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RISCHIO DI LIQUIDITA’

Nel documento Bilancio d esercizio al 31 dicembre 2019 (pagine 123-128)

SEZIONE 3 – INFORMAZIONI SUI RISCHI E SULLE RELATIVE POLITICHE DI

3.4 RISCHIO DI LIQUIDITA’

INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA

1. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di liquidità

Il rischio di liquidità si riferisce a probabilità di sfasamenti temporali tra entrate e uscite che possano compromettere la redditività o la reputazione della Società. Il rischio di liquidità si manifesta tipicamente sotto forma di inadempimento ai propri impegni di pagamento, e può assumere forme diverse, in funzione dell’ambito in cui tale rischio è generato. Facendo riferimento a definizioni condivise in ambito internazionale, si distingue tra funding liquidity risk e market liquidity risk. Per funding liquidity risk si intende il rischio che la Società non sia in grado di far fronte in modo efficiente alle proprie uscite di cassa sia attese che inattese, correnti e future, senza pregiudicare l’operatività quotidiana o la situazione finanziaria della Società stessa. Con market liquidity risk si intende invece il rischio che la Società non sia in grado di liquidare una attività finanziaria senza incorrere in perdite in conto capitale a causa della scarsa liquidità del mercato di riferimento o di disordini nello stesso.

BPER Factor rientra nel perimetro delle società per le quali il rischio di liquidità è gestito dalla Capogruppo BPER. Il modello di governance di Gruppo si basa su una gestione accentrata della liquidità. La Capogruppo ha la responsabilità del governo di liquidità del Gruppo e della gestione del rischio ad essa connesso sia per quanto riguarda la liquidità a breve termine che per la liquidità a medio/lungo termine.

In particolare la Capogruppo BPER:

• è responsabile della policy di liquidità,

• gestisce la liquidità sia a breve, che a medio/lungo termine,

• definisce e gestisce il funding plan ,

• monitora il rischio di liquidità.

A BPER Factor, in deroga ai principi generali di Gruppo, è concessa, per la propria attività di funding a breve termine, la possibilità di acquisire liquidità, previo formale assenso alla specifica operazione da parte dell’Ufficio Tesoreria di Gruppo, direttamente dal mercato. Mentre per l’impiego di eventuali surplus di liquidità è necessario fare sempre riferimento alla Capogruppo BPER.

Il modello organizzativo di gestione della liquidità di Gruppo risponde all’esigenza di porre in essere una efficiente gestione del rischio di liquidità:

• ottimizzando l’accesso ai mercati della liquidità in termini:

o di volumi;

o di costi sfruttando il merito di credito del Gruppo e minimizzando in tal modo il costo della raccolta;

• accentrando le operazioni di raccolta “rating sensititve ” nonché gli interventi sul mercato monetario;

• realizzando un principio di specializzazione funzionale mediante centri di competenza per le operazioni di raccolta secured (emissioni di strumenti secured, raccolta da particolari categorie di investitori istituzionali etc.).

In particolare la “policy” emanata dalla Capogruppo fa riferimento al tema del market liquidity risk

nell’ambito della gestione della counterbalancing capacity e fa riferimento al rischio di liquidità

nell’accezione di funding risk o, in altri termini, come difficoltà (o impossibilità) a reperire i fondi per far fronte ai propri impegni di pagamento. In questo contesto si distingue tra:

• mismatch liquidity risk, ovvero il rischio di liquidità implicito nella struttura stessa delle attività e passività della Società per via della trasformazione delle scadenze, tale per cui il profilo dei flussi di cassa in uscita non risulta perfettamente compensato dal profilo dei flussi di cassa in entrata (con riferimento sia alle scadenze contrattuali che comportamentali);

• contingency liquidity risk, ovvero il rischio che eventi futuri possano richiedere un ammontare di liquidità significativamente superiore a quanto precedentemente pianificato dalla Società; in altri termini, è il rischio di non riuscire a far fronte ad impegni di pagamento improvvisi ed inattesi a breve e brevissimo termine. Tali impegni improvvisi possono, per esempio, originare da insolite modificazioni nelle scadenze di certi flussi di cassa, come potrebbe essere il caso di un prolungamento non previsto contrattualmente di impieghi di ammontare significativo.

Il rischio di liquidità nell’attività del factoring risulta essere molto mitigato se confrontato con il contesto bancario. Infatti l’attività si basa sulle entrate che pervengono al factor dai debitori ceduti, mentre le uscite sono rappresentate da corrispettivi pagati o dagli anticipi erogati sulle cessioni di credito, che in linea di principio si bilanciano nel caso di sviluppo relativamente normale dell’attività. Mentre per quanto concerne le fonti di liquidità, si dispone essenzialmente di riserve di liquidità dal lato del passivo, in termini di capacità residua di indebitamento. L’associazione di categoria delle società di factoring-Assifact-ha condotto un’indagine presso gli associati al fine di identificare gli strumenti di misurazione e di gestione del rischio di liquidità nel factoring. Dall’indagine è emerso che quanto emanato dal Comitato di Basilea nel corso del 2009 e del 2010 sia per ora ancora difficilmente applicabile all’attività del factoring.

INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA

1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie

Nelle tabelle che seguono viene rappresentata la distribuzione temporale delle attività e passività

finanziarie suddividendole per valuta di denominazione come previsto dalla normativa di bilancio, facendo

ricorso esclusivamente all’utilizzo di informazioni di natura contabile esposte per durata residua

contrattuale.

1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie: Valuta di denominazione: EURO

Valuta di denominazione: Dollari USA

A .3 Finanziamenti 52 15 3.818 76 20

-A .4 -A ltre attività C.1 Derivati finanziari co n scambio di capitale

- P o sizio ni lunghe - P o sizio ni co rte

C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale

C.4 Impegni irrevo cabili a ero gare fo ndi

- P o sizio ni lunghe 5 0 10 95 135 38 - - - -

- P o sizio ni co rte

C.5 Garanzie finanziarie rilasciate C.6 Garanzie finanziarie ricevute P a s s iv it à pe r c a s s a

Valuta di denominazione: Altre valute

C.1 Derivati finanziari co n scambio di capitale

- P o sizio ni lunghe - P o sizio ni co rte

C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale

C.4 Impegni irrevo cabili a ero gare fo ndi

- P o sizio ni lunghe - - - - - - - - - -

- P o sizio ni co rte

C.5 Garanzie finanziarie rilasciate C.6 Garanzie finanziarie ricevute P a s s iv it à pe r c a s s a

SEZIONE 4 INFORMAZIONI SUL PATRIMONIO

Nel documento Bilancio d esercizio al 31 dicembre 2019 (pagine 123-128)