato fi rmato un accordo quadro tra il Dipartimento di Protezione Civile, l’Autorità di Bacino del fi ume Po, l’Agenzia Interregionale per il fi ume Po, e le Regioni territorial-mente competenti per la realizzazione di un sistema di modellistica idraulica per la modellazione, la previsione ed il controllo delle piene fl uviali dell’asta principale del fi ume Po, strettamente connesso in tempo reale ai sistemi mo-dellistici di previsione gestiti dai Centri Funzionali regionali operanti sui bacini regionali e sui diversi affl uenti del Po.

Le attività dell’accordo quadro sono in corso di ultimazione e consentiranno di disporre di un sistema in grado di defi nire, con un margine di errore ac-cettabile e con un adeguato anticipo temporale, l’entità dei livelli idrometri-ci e delle portate lungo l’asta fl uviale. La fi nalità è quella di permettere con adeguato anticipo temporale l’orga-nizzazione del servizio di piena e di tutte le azioni di difesa del suolo e di protezione civile necessarie alla ge-stione in tempo reale delle situazioni di emergenza.

A tal riguardo si evidenzia la

strategi-cità degli interventi di emergenza rea-lizzati lungo l’asta principale del fi ume Po durante gli eventi di piena più in-tensi fra cui in particolare: l’adegua-mento delle sagome arginali in quo-ta (rialzi con arature o sacchetquo-tature, ecc.), il contenimento delle infi ltrazioni nei terreni di fondazione dei rilevati ar-ginali (coronelle intorno ai fontanaz-zi), le attività necessarie ad assicurare un effi cace invaso nelle aree golenali garantendo l’incolumità della popola-zione e quelle fi nalizzate alla gestione

Documenti correlati