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4. LE CINQUE LEGGI DELLA BIBLIOTECONOMIA VERUS LA

4.2 Risparmia il tempo del lettore

Se la finalità essenziale del servizio in biblioteca è quella di soddisfare la domanda informativa di ogni utente, mediante un servizio personalizzato, tempestivo e qualitativamente valido, allora per esempio anche la possibilità di interrogare un OPAC o altre banche dati attraverso le applicazioni presenti sulla pagina della biblioteca sul social network, come Facebook153, risponde ad un buon uso di questo strumento, coerente con le finalità precipue della biblioteca e che soddisfa le cinque leggi. Lo stesso però non lo possiamo confermare per l'uso delle piattaforme social o dei blog come strumenti di comunicazione ed interazione con gli utenti, soprattutto quando non sono utilizzati per dare loro informazioni sui servizi e sulle collezioni, ma al contrario rischiano di far perdere tempo al lettore se la comunicazione è frammentaria o non adeguatamente aggiornata (costringendo l'utente a fare "zapping" fra i diversi portali: blog, sito web istituzionale, pagine sui social media), o condividono contenuti (immagini154, video, frasi per esempio) estranei alle finalità principali della biblioteca o che non rispondono ai bisogni informativi dell'utenza, e che sono piuttosto finalizzati a creare e mantenere sterili "conversazioni" con gli utenti.

153Qui segnalo un esempio, tratto dalla pagina Facebook del Sistema Bibliotecario - Università di Torino, che

dall'applicazione "Benvenuto" (nome non molto intuitivo a mio avviso) consente, attraverso un discovery tool di ateneo, di effettuare una ricerca, attraverso quest'unico strumento, fra tutte le risorse cartacee ed elettroniche possedute dall'università, o sottoscritte in abbonamento ed accessibili dalla rete di ateneo: <https://www.facebook.com/sba.unito/app_190322544333196>.

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La quarta delle cinque leggi della biblioteconomia prescrive la massima efficienza, dunque professionalità, nel servizio, pertanto oltre a salvare il tempo del lettore in senso cronologico, questa legge prescrive anche di mettere l'utente in salvo dal crescente fenomeno della disintermediazione, alimentato dall'uso spesso inconsapevole delle nuove tecnologie. La biblioteca ha quindi una grande responsabilità nell'utilizzo che promuove di questi strumenti e dovrebbe puntare ad utilizzarli per rafforzare, anche nella percezione degli utenti, il suo ruolo di mediazione informativa, in parole semplici ricordare a se stessa perché esiste. A tal proposito risultano interessanti alcuni dati relativi all'uso dei social media in biblioteca, rilevati attraverso un'indagine effettuata su tre gruppi di bibliotecari provenienti dall'India, Regno Unito e USA, a cura di TAYLOR AND FRANCIS GROUP [2014]: l'utilizzo dei social

media in biblioteca è importante per la promozione di eventi, la promozione delle collezioni e delle risorse e per la promozione dei servizi offerti dalla biblioteca, ed è meno importante invece da utilizzare come strumento per promuovere l'alfabetizzazione informativa, per promuovere corsi e come strumento di ricerca per trovare fonti autorevoli; fra i social media più utilizzati primeggia Facebook, seguito da Twitter e dai blog155; le maggiori opportunità

che derivano dall'uso dei social media in biblioteca sono legate al fatto che questi strumenti sono low cost, consento alla biblioteca di essere lì dove già sono gli utenti, ovvero online, aiutano nella creazione del concetto di comunità e nel ricevere feedback dagli utenti.156 Probabilmente il dato più significativo, fra questi, è proprio quello relativo allo scarso uso dei social media per promuovere l'alfabetizzazione informativa, ovvero insegnare agli utenti a sapersi destreggiare tra le fonti informative, a sceglierle, valutarle e citarle e che consentirebbe loro di risparmiare il loro tempo e di ottenere dei risultati qualitativamente validi, soprattutto in un contesto informativo che offre sempre più risorse informative e che vede gli utenti soddisfare i propri bisogni informativi (o informazioni di "uso" quotidiano157)

155"According to our survey, the top three objectives are to: (a) promote events, (b) promote library resources/

collections and (c) promote library services. The results of this survey therefore indicate that social media is primarily being used by libraries currently to fulfil marketing objectives. Engagement with faculty and students is not far behind in terms of priorities. Using social media in a teaching or learning capacity is a much lower priority currently; the three lowest scoring objectives were: (a) using social media as a teaching tool, (b) as a tool for promoting courses, and (c) as a research/discovery tool to find relevant materials – perhaps reflecting that these objectives are less core to the traditional role of a library. [...]Facebook dominates for being used to deliver multiple objectives, followed by Twitter and then blogs." TAYLOR AND FRANCIS GROUP [2014, p. 9].

156"The main opportunities associated with libraries using social media are seen to be related to its low cost, its

ability to take the library service to users in their preferred spaces, the opportunity to build a sense of community between the library and its users, to support co-development of collections and help keep librarians updated on industry news and initiatives." TAYLOR AND FRANCIS GROUP [2014, p. 3].

157 La riflessione innescata da questi dati meriterebbe una trattazione separata, vista la loro importanza, tuttavia

in questo luogo ci limitiamo a segnalarne i più importanti: " Oggi le prime cinque fonti di informazione utilizzate dagli italiani sono: i telegiornali (utilizzati dal 76,5%), i giornali radio (52%), i motori di ricerca su internet come

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sempre più spesso attraverso i motori di ricerca, il cui risultato rischia di essere qualitativamente scarso poiché elaborato da un algoritmo di proprietà privata, per altro "algoritmi ideati per massimizzare le entrate pubblicitarie" (IFLA TREND REPORT [2013, par.

Trend digitali in rotta di collisione]).158 Diversamente il fine della biblioteca che è quello del servizio e della mediazione informativa, è esente da qualsiasi logica di profitto, e allora simpaticamente si potrebbe dire che anche la biblioteca è un browser, ma a differenza degli altri ha come obiettivo fondamentale quello di fornire ai propri utenti il massimo accesso possibile alle informazioni e ai documenti di cui hanno bisogno, e tutto su quest'obiettivo è incentrato l'impegno etico e il dovere professionale dei bibliotecari, come per altro ricordano i codici deontologici della professione.