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6 Analisi non lineare

6.5 Risultati

Avendo preso a riferimento l’Eurocodice 2 – parte 2, il formato di sicurezza da considerare è quello relativo alla EN1992-2.

Ricollegandosi al paragrafo 6.3, riguardo l’identificazione del collasso strutturale, l’EC2 consente di definire tale condizione per via semi-grafica.

Piu precisamente, si inizia dalla definizione del dominio di interazione, il quale deve essere ricavato considerando delle proprietà del materiale uguali a quelle usate per compiere l’analisi. In questo dominio sarà plottato il load path composto dalle coppie sforzo normale e momento flettente relative al punto maggiormente sollecitato della struttura, in termini di capacity ratio. Tale percorso di carico è relativo al processo incrementale con cui deve essere svolta l’analisi.

La condizione di collasso, per l’appunto con riferimento alla cosiddetta combinazione vettoriale delle azioni interne, è individuata quando il load path arriva a toccare il dominio precedentemente tracciato. Il passo successivo consente di ricavare il dominio di interazione con cui compiere la verifica ed esso è ottenuto a partire dalla condizione di collasso. A questa è associato un carico definito “ultimo” e corrispondente ad un certo multiplo della condizione relativa allo SLU; quindi, andando a dividere tale moltiplicatore di carico per il fattore globale del metodo adottato, vale a dire 1.27, si ottiene un nuovo moltiplicatore di carico.

Non avendo tenuto conto dei fattori parziali riferiti alle incertezze di modello, il dominio di resistenza sarà quella particolare curva, omotetica a quella inizialmente fornita e passante per il punto del load path generato da un moltiplicatore di carico della condizione di SLU coincidente con quello appena ricavato dall’applicazione del fattore di sicurezza globale.

Di conseguenza, la verifica a pressoflessione per un’analisi non lineare con la non linearità del materiale è soddisfatta se tutti i punti relativi alla configurazione a SLU ricadono all’interno dell’ultima curva descritta.

A seguito dell’implementazione di quanto esposto, si presentano i risultati ottenuti.

La condizione di rottura è stata osservata in corrispondenza di un moltiplicatore di carico rispetto alla condizione di SLU pari a 13.25; ma la rottura associata è dovuta al raggiungimento della resistenza massima nella zona di giunto circonferenziale; ovvero, i risultati dell’analisi indicano che un dowel ha raggiunto il massimo valore di taglio che può portare, ricordando che il comportamento ad essi assegnato riproduce l’interazione connettore-concio a livello complessivo.

Di conseguenza, avendo raggiunto la condizione di rottura non nei conci in calcestruzzo armato, ecco che il load path risulterà interrotto in un certo punto all’interno del dominio e non sulla sua frontiera (figura 6.11).

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Il processo di ottenimento del dominio di resistenza con cui verificare l’ubicazione dei punti relativi alle azioni interne è eseguito allo stesso modo di quanto indicato sopra; quindi, l’applicazione del fattore fa sì di ottenere un nuovo moltiplicatore di carico pari a 10.4, la cui coppia di valori N-M (figura 6.11, la “x” verde) rappresentata nel dominio costituirà il punto di passaggio del dominio di riferimento per le verifiche.

Sebbene la rottura non fosse lato concio, bensì lato giunto, l’applicazione di quanto indicato dall’Eurocodice è giustificata dal fatto che una volta raggiunta tale condizione, non risulta essere di interesse pratico sapere come evolva il load path, e quindi “come ci si avvicina alla rottura del concio vero e proprio” una volta che il dowel è arrivato a rottura, poiché tale condizione è del tutto inammissibile. Di conseguenza, si sa che se il load path non oltrepassa il dominio individuato in corrispondenza del punto di rottura del dowel, si è certi che tantomeno delle porzioni dei conci raggiungeranno il collasso. Quindi, assumendo tale dominio come quello coincidente con la condizione di collasso complessiva, al moltiplicatore di carico ad esso associato risulta perciò necessario applicare il coefficiente di sicurezza globale per assolvere all’aspetto probabilistico della trattazione.

La trasposizione grafica di quanto riassunto a parole è sotto rappresentata (figura 6.11), dove il dominio esterno a tratto continuo costituisce quello “iniziale” e relativo ad un materiale con le stesse caratteristiche introdotte nella modellazione; quello intermedio è omotetico al precedente e passante per il punto del load path coincidente con la condizione di rottura, dominio che a sua volta ricopre il ruolo di quello più esterno;

infine, il dominio più interno costituisce quello con cui compiere la verifica in merito alla compatibilità delle azioni interne presenti.

Per confronto con la soluzione lineare, si riporta il rispettivo risultato in forma grafica tramite dominio di interazione (figura 6.12), questa volta valutato secondo le modalità standard, le quali adottano la solita legge costitutiva parabola-rettangolo per il calcestruzzo.

Osservando le due figure successive, si può notare come la distribuzione dei punti relativi alle azioni interne generate dalla medesima condizione di carico di SLU sia molto simile; perciò, si può concludere che lo svolgimento dell’analisi non lineare con riferimento al modello precedentemente descritto, non implichi alcun beneficio derivante dal considerare un comportamento del materiale che meglio riproduce quello reale. Una ragione di quanto affermato può essere individuata nell’entità dei carichi agenti sulla struttura, i quali risultano tali da non indurre nel materiale una risposta marcatamente non lineare.

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Figura 6.11 - Risultato analisi non lineare

Figura 6.12 - Risultato analisi lineare

0 50 100 150 200 250 300 350 400

-2000 -1000 0 1000 2000 3000 4000 5000 6000 7000 8000 9000 10000 11000

Momento flettente M [kNm]

Sforzo normale N [kN]

EC2 NL Rottura dowel R(qu/gamma) Load Path Rottura dowel NL - SLU

0 50 100 150 200 250 300 350 400

-2000 -1000 0 1000 2000 3000 4000 5000 6000 7000 8000 9000 10000 11000

Momento flettente M [kNm]

Sforzo normale N [kN]

EC2 L L - SLU

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